Storie originali > Drammatico
Segui la storia  |       
Autore: niky999    16/10/2012    0 recensioni
Dal prologo: "Quando vide che stavo accorrendo in suo aiuto, improvvisamente fece un piccolo sorriso. Quando la vidi felice rimasi immobile. Non vedevo un sorriso da tanto tempo, e la bambina mi fece ricordare i magnifici momenti passati con la mia famiglia. Solo allora ero in grado di sorridere, ma non adesso. Provavo una sensazione strana vederla contenta, dal tanto tempo passato senza altre emozioni. Inoltre, il suo viso mi sembrava familiare. Quella neonata aveva qualcosa di speciale, ma cosa?"
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

LA RAGAZZA CHE LEGGEVA NEL PASSATO
IL COLLEGIO

 
Decisi quindi di incamminarmi verso Overworld, un paese di campagna nominato sul foglietto della bimba. Attraversai strade impolverate, ponti in pietre, e anche un piccolo boschetto, che avevo sempre frequentato fino a quel momento. Decisi di fermarmi un attimo, e sedermi su una grande roccia per rivedere un ultima volta quel luogo suggestivo.
Era completamento pieno di erba, prati e animali, segno che mi stavo avvicinando al paese. Vidi poco più avanti delle anatre con i propri piccoli nuotare in un laghetto, delle farfalle posarsi su morbidi fiori, le cui ali parevano decisamente vellutate. Delle api raccogliere il polline e portarlo nel proprio alveare, ma anche rondini volare con fierezza e libertà.
Avrei tanto voluto essere come loro un giorno, liberi da preoccupazioni o possibili difficoltà. Guardai per un attimo Sofia, stava cercando di acchiappare un fiorellino lì vicino.
Allora sorrisi, poi la presi in braccio mettendola a pancia in su e le feci come una specie di solletico sull’addome.
Anche lei rise, poi mi prese un ciuffo di capelli e me lo mise in bocca.
Emisi un verso soffocato, poi me li tolsi e gridai:
“ Vuoi la guerra? E guerra sia “, quindi lei gattonò via con sempre quel suo innocente sorriso, che l’avrebbe distinta dal mondo intero.
Corsi da lei e l’acchiappai per il pannolino, poi lei mi diede un leggero schiaffo, ma che mi fece comunque sobbalzare, e io le feci ancora il solletico sui piedini.
La rimisi giù, e lei si fermò di colpo, indicando qualcosa sul fondo del campo …
Allungai lo sguardo, e vidi una strana e grande figura trotterellare verso di noi. Poi pian piano, si distinse la forma.  Era un cavallo color daino, probabilmente di razza “Mustang”, una di quelle selvagge, indomabili e testarde.
Ripresi subito la bambina ed il mio zaino da viaggio e scomparsi dietro gli alberi per non farmi vedere. Non era sicuro stare con quei tipi di cavalli, sarebbe potuto capitarci qualcosa.
Quando fu abbastanza vicino a noi arretrò il passo avvicinandosi lentamente, brucò un po’ di erba e poi, forse sentendo il nostro odore sbucò all’improvviso dietro le nostre spalle, facendomi un tale spavento che quasi sarei svenuta.
Lo accarezzai quindi sul muso, facendoci attenzione.
Sofia lo fissava insistentemente con sguardo di curiosità ed era comprensibile.
Non aveva mai visto un bestione alto cm 1.90, ben formato con zoccoli che producevano uno strano rumore, il muso allungato, una criniera e una lunga coda di colore scuro e il manto beige.
L’animale sembrava buono, potevo fidarmi.
Pensai anche che mi sarebbe stato di aiuto per la continuazione del viaggio, perciò presi la mia coperta, la ripiegai varie volte e la sistemai sulla sua schiena. Facendo attenzione sistemai sopra la bambina, e mi aggrappai cercando di non far cadere Sofia, me compresa per poi spaventare il cavallo e farlo scappare.
Sapevo comunque benissimo come salire o domare un cavallo e quindi mi mossi come avevo imparato, l’unico problema erano le briglie per domarlo.
Era proprio un bel problema! Così presi dal mio zaino delle corde e ne creai una che forse lontanamente avrebbe potuto sostituirla. Poi gli impartii il verso per farlo iniziare a camminare, una specie di schiocco delle dita, ma prodotto dalla bocca.
Su quel tipo di animale la sapevo lunga, grazie ai miei corsi di equitazione che svolgevo da piccola.
Attraversammo il campo in cui ci eravamo incontrati, decisi che dovevamo arrivare il prima possibile quindi ci lanciammo al galoppo.
Quelle briglie improvvisate funzionavano.
Pensai che avrei dovuto dargli un nome, e il primo che mi venne in mente fu Hermes, il cavallo su cui montavo da piccola.
Arrivammo quindi in poco tempo ad Overworld, dove non eravamo gli unici in sella. Quasi tutta la gente del paese aveva un cavallo e appunto per questo il suo odore indistinguibile aveva impregnato ormai tutto il villaggio.
Domandammo a molta gente del posto su probabili adulti con l’iniziale A e N. Ma loro dicevano che non conoscevano nessuna coppia sposata con quelle lettere. Cercammo per tutto il tempo, ma ormai era buio e i negozi stavano chiudendo. Era inutile cercare ancora.
Accostai di fianco ad un mercato, che ci offrì volentieri un po’ di viveri intenerendosi alla nostra vista.
Per ora poteva bastare. Avevamo appena finito di mangiare, quando un signore anziano, con la barba folta, in sella passò in fondo al vicolo e ci vide. Allora si fermo di colpo e cambiò strada venendoci in contro.
“Buona sera, come mai in giro da soli a quest’ora? Oltretutto con una neonata “ s’ incuriosì lui, porgendomi la mano per farmi alzare.
“ Sono qui per caso … “ mentii io. Facevo sempre fatica a fidarmi di qualcuno.
“ Se permettete, proprio non mi pare che le cose vadano davvero così …”  continuò lui, facendomi uno strano sorriso, come per farmi capire che sapeva già tutto, e mentire ormai non aveva alcun senso.
“ Sono scappata di casa … “ ammisi.
“ Sentite, facciamo che ne parliamo davanti ad un the caldo nel mio alloggio. Ci state? “ offrì lui, sorridendomi di nuovo.
“ Mi dispiace non posso accettare, davvero “ rifiutai, chinandomi per sedermi.
“ Dai insisto! Nell’edificio di cui ti parlo ci sono anche tanti altri ragazzi, proprio come te “
“ Mmh … e va bene, a patto che loro due vengono con me “ accettai, indicando Sofia ed il cavallo.
“ Certamente, c’è posto per tutti “
Poi salii sul cavallo e lo seguii un po’ sospettosa e un po’ no.
Giungemmo fino alla fine della strada, dove aprì la porta di un enorme edificio con tanto di campo sul retro e box per cavalli.
“ Questa è la stalla per i miei sette cavalli, puoi pure lasciare qui il tuo …”
“ Hermes, si chiama Hermes “ risposi, togliendogli la coperta e le corde.
“ Bene, ora vieni “ dopo aver sistemato il mio cavallo in un box, con in braccio la bimba attraversammo un lungo corridoio dove giungevano alcune voci confuse, di ragazzi credo.
Poi ci ritrovammo in un salone grandissimo, pieno di bambini ma anche adolescenti.
“ Ma questo allora è un collegio! “ capii subito al volo.
“ Certo, perspicace … “ si limitò lui.
“ Ciao!!! Piacere Melissa, ma tutti mi chiamano Isa! Quanti anni hai? Come mai sei qui?“ una ragazza giunse all’improvviso davanti a me, aveva capelli biondi di media taglia e un viso dai lineamenti teneri e dolci, con gli occhi azzurro ghiaccio.
“ C-ciao … diciassette anni tu? “
“ Bene, vi lascio socializzare allora! “ concluse l’anziano, allontanandosi pian piano “
“ Ehi, non hai risposto all’altra domanda! Comunque sedici, il tuo nome? “ azzardò lei.
“ K-kate, mi chiamo Kate “ ancora un po’ sorpresa le strinsi la mano, e lei quasi me la fratturò dalla forza che ci mise.
“Bene allora benvenuta!! “
Vidi che molti ragazzi della mia età mi fissavano confusi, poi sorridevano, si giravano e parlavano con gli altri per poi ogni tre secondi rifissarmi di nuovo. Era evidente che parlavano di me.
“ Tutti già innamorati di te eh? Comunque non mi sorprendo, gli occhi verde smeraldo, i tuoi lunghi capelli neri, la carnagione chiara, il corpo perfetto e il viso pure, insomma sei bellissima!! “ si congratulò lei.
“ Oh, grazie, ma anche tu lo sei. Comunque innamorati di me? Sei sicura … “ dubitai io, poi all’improvviso mi passarono davanti gli stessi ragazzi, mi fecero l’occhiolino, guardarono la maglia scollatissima (forse non esattamente quella) sorrisero con le mani nelle tasche ma poi vedendo la bambina subito cambiarono espressione, facendo un “ah” di delusione.
“ Emh … tranquilli è mia sorella” mentii.
Quindi fecero un “ah” di contentezza e ripresero a fissarmi in quel modo.
“ Sì, forse hai ragione “
 

  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Drammatico / Vai alla pagina dell'autore: niky999