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Autore: SabryKagamine    16/10/2012    2 recensioni
Lei è una geisha perennemente triste al servizio di un padrone gentile e crudele allo stesso tempo;
Lui è il servo di una principessina viziata la quale è innamorata pazzamente di lui;
Come si intreccieranno le storie di questi due ragazzi??
Oddio...E' la mia prima fanfiction e sono felicissima che sia proprio una RINXLEN (come poteva non esserlo??!?!) anche se non a base di incesto D: Però una delle prossima sarà un bel Twincest sui Kagamine,lo posso assicurare!(Kagamincest for ever!)
Genere: Drammatico, Erotico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Kaito Shion, Miku Hatsune, Un po' tutti | Coppie: Len/Rin
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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                                “What is a ‘kokoro’ ?”
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Egli si allontanò velocemente dalla geisha senza guardarla in faccia, preso dall’imbarazzo e dopo averla aiutata ad alzarsi, si avviò verso la residenza.
“Tu…hai ancora la mia rosa..?” esordì il biondo all’improvviso.
“Si..”
“Ottimo, allora fai si che non appassisca..ti prego..” disse Len voltandosi a guardare teneramente la ragazza che intanto lo seguiva silenziosamente.
Rin si ritirò subito nella sua camera dopo aver salutato il ragazzo…era molto, molto stanca e di certo raccontare ancora una volta quella storia era assai faticoso, riportava alla mente troppi ricordi, troppi problemi che non voleva di certo rivivere e affrontare in quel momento.
Era stata in fondo una bella giornata e tutto ciò che chiedeva era semplicemente parlare con la sua Gumi. Chissà come sarebbe stata felice dopo aver sentito ciò che le era accaduto!
Passati dieci minuti a risistemare le ciotole, i bicchieri e le posate che Luka le aveva portato per la cena a base di semplice riso al curry e tempura, vide entrare, felice e solare come sempre, Gumi che indossava ancora la sua uniforme da cameriera semplice ma allo stesso tempo graziosa con le sue balze bianche sul nero cotone, cosi morbido e comodo, e la grande cintura verde come i suoi capelli che si chiudeva sulla schiena con un grande fiocco.
Solitamente lei toglieva la divisa dopo cena visto che Luka svolgeva i turni notturni, in quanto piu anziana e esperta, per servire Kaito se avesse avuto qualche necessità, e indossava i suoi abiti normali: una gonna con tre balze, una arancione, una gialla e una bianca, una cintura verde per tenere quest’ultima, una camicia molto corta arancione e gialla, collegata alla gonna attraverso un pezzo di tessuto giallo, e un paio di occhialini dalle lenti rosse. Le scarpe consistevano in stivali bianchi con decorazioni verdi, mediamente alti.
Rin la trovava veramente molto carina e, sinceramente, sprecata per quel posto visto che nessuno l’avrebbe mai presa in sposa però aveva un difetto enorme..anzi possiamo considerarlo anche un problema: si affezionava troppo alle persone. Era visibilmente ingenua ed estroversa e tutti si sarebbero approfittati di lei in ogni occasione sfruttando la sua gentilezza; naturalmente, la geisha non voleva.
“Konbawa Rin-chan! Allora facciamo progressi con il ‘biondino col codino’?!? Eh?!”
“Konbawa Gumi! Vai subito al dunque insomma!” disse la geisha in risposta “ Bhe non è successo nulla ovviamente! L’ho visto due volte, cosa vuoi che succeda!?”
“Ma potresti fare qualcosa almeno!” rispose una Gumi visibilmente presa dalla conversazione.
“Cosa dovrei fare, saltargli addosso e violentarlo, scusa!?!” gridò Rin.
Le due amiche cominciarono a ridere come matte dopo aver riflettuto su ciò che stavano dicendo, o meglio urlando, non pensando che al piano di sotto Kaito avrebbe potuto sentire tutto!
“Gumi! Rin! State disturbando il master! Cosa stat-“. Luka non riuscì a finire la frase che, aprendo la porta, fu  investita dalle risate vivaci delle due e non potè che rimanere sconvolta, in senso positivo, di fronte a una Rin tanto divertita e diversa dal solito. Seriamente, a lei non piaceva vedere quella ragazza sempre malinconica alla sua età ma nel profondo la capiva, alla fine; non doveva essere una bella cosa essere destinati a stare per tutta la vita al fianco di un uomo, oltretutto strano come Kaito, e essere usati in ogni modo come oggetti, anche se pure lei sarebbe dovuta rimanere per sempre accanto al suo master per servirlo in quanto SUA cameriera, tanto nessuno si sarebbe preso cura di lei.. come era sempre accaduto in passato.
“Ehi Luka-Luka! Hai visto il biondino che oggi ha accompagnato la signorina Hatsune?!? Ecco a Rin lui p-…Mhh! Mhhh! MHHH!” disse Gumi fermata appena in tempo da Rin, che ormai rossa come un pomodoro, le aveva tappato la bocca con la mano per non farle dire quelle parole che non sapeva se fossero vere o false.





 
                                                                *****************
 
 
 
 
 
 
 
Varie settimane passarono: la primavera se ne era andata e aveva lasciato spazio al sole estivo che  faceva patire a persone, animali e anche piante, un terrificante caldo.
Chi possedeva un ventilatore o anche condizionatori si poteva considerare fortunato ma questi, visto il loro prezzo esagerato, erano posseduti da non molte persone.
Chi invece non ne aveva, beh, avrebbe patito quel clima straziante per l’intera stagione.
Fortunatamente, la villa di Kaito si affacciava sul grande lago che occupava la maggior parte della città, cosi da essere condizionata dal clima intorno a esso e non temere la stagione che era, ormai, quasi inoltrata.
La Hatsune venne a trovare tutti i giorni Kaito per discutere sul paese, sulla sua politica e sulla sua economia oppure semplicemente per parlare un po’ con quel ragazzo stravagante.
Consecutivamente, anche Len e Rin ebbero più occasioni per parlare tra loro del piu e del meno, per conoscersi meglio, guardarsi e soprattutto amarsi.
Si, perché piu il tempo passava, più Len rimaneva incantato dalla bellezza e dalla semplicità di Rin, dalle sue labbra rosee, dal suo sorriso mentre rideva, dal suo volto pensieroso e cupo…e Rin, invece, era rimasta abbagliata dagli occhi brillanti di Len mentre esponeva un argomento, nella maggior parte dei casi troppo complesso per lei, dal suo corpo che si sviluppava sempre di più, dai suoi modi cosi gentili e premurosi ma allo stesso tempo rispettosi…però non voleva ammetterlo, non voleva affermare il suo amore verso quell’angelo di ragazzo.
Tanto, perché Len avrebbe dovuto scegliere proprio una ragazza come lei, una geisha che non avrebbe potuto avere, con un passato tristissimo e depressa, quando nella moderna e grande città poteva trovare ragazze con corpi scolpiti, un carattere perfetto, un’istruzione perfetta,
piene di soldi e tutto quanto?
Decisamente meglio reprimere il sentimento, sì, fa male ma cosi si risolve tutto: nessun sentimento, nessuna delusione, niente dolore ed è presto fatto!
Eh eh però non è cosi facile come sembra! Se quel sentimento non è molto avanzato magari si riesce facilmente a reprimere ma..se si parla di unico e vero AMORE è assai difficile..non si può dimenticare o ignorare cosi’ la persona che ci piace, è contro la nostra natura che vuole assolutamente vederlo, guardarlo, ammirarlo e amarlo. Poi stiamo parlando di Rin, per cui è la seconda volta che prova un sentimento cosi, non è esperta, non ha esperienza, non sa cosa fare semplicemente.
A questo pensava tutte le sere, prima di dormire, dopo aver salutato il suo “biondino col codino” come diceva Gumi, e tutte le sere non riusciva mai ad arrivare ad una conclusione…
Una volta che provava un sentimento come quello verso un ragazzo non voleva reprimerlo, anche se impossibile, ma non voleva rimanere delusa, era già accaduto, aveva capito che faceva male e non voleva riprovare sentimenti come quelli, come un cane che prova a fare qualcosa di cui ha una voglia matta, come che ne so, scavare una buca in mezzo a un giardino ma non lo fa perché ha paura di essere sgridato dal suo padrone, essendo gia successo con la famiglia di cui faceva parte prima..ma magari le persone di quella famiglia sono diverse da questa, questa potrebbe essere più comprensiva, visto che è un cucciolo e bisogna fargli imparare con calma le regole ma invece può essere perfettamente uguale alla precedente; non si sa, se non lo si prova, il rischio c’è sempre.
Un giorno la geisha prese coraggio e decise di raccontare tutto alla sua migliore amica Gumi per avere un parere, un consiglio su cosa fare.
Tutto ciò che ricevette fu uno schiaffo, potente, forte, carico di sentimenti come la rabbia e la passione.
“Ma non ti vergogni!? L’amore è il sentimento più bello che esista e te vuoi reprimerlo! Seriamente mi hai deluso Rin, ti credevo piu..innamorata, si questa è la parola giusta.”
“ Tu…non puoi capire ciò che provo..lo hai visto no? E’ cosi bello che avrà la città ai suoi piedi, con un sorriso conquisterebbe l’America e con un occhiolino l’Europa intera..io sono troppo poco per lui…” rispose la bionda mentre si massaggiava la guancia, rossa più che mai.
“ Non ci pensi a noi qua, vero? Io e Luka che non possiamo permetterci di guardare neanche i cuochi della villa, noi non abbiamo la possibilità di provare l’amore e te che invece hai un’opportunità, la reprimi? Si, sei molto deludente…molto.” disse cosi una Gumi con le lacrime agli occhi.
“Allora dimmi te cosa dovrei fare, visto che sono cosi deludente! Cosa ne posso sapere io di che rapporto ha con quella Hatsune, magari sono fidanzati e non me lo vuole dire, magari gli faccio solo pena! E…se finissi come Lily? Se alla fine lui fosse un egoista e io finissi morta? Non lo so, certo dovrei rischiare ma posso mettere in gioco la sua vita? Sai benissimo cosa sono e cosa finirei per fargli se un giorno “lei” si dovesse risvegliare…”
Bam. Un altro schiaffo, sull’altra guancia stavolta, ancor piu rossa dell’altra.
“Tu non puoi capire cosa sia l’amore!! Non sai la bellezza di quel sentimento, la felicità che esso ti dona! Non l’hai mai provata!” E proprio mentre Gumi, piangendo mentre urlava quella frase, stava per sferrare un altro dei suoi ceffoni micidiali, Rin la fermò. Le prese il braccio e lo strinse forte, molto forte, troppo, tanto da far gridare dal dolore la cameriera che cercava di liberarsi.
“Gia, io non conosco l’amore non l’ho mai provato! Non so cosa significhi la parola “affetto”, non so cosa sia il “cuore” e le emozioni che ci fa provare, va bene!? NON LO SO, CAVOLO, NON LO SO!”  Gli occhi verdi di Gumi fissavano quelli rossi della bionda; il braccio di Gumi ormai rotto completamente e il silenzio, dopo la sfuriata di Rin.
Oh..la sua mano..era diventata nuovamente un arma..e oh, oh no, la mano di Gumi.. dov’è la sua mano? Dov’è la struttura del braccio? Dove è andata a finire?
“No..no..no!” La geisha prese il “braccio” dell’amica, era molle, come se non ci fossero piu le ossa che infatti non si sentivano, era scollegato da tutto il resto del corpo.
“NO!” Alla vista di ciò che aveva fatto a Gumi, riuscì solo a scappare, fuggire da quel luogo. Mentre correva verso il bagno andò a sbattere contro Luka, che sentendo le urla delle due si era preoccupata. La rosa riuscì a non gridare dopo aver visto le condizioni in cui era ridotta Gumi bensì corse a chiamare Kaito che rimase sorpreso, ma non sconvolto. Naturalmente la portò a “medicarsi”, cosa che fece lui stesso, avendo ampie conoscenze in campo medico. Certo, non poteva fare molto per un braccio spappolato ma in ogni caso avrebbe potuto ridurre il dolore della ragazza.
Gumi, con un insolita espressione seria, si diresse verso la sua stanza, non avendo più nulla da dire e Luka, comportandosi come una mamma premurosa e preoccupata, la seguì decidendo di rimanere con lei per aiutarla in ogni cosa. Kaito invece andò a cercare Rin. Guardò nei bagni, nulla; guardò nelle cucine, nulla; guardò nelle camere da letto, ancora nulla. Della geisha non c’era traccia in casa ma fuori, nel giardino, dei segni erano ben visibili: una scia di sangue che partiva dal portone scorrevole del salone, colorava l’erba di un rosso quasi nero.  Si fermava proprio là davanti al lago, nel posto in cui la ragazza e Len solitamente si riunivano per parlare e infatti proprio lì  vi era la geisha che piangeva mentre guardava la sua mano impregnata di sangue violaceo. Questa, ora, era tornata come prima e i suoi occhi avevano assunto la normale tonalità azzurro-grigia. Kaito si sedette vicino a lei, non la toccò, non la consolò, la guardò solamente; ed era questo ciò di cui aveva bisogno in quel momento Rin: non qualcuno che la consolasse ma qualcuno che la ascoltasse, che la lasciasse riflettere da sola e sfogare. Quando vide che la bionda si era calmata, Kaito si rialzò e entrò di nuovo in casa, per ritornare alla sua stanza. Rin rimase a guardare l’acqua, tranquilla, pura, limpida…ciò che lei proprio non era.
 



 
 
 
 
 
N.d..A

Ok prevedo che molte persone abbiano abbandonato la mia ff…è un sacco di tempo che non aggiorno,è vero, ma purtroppo tutte le mie idee su questa storia erano come scomparse e c’ho messo un po’ per ritrovarle..mi dispiace tantissimo perché anche io mi sono ritrovata nei panni di un lettore che aspetta tanto tempo una storia e poi si stufa, so come ci si sente!
Comunque..non so quando pubblicherò il prossimo capitolo perché sono impegnatissima con la scuola!
Spero che questo capitolo un po’ troppo corto vi piaccia comunque perché ciò che verrà dopo sarà moooooolto importante ;)
Avevo in mente di pubblicarne anche un’altra però solo vedendo cosa è successo in questi mesi c’ho ripensato un po’ ^^”
Vi prego di recensire in tanti perché ho seriamente bisogno dei vostri pareri per migliorare questa storia!
Ciao a tutti e alla prossima!
   
 
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