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Autore: funkia    29/04/2007    17 recensioni
Se n’era andata in una tipica giornata di pioggia inglese, tra le sue valigie e vestita del suo cappotto preferito aveva mostrato un sorriso che avrebbe dovuto essere rassicurante per chi restava ma che faceva trasparire tutti i timori che si teneva dentro. Con un cenno forse un po’ troppo frettoloso era salita sull’aereo. Ciao. Arrivederci. Addio. Nessuno seppe mai cosa significava veramente quel gesto veloce, quel mezzo sorriso, quella stessa partenza. Si era solo chiuso un capitolo per aprirne un altro. … Però dite la verità, chi di voi non è mai tornato almeno su un capitolo una seconda volta?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Ron/Hermione
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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Tornò a guardare le pratiche che stava esaminando poco prima, molti fogli riportavano solo dei rapporti su dei nuovi incantesimi usati e sperimentati, altri venivano dalle filiali estere con le quali era obbligo scambiarsi informazioni

Volevo fare gli auguri a Edvige86 che oggi compie 21 anni ^^ auguri di cuore amora!                            

 

 

                                  HI MUM, THIS IS MY BOSS

 

                                        2. Regrets

 

 

And I've tried to spend my time with somebody new
But everyone still reminds me of you
I tried to play some songs that'd changed my point of view
But every sound still reminds me of you

 

                                                                              Anggun _ Still reminds me

 

 

“Ron?”

 

Una voce. Quella voce. Lei.

 

Ron alzò perplesso la testa verso le due donne e con uno scatto si mise dritto lasciando le pratiche dimenticate sul tavolo. Tra di loro uno sguardo allibito e nulla più, due sguardi che non si incrociavano da anni tornarono a perdersi l’uno nell’altro come era loro abitudine.

 

“Hermione?”

 

Susan batté le mani insieme. “Oh, che bello! Vi conoscete già! Pensate un po’ quanto è piccolo il mondo!”

 

I due portarono gli sguardi ancora allibiti sulla donna e tornarono a guardarsi in pieno scompiglio. Una strana sensazione li avvolse, si resero conto di essere così cambiati ma di essere allo stesso tempo rimasti gli stessi, e scappare, dividersi, non cambiava proprio niente perché ci sono quelle piccole cose nella vita di ogni persona che rimarranno un punto fisso, come una stella polare.

 

E adesso loro erano lì e c’erano cose che non tornavano. Tante. Troppe.

 

Che ci fai tu qui?”

 

Ron alzò un sopracciglio. “Che ci faccio io qui? Che ci fai tu qui? Io qui ci lavoro da dieci anni!”

 

Hermione sembrò esitare un attimo prima di parlare, strano, Hermione non esitava mai per aprire bocca. “Io ci lavoro qui. Da oggi. Come…tua segretaria, suppongo”

 

Uno sguardo incredulo e Ron scosse la testa con un sorriso. “Tu? Tu lavori a Vienna! Te ne sei andata da qui per lavorare a Vienna! Il centro di studi massimi di Vienna! E adesso mi vieni a dire che dal tuo lavoro prestigioso passi a fare la segretaria qui? Mi prendi in giro?”

 

Un nodo alla gola. Una testa abbassata. Un labbro morso. Una spiegazione da dare. Le mani incrociate insieme come quando da ragazza le veniva chiesto qualcosa a cui non sapeva una risposta. Raro, ma era successo.

 

“Io…ho dato le dimissioni. Un mese fa. E’ veramente una lunga storia”

 

E adesso saresti la mia nuova segretaria?”

 

Hermione scrollò le spalle con mezzo sorriso. “A quanto pare…”

 

Ron rimase sbigottito a fissarla. Poi, inaspettatamente, scoppiò in una fragorosa risata che risuonò in tutto l’ufficio. La sua classica risata, ecco un’altra cosa che era rimasta invariata nel tempo, ecco un’altra cosa da cui l’avrebbe riconosciuto tra mille; il suono della sua risata.

Ron era piegato in due sotto lo sguardo basito delle due donne, si rialzò un attimo appoggiandosi con una mano alla scrivania e ridacchiando si rivolse alla vecchia segretaria.

 

“Susan, dico ma lo sai chi è?”

 

La donna fece di no con la testa, seriamente shockata dalla reazione di Ron, in tanti anni non lo aveva mai visto così…beh, strano.

 

“Lei è…è la ragazza da cui copiavo i compiti a scuola” disse continuando a ridere “E adesso…ora sono il suo Capo!”

 

Susan inarcò un sopracciglio guardando sospettosa la ragazza e Hermione si morse un labbro trattenendo un risolino leggero. Era bello essere a casa, era bello ritrovare quello che si era lasciato, era bello sapere di non essere mai andata via veramente. Si lisciò la gonna in un gesto veloce e Ron seguì le sue mani con uno sguardo piacevolmente sorpreso.

 

“Aspetta solo che lo dica a Harry”

 

Hermione sorrise con uno sguardo di rimprovero e scosse la testa lasciando che i morbidi ricci scendessero giù dalle sue spalle. Ron continuò ad osservarla interessato, l’ultima volta che l’aveva vista era una ragazza appena sbocciata, forse ancora per metà acerba, e adesso si ritrovava davanti una donna in piena regola.

 

“Parlami un po’ di te piuttosto, da quando sei diventato un uomo?”

 

Ron sorrise compiaciuto e stette al gioco. “Chi lo sa, magari quando tu sei diventata una donna. O magari sono ancora un bambino”

 

Susan roteò gli occhi e mise una smorfia di pieno disgusto guardando i due studiarsi smielatamene e senza troppi convenevoli uscì dalla stanza lasciando i due a stuzzicarsi l’un l’altra. Hermione sorrise apertamente e fece qualche passo verso di lui studiandolo bene in volto.

 

“No, non lo sei. Il Ron che conoscevo io, quello sì che era un bambino, aveva il viso ricoperto di lentiggini e arrossiva sulle orecchie quando gli si diceva qualcosa di carino o quando si arrabbiava, e non aveva nemmeno tutti quei muscoli da trascinarsi addosso”

 

Ron abbozzò un sorriso incrociando le braccia al petto e la guardò dall’alto stando ben dritto con la schiena, senza dire una parola si portò dietro alla scrivania sedendosi sulla sedia di pelle nera. Raggruppò i fogli macchiati sul tavolo mettendoli in un angolo del tavolo e tornò a guardarla divertito.

 

“Lo sai che stai parlando col tuo diretto superiore, non è vero? Io starei attento a quello che dici se fossi in te”

 

Hermione roteò gli occhi in un gesto che gli ricordo molto quando le chiedeva di poter copiare Trasfigurazioni a scuola, e alla fine lui era sempre quello che vinceva. Ogni volta. Inevitabilmente.

 

Si mise più dritta e con un atteggiamento del tutto professionale. “Mi scusi, signore, posso avere il permesso di salutare il mio vecchio amico Ron come si deve?”

 

Ron mascherò un sorriso del tutto soddisfatto e alzatosi di nuovo non esitò a camminare da lei ed abbracciarla stretta. Un profumo, un ricordo, una sensazione. Lei, di nuovo lì, di nuovo con lui. Rimasero ad abbracciarsi per un’infinità entrambi catapultati indietro negli anni tramite un contatto perso da tempo.

 

“Mi sei mancata” Tre parole. Semplici. Concise. Sincere.

 

“Tu non puoi immaginare quanto sia stata dura per me laggiù, neanche una faccia amica e un lavoro massacrante. Mi sei mancato anche tu, tanto.”

 

Ron sciolse l’abbraccio indietreggiando di qualche passo, si schiarì la gola e la sua solarità sparì in un istante tornando serio. “Miss Granger, ci tengo a dire che per me è davvero un piacere averla di nuovo qui ma in questo studio non voglio convenevoli, esigo una certa professionalità. Le varie formalità potranno avere sfogo fuori dall’ambiente del lavoro, sono stato abbastanza chiaro?”

 

Hermione annuì con il suo solito cipiglio di chi sta ascoltando attentamente ogni minimo dettaglio “Solo una domanda, signore”

 

Ron le fece cenno di andare avanti.

 

Dove ha imparato a parlare così impostato?”

 

Ron rise di gusto trascinando Hermione in una risata contagiosa e si passò una mano tra i capelli “Fa parte del mio lavoro, sono stato costretto. Tieniti pure il giorno libero, oggi ti copre Susan, inizi domani mattina”

 

Hermione annuì di nuovo e si avviò verso la porta, come posò la mano sulla maniglia si voltò nuovamente e si schiarì la gola richiamando l’attenzione di Ron che si era rimesso seduto alla sua scrivania.

 

“Signor Weasley?”

 

Ron alzò la testa. “Sì?”

 

Un sorriso. “Sarà un piacere lavorare per lei.”

 

                                                                                      *

 

Harry rovistò ancora sul fondo di quella scatola di cartoncino con le bacchette. Adorava il cibo cinese. Pratico e buono, perfetto per uno scapolo d’oro come lui. Si occupò bene di ripulire completamente il contenitore prima di riportare i suoi occhi smeraldo su Ron.

 

“Aspetta un attimo, mi stai dicendo che Hermione è di nuovo qui e che è la tua nuova segretaria? Mi devo essere perso qualcosa nel mezzo…”

 

Ron scosse la testa bevendo un sorso di birra “Lo so! Sono rimasto sorpreso anche io, insomma puoi immaginarti lo shock! E’ stato strano rivederla, ma anche piuttosto piacevole…devo esserle sembrato un coglione, fermo immobile a guardarla con gli occhi fuori dalle orbite”

 

“Aspettati che domani faccia una capatina in ufficio, sono curioso da matti di rivederla!”

 

Uno sguardo. Uno sguardo strano a dirla tutta. “Perché sei curioso? Insomma, la vedrai comunque è pur sempre tua amica. Sai cosa dovremmo fare, una di quelle belle rimpatriate dei tempi del Golden Trio”

 

Harry roteò gli occhi annoiato “Vuoi smetterla una buona volta di usare quello stupido attributo? Non siamo il trio d’oro, non sono il prescelto, non sono un eroe e Voldemort può benissimo essere nominato!”

 

Ron alzò le spalle “Come vuoi. Allora, per questa rimpatriata? Facciamola a casa tua, casa mia non mi pare il caso contando…ecco…”

 

Un altro sguardo. Uno sguardo totalmente comprensibile stavolta. “D’accordo, si può fare. Lascia solo che mi organizzi un po’ coi turni, ultimamente sono pieno di lavoro e ho dovuto fare degli straordinari per non ammazzarmi di fatica in meno ore. Perché non da tua madre?”

 

Ron alzò gli occhi su di lui e li distolse subito dopo, a disagio “Io non credo… non è una buona idea che tu e Ginny… è in un momento difficile adesso, ha bisogno di stare tranquilla…senza troppi scossoni, sì”

 

Harry annuì. Silenzio. Succedeva raramente che se ne stessero in silenzio, loro due.

 

Ron guardò di nuovo Harry e aprì le braccia in segno di scusa “Senti, non sto cercando di fare lo stronzo della situazione, lo so che non aspettavi altro da quando si è sposata con Mark ma…insomma, non è una buona idea.”

 

Harry annuì distrattamente e sospirò distogliendo lo sguardo. “Sì, sì hai ragione. Parlami ancora di Hermione, dimmi che ti ha detto. E’ cambiata o è sempre la solita vecchia cara mangialibri?”

 

Ron sprizzò in un sorriso malizioso “Tu hai mai visto Hermione portare una minigonna che copre solo lo stretto necessario?”

 

Harry spalancò la bocca e scoppiò a ridere subito dopo. “Non ci credo! Giura! No, non è possibile, ma cosa le hanno fatto a Vienna il lavaggio del cervello?”

 

Un sorriso. Un’alzata di spalle. “E’ solo diventata una donna. Una bella donna a dirla tutta, con delle lunghe gambe snelle e sode che…”

 

“Ehi, frena!” disse Harry ridendo “Devo essere io a ricordarti che non puoi guardare Hermione da quel punto di vista? Andiamo Ron, sei persino il suo capo! Datti una controllata o dovrò passare in ufficio più spesso per assicurarmi che tu stia facendo il tuo lavoro”

 

Ron roteò gli occhi senza smettere di sorridere “Non fare il coglione, stavo solo facendo un apprezzamento su una bella ragazza. Tutto qui. Sono pur sempre un uomo, miseriaccia, e ho gli ormoni completamente funzionanti ma questo non vuol dire che abbia intenzioni malsane”

 

Harry rise di nuovo “Ti stavo solo prendendo in giro, scemo! A proposito, come va a casa?”

 

Ron alzò le spalle indifferenteMh, bene…la solita solfa, niente di particolarmente eccitante. Ho visto Fred l’altro giorno, dice che il negozio va a gonfie vele e che pensano di prendere un’altra filiale”

 

“Non c’è che dire, Fred e George hanno una dote naturale per gli affari. E pensare che noi ci siamo dovuti sbattere così tanto per il nostro lavoro e a volte guadagnano più di noi! Questa si chiama ingiustizia bella e buona! Nella prossima vita ricordami di aprire un negozio di scherzi!”

 

Ron scosse la testa “Nella prossima vita ci saranno comunque Fred e George a farti concorrenza. Senti un po’, ma che fine ha fatto quella Stacy? Pensavo ci uscissi ancora”

 

Silenzio. Harry distolse di nuovo lo sguardo dagli occhi indagatori dell’amico e si portò alla bocca la birra cercando di lasciar cadere lì la conversazione ma Ron non demorse e rimase con lo sguardo fisso su di lui.

 

“Credimi, non vuoi saperlo”

 

Ron incalzò “E invece sì che voglio saperlo! Insomma, cosa c’era questa volta che non andava? Devi smetterla di pensare continuamente al passato, devi andare avanti! Pensavo che Stacy ti piacesse”

 

“Non sono stato io a lasciarla stavolta, mi ha mollato lei”

 

“Oh, mi dispiace Harry io non…e come mai?”

 

Due occhi verdi. Colpevoli. Insicuri. Smarriti “Io…l’ho chiamata Ginny mentre stavamo…mi è sfuggito, non ci stavo neanche pensando e sono rimasto di sasso anche io quando mi sono reso conto di quello che avevo detto. E così si è rivestita e se n’è andata…come biasimarla, dopotutto”

 

Ron posò la sua birra sul tavolinetto e si fermò a guardarlo seriamente. C’era una cosa che lo stava facendo pensare, la sua amicizia con Harry. Si trovava sempre più stazionario, più prevedibile, senza inventiva. La cosa lo spaventò.

 

“Ci pensi mai che parliamo sempre delle stesse cose? Anche non volendo dico, il discorso casca sempre su Ginny o su Hermione o sulla mia famiglia”

 

Harry non rispose ma guardò altrove. Si morse un labbro. “Pensi che siamo diventati noiosi? Che non ci sia altro che riesca a stimolarci?”

 

Ron alzò le spalle con un sorriso malinconico “Una volta ci piaceva parlare di Quidditch, poi abbiamo smesso pure di seguire assiduamente il campionato. Non ti sembra che la nostra vita sia un po’…vuota?”

 

“Non so” disse dubbioso Harry “Siamo stati abituati a poter morire ogni giorno fin da quando eravamo dei ragazzini, magari tutta questa calma ci ha reso pigri e ci fa sentire la vita monotona. Non capita tutti i giorni di cavalcare un ippogrifo

 

“Non capita tutti i giorni di doversi sottrarre a una banda di canarini inferociti.” Harry ridacchiò “Sai qual è la verità, io li rimpiango quei tempi, sono passati così in fretta e abbiamo sprecato così tanto tempo per delle stupidaggini che non ce li siamo goduti quanto avremmo dovuto”

 

Harry abbozzò un sorriso “Cribbio, il ritorno di Hermione ti ha proprio segnato!”

 

“Lo sapevo” disse Ron stancamente “Ci siamo cascati di nuovo. Non possiamo farne a meno, è peggio di una droga”

 

Di nuovo un’alzata di spalle, di nuovo mezzo sorriso. “E’ la nostra vita, Ron, non possiamo sfuggirgli e neanche evitare di parlarne. Anche a me piacerebbe poter vivere una vita diversa, ma ormai ci siamo dentro e non si può tornare indietro e ci sono danni…”

 

Ron lo guardò commiserandolo.

 

“…che non si possono riparare” Harry abbassò di nuovo la testa e Ron seppe immediatamente a cosa stava pensando. Era inevitabile per Harry. Lei era la sua droga.

 

Ron  fece finta di niente e schiarendosi la gola posò la birra che aveva ripreso sul tavolo e si alzò in piedi. Harry non disse una parola neanche quando lo vide indossare il cappotto e aspettò che Ron parlasse per lui.

 

“Devo andare adesso, mia madre mi aspetta e poi devo tornare a casa. Ci vediamo domani in ufficio, ok?”

 

Ok” disse Harry semplicemente “Ciao, coglione

 

Ron sorrise e con un’ultima occhiata all’amico si chiuse la porta alle spalle, pensando che erano davvero diventati dei pappamolle se un tipo come Harry Potter se ne stava a casa da solo a mangiare cibo cinese seduto sul pavimento del salotto.

 

                                                                                  *

 

La signora Weasley era sempre stata una donna energica e forte, ne aveva dovute sopportare tante nel corso della sua vita sia da piccole marachelle dei suoi numerosi figlioli sia da estranei spietati che non se ne mancavano una per criticare aspramente. Ma lei non aveva mai abbassato la testa. Mai.

 

Certo la stanchezza era comparsa sul suo viso, ma era più dovuto alla vecchiaia che ad altro, e forse la solitudine che può avere una madre quando i figli lasciano il nido. O nel suo caso La Tana. Ma aveva continuato ad essere la frizzante donna che era sempre stata aspettando che i suoi pargoli tornassero a farle visita di tanto in tanto.

 

Ron bussò alla vecchia porta di legno, era parecchio malridotta e si ripromise di aggiustarla quando ne avrebbe avuto il tempo. Come sempre sua madre gli venne ad aprire non mancando di soffocarlo coi suoi abbracci materni. Ron la lasciò fare, in fondo sapeva di averne bisogno.

 

“Ciao ma’

 

“Ron caro, finalmente sei passato. Non ti si vede mai ultimamente, te e il tuo lavoro! Vuoi qualcosa da mangiare, caro? Non so, della carne o magari un’insalata veloce?”

 

Ron sorrise rassicurante. “No mamma, grazie, sono appena stato a cena da Harry”

 

E come sta?” la voce di Ginny arrivò da dietro le sue spalle e Ron si voltò a guardarla. Se ne stava appena sulla soglia con uno sguardo davvero interessato come se la salute di Harry fosse davvero l’unica cosa importante. Il suo volto, un tempo solare, adesso sembrava solo tanto stanco e infelice.

 

Sta… sta come sempre, Ginny. Lo sai meglio di me come sta.”

 

La vide mordersi un labbro e sedersi al suo fianco senza incrociare il suo sguardo. Ron sospirò appena e si voltò verso il salotto. Il suono di voci piccole e allegre che si avvicinavano aveva richiamato la sua attenzione e due bambini comparvero sulla soglia di cucina.

 

“Zio Ron!” Libby, la più grande dei due, corse in contro a lui e gli saltò in braccio facendolo ridere come un bambino. Ron passò una delle sue grandi mani sulla sua testa fulva.

 

“Ehi, scricciolo! Come siamo diventate pesanti!”

 

La bambina mise su uno sguardo fiero, tipico di Ginny, e sorrise apertamente “E’ perché sto diventando grande adesso”

 

Ron le sorrise dolcemente. “Lo vedo, una donna matura e bella! Ehi, Damian, vieni a dare un bacio allo zio!”

 

Il piccoletto si avvicinò con un sorriso enorme e si attaccò alla gamba di Ron che subito lo prese in braccio posandolo sulla gamba sinistra mentre teneva Libby con la destra. “Ciao zio”

 

Ron gli sorrise e alzò appena lo sguardo per incontrare quello di Ginny che lo guardava sorridendo malinconicamente. Diede un bacio sulla fronte ai due nipoti e li fece scendere, quelli tornarono a giocare in salotto ridacchiando come matti. Ron si voltò di nuovo verso la sorella.

 

Mark lo sa che sei qui? Ultimamente non passi molto tempo con lui a quanto mi hanno detto”

 

Ginny sospirò voltandosi appena verso il salotto “Cerco solo di tenermi occupata come posso e ai bambini piace stare qui. Tu, novità?”

 

Ron lanciò uno sguardo verso il giardino, dove la signora Weasley stava cacciando alcuni gnomi, e tornò a guardare Ginny umettandosi un labbro. “E’ tornata Hermione”

 

Lo sguardo di Ginny tornò limpido dopo tanto tempo. Troppo, a detta dei familiari. “L’hai vista? Ci hai parlato? Ma quando è tornata, pensavo che mi avrebbe chiamato se l’avesse fatto un giorno, anche se ormai non ci speravo più”

 

Ron annuì e distolse lo sguardo “L’ho incontrata. E’ la mia segretaria, adesso”

 

Ginny rise “Stai scherzando?”

 

“No.”

 

Ginny lo guardò confusa e con un sorriso stranito in volto. Brevemente Ron le raccontò tutto quello che era successo e lei si trovò a ridere e a prenderlo in giro come non faceva da tempo. Ron sorrise vedendola così piena di vita, come se fosse tornata ad avere quindici anni. Poteva davvero un ritorno cambiare la vita di così tante persone?

 

Cosa pensi di fare adesso, voglio dire, è di nuovo qui, no?”

 

Ron la guardò per un po’ senza dire niente, scrutò con lo sguardo la cucina attorno a lui e rispose lentamente. “Niente, le farò da superiore e basta. Non posso fare altro”

 

“Ron, lasciatelo dire, siamo stati proprio due imbecilli”

 

Ron si voltò sorpreso verso di lei, il suo sguardo si era fatto più serio e il suo tono sincero, si trovò a dare mentalmente ragione alla sorella. Ormai era tardi. Per lui. Per lei. Per Hermione e Harry. Per tutti.

 

Ma non ridurti come me, questo devi promettermelo”

 

Un fratello e una sorella. Complici perfetti. Prigionieri dello stesso sbaglio compiuto ormai da anni.

 

“Come posso non diventare come te, Ginny?”

 

Ginny sorrise dolcemente e mandò nuovamente uno sguardo verso il salotto. “Ci sono cose che non ho il coraggio di affrontare, ma tu…tu puoi farlo. Sei più forte di me, lo sei sempre stato Ron.

 

“No, non è vero. Sono solo un codardo”

 

Ginny lo guardò e gli posò una mano sulla sua. “Forse, ma per te non è ancora troppo tardi”

 

Ron si alzò spaventato dai suoi stessi pensieri e si avviò verso la porta. “Adesso devo andare a casa”

 

“Ron” si voltò ancora una volta. Un sorriso, dolce proprio come lei. “Non commettere i miei stessi errori”

 

 

 

**

 

Uffina! Lo so, e ripeto, lo so che devo aggiornare l’altra ff ma non mi esce proprio sto capitolo acciderbola!!! Lo sapevo che sarebbe andata a finire così!

 

Comunque, parliamo di questo nuovo prodotto. Dunque, premetto che ancora da questo chap, nonostante si sia capito qualcosina, rimangono ancora un paio di punti oscuri… che non verranno svelati a minuti, diciamo.  Il tono dei due capitoli è stato molto malinconico, ho sperimentato un nuovo tipo di scrittura e sembra funzionare bene…ne sono soddisfatta.

 

KarmyGranger: Devo dire la verità…non ho scalettato la storia e non ho idea di quanti capitoli possa riuscire a sfornare, ho tutto nella mia testa…il che non è molto rassicurante ^^” …ti lovvo pure io cara!

 

Hiromi: Come faccio…mah, me lo chiedo sempre anche io…probabilmente è che le ore di chimica son così noiose che mi devo trovare qualcosa da fare XD

 

Herm90: Speriamo di non cadere nel banale dopo allora, se te dici di no comunque mi fido in fondo il pubblico siete voi ^^

 

Saty: Amor mio, conto sempre sulle mie fedelissime per le nuove storie perché almeno mi potete fare paragoni. Magari la vedo banale io perché ho questa ff in mente da 5 mesi ^^” quindi a forza di elaborarla mi risulta un po’…scontata. Speriamo vi piaccia ^^

 

Joannadellepraterie: Grazie mille ^^ sia per gli auguri che per aver letto la storia

 

PazzaWendy: Aaaaw, sono anni che nessuno mi canta tanti auguri, grazie **… XD sì praticamente mi son fatta il regalo da sola!

 

Robby: Nonostante mi rimanga oscura la parola rinfoltire –che comunque word mi da come esistente- grazie per i complimenti. Avevo la tentazione di metterli insieme da subito ma poi mi son detta…ma che palle sempre insieme, facciamogli avere dei problemi pure a loro! Così ho sposato Ginny con Mark ^^ XD grazie degli auguri!

 

Ramona55: Purtroppo devo correggerti…ne penso venticinquemila e ne scrivo cento XD… è che la mattina mi faccio un’ora di bus e non so mai cosa fare, allora la fantasia vola! Ah, io su dei capitoli ci ritorno mille volte, li so a memoria manca poco! Lo so che lascio i punti e le virgole molto spesso…la verità è che ho iniziato a scrivere così e non mi riesce togliermi il vizio!! ^^ un bacio grosso e grazie dei consigli!

 

London04: Potresti dirmi che leggerai le altre ff che ho scritto XD…cerco di farmi pubblicità, non farci caso…grazie mille, un bacio!

 

Funnynurse: *distogling sguardo* ehm…sì, NTE…dunque…ti scoccia proprio tanto aspettare un altro pochino? Nun mi riesce scrivere çç…sono in crisi! Su, che non vi lascio mai a secco, se non è una ff è un’altra ^^

 

Edvige86: Ti assumo come critica delle mie ff, ormai riesci a coglierne ogni minimo particolare, ci stai quasi più attenta di me XD magari farmi i complimenti ti sembra superfluo…ma tu continua XD mi gongolerò tra le tue parole! E auguri di buon compleanno amora ^^

 

Nischino: Vi capisco se anche voi avete voglia di qualcosa di diverso da NTE, alla lunga stanca ^^ …non posso segnalare tutto subito, altrimenti che la leggete a fare la storia XD Ron come capo…chi non vorrebbe averlo, diciamoci la verità XD

 

Amy: XDD su, adesso non facciamone una tragedia che sono anche operativa nell’aggiornare! Te stai male, fatti curare, hai la funkite acuta!! XD! Grazie mille degli auguri!

 

Fiamma90: Chi poteva essere se non lei, la protagonista femminile della ff XD

 

Hermron: Evitiamo la catastrofe aggiornando in fretta, non voglio avere cadaveri sulla coscienza…

 

Killer: Un altro sviato suicidio da ff XD lo sapete che son veloce dai, lo so che ultimamente ho la crisi dello scrittore ma oggettivamente sono brava ad aggiornare ^^ un bacio!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

   
 
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