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Autore: _bomersgirl    15/10/2012    1 recensioni
Voi credete nei vampiri?
Voi credete che i vampiri sono solo quelli in versione Dracula?
Beh, anche io credevo che esistessero solo in versione Dracula ma invece..
Il mondo è pieno di misteri, più vai avanti con la vita e più scopri cosa emozionanti di essa.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Successivo alla saga
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Presi tutte le mie forze e mi concentrai.
‘Sei vestita linda e pinta, sei perfetta non vorrai rovinarti proprio vicino casa sua?’ dissi a me stessa.
Mi feci coraggio e cominciai a correre, facendo un salto spettacolare, ce l’avevo fatta! Quando ‘atterrai’ dall’altra parte del fiume, cominciai a vantarmi e a fare gesti. Poi, quando mi resi conto della cavolata che stavo facendo, andai verso casa di Tyler con i tacchi che affondavano nell’erba. Di tanto in tanto, mi controllavo le scarpe per vedere se fossero ancora intatte.
Difficile da credersi ma le scarpe nere erano, e nere rimasero!
MITICAAAAA.
Casa sua non era lontana anzi era vicinissima, bussai alla porta d’ingresso e dopo pochi secondi, Tyler, con una camicia a quadri verdi e dei pantaloni neri, mi venne ad aprire.
Mi sorrise, oh quel sorriso... Ricambiai il sorriso ed entrai, casa sua era di legno ed aveva la maggior parte delle cose viola. Mi guardai intorno e notai che, alla mia sinistra, c’era la cucina, davanti a me le scale ed, alla mia destra, il salotto simile a casa mia. Vicino alla porta, c’era un appendiabiti e un portaombrelli. Tyler mi abbracciò, stringendomi da dietro e dandomi un bacio sulla testa.
«Sei bellissima. » mi sussurrò ad un orecchio, facendomi dondolare. Mi girai verso di lui e gli stampai un bacio sulle labbra, le sue labbra fredde  sapevano di sangue.
Evidentemente aveva appena cacciato. Gliele leccai per assaporare quel poco di sangue che gli era rimasto .
«Mh… Buono.. Hai cacciato? » gli chiesi sorridendo e gustando quel poco sangue che avevo preso.
«Sai, quella bambina mi aveva scatenato l’appetito. » mi rispose, facendo spallucce e sorridendo. Risi e lui mi prese per mano, facendomi entrare in cucina.
Al centro, aveva un tavolo con dei sgabelli vicino, mi ci sedetti sopra e Tyler prese dei bicchieri e dello champagne dal frigorifero d’argento. Mise sul tavolo i bicchieri con lo champagne e si sedette anche lui.
 «Cin cin? » disse, facendo sbattere i nostri bicchieri contro. Amavo lo champagne sin da quando ero piccola, ne bevvi un sorso e lo mandai giù. In gola avevo un misto di sangue e champagne, mmh... delizioso.
Ne bevvi un altro sorso per poi finirlo. Appoggiai il bicchieri sul tavolo e Tyler me ne mise altro.
«Ti piace? » disse, riferendosi allo champagne. Annuii, presi di nuovo il bicchiere e mandai giù un altro sorso. Altro che se non era buono!
«Che intenzioni hai, Price? » gli chiesi, mandando giù un altro sorso. Era buonissimo.
«Ah non saprei. » disse, giocando con il bicchiere. Gli feci un sorriso malizioso, ripose nel frigo lo champagne ed io sciacquai i bicchieri. Mentre li stavo sciacquando, lui mi riabbracciò di dietro e mi incominciò a dare piccoli baci sul collo. Li misi nel lavello e mi girai verso di lui, incrociando le mie braccia al suo collo.
Sentimmo dei passi provenire dalle scale, ci girammo e vedemmo un ragazzo con una sciarpa al collo, con un gilet e dei jeans chiari.
«Oh scusatemi, ho per caso rovinato un momento romantico? » disse venendo verso di noi, ed adesso chi era lui? Aveva i capelli biondi fino alle spalle ed gli occhi azzurri, l’esatto contrario di Tyler.
«Vai a farti fottere, Chris! » disse Tyler, facendogli il medio. Chris gli diede una spallata ed andò verso il frigorifero, prendendo lo champagne.
«Danielle, lui è un rompipalle di nome Chris ed è anche mio fratello. » mi disse con faccia ributtante, mentre guardava Chris.
«Dovevi dirle subito che ero tuo fratello, no? Io devo pur contare in questa famiglia, puah. » mormorò Chris, sedendosi e bevendo lo champagne.
«Ma, per caso, sei la versione vampiresca di Chris Hemsworth? » chiesi, gesticolando con le mani, lui mi guardò male e scoppiò a ridere. Tyler rise ed abbassò lo sguardo.
«Andiamo di sopra. » mi disse, prendendomi per mano Tyler.
Chris ci fece un cenno con la mano, dopo di che sentimmo che aveva acceso la televisione e si era sintonizzato su un canale sportivo. Noi salimmo le scale, arrivando alla sua enorme stanza che occupava l’intero piano, era una specie di condomino.
Tyler prese la chiave, aprì la sua stanza e poi mi fece entrare.
«Devo per forza chiudere, se no, quel rompiscatole di Chris mi entra e mi fa un casino. » mi disse, richiudendo a chiave la porta. Andai più avanti per controllarla meglio e mi rigirai per guardarlo.
«Vedo che hai un letto. » gli dissi con un sorriso malizioso. Lui fece una risatina e poi abbassò lo sguardo. Io mi avvicinai a lui e gli portai lo sguardo ai miei occhi, lui mi guardò e mi baciò spostandomi indietro verso il letto. Io caddi sul letto e lui sopra di me, gli accarezzai i capelli.
Con le sue labbra, andò verso il mio collo e succhiò, mi guardò sorridente.
«Qui -mi toccò dove mi aveva succhiato- c’è la mia impronta, significa che sei mia. » mi sussurrò dolcemente. Lo riattirai a me e lo baciai con foga.
«Ed invece qui –gli toccai le labbra- c’è il mio segno, c’è il mio rossetto. Significa che sei mio. » lui scoppiò in una risata fragorosa e io anche, lo adoravo in tutto. Mentre rideva gli toccavo le fossette.
 

Passammo tutta la serata come una coppia sdolcinata che sta ore sul letto a raccontarsi vita, morte e miracoli e a confrontarle con l’altro, coccolandoci per ore, prendendoci a cuscinate.
Era di quello che avevamo bisogno.
E devo dire che, sentirlo parlare del suo passato, era stato bellissimo, avevo finalmente saputo più cose di lui.
Non volevo andarmene, volevo rimanere su quel letto. Ma la cosa principale era che volevo rimanere sdraiata al suo fianco.
Mi misi seduta sul bordo del letto e guardai l’ora. Erano le quattro e mezzo, ci mettevo tanto a prepararmi e volevo essere ‘perfetta’.
«Devi andartene? » mi chiese dolcemente, accarezzandomi la schiena, mi misi le scarpe e gli accarezzai una guancia.
«Si, purtroppo... Ci metto tanto a prepararmi. » gli risposi sorridendo. Mi alzai in piedi, mano nella mano con lui. Scendemmo le scale, un gradino alla volta, andando il più lentamente possibile. Arrivati alla porta d’ingresso vedemmo che Chris non era più sul divano a vedere la partita. Tyler aprì la porta.
«Stai attenta. » mi sussurrò, lo strinsi forte e poi gli stampai un dolce bacio sulle labbra.
«A dopo. » mi sciolsi in quel abbraccio contro voglia ed andai verso casa mia raggomitolandomi nel giacchetto che avevo. Saltai il mio ostacolo ed, in un battibaleno, Edward fu vicino a me, cingendomi le braccia con il suo braccio.
«Questo Tyler ha fatto colpo eh? » mi chiese, stringendomi a lui con aria dolce.
«Non lo so, sinceramente. » risposi, stringendomi a lui e cercando di coprire il succhiotto. Lui si fermò e mi fece una risatina.
«Sono stato anche io un sedicenne. » mi toccò il succhiotto con la sua mano gelida.
«Centododici anni fa? » gli chiesi, ridendo. Lui abbassò lo sguardo e rise.
Ad un certo punto, come d’istinto alzai lo sguardo verso la mia stanza, sentivo un odore a me familiare e se mi concentravo vedevo anche una persona in camera.
Mason!
Mi lasciai dalla stretta di Edward e corsi verso Mason, il quale stava seduto comodamente sul mio divanetto, chiusi la porta con forza. Con così tanta forza che lo feci sobbalzare.
«Mi devi delle spiegazioni. Perchè non sei venuto ieri in classe? » dissi, buttando la mia borsa sulla sedia del computer.
«Chiedile al tuo ragazzo. A Tyler. » mi rispose, alzandosi in piedi e sbadigliando. Soffocai una risata isterica.
«Mi aveva detto che odiava i Licantropi ma lui non sarebbe mai capace di far del male. » risposi, mettendo il giacchetto nell’appendiabiti.
«Danielle, lui è un vampiro! Come può non far male?! » disse, alzando la voce.
Mi girai con cautela e mi trattenni dalla voglia di spaccarlo in due.
«Bene Mason, si dà il caso che io sono un vampiro e forse vuol dire che io lo conosca meglio di te. Vieni qui senza un invito, senza un avviso, senza niente di niente, come se ti dovessi delle scuse. Scuse per cosa? Io credo in Tyler. C’è questa cazzo di competizione tra vampiri e licantropi, e io non la voglio. La vuoi con lui? Bene. Ma non mi mettete in mezzo. Perchè fino a prova contraria non sono di nessuno dei due. Per me siete degli estranei, tutto questo mi è estraneo. Sai cosa significa vedere la morte dei tuoi genitori, eh? O la morte di tuo fratello? E poi risvegliarsi il giorno dopo in una famiglia vampira, di cui non sai se fidarti o no? Ma ormai è troppo tardi. Loro senza il tuo permesso ti trasformano in fottuto vampiro. Quindi per favore, falla finita, io sono un vampiro e non faccio del male a nessuno. Beviamo il sangue degli animali a posta per non far del male e tu ci accusi di far del male? Per favore vattene di qui! » urlai. Lui ubbidì e mi diede una spallata, mentre se ne andava. Avevamo esagerato. Avevo detto delle cose che neanche pensavo e spero vivamente che anche lui dicesse cose che non pensava.
«Davvero pensavi quelle cose? Quelle cose su di noi? Su di te? » mi chiese la voce minuta di Bella. Mi girai verso di lei e la vidi appoggiata alla porta, che mi guardava con aria supplicante.
«Bella io... » cercai di dire ma lei mi fermò e se ne andò. Sbuffai e me ne andai in bagno con la roba pulita. Chiusi a chiave e mi fissai allo specchio.
Adesso dovrei essere morta. Adesso dovrei essere su in cielo con loro. E non c’è niente che possa fare per scappare da quello che sono. Gli mancherò? E a Daniel? Come stanno?
Oddio stavo diventando paranoica!
Mi cambiai i vestiti e misi quelli sporchi a lavare dentro la cesta. Uscii di lì e incontrai Carlisle, che stava salendo, per mettere i panni sporchi nella cesta.
«Ehi Carlisle, potrei parlarti? » gli chiesi, rimanendo perfettamente dritta e guardandolo aria supplichevole.
«Si, dimmi. Qualcosa non va? » disse, mettendo i panni sotto la sua ascella.
«Ho detto involontariamente cose non belle sui vampiri e su quello che mi avevate fatto... E beh… Bella mi ha sentito. L’ho dette solamente perchè c’era Mason in camera mia ed io non lo sopportavo e… » mi fermò con una mano sulla spalla. Mi accennò un sorriso da ‘sono un chirurgo figo amami’.
«Non hai mai detto nulla a riguardo, eppure dovresti essere incavolata nera con noi. Abbiamo fatto una cosa che non avevamo il diritto e nè il tuo permesso di fare, ma lo abbiamo fatto solo perchè Bella stava nutrendo un forte spirito materno nei tuoi confronti e voleva vederti sana e in forze. Adesso, se non avessimo fatto quel che abbiamo fatto, non saresti qui a parlare con me. » “No infatti starei a parlare con la mia famiglia.” pensai tra me e me. Abbassai lo sguardo e lui tolse la mano dalla mia spalla.
«Beh non penso che oggi Mason verrà a prenderti e non vanno a scuola gli altri, vogliono rimanere a casa per nutrirsi. Prendi la macchina che ti piace di più, ma Edward sarebbe più contento se tu prendessi la sua. Ti sta aspettando in garage. » disse, alzando lo sguardo. Scesi con lui e presi la mia roba dalla mia stanza. Mi guardai per la trentesima volta allo specchio, stavo bene. O almeno pensavo...
Scesi giù con la voglia di andare a scuola fin sotto i piedi e andai verso il garage dove c’era Edward in piedi, appoggiato ad una macchina che adoravo, una Volvo.
«Sai beh, questa macchina ha tanti ricordi per me. Quando Bella ed io non eravamo ancora sposati. Quindi beh, prenditene cura! » mi disse, sorridendo e accarezzando la macchina. Chiusi la porta del garage, guardandolo a bocca aperta.
«Stai scherzando vero? » gli chiesi rimanendo immobile.
«No, perchè dovrei? So che ti piace. Ho un’altra macchina, prendilo come regalo di benvenuto. » mi rispose, sorridendo e mettendosi le mani in tasca. Mi avvicinai verso lui e la macchina.
«Mi state facendo vivere dentro questa casa, che è già  un regalo! »
«Ma quello era scontato. »
«Ed i vestiti? »
«Anche quello era scontato. »
Mi diede le chiavi, le presi rimanendo un paio di secondi a fissarle. Edward, disperatamente, mi aprì la portiera. Lo guardai, poi guardai la portiera ed infine lo riguardai. Lui alzò le sopracciglia e con la testa fece il segno di entrare in macchina.
Buttai lo zaino sul posto del passeggero e accesi il motore. Uscii dal vialetto di casa ed andai verso casa sua, era bellissimo tornare a guidare. Non lo facevo da tanto tempo. Accesi la radio e trovai subito una stazione radio, dove c’era una canzone dei Coldplay.
Cominciai a cantare sulle note di Charlie Brown e arrivai a scuola con una ventina di minuti di anticipo. Parcheggiai, misi il freno a mano e spensi la macchina. Rimasi lì dentro a cantare ancora, era quasi finita ma mi giurai a me stessa che non sarei scesa, finchè tutti non fossero entrati. Presi un libro che avevo dentro lo zaino e cominciai a leggere, ma poi fui interrotta da qualcuno che mi bussò al finestrino. Accesi il motore ed abbassai il finestrino.
«Posso esserle d’aiuto? » chiesi a Tyler che era lì con un sorriso da ebete.
«Entra. » risposi, chiudendo il finestrino. Dopo due secondi era dentro, spensi il motore e lui chiuse lo sportello. Si guardò intorno.
«E questa di chi è? » mi chiese mentre io mettevo il mio zaino ed il suo nei posti di dietro.
«E’ mia. Edward dice che è un regalo di benvenuto, bah. » risposi, rimettendomi seduta e sorridendogli.
«Molto bella. » mi disse, anche lui sorridendomi. Mi girai d’istinto e vidi che Hope mi stava guardando,  seduta sulla panchina vicino all’entrata della scuola.
«Ti ha scoperta? » mi chiese, riferendosi a Hope. Riportai il mio sguardo verso Tyler e risposi, balbettando: «No. Cioè più’ che altro non lo so… Quando mi hanno trasformata io tutto pensavo, tranne di essere un vampiro. Perchè siamo così strani a Dracula? » Lui scoppiò in una risata fragorosa e poi si degnò di rispondermi.
«Me lo sono chiesto anche io, ma poi dopo anni... anni... e anni di ricerca ho scoperto che ci sono due geni diversi di vampiri che circolano per tutto il mondo. Quello alla Dracula e quello alla noi. Non so il nome esatto. » quando ebbe finito di parlare la sua mano, cercò la mia e la strinse alla sua. Lo guardai e ricambiai la stretta.
«Oggi pomeriggio, vieni da me? » mi chiese, alzando un angolo della bocca.
«Oh no, questo pomeriggio devo riordinare un po’ di cose a casa. »  risposi, facendo una finta faccia dispiaciuta. Era la prima volta che mentivo a Tyler e già me ne stavo pentendo, ma quella serata l’avrei passata da sola, l’avrei passata, cercando di capire se ero felice o no.
«Non c’è niente che potrei fare per convincerti a venire? » mi chiesi, accarezzandomi la guancia con delicatezza. Alzai le spalle e gli accennai un sorriso. Mi girai di scatto e vidi che stavano tutti entrando.
Scendemmo dalla macchina, la chiusi ed andammo verso l’entrata della scuola, non c’era ombra ne di Hope ne di Mason.
 
Il giorno passò così velocemente che non mi resi conto che era già sera, Tyler mi aveva riportato a casa verso le quattro, convincendomi ancora a andare da lui. Ovviamente senza buoni risultati. Mason non era venuto a scuola ed era il caso che lo chiamassi ma erano le undici di sera, forse stava già dormendo.
Decisi di andare da lui. I suoi ed i miei non lo noteranno. Sgattaiolai dalla finestra e mi diressi verso casa di Mason, non era lontana dalla nostra.
Casa sua era bianca, era una casa a due piani e sentivo il suo odore. Era al secondo piano.
Teneva la finestra aperta, ma non lo sentivo sveglio. Stava dormendo.
Controllai il telefono e vidi che era mezzanotte e mezza.
Possibile che, in quella giornata, il tempo volava?
Mi arrampicai per il muro, senza far rumore, ed entrai dalla finestra. La sua stanza era di una staturamedia, non aveva un suo bagno, era sicuro. C’era il letto in mezzo della stanza e la scrivania vicino alla porta. Vicino alla libreria, c’era un enorme armadio di legno. Le pareti erano dipinte di un murales, fatto da lui, pensai. Sopra il letto, aveva una luce al neon che faceva da abat-jour, sopra ancora, aveva delle foto con dei suoi amici, non si vedevano bene. Non c’era la luce. Mason stava dormendo sul suo letto, con le coperte buttate per terra, aveva una canottiera e dei pantaloncini.
Ringraziai il cielo che non dormiva nudo!
Perchè lui poteva dormire ed io no? Mi mancava il dormire.
Entrai in camera meglio e mi misi vicino alla finestra dove ero entrata.
Mi accorsi che lui si era accorto di me, perchè si svegliò ma non si alzò subito.
Non so come abbia fatto, ma si era accorto che qualcuno lo stava fissando. Si alzò con la schiena e si guardò intorno e quando mi vide sobbalzò dallo spavento.
«Danielle, che ci fai qua? » mi chiese con voce alterata. Non ebbi il tempo di rispondere che subito sentii i passi del padre e poi lui che apriva la porta. Con un lancio, mi nascosi dietro la stessa porta, sicura che non mi avrebbe visto.
«Mason, tutto a posto? » chiese preoccupato il padre. Mason si abbassò e mise il cuscino sopra gli occhi per la luce. Spostò il cuscino solo per parlare.
«E’ solo un incubo... » rispose rimettendosi comodo. Il padre non si mosse da lì e io ne fui più contenta.
«Sempre la solita Danielle eh? Non riesci a togliertela della testa. Si vede che ne sei proprio... »
«Papà! » lo fermò Mason, togliendosi il cuscino dalla faccia e alzandosi con la schiena.
«Non sopporti la verità? »
«No, non sopporto che mi venga detta all’una di notte. »
Mason era innamorato...di…me...?
«Tu non sopporti la verità punto e basta. Comunque, rimettiti a dormire. Domani ci vai a scuola. ‘Notte. » Si allontanò e io mi misi davanti la porta per guardarlo meglio.
«Beh forse dovremmo parlare, non ti pare? » dissi alzando le spalle e guardandolo dritto negli occhi.
  
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