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Autore: Blue Eich    15/10/2012    6 recensioni
Siamo alla fine del Grand Festival di Johto. Drew chiede a Vera di accompagnarlo in un viaggio a Sinnoh: perciò i due eterni antagonisti si troveranno fianco a fianco in una regione a loro sconosciuta.
Riusciranno a cavarsela? Capiranno finalmente i sentimenti che provano l'uno per l'altra? In che modo si evolverà il loro complicato rapporto? E, – ultima domanda ma non meno importante – stavolta, chi diventerà Super Coordinatore, realizzando il suo grande sogno?
Inoltre verranno a galla rivelazioni sul nostro protagonista tanto misterioso, gelosie, indecisioni e verso la fine mille intrecci di shipping. Come se non bastasse aggiungiamo persone che ovunque vanno li scambiano per fidanzati, imprevisti di ogni tipo, vecchi amici ritrovati, starter viziati, rivali ficcanaso e scenette imbarazzanti…
[La storia è stata corretta e modificata dall'inizio: invito chiunque l'avesse letta in passato a ridarci un'occhiata, potreste rimanere sorpresi.]
Genere: Avventura, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Drew, Un po' tutti, Vera | Coppie: Drew/Vera
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Anime
Capitoli:
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Desire to be together ♥

~ Capitolo 2: Conclusioni affrettate…! ~

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Vera scese l’ultimo gradino della scaletta con un allegro saltello. Ecco: erano sbarcati sul suolo di Sinnoh. “Che inizi l'avventura!” pensò, entusiasta.
C’erano poche case a Sabbiafine, inframmezzate dalla strada. In lontananza si scorgevano le montagne, mentre alle loro spalle il mare bagnava pacatamente la sabbia bianca e soffice.
«Penso che dovremmo fermarci qui per un giorno, per capire il sentiero da percorrere e informarci su dove terranno le prossime Gare. Sei d’accordo?» chiese Drew, mentre camminavano.
Vera annuì. «Sì, va bene. Per stanotte ci fermiamo al Centro Pokémon?»
«Ovviamente, sennò dove?» replicò lui, con un sopracciglio inarcato.
«Se fossimo lontani dalla civiltà o non ce ne fosse uno, in tenda» fu la risposta spontanea di Vera. «Vuoi farmi credere che in tre anni di viaggio non hai mai dormito in tenda?!»
Drew fece spallucce, girando il capo dall’altra parte per l’orgoglio. «Qualche volta, ma se posso evitarlo, preferisco mille volte dormire in un letto pulito, con un bagno vicino.»
Continuando la passeggiata tra le umili case, Vera lo guardò a occhi sgranati. Non riusciva a concepire un viaggio senza le notti sotto il cielo stellato avvolta nel sacco a pelo. «Non sai cosa ti perdi, non c’è niente di più bello di svegliarsi all’aria aperta. Ti farò cambiare idea!»
«Questo è tutto da vedere… »
 
Il Centro Pokémon era di modeste dimensioni, nascosto in mezzo ai pini. Non era stato immediato trovarlo perché era posto in fondo alla città.
Entrarono, trovando un po’ di fermento perché non erano gli unici Allenatori a essere scesi dal traghetto.
Un’Infermiera Joy e il suo Chansey se ne stavano pazientemente dietro al bancone. Si avvicinarono e sorrise loro. «Buongiorno, ragazzi, come posso aiutarvi?»
«Vorremmo fermarci per la notte, se possibile. Avete una camera con letti separati?» prese parola Drew, con la solita scioltezza.
«Mi dispiace, ma oggi abbiamo già ricevuto un sacco di prenotazioni. Mi è rimasta solo una matrimoniale. Per voi non sarà un problema, vero?»
Non era colpa sua, come potevano rifiutare davanti a quel sorriso incoraggiante e persuasivo? Si scambiarono un’occhiata d’intesa, per poi annuire lentamente.
«Perfetto. Allora sono dieci Pokédollari a testa!»
Vera si pietrificò. Stava per metter mano al portafoglio, ma Drew era stato più svelto di lei e aveva già messo sul banco due banconote.
«Ma…»
«Su, non fare storie. Verrà il giorno in cui dormiremo in mezzo al bosco, ma non è questo.»
«Oh, che giovanotto gentile! Sei proprio una ragazza fortunata!» ridacchiò la donna.
Vera arrossì come le fiamme sui polsi del suo Blaziken e si mise a negare animatamente con le mani. «No, non è come pensa!»
Quella rise ancora di più, dando in custodia la chiave argentata al suo rivale. «Sì, sì, dicono sempre tutti così!»
Salirono le scale che conducevano a cinque delle dieci stanze totali. Vera seguì Drew e arrivati davanti alla porta laccata di bianco sospirò pesantemente. «Mi chiedo se a tutti facciamo quell’impressione» pensò ad alta voce.
«Beh, è probabile.»
«Non ti dà fastidio?»
Drew scosse la testa. «A te sì?» chiese, lanciandole un’occhiata prima d’infilare la chiave nella toppa. «Non bisogna mai lasciarsi influenzare dagli altri.»
«Hai ragione…» si affrettò a rispondere la Coordinatrice, pensierosa.
 
 
Più tardi Vera, seduta da sola su uno scoglio, sospirò ancora. Drew era andato ad allenarsi nei dintorni e si erano dati appuntamento per cenare insieme alla sera in una locanda che sulla sua Guida Gastronomica aveva ottime recensioni.
Lanciò un sassolino in mare, che affondò con un brusco flop. Quel ragazzo non si dava pace, si esercitava per ore e ore con degli obiettivi precisi da raggiungere entro la fine di ogni giornata. Avrebbe dovuto prendere esempio, come le diceva sempre Max con la sua aria da saputello.
A distrarla fu un acuto squittio, appena percettibile. Alzò lo sguardo, scrutando i dintorni con curiosità, ma senza vedere nulla. Che fosse stato un Pokémon? Alzandosi fece appena in tempo a scorgere una batuffolosa coda marrone che spariva dentro i cespugli in lontananza. Non aveva mai visto nessun Pokémon con una coda del genere.
Tirò fuori dalla tasca il Pokédex che il Professor Elm, un anno addietro, era stato così gentile da regalarle al suo arrivo a Borgo Foglianova e poi scosse d’istinto la testa. No, non andava bene, ne serviva uno nuovo.
«Uhm… Forse so come fare!» si disse, alzandosi, con uno slancio di vitalità.
 
Più tardi Vera si trovava nel Laboratorio del Professor Rowan. Non aveva l’aria bonaria di Birch e di Oak… A prima vista le era parso un vecchio burbero, sotto quegli occhi severi e la barba folta, invece l’aveva invitata subito a entrare con cortesia.
«Eccoci qui, signorina. Parlami un po’ di te. Hai detto di essere un’amica di Ash, Lucinda e Brock, giusto?»
Seduta sul divanetto di pelle rossa, Vera annuì. «Sì! Ho viaggiato con Ash e Brock per due anni, a Hoenn e Kanto. Poi ho interrotto il mio viaggio a Johto, l’anno scorso, per venire qui a partecipare alla Coppa Adriano e lì ho conosciuto Lucinda. Adesso siamo grandi amiche!» spiegò, con un sorriso. «Quest’anno invece ho deciso di visitare tutta Sinnoh e provare a vincere il Grand Festival. Ma non sono sola, c’è un amico con me.»
Rowan fece un cenno di assenso col capo. «Insomma, sei un’Allenatrice esperta ormai, dopo tutti questi viaggi» constatò, alzandosi. «E, come ogni Allenatrice esperta giunta in una regione sconosciuta, avrai senz’altro bisogno di un nuovo Pokédex.»
Gli occhi di Vera s’illuminarono. «Esatto, professore, proprio così!» Poi aggiunse, timidamente: «Mi scusi se sono indiscreta, ma… Potrei averne uno anche per il mio amico? Sa, è un Coordinatore straordinario!»
«Certo. Seguimi e vediamo che posso fare per voi.»
Anche lei scattò in piedi e gli si accodò. Attraversarono una stanza arieggiata e luminosa, dove adulti in camice bianco stavano armeggiando con monitor e apparecchiature tecnologiche, indaffarati, al punto da non notare il loro passaggio. Si fermarono davanti a una porta. Rowan la aprì e accese la luce: era pieno di scatoloni e plichi di documenti sugli scaffali arrugginiti.
«Perdona la confusione, un giorno o l’altro dovrei farmi aiutare dai miei assistenti a sistemare questo posto.»
«Si figuri, non è affatto un problema!»
Diede un’occhiata rapida in mezzo agli scatoloni, come se sapesse perfettamente dove cercare. Ne sollevò uno e con un leggero sforzo lo appoggiò sul tavolo: dentro ci saranno stati almeno cinquanta Pokédex di colori differenti.
«Ecco a te. Scegli pure quelli che preferisci.»
«La ringrazio tanto, professore!» esclamò Vera, al settimo cielo. Era la prima volta che aveva la possibilità di decidere il colore del suo Pokédex. Fu un po’ indecisa sulle prime, ma alla fine ne prese uno verde per Drew, perché le ricordò proprio lo stesso verde di quando Roserade era ancora un Roselia, per sé invece uno arancione in onore dell’adorabile Torchic che era stato il suo Blaziken.
 
 
«Era ora. Dove ti eri cacciata?» domandò Drew, quando Vera lo raggiunse correndo.
«So che sono in ritardo, scusami…» ansimò, mentre cercava di riprendere fiato. «Però ho qui una sorpresa: tadan!» esclamò, mostrandogli i Pokédex lustri che teneva stretti tra le mani. «Questo qui è per te.»
«Oh, ti ringrazio» rispose Drew, sorpreso. «Ma come hai fatto ad averli?»
Vera ridacchiò. «Segreto! Dai, entriamo, ho una fame tremenda!»
Lo trascinò per un braccio e a Drew, con un sorriso rassegnato, non restò altro che seguirla all’interno del locale con le lanterne appese al soffitto, dal quale proveniva un delicato profumo di carne speziata.
 
A cena gli argomenti non erano mai mancati e nemmeno qualche risata. Drew sapeva essere una buona compagnia a dispetto delle apparenze. Vera era riuscita a finire due ciotole fumanti di ramen e le era rimasto anche lo spazio per una fetta di torta che avevano diviso a metà.
«È andata davvero così, lo giuro: proprio allora Torchic si è evoluto in Combusken e ha affrontato il capo dei Breloom, poi hanno stretto amicizia e insieme hanno fatto volare via il Team Rocket!»
«Wow, proprio una bella avventura.»
«Eh già!»
Chiacchierando salirono le scale, ma tutta la serenità sparì quando entrarono in camera e d’un tratto diventarono improvvisamente taciturni. Il motivo era semplice: il letto era uno solo e l'idea di condividerlo li metteva a disagio.
«Drew?»
«Che c’è?»
«Girati» intimò Vera, accigliata. Il suo nuovo compagno di viaggio obbedì senza fiatare.
 
«Hai finito di tremare?»
«No… Ma come fai a sapere che tremo, se sei dall’altra parte?»
«Il letto trema con te, Miss Intelligenza.»
Dire che Vera fosse terrorizzata era riduttivo. Se provava a chiudere gli occhi sentiva riecheggiare risatine sinistre e scricchiolii provenienti dall’interno delle pareti. Ci mancava solo il Centro Pokémon stregato! «Ci sono dei rumori strani qui…» affermò, sottovoce, stringendo l’orlo della coperta.
«Sarà un Pokémon fuori, oppure degli altri Allenatori. Non siamo i soli su questo piano.»
«No, sono sicura che c’è qualcosa! Il mio sesto senso non sbaglia mai!» borbottò, guardinga, per poi spuntare con la testa fuori dalle lenzuola.
«Vai a controllare in corridoio, allora» fu la risposta imperturbata di Drew.
«Non ci vado lì, da sola
Un sibilo prolungato interruppe il loro dibattito e fece nuovamente sussultare Vera, che rotolò come un Caterpie per avvicinarsi di poco all’altra sponda del letto.
«L-L’hai sentito?!»
«Uhm, stavolta sì.»
«E se fosse un fantasma…?»
«Suvvia, i fantasmi non esistono, non essere sciocca… Sarà il vento.»

 

 


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Angolo Autrice
Salve, ecco a voi un nuovo capitolo! Ho notato che nessuno ancora segue la storia, ma non importa, non devo perdere subito le speranze. :)
Dunque, l'avventura che cita Vera salendo le scale si riferisce all'episodio 358.
A presto!
-Alex-
 
   
 
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