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Autore: Fenrir_23    16/10/2012    7 recensioni
Questa storia è il seguito di "Un'altra possibilità", la mia prima Long su Itachi e Sasuke.
“Ti mancano i tuoi compagni di team?” Chiese, a bruciapelo.
Sasuke lo guardò stranito, chiedendosi quale strano processo mentale l’avesse portato a pensare a loro, ma poi si affrettò a negare.
“No, assolutamente no.” Disse, seccamente.
"Itachi sollevò il suo capello di paglia per monitorare meglio la situazione, osservando per un attimo Sasuke che camminava apparentemente tranquillo al suo fianco. Si trovavano in una zona particolarmente pericolosa: il Paese del Suono. Stavano esplorando quel posto desolato in cerca del rifugio principale di Orochimaru."
La prima parte della fiction è piuttosto avventurosa, la seconda invece più dedicata all'introspezione dei personaggi.
Genere: Avventura, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Itachi, Sasuke Uchiha, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto, Dopo la serie
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Itachi e Sasuke si fermarono davanti all’entrata di una caverna ben nascosta dal folto della vegetazione.
“La mappa indica questo punto, niisan?” Domandò Sasuke, voltandosi verso il fratello. Avevano camminato tutta la mattinata a ritmo serrato, senza mai concedersi una pausa, perché volevano restare in quel territorio pericoloso il minor tempo possibile.
Itachi annuì con un cenno del capo.
“Sì, in fondo a questa caverna dovrebbe trovarsi il rifugio di Orochimaru.” Disse, mentre riprendeva a camminare. ”Secondo la descrizione non è molto grande, ma vi sono imprigionate una cinquantina di persone che venivano utilizzate per gli esperimenti.”
Sasuke rabbrividì, immaginandosi quali torture avessero dovuto sopportare quei prigionieri.
“La guardia di questo posto si chiama Kyōfu, pare sia solo una ragazzina …”
Itachi si domandò come mai Orochimaru l’avesse scelta per fare da guardia ad uno dei suoi rifugi minori, e continuò a leggere quello che riportava il documento che avevano trovato lui e Sasuke.
“Orochimaru si è interessato a lei perché pare abbia la capacità di creare dei piccoli demoni con vita propria simili ai Bijuu, ovviamente molto meno potenti di essi.”
Spiegò, al fratello, per poi aggiungere: “Pare che sia molto paurosa e perda facilmente il controllo.”
“Di certo non mi faccio intimorire da una bambina.” Brontolò Sasuke, accelerando il passo. Presto arrivarono al fondo della grotta, e Itachi eseguì i sigilli riportati dalla mappa, che rivelarono l’entrata. Entrò per primo, illuminando il cammino con una torcia, senza far caso al puzzo che li travolse, e presto vennero risucchiati dall’oscurità.
“C’è un tanfo assurdo.” Commentò Sasuke, schifato; ed Itachi gli fece notare che dopo aver passato ore in quell’altro rifugio avrebbe dovuto essersi abituato.
“Fra poco ci dovrebbe essere un bivio per le prigioni: secondo questa mappa dobbiamo andare a sinistra.” Anticipò.
Continuarono a scendere, fino a quando, ascoltando con attenzione, ad entrambi parve di udire delle voci umane. Non dovevano essere molto distanti dai prigionieri, li avrebbero raggiunti e liberati in pochi minuti.
Tutto ad un tratto però udirono un suono strano, come il verso di un animale che non riuscirono a distinguere.
“Attento Sas-!”
Itachi ebbe appena il tempo di schivare una palla di fuoco che lo sfiorò a pochi centimetri dal viso, e voltandosi nella direzione da cui era venuta, distinse la figura di una ragazzina minuta, dai capelli biondissimi e gli occhi talmente chiari da sembrare bianchi. Doveva essere la guardiana di quel posto. Era circondata da quattro piccoli animali evanescenti che emanavano una considerevole quantità di chackra; un piccolo di orso, un gatto, una coniglio e un lupacchiotto: sembravano la rappresentazione dei giocattoli di una bambina più che vere e proprie armi d’attacco.
“è  lei?” Domandò Sasuke, mettendosi sull’attenti. La guardò bene, e non gli ci volle molto per capire che, più che aggressiva o pericolosa, era completamente terrorizzata: lo si leggeva nei suoi occhi.
“Chi siete?” Domandò, spaventatissima. Itachi fece per spiegarle che non volevano farle nulla di male ma, prima che potesse farlo, la ragazzina li attaccò.
“Non ho disobbedito a Orochimaru Sama!” Urlò, terrorizzata. “Kyofu è stata brava, ha fatto la guardia hai prigionieri come le è stato detto!”
Quei piccoli ammassi di chackra erano sorprendentemente veloci e potenti; tanto che Itachi rischiò quasi di essere colpito da uno dei loro attacchi – lo schivò all’ultimo secondo. Sasuke ne approfittò per colpire quello strano essere, e quando lo trapassò con il chidori il piccolo orso svanì, liberando una certa quantità di energia.
“Futan!”
La bambina singhiozzò, rivolta a Sasuke. “L’hai ucciso, sei cattivo!”
“Come vedi siamo molto più forti di te, se ci attaccherai ancora sconfiggeremo anche gli altri tuoi amici.” Le spiegò Itachi, calmo. Gli dispiaceva essere così crudele, ma al momento quella era l’unica soluzione che gli era passata per la testa.
“Ti chiami Nyofu, vero?” Chiese, paziente, addolcendo un po’ il tono di voce.
Lei continuò a piangere, parlando a uno dei piccoli animali di chackra.
“Okami, ora ci uccideranno, sono venuti per ucciderci, perché abbiamo fatto male la guardia.” Singhiozzò.”Sono forti, voi non potete sconfiggerli, sono fort-“
“Non vogliamo ucciderti.” Spiegò Itachi, cercando di essere il più rassicurante possibile. “Non ci ha mandati Orochimaru.” Aggiunse poi, indicando il fratello.”Lui è Sasuke Uchiha, sono certo che ne avrai sentito parlare; è quello che ha ucciso il padrone di questo rifugio.”
La bambina lì scrutò a fondo per diversi attimi, lasciando trapelare un po’ di speranza dai suoi occhi chiarissimi, ma poi si raggomitolò di nuovo su se stessa, sospettosa.
“Mi stai dicendo una bugia per ingannarmi.” Brontolò, fra sé e sé, mentre si preparava di nuovo ad attaccare, questa volta, Itachi lo capì subito, con una maggiore decisione e sicuramente una forza considerevole; il numero di animali di chackra che la difendevano raddoppiò; e anche le loro dimensioni si fecero nettamente più considerevoli; a vederli così sembravano davvero dei cercoteri in miniatura.
“Aspetta.” Questa volta fu Sasuke a parlare, attivando lo sharingan.” Se vuoi delle prove ti basta guardare i miei occhi; se sei una delle guardie di Orochimaru ne avrai sicuramente sentito parlare.”
La ragazzina si lasciò sfuggire un’ esclamazione.”Ma quello è lo sharingan!”
“Vedi?” La incalzò Sasuke. “Non ti stiamo dicendo bugie.”
Lei restò ancora un po’ allerta, ma dopo qualche minuto abbassò completamente le sue difese, sospirando stanca. Pensando bene al volto di quel ragazzo ricordava di averlo già visto, e poi le avevano parlato di lui come quello che aveva eliminato Orochimaru. Nonostante tutto, anche se aveva sempre desiderato poter essere di nuovo libera e fuggire da quel posto tremendo, lasciando liberi i prigionieri, non l’aveva mai fatto perché non era mai riuscita a credere veramente a quella notizia, e aveva sempre avuto paura che, se avesse disobbedito, qualcuno la sarebbe venuta a cercare per punirla in modo tremendo.
Orochimaru l’aveva imbrogliata sfruttando le sue paure; e solo in quel momento, con la prova della morte di quell’uomo davanti ai suoi occhi – Sasuke Uchiha in persona, quello che aveva liberato diversi prigionieri e ucciso il Sannin – si rese conto di essere stata tenuta in scacco da un morto per ben un anno.
“Chi è lui?” Chiese a Sasuke, indicando Itachi con un gesto della mano.
“Sono un suo amico.” Anticipò l’Uchiha, preferendo non farle sapere la sua identità per evitare di scatenare altri casini; anzi, trovava strano che lei, in quanto guardia, non l’avesse identificato.
“Ah …” Lei non parve molto convinta, ma lasciò correre, anche se il volto di quella persona le ricordava qualcosa. Restò comunque un po’ circospetta, ma si offrì di accompagnarli alle prigioni.  Anche perché era abbastanza furba da capire di non essere abbastanza forte da tener testa a Sasuke, quindi in ogni caso era meglio non ribellarsi.
“Orochimaru sama mi ha messa a guardia di queste prigioni perché obbedisco sempre.” Spiegò.”Sono qui da pochi mesi prima della sua morte.” Calcò in particolare su quell’ultima parola, come se dovesse ancora convincersene.”
“Da un anno continuo a comprare tantissime scorte di cibo per i prigionieri da un venditore del mercato nero del villaggio qui vicino … pago anche il servizio di trasporto fino alla caverna: lui non mi chiede nulla a riguardo, gli interessano solo i soldi.”Continuò a spiegare.” Ma li ho quasi finiti.”
“Ora non ce ne sarà più bisogno.” Aggiunse Itachi.
Era evidente che quella ragazzina avesse di base un animo buono, e trovò tremendo il modo in cui Orochimaru l’aveva soggiogata facendo leva sulle sue paure.
“Sasuke Uchiha è venuto a liberarvi.” Annunciò Kyoufu quando raggiunsero il piano delle prigioni, illuminando la stanza con una grossa lanterna. Era uno spazio molto piccolo, ma ospitava una cinquantina di persone.
Si levò un mormorio assordante.
“Sasuke Uchiha è venuto a liberarci!”Urlò una donna, sovrastando con la sua voce quella di tutti gli altri. ”Ma quello al suo fianco non è suo fratello Uchiha Itachi? Allora è vero quello che si dice sul suo conto! ”
La bambina intanto stava aprendo le varie celle, e sentendo il nome dell’altra persona che non era riuscita a distinguere si bloccò, terrorizzata. Non sapeva se la verità su Itachi fosse vera o meno, non era mai riuscita a farsi un’opinione in merito, ma la paura ebbe come al solito il sopravvento, perché aveva passato un periodo troppo lungo in compagnia di essa. Iniziò a tremare, e le chiavi le caddero di mano.
“Kyoufo, non vedi che non c’è nessun pericolo? Liberaci.”
Le spiegò con calma la stessa donna che aveva urlato prima. Itachi stava osservando la scena da lontano, quella ragazzina sembrava fidarsi particolarmente di lei. Kyoufu riprese le chiavi in mano, aprendo la porta della prima cella e liberando i prigionieri, che uscirono dalla gabbia che li aveva tenuti rinchiusi per anni, esultando. Gli altri ancora rinchiusi incitarono la ragazzina a sbrigarsi, mentre il gruppo già libero si avvicinava a Sasuke e Itachi, per ringraziarli.
“Per noi sei come un eroe!” Urlò un ragazzino, in direzione di Sasuke; Itachi sorrise mentalmente nel notare una punta d’ imbarazzo misto ad orgoglio nello sguardo di suo fratello. Se lo meritava, di essere definito così: era stato lui a pensare per primo a quelle povere persone.
“è vero allora quello che si dice su Itachi Uchiha?” Aggiunse un altro uomo.
“Certo che è vero.”Si affrettò a chiarire Sasuke, prima ancora di lasciar tempo di rispondere al fratello.”Itachi non è un criminale …” Concluse, guardandolo di sottecchi. Cercò di interpretare i suoi pensieri come faceva sempre, ma Itachi molto probabilmente non voleva mostrare nessun sentimento a delle persone che non conosceva.
“Sono stupito che la notizia sia arrivata fino a qui .. Konoha ha sicuramente fatto un ottimo lavoro.”
“Siamo ben informati noi.”
Era la voce della donna che aveva parlato a Kyoufu; si stava facendo largo tra tutti i prigionieri ormai liberi per raggiungere i due fratelli Uchiha, sembrava essere lei quella alla quale tutti facevano riferimento.
“Vi ringrazio di cuore per averci liberati.” Disse, quando fu di fronte a loro, guardandoli entrambi negli occhi, prima uno poi l’altro.
“Non sappiamo come sdebitarci.”
“Non c’è n’è bisogno.” Rispose Itachi, e Sasuke confermò annuendo. Non avevano fatto quel gesto per ricevere qualcosa in cambio.
“Ci avete restituito la libertà.” Continuò la donna, per poi presentarsi. “Io sono Jōshi.”
Nel frattempo li raggiunse anche la ragazzina a guardia della prigione, guardandoli sempre sospettosa.
“Dovresti smettere di avere paura di tutto.” La rassicurò Joshi, passandosi una mano fra i cortissimi capelli castani.”Orochimaru è morto da tempo, come ti avevamo detto.”
Lei annuì sommessamente, abbassando lo sguardo perché probabilmente si sentiva in colpa per non aver creduto loro prima.
Sasuke scrutò a fondo, uno a uno, tutte le persone ora libere, segnate in modo indelebile da quegli anni passati chiusi in quel posto. La maggior parte di loro, nonostante tutto, aveva uno sguardo colmo di speranza, e anche quelli meno forti sembravano avere trovato qualcuno pronto a sostenerli. Provò una tremenda rabbia nei confronti di Orochimaru, pensando che aveva fatto qualcosa di così tremendo solo per sete di potere, e realizzando che era stato  lui, insieme ad Itachi, a ridare la libertà a quelle persone – e ai prigionieri di altri rifugi – si concesse di sentirsi un po’ orgoglioso di se stesso. Non voleva essere visto da loro come un eroe; l’aveva fatto semplicemente perché sapeva cosa volesse dire vivere per anni in quei rifugi bui e freddi, ascoltando le grida di chi veniva torturato per gli esperimenti.
 
 
 
 
 
 
La sera stessa Itachi e Sasuke erano di nuovo in cammino e stavano per varcare i confini del Paese Del Fuoco, diretti nuovamente a Konoha.
Avevano lasciato i prigionieri promettendo loro che avrebbero chiesto a Konoha di aiutarli. Quelle persone avevano manifestato l’intenzione di voler occupare Oto, rimasto ormai completamente disabitato, e costruirvi dei villaggi dando così origine ad un nuovo Paese. Chi non aveva una famiglia a cui fare ritorno non ne aveva voluto sapere di trasferirsi negli altri villaggi ninja. Kyoufu, la guardiana del rifugio, era rimasta sotto la custodia di Joshi, che si era offerta di occuparsi di lei.
Sasuke lanciò uno sguardo ad Itachi, interrompendo il filo dei suoi pensieri. Avrebbe voluto camminare ancora, ma stava iniziando a piovere e in ogni caso non facevano una sosta da ore, per la salute di suo fratello era meglio evitare di proseguire, per quel giorno.
“Niisan.” Lo chiamò.”Fermiamoci.”
Itachi annuì pacatamente, non potendo nascondere a se stesso di provare sollievo al pensiero di potersi rilassare; ormai il suo corpo non era davvero più in grado di mantenere il ritmo di prima. Quel pensiero ogni volta gli metteva addosso una certa amarezza – dopotutto aveva solo ventidue anni,avrebbe dovuto essere nel pieno delle forze – eppure era una realtà a cui, volente o no, doveva abituarsi. E poi se quello era il prezzo da pagare per restare con Sasuke poteva benissimo sopportarlo, anzi, nella sua mente aveva sempre avuto la certezza di dover scontare una pena molto peggiore.
“Si … ma dobbiamo trovare un rifugio.” Mormorò in risposta, dopo alcuni secondi passati a riflettere.
Camminarono per un altro buon quarto d’ora, fino a quando Sasuke indicò l’entrata di una piccola grotta. Il villaggio successivo era troppo distante per essere raggiunto, e visto che pioveva non potevano nemmeno accamparsi in tenda, quindi dovevano adattarsi.
La pioggia iniziò a scendere più fitta, mentre loro andavano a ripararsi in quell’alloggio naturale improvvisato e sistemavano a terra i futon.
Itachi si sistemò subito nel suo, assicurandosi di essere ben coperto. Si sentiva davvero spossato dopo quella giornata intensa. Girò la testa verso Sasuke, e scoprì che lui lo stava guardando quasi con preoccupazione.
“Niisan, avresti dovuto chiedermi di fermarci prima se cominciavi a sentire un po’ di stanchezza.” Gli fece notare lui, sedendosi poco distante.
“Va bene così Sasuke, non ti preoccupare.”
Trascorsero un po’ di minuti in silenzio, ascoltando il suono della pioggia.
Il minore dei due Uchiha stava osservando il volto del fratello più grande; Itachi aveva gli occhi chiusi e sembrava molto rilassato, come se stesse dormendo, ma Sasuke, conoscendolo, era sicuro che fosse sveglio.
Quel giorno era stato felice di scoprire che i prigionieri di Orochimaru avevano creduto alla verità su Itachi senza chiedere praticamente nulla, solo sulla fiducia. Si era irritato tremendamente quando, la sera prima, quei delinquenti della locanda in cui avevano alloggiato l’avevano messo in dubbio.
Si sdraiò nel futon, continuando ad osservare la schiena del fratello che – anche ora che Itachi non era più invincibile come un tempo – continuava a rimanere forte e protettiva e gli suscitava circa le stesse sensazioni di quando era solo un bambino. Era sempre così quando stava con suo lui, sentiva di non essere tanto diverso dal se stesso che, molti anni prima, cercava Itachi chiedendogli sempre attenzioni che lui non poteva dargli, o aveva paura di dargli, come era sicuramente stato negli ultimissimi mesi precedenti allo sterminio.
Se pensava a quello che Itachi aveva dovuto sopportare, si sentiva travolto da una tristezza enorme. Era stato lui il primo a vivere per anni completamente immerso nella solitudine e nel buio – l’unico spiraglio di luce era stato il team sette – però non sopportava l’idea che anche suo fratello avesse sofferto tremendamente per anni. Ogni tanto si sentiva anche un po’ arrabbiato nei suoi confronti, Itachi era stato uno stupido, sarebbe bastato raccontare tutto per trovare un modo di sistemare le cose, ma nessuno poteva permettersi di accusarlo.
Solo lui poteva dire ad Itachi di essere stato uno schiocco, era una strana forma di possessività.
Gli sistemò la coperta prima di mettersi a dormire – non voleva che prendesse freddo, non ora che il suo corpo non era più forte come quando erano bambini – percependo una strana sensazione, perché di solito era Itachi che aveva nei suoi confronti quel tipo di premure.
Poi chiuse gli occhi, abbandonandosi al sonno.
 
 
 
 
 
 
 
Salve gente XD scusate se aggiorno con qualche ora di ritardo ma sono tornata a casa praticamente adesso.
Che dire, con questo la questione prigionieri è, più o meno, chiusa XD dal prossimo si passa a …. beh, non ve lo dico anche se è intuibile!
Non sono sicura di riuscire ad aggiornare sabato “Voglio solo mio fratello” … quindi se non vedete niente di nuovo sabato vuol dire che martedì prossimo pubblicherò il nuovo capitolo di quella fiction, e quello successivo il quarto di questa. Alternerò gli aggiornamenti, quindi XD vorrei tenerli a due a settimana(uno per questa fiction e uno per l’altra) ma mi sa che dovrò alternare perché sono molto occupata >_<
   
 
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