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Autore: alexander318    15/10/2012    1 recensioni
[Camera Cafe]
[Camera Cafe]La storia è tratta dalla mia sitcom preferita Camera Cafe, che racconta le vicende di Luca e Paolo e dei loro colleghi in un'azienda, tra surreali storie e guerra da combattere contro l'azienda rivale Digitex.
Qui tra i momenti mancanti vengono narrate le vicende della guerra contro la rivale azienda Digitex la concorrente nel mercato, dall'inizio alla fine.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate
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L’indomani seguente, tutti i dipendenti della Digitex vennero inondati dall’acqua e dai rifiuti e liquami organici, e dopo essersi arrabbiati parecchio, su consiglio dei loro superiori e del loro presidente furono costretti ad evacuare e a trasferirsi in altri uffici fuori dall’edificio, ognuno dei dipendenti della Digitex sapeva che erano stati proprio loro, i loro rivali a inondare l’ufficio, ma scarsi di prove non potevano dimostrare nemmeno alle televisioni locali corse dopo aver saputo dell’inondazione che erano stati loro a inondarlo. Luca e Paolo erano nella zona relax della loro azienda, sempre davanti alla macchinetta del caffè che venne sempre venerata da loro come se fosse una dea, e dopo aver preso due caffè lunghi senza zucchero, nonché bevanda preferita dei dipendenti dell’azienda in arte c-14 comodamente offerti da Paolo Bitta, esultarono per la loro vittoria che avevano ottenuto la sera prima non solo per il fatto di aver messo fuori gioco dal mercato la loro azienda rivale la temuta Digitex, ma anche perche potevano anche vantarsi con loro di aver vinto la guerra. “A noi, alla vittoria, e al caffè offerto dal mio amico Paolo, visto li abbiamo rotto i maroni alla loro direzione, ora sapranno con chi avranno a che fare d’ora in poi” disse Luca contento, Paolo gli rispose “ben detto Bubino, ora che hanno imparato la lezione la prossima volta ci penseranno bene prima di iniziare questa guerra, e poi sai come si dice nel proverbio, chi la fa…..la fa”, Luca annuì “ben detto Paolo”. Ad un certo punto da dietro la colonna dell’area relax comparve il direttore De Marinis, che si congratulò personalmente con loro, “signori, il vostro coraggio vi ha fatto onore, mi congratulo personalmente con voi, oltre ai miei complimenti avete anche quelli del presidente, grazie a voi la nostra azienda sarà pulita, potremmo rinegoziare tutti i nostri contratti, con i nostri clienti, e persino con i nostri fornitori, e i nostri contatti, bravissimi credo fermamente che vi arriverà un bel premio di produzione per tutti e due, vedrete l’azienda si ricorderà di voi”, e dopo aver detto questo, e preso il suo caffè concluse “adesso però andate a lavorare cretini!,” e si allontanò in direzione del suo ufficio. I giorni passarono lenti e inesorabili, e Luca e Paolo erano sempre davanti alla macchinetta del caffè, prendevano il loro caffè, parlarono, picchiavano sempre Silvano, ormai era diventata una routine per loro, una monotona routine, erano talmente stufi che senza la Digitex non c’era più gusto andare a lavorare, e sperarono in qualche altra rappresaglia della Digitex. Le loro preghiere vennero esaudite, un giorno tutti erano incollati nella finestra del bagno, e videro che 10000 persone si erano piazzate a pochi metri dal cancello dell’edificio davanti, installando una specie di accampamento a mo di tendopoli. I dipendenti capirono subito che dietro a questa “manifestazione” c’era di mezzo la Digitex, e i loro sospetti erano fondati, infatti le tv nazionali che erano giunte sperando in un perché di questa manifestazione ripresero proprio tutti i dipendenti della Digitex, compreso il loro direttore a capo delle operazioni, tra di loro ci furono dipendenti di altre aziende, operai di tutti i tipi alcuni di essi licenziati da Luca Nervi in persona e dall’azienda, operai mercenari, e alcuni vigili nemici di Paolo Bitta, venuti non appena dalla bocca del direttore della Digitex era stata menzionata la parola Paolo Bitta. I dipendenti dell’azienda Digix, sapevano che il loro incontro non era casuale, e infatti venne pubblicato che avevano organizzato tutto questo per riprendersi l’edificio e l’azienda Digix come risarcimento per la perdita temporanea della loro azienda Digitex al grido di “se vogliono la guerra, la guerra l’avranno”. Il direttore De Marinis era corso ai ripari, e organizzò una riunione d’urgenza in sala riunioni per decidere della situazione che si stava svolgendo. “adesso voglio sapere chi è stato a distruggere l’intero ufficio Digitex”, urlò il direttore, tutti erano zitti, e allora lui protese il suo sguardo verso Luca e Paolo “si sto guardando proprio voi due cretini, scommetto che c’è il vostro zampino dietro a questa faccenda”, Paolo cercò di scusarsi il più possibile dicendo “mi creda De Marinis, eravamo in pericolo, è ho fatto quello che ogni condottiero fa per proteggere i suoi coraggiosi soldati, ho eretto un diversivo per salvarci le penne, ho nascosto del C-4 nei bagni della Digitex durante la pausa mensa, e li ho fatti esplodere”, il direttore lo guardò infuriato, era su tutte le furie e cominciò ad urlare “Bitta lei è davvero il solito cretino, ora mi spiega cosa facciamo per toglierci dai piedi questa situazione?”, naturalmente non ci fu risposta, ma ecco che Luca intervenne a favore di Paolo proteggendolo, “ma senta direttore, pensi che grazie a noi ora possiamo beneficiare dell’alto mercato, e poi siamo onesti, sono stati loro a cominciare”, il direttore sbuffò e disse,” essere sotto assedio lei questo lo chiama beneficiare dell’alto mercato? non faccia battute anche lei Nervi, e poi si rende conto che grazie a lei e al suo amico Bitta, ora siamo in questa situazione. Luca si guardò intorno e con tono infuriato disse, “ eh si e se la prende con me? Io cosa ho fatto direttore? è stato Paolo ad avere questa idea non è stata mia”, Paolo con tono alto rispose “bravo signor sapientone, so tutto io, è grazie a te che ora sei ancora qui, perche se ci beccavano ci sparavano quei due li, quindi ora non dare la colpa a me per una cosa di cui hai beneficiato anche tu, era un’idea geniale questa”, Luca strinse i denti, “geniale un corno, ora per colpa tua siamo circondati da un casino di gente, tra poco entreranno qui e ci prenderanno a colpi di badilate, di sprangate, e di sberlate”, Luca venne interrotto da De Marinis, “non è il momento di lanciare accuse Nervi, faccia qualcosa, ci parli civilmente visto che lei è il rappresentante sindacale, faccia qualcosa, e si sbrighi, subito e a sue spese”, Luca cominciò a controbattere, “eh si e secondo lei io mi devo far ammazzare per parlare civilmente? ma lei è fuori De Marinis, io le organizzo un bello sciopero a sorpresa, poi vedremo chi avrà la meglio De Marinis”, il direttore si mise a ridere “è quello fuori secondo lei come me lo chiama?, scommetto che sono più organizzati loro che i suoi compagni del sindacato Nervi”, iniziò una violenta rissa tra loro due, ma ad un certo punto fuori dalla porta della sala riunioni apparve Gaia che interruppe la rissa e cominciò a parlare “ora basta, tutti e due, fatela finita, dobbiamo essere uniti, non bisticciare tra di noi, se lo facciamo poi si renderanno conto di quanto noi e tutta l’azienda sia debole e inefficiente, volete questo?, no?, e allora statemi a sentire tutti quanti, per prima cosa dobbiamo organizzare un picchetto, una specie di barricata in area centrale giù di sotto e poi dovremmo proteggere le entrate principali, possiamo farcela, grazie al nostro coraggio faremo vedere a tutti, persino all’Italia intera di ciò che valiamo noi, allora chi è con me?”, la sala si riempì di applausi e tutti i dipendenti arrivati cominciarono ad esultare al grido di “io”, e subito seguirono Gaia. All’entrata principale venne istallato un picchetto con le scrivanie del centralino, alcuni andarono fuori ai cancelli per prendere ciò che avevano in macchina e le riportarono dentro per far reggere il picchetto, dalla parte del bagno, Silvano e Patti riempirono dei gavettoni con ogni cosa possibile acqua, rifiuti, dentifricio, tutto quello che riuscivano a trovare, li misero in alcuni secchi presi in prestito dalle donne delle pulizie, e si tennero pronti in caso avessero avuto l’opportunità di lanciarli contro gli invasori semmai fossero entrati.
  
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