Genere: Introspettivo
Personaggi: Piton ed Eileen Prince
Era: Infanzia di Piton
Ricatto
d'avena (Rowizyx)
Mattina: troppo presto per
agitare su e giù un cucchiaino pieno di porridge cercando di farlo apparire
interessante, troppo presto per dover ascoltare i suoi capricci.
- Avanti, apri la bocca.
- Ngo!
Tentò di buttarla sul gioco, disperata: - Guarda, arriva il drago per entrare
nella caverna...
-Ngo!
Eileen Prince in Piton lasciò cadere la posata nella scodella di porcellana
chiara, senza sapere cos’altro inventarsi. Non si reputava una mamma
asfissiante, eppure suo figlio non sapeva dire altro. No. Sempre e sempre no.
La giornata era appena iniziata e già la donna si sentiva stanchissima: aveva
armeggiato per più di un’ora con i fornelli per preparare una colazione decente
senza usare la magia, tentando di compiacere per una volta il marito.
Fermò alcune ciocche dei suoi lunghi capelli neri dietro l’orecchio sinistro,
incerta sul da farsi. In effetti le frittelle bruciacchiate non erano molto
invitanti, dovette riconoscerlo, e nemmeno la pappa d’avena aveva un buon
sapore.
Lo sapeva, l’aveva assaggiato sia per controllarne la temperatura che per
dimostrare a suo figlio che era ottimo. Si vergognava un po’ ad imbrogliarlo in
quel modo, ma non era stata istruita per essere una brava casalinga o una
cuoca, perciò non poteva fare di più.
Doveva imparare a mostrare più polso: non riusciva nemmeno a rimproverarlo
quando combinava qualche pasticcio o non le ubbidiva; come avrebbe potuto?
Era il suo tesoro, l’unica cosa che nella vita aveva fatto davvero bene. E
senza usare la magia, a parte forse un piccolo aiuto fornito molto tempo prima
da un’ampolla di Amortentia...
Guardò teneramente il suo bambino, seduto su un seggiolone dalla lungimirante
età; teneva una manina stretta a pugno in bocca e continuava a fissarla con i
suoi grandi occhi scuri, troppo seri e profondi per la sua età.
Su quel visetto paffuto spiccavano le tracce del porridge che Eileen non era
riuscita a fargli mangiare.
Tanta fatica per preparare quel pasto e nessuna gratificazione! Tobias non se
ne sarebbe nemmeno accorto, era uscito di buon’ora per andare al lavoro
dimenticandosi perfino di fare colazione.
Il pensiero del marito le fece ritrovare la grinta: al diavolo la promessa di
adattarsi allo stile di vita babbano, aveva bisogno di trovare una soluzione!
- Severus, lo sai che i bambini cattivi, che non mangiano tutta la loro pappa,
non possono giocare con la scopetta volante? — Il piccolo smise di assaggiare
le proprie dita, rimanendo a bocca aperta, improvvisamente interessato dalle
parole della madre.
Il manico di scopa giocattolo che la strega aveva comprato appena qualche
giorno prima a Diagon Alley era appoggiato in un angolo della stanza; ad Eileen
non servì altro che un colpo di bacchetta per farlo Evanescere, sotto lo
sguardo spaventato del bimbo.
- È così, tesoro: come faresti a volare senza le energie per tenerti alla
scopa?
Non si era mai sentita tanto fiera di essere stata smistata a Serpeverde; in
realtà, la scopa non levitava a più di cinquanta centimetri dal pavimento, ma
per l’età di Severus era più che sufficiente.
Sapeva di aver trovato un ottimo argomento per convincerlo ad ubbidire, si era
innamorato di quel giocattolo non appena l’aveva scartato: come a dare ragione
ai pensieri della madre, il pargolo scoppiò in un pianto disperato.
- Sei blutta e cattiva, mamma... Non ti voglio più bene!
Eileen non sopportava di vederlo così, ma decise di tenere duro: già non aveva
alcun controllo sul marito, non sarebbe stato lo stesso per suo figlio.
- Severus, se tu mangiassi tutta la pappa, forse la mamma ricorderebbe
l’incantesimo per far riapparire la tua scopa.
Non servì aggiungere altro. Il bambino la guardò fisso ancora per un momento,
moderando i singhiozzi, poi con la velocità di un Bolide impazzito afferrò il
cucchiaino e vuotò la sua tazza.
La madre sorrise molto soddisfatta, ringraziando Merlino e Morgana che le
avevano donato la magia. Sapeva benissimo che, pur di non rinunciare al suo
divertimento preferito, Severus avrebbe fatto molto di più che mangiare un po’
di porridge dal pessimo gusto; probabilmente si sarebbe occupato di mettere in
ordine i giocattoli dopo averli usati, o magari avrebbe addirittura dormito con
le candele spente, da bravo maghetto coraggioso.
- Inito tutto! — Altro che finito, nella foga di non lasciare una sola goccia
di latte aveva rischiato di strozzarsi!
Eileen pulì il volto del suo cucciolo con un bavaglino su cui aveva
amorevolmente ricamato orsetti e arcobaleni, poi fece riapparire la scopa e gli
permise di scendere dal suo alto sgabello.
Guardandolo trotterellare in giardino, scoppiò a ridere: ora capiva come sua
madre fosse riuscita per tanti anni a seguire quelle maledette lezioni di
ballo.
*