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Autore: Persephone Lupin    17/10/2012    1 recensioni
Quando Severus Snape torna a casa dopo una missione per il suo Signore, diventa testimone di un segreto che sconvolgerà il suo mondo. AU
Genere: Angst, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Albus Silente, Severus Piton, Voldemort
Note: AU, Traduzione | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Capitolo 5. SOS

(S.O.S.)




 

Il brontolio del suo stomaco lo svegliò tardi la mattina seguente. Il delizioso profumo di cannella e vaniglia gli solleticava il naso. Lentamente, Severus aprì gli occhi. Ancora la stessa stanza. La stessa immagine sopra il letto, ma il mare ora era calmo e gabbiani fluttuavano sulle onde briose. Non c'era nessuno nella stanza oltre a lui, ma un vassoio con del fragrante, cremoso porridge era stato posato sul comodino. Insieme con l’usuale tazza di infuso di salvia e tè. Si mise a sedere e afferrò quel piatto irresistibile. Il sapore era ancora meglio del profumo. Non ricordava di aver mai mangiato qualcosa di così gustoso.

Poteva sentire mormorii sommessi provenire dalla sala adiacente. Era la voce del preside? Sì, ne era convinto. Identificò un’altra voce, femminile, come quella della professoressa McGonagall. Ma c’erano altre voci, voci che non riusciva a riconoscere. Il basso ronzio e la calda sensazione di sazietà nel suo stomaco gli fecero tornare il sonno. Si assopì su una nuvola di vaniglia e cannella.

Nel frattempo, la discussione nell'ufficio del preside aveva preso su una nota più aspra. Alastor Moody, rinomato veterano degli Auror, e Sirius Black, uno dei membri più giovani dell'Ordine della Fenice, erano in piedi e stavano animatamente cercando di distogliere Dumbledore dal piano che questi aveva appena delineato.

«Lui stesso ha ammesso di aver contribuito alla tortura e all'omicidio di almeno mezza dozzina di Babbani innocenti, per non parlare dei tre Auror del Ministero e delle loro famiglie! Come puoi anche solo pensare di lasciare libero quel maledetto Mangiamorte, Albus?»

«Non ho mai detto che l’avrei lasciato libero, Alastor. Ho solo chiesto di prendere in considerazione la possibilità di offrire al signor Snape una seconda possibilità a condizione che questi lavori per noi come spia. Dato che può rispondere alle rimanenti domande in modo soddisfacente ed è disposto a schierarsi al nostro fianco e pronunciare il giuramento. E questo è quanto.»

«Ammetteresti l’untuoso bastardo nell'Ordine? É un maledetto, viscido, infido Serpeverde! Ci venderebbe al suo dannato padrone appena lascia questo posto!» Sirius sbuffò, tremante di frustrazione.

«Siediti e datti una calmata, amico. Sul serio!»  James Potter aveva messo una mano sulla spalla del suo migliore amico e, con fermezza, lo costrinse nuovamente sulla sua sedia. « Albus non farebbe mai qualcosa di avventato o pericoloso. Lo sai. E noi abbiamo veramente bisogno di una spia tra le fila di Voldemort. Non siamo stati in grado di prevenire una singola incursione finora, salvare una sola vita, a dispetto di tutto il sudore e il lavoro che abbiamo riversato nell’Ordine. Voldemort ci batte in astuzia da anni. La cerchia interna dei Mangiamorte. Pensaci! Una spia potrebbe fare la differenza, potrebbe darci un vantaggio, per una volta, non capisci?»

«Ma perché tra tutti proprio Snivellus? Ti fideresti di lui?»

«No… ma mi fido di Albus Dumbledore, e se lui si fida del ragazzo...»

«Se sei stato un assassino, sarai sempre un assassino. Questo è quello che dico io» brontolò Alastor, il cui occhio magico ruotò pericolosamente nella sua sede.

«Non ho mai detto che mi fido del giovane signor Snape. Ma ho scoperto un paio di cose sul ragazzo che mi hanno portato a chiedermi se avesse mai avuto una scelta. Deve ancora guadagnarsi la nostra fiducia, ma sono pronto a dargli un’occasione, una seconda possibilità. E oserei dire che lui la accetterà». C'era convinzione nella voce di Dumbledore.

«E se tu lo lasci andare e lui uccide ancora? Quelle morti sarebbero sulla nostra coscienza!»

«Alastor, sono sicuro che Severus non farebbe mai una cosa del genere. Non ho mai visto nessuno così pieno di sensi di colpa e rimorso, come questo giovane. Ha persino chiesto il Bacio del Dissennatore.»

«Avrei volentieri soddisfatto la sua richiesta. Questo è ciò che un Mangiamorte merita, rimorso o no. Non riuscirai a persuadermi, Albus!»

«Non ne ho intenzione, Alastor. Ma per quanto riguarda gli altri? Minerva è con me, lo so. James?»

«Se mi dai la certezza che non verrà messo a parte di tutte le informazioni essenziali sull'Ordine della Fenice, io sono per una seconda possibilità.»

«Non una parola sull'Ordine uscirà dalle mie labbra. E tu Alice?  Frank?» Dumbledore sorrise ai neo coniugi Longbottom.

«Seconda possibilità». La risposta arrivò in sincrono.

«Emmeline? Dedalus? Elphias? Remus?»

I maghi annuirono il loro consenso.

«E tu, Sirius?»

«Dannazione, no!» il mago ruggì, ancora sconvolto. «Lasciare libera la feccia dell’umanità?! Non dirai sul serio!»

«Oh no, sono serissimo invece.»[1] Dumbledore si sforzò di sorridere. Poi, rivolgendosi agli altri membri del gruppo più centrale dell'Ordine, continuò: «Quindi siamo nove contro due per una seconda possibilità, se ho detto bene. Vi informerò circa l'esito delle mie ulteriori trattative con il signor Snape il più presto possibile, allora. Siete certamente consapevoli della delicatezza della situazione, per cui non fatene parola con nessuno. Nemmeno con Lily o Peter.» C’era un leggero ammonimento nella voce del Preside mentre il suo sguardo incrociava gli occhi del noto trio composto da James Potter, Sirius Black e Remus Lupin.

«Abbiamo le labbra cucite» assicurò James, e Remus annuì. Ma Sirius era ancora schiumante di rabbia. Quando ebbero lasciato l'ufficio del Preside, affrontò il suo migliore amico.

«C’è stato un tempo in cui non ci avresti pensato due volte a lanciare quel pezzo di merda piagnucolante in pasto ai Dissennatori! Sei cambiato, James, sei cambiato molto da quando hai sposato Lily.»

«Allora è arrivato il momento che ti trovi una moglie, amico, se questo è ciò che comporta!» James ridacchiò e diede una calorosa pacca sulla spalla al suo amico scontento. «Ci sono molte belle ragazze là fuori che ti aspettano, mio vecchio Felpato, acchiappane una e inizia una dinastia!»

«Il problema è che ce ne sono troppe. Non posso sceglierne solo una e spezzare il cuore a tutte le altre!» Sirius fece un largo sorriso. Non poteva restare arrabbiato a lungo con il suo amico. «E la Potterdinastia, a proposito?»

«Ci stiamo lavorando.» Un sorriso sognante si impose sull’espressione di James. «Tu sarai il primo a saperlo, promesso.»



Camminava lungo una bella spiaggia. L'oceano giaceva calmo e scintillante sotto la luce del sole. Una leggera brezza accarezzava il suo viso e lasciava deboli tracce di sale sulle sue labbra. Il paesaggio sembrava in qualche modo familiare, ma era sicuro di non essere mai stato lì prima di allora. Stormi di gabbiani volavano in circolo nell’aria o fluttuavano sulle acque d'argento. Vagò per un po’, assaporando la pace e la quiete del luogo. Improvvisamente, un'ombra scura si allungò sulla terra. Nuvole nere si addensavano, oscurando in fretta il sole e l'azzurro del cielo. I gabbiani gridarono e scomparvero. Un vento freddo colpì Severus in faccia, ma lui non poteva voltarsi e correre in cerca di un rifugio. Era pietrificato sul posto, respirava pesantemente affrontando la tempesta e fissando il mare in orrore. Le allegre onde blu si erano trasformate in plumbee pareti d'acqua schiumante che avanzavano verso di lui inevitabilmente. Tra l'ululato della tempesta, udì una voce fredda e minacciosa: «Non puoi scappare da me, Ssseverusss! Tu sei mio, la mia creatura, legata al buio. Tu porti il mio Marchio. Non ti lascerò mai andare!»  E con queste parole, le onde si ripiegarono su di lui. Severus lottò per la sua vita contro l’assalto furibondo di acqua e tempesta, lottando per un singolo, rantolante respiro.

« Aiuto!»  gridò disperatamente allungando la mano. Con sua grande sorpresa, essa si scontrò con qualcosa di tiepido e vivo. Si aggrappò a quel qualcosa con tutte le sue forze. La tempesta lo percuoteva, gli schiaffeggiava il volto. Ma ora c’era un'altra voce, in un primo momento appena udibile attraverso la tempesta assordante, ma poi sempre più forte e insistente.

«Severus, svegliati! É solo un brutto sogno! Severus!» Albus Dumbledore aveva cercato di svegliare il giovane che si dibatteva e scalciava selvaggiamente, arrivando a scuoterlo e schiaffeggiarlo gentilmente, ma senza alcun risultato. Sembrava essere imprigionato in un incubo terribile, la sua mano stringeva convulsamente la coscia di Albus nel sonno agitato.

«Severus!» Infine, le palpebre con la lunghe ciglia nere del ragazzo cominciarono a muoversi e Severus aprì gli occhi colmi di panico.

«Aiutami, Preside» sussurrò, il terribile sogno ancora persistente nella sua mente, «sto affogando.»





Note alla traduzione.

1."Let that human filth go free? You can't be serious!"
"No, I'm Albus."


Qui c’era il gioco di parole serious-Sirius che, ovviamente non potevo mantenere in italiano. Quindi ho dovuto modificare la battuta di Albus. In italiano non è granchè, ma...

 
  
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