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Autore: Franci_1    17/10/2012    4 recensioni
Santana ha un rapporto di puro odio con Sebastian.
Quest'ultimo ingaggia una nuova studentessa per cercare di distruggere Santana.
Dal primo capitolo: “Comunque, vorrei che tu MI aiutassi. C’è questa ragazza che è davvero pessima con me. Sono disposto a pagare qualsiasi cifra..”
Genere: Commedia, Erotico, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, FemSlash | Personaggi: Brittany Pierce, Quinn Fabray, Santana Lopez, Sebastian Smythe, Un po' tutti | Coppie: Brittany/Santana
Note: AU, Lemon, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 4
 
 
Capitolo incentrato sul punto di vista di Brittany.
­­­­­­­­­­­­­­­­­­__________
 
 
“Ehi barbie!”
 
Rallentai leggermente scocciata venendo raggiunta da Sebastian.
 
“Stai andando al Glee?”
 
Io annuii ricominciando a camminare.
 
“Allora, ieri come è andata? Sei riuscita a capire qualcosa di più di lei?”
 
“Ne parliamo dopo Sebastian..” mi limitai a dire entrando nella stanza.
 
I miei occhi caddero subito su Santana seduta a fianco a Quinn nell’ultima fila. Accanto a loro erano seduti Sam e Puck. Blaine era seduto accanto a Kurt.
 
Potei notare Santana voltarsi verso Kurt e sorridergli per poi notare che io ero entrata.
 
Mi andai a sedere accanto a Rachel che non appena entrò il professore iniziò a tartassarlo di canzoni che lei poteva benissimo cantare come assoli.
 
Mi voltai leggermente verso Santana e vidi che mi fissava, le sorrisi dolcemente e lei mi sorrise ma lo avvertii come un sorriso pieno di tristezza.
 
Era rimasta in silenzio per tutta la lezione.
 
Nonostante Rachel stesse cominciando a irritare anche me.
 
Fino a che Sebastian alzò la mano. Il professore gli diede la parola.
 
“Beh direi che qualche assolo lo potrebbe fare Santana, sapete, è ingamba..” disse ridacchiando.
 
Non afferrai questa uscita come un offesa ma vidi velocemente Puck partire contro Sebastian buttandolo giù dalla sedia.
 
Stava caricando il pugno quando Santana si alzò.
 
“Puck.. lascia stare..” si limitò a dire uscendo dalla stanza seguita da Quinn e velocemente anche il resto della gang, compreso Blaine, uscirono seguendola.
 
Mi guardai attorno e poi guardai Kurt e scosse la testa alzandosi e uscendo a sua volta.
 
Sebastian si alzò ridendo e si spolverò con la mano i vestiti.
 
La campanella suonò e tutti, anche se scioccati, uscirono dalla classe. Guardai Sebastian con un sopracciglio alzato.
 
Lui mi sorrise.
 
“Cosa le hai combinato? E’ come un cucciolo di foca. E’ pacata e non mi ha nemmeno aggredito..”
 
“Ci siamo baciate..” sussurrai mentre lui rideva.
 
“Ora capiscoo!! Interessante.. finalmente ti sei decisa a lasciarti andare. Mi chiedevo quando lo avresti fatto.”
 
“Di che stai parlando?”
 
“Beh tu mi hai detto che non avresti fatto nulla oltre il flirt. Ma sapevo che avresti ceduto. Sennò non avrei mai accettato..”
 
“Tu.. tu.. non.. non ho parole..”
 
Lui portò la mano alla tasca dei jeans stretti estraendo il portafoglio. Tirò fuori un bel mazzo di banconote.
 
“Ecco qua. Il tuo compenso. Tutto ciò che mi serviva era una Santana con il cuore spezzato..” disse porgendomi i soldi.
 
Scossi la testa e aprii la bocca. Non sapevo che dire così la richiusi e mi voltai uscendo dalla stanza.
 
 
C’era qualcosa che non quadrava in questa storia. Sebastian era, era semplicemente diverso da come me lo aspettavo.
 
Pensavo fosse spaventato. E che volesse solo placarla. Ma mi sembrava che invece volesse ferire Santana nel profondo. E che questa era rimasta l’unica cosa da fare. Aveva già fatto tutto.
 
Corsi a casa saltando le ultime due ore e velocemente aprii la porta posando lo zaino a terra. Andai di corsa in camera dove avrei trovato il portatile per poter fare qualche ricerca più approfondita, quando invece aprendo, trovai Elisabeth con un'altra ragazza.
 
Mi bloccai sulla porta e lei si staccò immediatamente coprendosi.
 
“Britt.. che diavolo ci fai a casa?”
 
“Sai.. era da un po’ che non capivo che ti succedeva.. eri distaccata, scappavi sempre al college e io pensavo che fosse perché ti stavi davvero mettendo sotto con gli studi, e invece.. ti facevi mettere sotto da un’altra.  Sei stata gelosa di Santana, perché te vuoi che tutti siano al tuo comando. Dio mio.. ma come ho fatto a essere così stupida? Tu.. tu eri la stronza in quel liceo.. così come adesso Sebastian lo è in questa. Sono felice che sia finita..” dissi e velocemente uscii dalla stanza.
 
Avevo trattenuto le lacrime e non appena uscita dalla porta scoppiai in un pianto disperato.
 
E’ vero. Anche io avevo tradito Elisabeth. E a quel punto men che mai era utile tenere quella storia in piedi.
 
Cominciai a camminare per la strada tra le lacrime quando un macchinone bianco mi si fermò a lato e abbassò il finestrino.
 
Mi scontrai con il suo sguardo e il mio cuore tremò.
 
“Sali..”
 
E così feci. Senza pensarci nemmeno.
 
“Che è successo Brittany?”
 
“L’ho trovata a letto con un'altra…” mi limitai a dire posando la testa contro il finestrino.
 
“Mi dispiace..” disse sinceramente fermandosi.
 
“Dove siamo?” chiesi asciugandomi le lacrime.
 
“Lima Heights Adjacent..” disse lei aprendo lo sportello scendendo e feci lo stesso.
 
Si avviò verso una porta di una villa lussuosissima. La seguii e una donna ci aprì la porta.
 
“Signorina Santana, cosa ci fa a quest’ora a casa?”
 
“Clara, ho avuto problemi a scuola..”
 
“Sempre quel Sebastian?”
 
Lei annuì.
 
Poi si voltò verso di me e mi fece cenno di entrare.
 
Salutai educatamente e mi guardai intorno. Quella casa era enorme.
 
“Wow..” sussurrai.
 
“Clara lei è Brittany” la donna mi si avvicinò stringendomi la mano. Sorrisi.
 
“Lei è la signora Lopez?” chiesi. Entrambe risero.
 
“No, lei è la governante, più o meno come se fosse mia madre, lavora per noi da quando sono nata. Mia madre e mio padre sono dottori e spesso avevano turni molto lunghi. Quando loro non c’erano c’era Clara.” Spiegò lei e io annuii.
 
“Beh è un piacere comunque!” le sorrisi nuovamente.
 
Passammo tutta la giornata a ridere e scherzare con Clara e poi andammo in camera di Santana.
 
“Allora.. come ti senti?”
 
Beh questa è facile..
 
“Libera..” dissi senza pensarci e lei mi guardò ridacchiando.
 
“Libera?”
 
“Già, non l’amavo più, ci stavamo tradendo. Finirla è stato liberatorio.” Annuii io mentre lei si sedeva sul letto e io facevo lo stesso.
 
“Posso farti una domanda?”
 
Lei annuì.
 
“Cosa succede tra te e Sebastian?”
 
Lei mi guardò e poi scosse la testa distogliendo lo sguardo.
 
“E’ una storia lunga..”
 
“Penso di aver tempo se hai voglia..”
 
“Okay..” disse lei sedendosi più comoda.
 
“E’ iniziato tutto l’anno scorso da quando lui si è trasferito dalla Dalton Accademy……………


“Ragazzi, salutate il nostro nuovo arrivato Sebastian Smythe.”
 
Alzai lo sguardo dal quaderno e riconobbi il ragazzo.
 
Tempo addietro ero andata allo “Scandal” con Blaine perché  pensava che così avrei potuto trovare qualcuna, io acconsentii solo per passare una serata diversa dal solito.
 
Non appena entrammo questo ragazzo ha iniziato a infastidire Blaine. Penso che avesse preso una cotta o qualcosa del genere. Ci provava spudoratamente Blaine più volte lo aveva respinto. Ad un certo punto si era avvicinato più aggressivamente e io e Blaine c’eravamo stancati. Eravamo andati li per divertirci ma lui ce lo rendeva impossibile. Così gli risposi che doveva smetterla perché tanto Blaine non si sarebbe mai abbassato a livelli tanto bassi da andare con lui.
 
Okay fu un commento davvero fuori luogo ma non ce la facevo più.
 
E non so come ma ordinai una birra e dopo aver bevuto ricordo solo che mi girava la testa e non capivo cosa stava accadendo. Ricordo solo che poco prima del buio totale Blaine mi afferrò chiedendomi cosa mi stesse succedendo.
 
Mi sono svegliata la mattina nel letto dell’ospedale di mio padre. Al mio fianco a stringermi la mano c’era mia madre da una parte e Quinn dall’altra. Mio padre parlava con Blaine agitando le mani e guardandomi di tanto in tanto per poi rientrare con dei fogli in mano.
 
“Ehi, papà.. che diavolo ci faccio qui?” chiesi.
 
“Ehi chica.. non ti sei sentita molto bene..”
 
“Ricordi? Eravamo allo Scandal.. e mi sei svenuta tra le braccia..” si avvicinò al letto Blaine. Io annuii.
 
“Beh ti abbiamo fatto dei test” riprese mia madre.


“Si avevo bevuto due birre mamma, non facciamone una tragedia.”
 
“Non abbiamo trovato solo dell’alcool. Quello sarebbe stato accettabile tesoro..”
 
“Cosa?” chiesi mettendomi a sedere incontrando lo sguardo di Quinn che mi strinse la mano.
 
“C’erano delle sostanze stupefacenti.” Disse secco mio padre mostrandomi le analisi.
 
Presi i fogli tra le mani e non riuscii a crederci. Alzai lo sguardo su mio padre.
 
“Sai che non è vero. Io non ho preso nulla. Non sono così stupida.. io.. non lo farei mai.. dios.. “
 
“Chica.. chica.. lo so, lo sappiamo. Pensiamo che qualcuno ti abbia messo qualcosa nella birra..” disse mio padre avvicinandosi e accarezzandomi la testa.
 
E scoppiai in lacrime.
 
La seconda volta che lo rividi fu perché i nostri Glee club si dovevano scontrare alle provinciali e entrambi volevamo fare Michael Jackson. Ci incontrammo in parcheggio. E iniziammo tutti a cantare. Alla fine. Mi ero ritrovata faccia a faccia con Sebastian. Questo aveva in pugno una granita. Ma non era semplice granita, c’erano sassi o robe del genere dentro. Fatto sta che mi sentii spingere da Blaine e fu colpito al mio posto da quella granita. In pieno volto. Ha rischiato di lasciarci un occhio.
 
Dopo quell’episodio, dopo essere rimasta in ospedale con Blaine per due giorni di seguito, decisi di andare a parlare una volta per tutte con Sebastian.
 
Il problema è che non fu civile. Rimanemmo io e lui faccia a faccia. E pensai a tutto tranne che a quello che accadde.
 
Lui semplicemente alzò la gamba all’altezza del mio ginocchio e mi tirò una pedata. Ho avuto una lesione presso che totale del crociato anteriore, il menisco ne ha risentito parecchio e ho avuto uno stiramento del popliteo.
 
Questo è successo due mesi fa. E ancora non mi sono ripresa. Per questo la coach mi ha messo alla piramide. Non sono in grado di tenere l’equilibrio. Beh in realtà si. Ma adesso grazie a Sebastian per la coach non sono in grado di farlo.”
 
“E non l’hai denunciato?” chiesi dopo qualche momento di silenzio.
 
Ero rimasta shoccata. Io avevo saputo tutta un’altra storia da Sebastian. Dove lui era semplicemente un eroe.
 
Ma adesso molte cose si collegavano. E mi sentii tremendamente in colpa.
 
“Non ci sono abbastanza prove. Eravamo da soli in quella stanza. Non abbiamo prove che sia stato lui a drogarmi e non abbiamo prove che dentro a quella granita ci fosse altro che semplice ghiaccio..” sospirò lei.
 
“Mi dispiace..” sussurrai io guardandola e lei scosse la testa non guardandomi.
 
“Non è certo colpa tua..” disse lei abbozzando un sorriso.
 
“Mi dispiace..” dissi posandole due dita sotto il mento facendole alzare lo sguardo su di me.
 
Notai una lacrima che le stava per scappare.
 
Le rigò lentamente il volto e io velocemente la raccolsi con le labbra.
 
Mi staccai dalla sua pelle lentamente incrociando nuovamente il suo sguardo. Mi guardò leggermente stranita per poi  alzare leggermente una mano e mi sistemò una ciocca di capelli dietro l’orecchio. Sorrisi leggermente e portai l’altra mano, quella che non era sotto il suo mento, all’altezza dell’orecchio e con il pollice le accarezzai lentamente lo zigomo.
 
Passai in rassegna ogni centimetro del suo viso. La sua fronte così liscia, le sue sopracciglia così perfettamente curate, i suoi occhi così profondi e scuri e allo stesso tempo caldi e limpidi, il suo naso perfetto, i suoi zigomi pronunciati, le sue guance morbide e arrossate, e la sua bocca.
 
Bramavo quelle labbra come non ne avevo bramate mai altre. Le avevo assaggiate una volta e le volevo riassaggiare e averle mie per tutta la vita.
 
Posai lentamente la fronte contro la sua e feci sfiorare i nostri nasi. Socchiusi lentamente gli occhi chiudendo le distanze posando le labbra sulle sue continuando ad accarezzarle lo zigomo. Lei portò le mani dietro la mia nuca e cominciò a muovere le labbra sulle mie con dolcezza ma allo stesso tempo passione.
 
Lentamente mi spinse a stendermi sul letto, cosa che feci immediatamente mentre lei si stendeva al mio fianco.
 
Portò una mano a cingermi il fianco e si portò su di me a cavalcioni senza mai staccare il contatto tra le nostre labbra.
 
Portai le mani sotto la sua maglia accarezzando la sua pelle calda mentre lei si occupava delle mie labbra e del mio collo.
 
Feci pressione sulla maglia e lei capì. Si staccò leggermente e se la lasciò sfilare tornando poi velocemente sulle mie labbra come se non ci fosse un domani.
 
Lentamente portò le mani sotto la mia maglia e la sfilò. Si fermò un secondo in rassegna del mio corpo semi nudo e tornò sulle mie labbra mentre io cercavo il gancio del reggiseno che trovai e velocemente levai.
 
Mi bloccai un secondo trovando quelle due meraviglie. Mi sollevai a sedere mantenendo lei a sedere a cavalcioni su si me. E chiusi le mani a coppa intorno a quei seni perfetti. Lentamente li massaggiai iniziando a baciarle il collo.
 
Lei si inarcò lasciando andare la testa all’indietro dandomi più libertà su quel collo caldo e liscio.
 
Percorsi tutto il collo lasciando anche dei piccoli morsi e appena arrivai ai seni mi buttai velocemente tra di essi spostandomi poi a baciare leggera il seno destro prendendo tra le labbra quel lembo di pelle più scura succhiandolo avidamente. Sentii le sue mani posarsi tra i miei capelli accarezzandoli mentre iniziava ad avere il fiato corto.
 
Feci pressione sul suo corpo e la feci stendere portandomi su di lei. Le levai la gonnellina dei cheerio e lei fece lo stesso con la mia.
 
Tornai sulle sue labbra dove la trovai ad aspettarmi con ansia.
 
Feci scivolare una mano verso la sua intimità accarezzandola da sopra lo slip sentendola già pronta ad accogliermi.
 
Le sfilai lo slip e la guardai un secondo in tutta la sua bellezza. Nuda sotto di me.
 
Mi iniziai a incamminare verso la sua intimità lasciando una sequenza di baci dal collo all’addome ma con mia sorpresa fui bloccata da un suo colpo di reni che mi fece stendere al suo fianco. Lei allungò le mani e mi slacciò il reggiseno togliendolo e trattando i miei seni come io avevo trattato i suoi. Poco dopo allungò le mani verso la mia intimità e tolse lentamente il mio slip.
 
Si stese portando una gamba tra le mie avendo così io una tra le sue e lentamente iniziò a strusciarsi sulla mia gamba facendo strusciare la sua sulla mia intimità bisognosa.
 
Iniziai a muovermi anche io prendendo subito il suo ritmo e nel giro di poco entrambe fummo colte da un orgasmo.
 
Lei si lasciò cadere su di me sudata e arrossata, come lo ero io, e mi lasciò un bacio nell’incavo del collo dove ci nascose il viso.
 
Ebbi una strana sensazione in quel momento. Quando i suoi occhi incrociarono i miei nel momento dell’apice del piacere di entrambe. Li aveva spalancati nei miei come io nei suoi. E capii che non era stato semplicemente sesso. Era stato amore. Era stato dolce da togliere il fiato.
 
Capii che di quella ragazza mi ero innamorata la prima volta che l’avevo vista.
 
Mi allungai per prendere le coperte e coprirci un minimo e la strinsi a me accarezzandole con i polpastrelli a schiena nuda.
 
Non c’era bisogno di dire niente in quel momento. Il silenzio parlava per noi come i gemiti reciprochi avevano parlato poco prima.
 
Lei poi si spostò leggermente da sopra di me mettendosi al mio fianco posando la testa sulla mia spalla e io mi voltai lasciandole un bacio sulla fronte e lei alzò il volto guardandomi. Sorrisi.
 
E senza pensarsi mi abbassai leggermente e le baciai le labbra con una dolcezza disarmante.
 
“Se hai bisogno di stare da qualche parte puoi stare qui. Abbiamo la camera degli ospiti..” mi sussurrò e sorrisi.
 
“Così mi manderesti in camera degli ospiti eh?!” scherzai io e lei ridacchio.
 
“Beh sai.. almeno per la tua roba!” mi rispose e ridacchiai e poi ci pensai..
 
La mia roba, cazzo.
 
Era tutta a casa e la non volevo metterci più piede.
 
“Si beh, probabilmente non ho nessun tipo di roba. E’ tutto a casa e non ho voglia di metterci piede..”
 
Lei rimase in silenzio e mi baciò.
 
“Troveremo una soluzione intanto riposati..” mi sussurrò mentre sbadigliai.
 
Guardai l’ora sull’orologio digitale sul comodino.
 
“Ma sono le 5 e mezzo di pomeriggio.” Dissi sbadigliando nuovamente.
 
“Ma sei stanca! Cosa c’entra l’ora!” disse lei stringendomi.
 
Così mugugnai qualcosa che poteva somigliare a un “okay” e mi addormentai.
 

Franci' corner:

Ed ecco anche il 4! Fatemi sapere un po'  :) Scusate gli eventuali errori!
  
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