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Autore: MagieSinisterForum    29/04/2007    3 recensioni
La raccolta di fanfictions (23 tra one-shot e flash-fic) che state per leggere nasce quasi per gioco, su un forum, “Magie Sinister” (http://magiesinister.forumcommunity.net/), dedicato al mondo di Harry Potter in generale e a Severus Piton in particolare. Gli utenti del forum, che sono poi anche gli autori (ben 13 persone) dei vari racconti, un pomeriggio chiacchieravano placidamente sul rapporto del loro beniamino, Severus, con il cibo e le bevande. (http://magiesinister.forumcommunity.net/?t=5055779) Perché è così (almeno nei libri) magro? Non gli piace mangiare? O non ha mai tempo per nutrirsi come si deve, tra una lezione e una sessione di spionaggio? Oppure, magari, si priva dei peccati di gola per punirsi dei troppi rimorsi? Secondo l’idea di base, in ogni fanfictions Severus Piton doveva mangiare o bere qualcosa (non importava cosa e, come vedrete, in alcuni casi, il gesto di mangiare diventa mera metafora), oppure desiderare un cibo e, anche nel caso in cui lo si fosse lasciato a digiuno, l’autore doveva rendere, anche solo implicitamente, la propria idea del rapporto di Piton con il cibo.
Genere: Commedia, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Silente, Severus Piton, Voldemort
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Genere: Introspettivo

Genere: Introspettivo

Personaggi: Piton ed Eileen Prince

Era: Infanzia di Piton




Ricatto d'avena (Rowizyx)







Mattina: troppo presto per agitare su e giù un cucchiaino pieno di porridge cercando di farlo apparire interessante, troppo presto per dover ascoltare i suoi capricci.
- Avanti, apri la bocca.
- Ngo!
Tentò di buttarla sul gioco, disperata: - Guarda, arriva il drago per entrare nella caverna...
-Ngo!
Eileen Prince in Piton lasciò cadere la posata nella scodella di porcellana chiara, senza sapere cos’altro inventarsi. Non si reputava una mamma asfissiante, eppure suo figlio non sapeva dire altro. No. Sempre e sempre no.
La giornata era appena iniziata e già la donna si sentiva stanchissima: aveva armeggiato per più di un’ora con i fornelli per preparare una colazione decente senza usare la magia, tentando di compiacere per una volta il marito.
Fermò alcune ciocche dei suoi lunghi capelli neri dietro l’orecchio sinistro, incerta sul da farsi. In effetti le frittelle bruciacchiate non erano molto invitanti, dovette riconoscerlo, e nemmeno la pappa d’avena aveva un buon sapore.
Lo sapeva, l’aveva assaggiato sia per controllarne la temperatura che per dimostrare a suo figlio che era ottimo. Si vergognava un po’ ad imbrogliarlo in quel modo, ma non era stata istruita per essere una brava casalinga o una cuoca, perciò non poteva fare di più.
Doveva imparare a mostrare più polso: non riusciva nemmeno a rimproverarlo quando combinava qualche pasticcio o non le ubbidiva; come avrebbe potuto?
Era il suo tesoro, l’unica cosa che nella vita aveva fatto davvero bene. E senza usare la magia, a parte forse un piccolo aiuto fornito molto tempo prima da un’ampolla di Amortentia...
Guardò teneramente il suo bambino, seduto su un seggiolone dalla lungimirante età; teneva una manina stretta a pugno in bocca e continuava a fissarla con i suoi grandi occhi scuri, troppo seri e profondi per la sua età.
Su quel visetto paffuto spiccavano le tracce del porridge che Eileen non era riuscita a fargli mangiare.
Tanta fatica per preparare quel pasto e nessuna gratificazione! Tobias non se ne sarebbe nemmeno accorto, era uscito di buon’ora per andare al lavoro dimenticandosi perfino di fare colazione.
Il pensiero del marito le fece ritrovare la grinta: al diavolo la promessa di adattarsi allo stile di vita babbano, aveva bisogno di trovare una soluzione!
- Severus, lo sai che i bambini cattivi, che non mangiano tutta la loro pappa, non possono giocare con la scopetta volante? — Il piccolo smise di assaggiare le proprie dita, rimanendo a bocca aperta, improvvisamente interessato dalle parole della madre.
Il manico di scopa giocattolo che la strega aveva comprato appena qualche giorno prima a Diagon Alley era appoggiato in un angolo della stanza; ad Eileen non servì altro che un colpo di bacchetta per farlo Evanescere, sotto lo sguardo spaventato del bimbo.
- È così, tesoro: come faresti a volare senza le energie per tenerti alla scopa?
Non si era mai sentita tanto fiera di essere stata smistata a Serpeverde; in realtà, la scopa non levitava a più di cinquanta centimetri dal pavimento, ma per l’età di Severus era più che sufficiente.
Sapeva di aver trovato un ottimo argomento per convincerlo ad ubbidire, si era innamorato di quel giocattolo non appena l’aveva scartato: come a dare ragione ai pensieri della madre, il pargolo scoppiò in un pianto disperato.
- Sei blutta e cattiva, mamma... Non ti voglio più bene!
Eileen non sopportava di vederlo così, ma decise di tenere duro: già non aveva alcun controllo sul marito, non sarebbe stato lo stesso per suo figlio.
- Severus, se tu mangiassi tutta la pappa, forse la mamma ricorderebbe l’incantesimo per far riapparire la tua scopa.
Non servì aggiungere altro. Il bambino la guardò fisso ancora per un momento, moderando i singhiozzi, poi con la velocità di un Bolide impazzito afferrò il cucchiaino e vuotò la sua tazza.
La madre sorrise molto soddisfatta, ringraziando Merlino e Morgana che le avevano donato la magia. Sapeva benissimo che, pur di non rinunciare al suo divertimento preferito, Severus avrebbe fatto molto di più che mangiare un po’ di porridge dal pessimo gusto; probabilmente si sarebbe occupato di mettere in ordine i giocattoli dopo averli usati, o magari avrebbe addirittura dormito con le candele spente, da bravo maghetto coraggioso.
- Inito tutto! — Altro che finito, nella foga di non lasciare una sola goccia di latte aveva rischiato di strozzarsi!
Eileen pulì il volto del suo cucciolo con un bavaglino su cui aveva amorevolmente ricamato orsetti e arcobaleni, poi fece riapparire la scopa e gli permise di scendere dal suo alto sgabello.
Guardandolo trotterellare in giardino, scoppiò a ridere: ora capiva come sua madre fosse riuscita per tanti anni a seguire quelle maledette lezioni di ballo.




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