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Autore: loveangel    17/10/2012    15 recensioni
La vita, a volte il destino, ti porta in un luogo, ti accompagna, ti prende per mano e ti avvicina all'amore. A volte quando meno te lo aspetti ti trovi dinanzi ad una realtà che nemmeno immaginavi. Due vite completamente diverse, lontane ma così vicine. Sissy e Alexander una ragazza ed un ragazzo distanti anni luce ma vicini nel cuore. Alexander entra nella vita di Sissy come un tornado, una folata d'aria fresca. Un'aria che diventa calda, quasi bollente. Insieme non riescono a stare più di cinque minuti, sono irascibili e impauriti da qualcosa che li colpirà fin da subito. Il tempo è ciò che li aiuta ma il tempo è a volte tiranno e quando si è agli sgoccioli si fa il possibile per realizzare i propri sogni.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Buona lettura

“Perché ti avvicini sempre in questo modo...”
“Perché mi piace guardarti da vicino...”
“Alex...”
“Come mi piace quando usi il diminutivo... Solo tu puoi farlo”
“Alex ti prego...”
“Dimmelo Sissy dimmi cosa vuoi”
“Baciami”
Si avvicina lentamente. Il mio cuore batte come un tamburo. Sento il suo fiato, il calore che sprigiona. Mi sto abbandonando e non capisco perché ma lui, la sua presenza il suo profumo...
“Baciami”
Le parole escono dalle mie labbra senza preavviso lui abbassa la testa di lato....
Bip bip bip
Porca miseria no! 
Apro gli occhi di scatto, la sveglia mi ha bloccato nel momento clou. Brutta traditrice che non sei altro!
Guardo l'orologio sono appena le cinque. Ho deciso di scendere prima del solito, mettere in difficoltà Alexander è ciò che più mi stuzzica in questo momento. 
Dopo aver fatto la doccia e indossato il costume nero con un abitino rosso, scendo silenziosamente al piano inferiore. Dormono tutti e per non rischiare di svegliare papà esco a piedi nudi sul pianerottolo di casa. Infilo le infradito e guardo la sua casa… oh Alexander cosa mi hai fatto...
Sei venuto in un mio sogno eri bello e affascinante come sempre. Il tuo sorriso mi ha bloccato poi ti sei avvicinato attirandomi a te. Le tue mani sui miei fianchi. Sexy da far mancare il fiato. E poi... Basta! La devo smettere di pensarlo. 

L'aria fresca del mattino entra nei miei polmoni. Inspiro, ne prendo a più non posso. Sono già in costume, l'asciugamano è disteso sul manto di sabbia bianco. Il mare è una tavola cupa, il sole si sta alzando adesso. Sono sola ma la natura e gli animali mi circondano. Faccio qualche passo verso la battigia e mi fermo ancora. La sua immagine nell'acqua, quegli occhi penetranti, il movimento veloce.
Alexander mi ha sconvolto è inutile negarlo. Devo solo tentare di limitare i danni, devo cercare di mantenere la calma in sua presenza. E se dovesse arrivare in acqua dovrò mantenere la distanza. Quanta più distanza metterò tra i nostri corpi tanto più sarà facile stargli lontana. 
"Buongiorno Sissy" come non detto è già qui.
Mi volto lentamente, ho paura della sua visione. Forse lo sto immaginando. Non può essere arrivato così presto.
"Sono io Sissy"
"Sì, lo vedo" m'impongo d'essere seria.
"Come sei acida ed è solo mattina"
"Non sono acida" sollevo un sopracciglio e lo osservo. Sfila la shirt facendo la scivolare sul suo torace, sul petto. Scolpito, definito, modellato a mano. L'addome piatto e una profonda V si riversano nei suoi bermuda. Che sfila subito dopo rimanendo in costume. Questa volta mi vuole morta. Non indossa uno short ma uno slip e per di più bianco!
"Chi arriva prima alla boa?"
"È una sfida?"
"La mia vita è una completa sfida Sissy" 
Fa due passi verso di me e si blocca. Sono estasiata.
"Chi perde?"
"Offre il pranzo"
"È troppo impegnativo" sorrido sommessamente. Non mi faccio incastrare mio caro Alexander. Ti stai sbilanciando troppo.
"Va bene allora la colazione. Ci stai?"
"Ci sto"
"Al mio tre. Uno. Due. TRE!"
Corro veloce cercando di non pensare che è a pochi centimetri da me. Mi concentro sul tuffo e a mo' di delfino m'immergo nell'acqua. Gli occhi sono aperti mentre risalgo a galla per nuotare più veloce. Ma non lo sento. Dov'è? Poi un tonfo. Sbruffone mi ha dato un vantaggio considerevole ed io ho tutta intenzione di sfruttarlo. Nuotando come ho sempre fatto. Allungando le braccia, spingendo l'acqua e battendo i piedi. 
La boa è vicina, la vedo ma chissà perché ho come l'impressione che Alexander stia cercando di farmi vincere. Ed è così che finisce con me vincitrice. Mamma mia credo di non aver mai nuotato così.
"Ho vinto"
"Sei bravissima, i miei complimenti"
Mi aggrappo alla boa e lui fa lo stesso. Per un attimo, un solo attimo intenso ci fissiamo. Occhi negli occhi. Il mare gli dona una sfumatura ancora più intensa.
"Offro io per questa volta"
"Non avevo dubbi" 
Mi sto sciogliendo, lo sento mentre lui si avvicina di un po'. 
"Studi nuoto?"
"No, tu?"
"Il nuoto è la mia passione. È per questo che sono qui, per allenarmi"
"Sei un nuotatore professionista?"
"Sì, parteciperò alle Olimpiadi il prossimo mese"
"Olimpiadi? Ecco da dove viene la tua bravura"
Mi tuffo senza pensarci. Mi ha preso in giro. Mi ha fatto vincere apposta. Cretino.
No in fondo è stato gentile! Ma perché sono così confusa?
Improvvisamente mi sento bloccata. Tirata sotto il fondo. Lui, mi guarda sott'acqua e poi mi tira con sé a galla.
Ho il cuore a mille mentre cerco di riprendere fiato. Il vero problema è lui in questo momento. Perché mi spiazza il modo in cui usa quegli occhi. Sembra volermi leggere dentro. Mi sento nuda dinanzi ai suoi occhi magnetici.
"Perché continui a scappare?"
"Ho da fare"
"Sissy smettila sono solo le sei del mattino".
"E allora?"
"Ti devo una colazione"
"Io direi che mi devi qualcosa in più su di te..."
"Sei lunatica, molto. Ma mi piaci"
Mi piaci... Ha detto che gli piaccio.
"Senti Alexander io non ti conosco e sai, non sono una di quelle che cadono ai tuoi piedi".
Nuoto e lui mi segue. Nuoto più veloce e lui continua. Ora sembra sia una corsa a chi arriva prima sulla spiaggia. Un metro, due... E finalmente metto i piedi sulla sabbia. Sollevo le gambe il più possibile per acquistare velocità ma lo sento, è dietro di me. Succede tutto in un attimo. Non ho il tempo di ragionare. La mano di Alexander mi blocca per il polso, tenta di passarmi ma divincolandomi inciampo sul suo piede. E così mi ritrovo su di lui, plasmata completamente sul suo corpo disteso sulla sabbia.
"Lasciami" sussurro con poca voce. È la vicinanza, l’essere tra le sue braccia che mi spiazza.
"Sissy resta" 
Scuoto la testa. Ma cosa gli passa per la testa? La gente potrebbe pensare che siamo una coppia. Oh andiamo sono patetica. Ma soprattutto sono imbarazzata. 
"Sissy guardarmi ti prego"
È solo un attimo, solo per una manciata di secondi.
"Muoviti a prlare"
"Non voglio farti del male e per informazioni non ho mai pensato che tu fossi una di quelle donne che non cadono ai miei piedi. Credi che sia un latin lover?"
"Sì"
"Cosa te lo fa pensare?"
"Alex... Il tuo atteggiamento, ecco cosa, sei troppo sicuro di te".
Non credo di aver mai parlato tanto velocemente in vita mia.
"Alex, mi piace il suono del diminutivo, forse perché mi piace la tua voce"
Mi alzo, non posso rimanere un attimo di più. Lo sento mentre si solleva alle mie spalle.
"Mi dispiace se ti ho dato questa impressione".
"Non tentare di fare il santo con me, non attacca".
Sto esagerando ma non riesco a controllarmi. Non lo so perché parlo in questo modo in fondo non ha fatto nulla di male.
"Troverai la colazione pagata al solito posto. Ciao".
"Alex aspetta!"
Oh si brava Sissy, sei proprio lunatica. Non ti conosce nemmeno e già ha capito come sei.
"Ti prego Alex aspetta" mormoro. Lui mi dà le spalle ma ho come l'impressione stia sorridendo vittorioso. Mi sono arresa. Ma santo cielo se mi piace perché devo allontanarlo?
"Dimmi" 
Si volta e fa qualche piccolo passo verso di me, poi mi tende la mano e la prendo. Sì lo faccio.
"Non mi piace litigare con te Sissy, il tempo è così breve non trovi?"
"Io..." Non riesco a dire una sola sillaba. Alexander ha appena sfiorato la mia guancia. Pollice e indice si muovono in un modo astratto provocando in me scariche elettriche. I suoi polpastrelli sono lisci, morbidi. Seta sulla mia pelle. 
"Andiamo su ho una colazione da offrirti"
Allontana la mano e comincia a vestirsi. Io faccio lo stesso senza però togliere i miei occhi dal suo corpo. 
Ormai sono persa e non so come uscirne senza farmi del male.

******
Siamo seduti tranquillamente al tavolo. Dopo aver ordinato la colazione, siamo rimasti in silenzio ad osservarci. Non riesco a smettere di fissarlo. Voglio sapere tutto di lui ma, non so da dove cominciare.
"Ehi, a cosa pensi?" chiede all'improvviso ponendo fine a questo silenzio irreale. C'è tanto caos intorno a noi eppure mi sembra di star in un posto isolato, dove ci siamo solo noi. Forse è perché mi piacerebbe davvero stare un po' di tempo da sola con lui.
"In realtà penso alle mille domande che vorrei farti"
"Fammele"
"Non saprei da dove cominciare"
"Cominciamo dall'inizio. Sai mio padre era italiano..." sospira "dico era perché oggi non c'è più. È mancato tre anni fa ma mi ha lasciato tanto. Da lui ho ereditato la mia passione per il nuoto. Mia madre è quella che hai conosciuto ieri, quando l'ho accompagnata a prendere Lullaby".
"Quindi tu eri lì fuori?"
"Sì, c'ero anch'io perche?"
"Pensavo di aver sognato la tua voce"
"Non sapevo che quel posto fosse tuo altrimenti sarei stato gentile e sarei entrato a salutarti. Ma sai mia madre doveva partire e dovevo accompagnarla in aeroporto... Lei è un avvocato, come me anche se, non esercito. Voglio realizzare il mio sogno, essere un campione per rendere me felice e mio padre fiero. È stata una promessa. L'ho fatta mentre lui era in punto di morte e mia madre ha accettato solo per questo. Sai... lei mi vorrebbe vedere al suo fianco ma rispetta la mia decisione".
"Ti vuole bene"
"Anch’io, la amo profondamente. Lei è la mia famiglia, non ho sorelle né fratelli. Qualche parente al di là dell'oceano che non vedo da anni, lei è l'unica. E tu? Sei figlia unica?"
"Ho una sorella e un padre. Mia madre non c'è più purtroppo"
Questo argomento mi fa male, non l'ho mai affrontato con nessuno. Mia madre mi manca come l'aria. Ogni giorno di più.
"Mi spiace"
"Anche a me per te. È difficile andare avanti con un solo genitore, so cosa senti"
Alexander mi sorride. È un sorriso dolce, comprensivo. Un sorriso che fa cadere ogni vecchio pensiero.
"Quindi sei una veterinaria con la passione del nuoto. Da dove sono nate entrambi le passioni?"
"Sono innamorata dei delfini. Quando ero piccola, mio padre mi portava sempre all'acquario. I pesci, le tartarughe... sentivo che quello era il mio mondo. Mi sono avvicinata al mare prima di tutto ma poi il mio amore per gli animali è cresciuto considerevolmente e ho deciso di dedicarmi a loro. Qualsiasi animale, anche quelli più orrendi all'occhio umano per me sono belli. È la natura, sono forme di vita diverse ed io le rispetto"
"Anche le zanzare?"
"Sì, anche quelle. Sono fastidiose è vero ma devono mangiare"
Ridiamo insieme. È bello parlare con lui. Rilassante direi. 
In quel momento arriva Francy con le nostre colazioni. Alex ha preso una fetta di crostata alle mandorle e ciliegia.
"Vuoi assaggiare un pezzetto?"
"Mm no grazie"
"Sissy secondo me la vuoi assaggiare"
Scuoto il capo arrossendo vistosamente. Ha avvicinato la forchetta con un pezzo di crostata alla mia bocca. Questo gesto mi spiazza è così... erotico.
"Assaggia" biascica avvicinandosi un po' con la sedia. Mi vuole morta è appurato. 
Apro la bocca e lascio che la forchetta scivoli dentro. Alexander la spinge lentamente aspettando me. La mia bocca che si chiude sulla crostata, il pezzo che mi ricade sulla lingua. Sento il cuore in gola, ho il fiato corto. Tutto il mio corpo si sta contorcendo per l'eccitazione.
"Allora com'è?"
"Deliziosa" 
Che voce ho usato? Porca miseria posso fare concorrenza alle linee erotiche.
Alex resta a fissarmi intensamente. Sento che vuole dire qualcosa, penso che sta calcolando cosa dire ma... il cellulare lo interrompe.
"Perdonami aspettavo una chiamata importante."
"Fa nulla rispondi"
Sono certa che andrà a rispondere fuori invece, resta qui.
"Climb. Ho certo Michelle"
Michelle, una donna. C'è una donna nella sua vita.
"Sono in giro con Lullaby, dì a mia madre di non preoccuparsi. Grazie." 
Chiude il telefono e lo spegne poggiandolo sul tavolo.
"Scusa mia madre e il suo cane sono insopportabili a volte. Non capisco perché l'ha lasciato qui. Pensa che Lullaby possa difendere la casa da eventuali ladri. Ma l'ha vista bene?"
"Michelle...""
"Non è la mia donna se è questo che pensi. È la sua segretaria. Ascolta io devo andare, ho un compito da portare a termine prima di cominciare gli allenamenti. Ė stato bello conoscerti un po'."
"Anche per me"
"Ci vediamo in giro okay?"
"Va bene Alexander"
Internamente sto morendo. Non voglio salutarlo così, non così presto. Ma lui è già in piedi. 
"Sissy" lo guardo mentre lui si abbassa avvicinandosi al mio viso. Mi sento mozzare il fiato. Tremo. Perché cavolo mi sento così?
Si avvicina ancora. Centimetri, millimetri a separarci poi devia e si ferma al mio orecchio.
"Mi piace quando usi il diminutivo... solo tu puoi farlo" soffia le stesse parole del mio sogno. Ed io arranco in cerca di aria.
"Alex..."
"Ciao stellina"
"Ciao Alex"
Un bacio fugace sulla guancia e va via.


##note autrice##
Eccoci qui al terzo aggiornamento. Avete conosciuto un po' di Alexander che ne dite? Lo considerate sempre uno sbruffone? A me a dire il vero fa impazzire, non perché sia mio ma noto che lui va da solo. Ogni riga che scrivo di questi due esce fuori così, nulla è calcolato a parte un paio di avvenimenti importanti. Spero vi sia piaciuto, sono capitoli semplici ma importanti per capire i personaggi. Nel prossimo ci sarà qualcosa di più importante... ma non vi svelo nulla. Grazie sempre a chi ha inserito la storia nei preferiti e nei seguiti e grazie mille a chi ha recensito lo scorso capitolo. Ci leggiamo presto, baci
Loveangel
   
 
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