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Autore: Rik Bisini    30/04/2007    1 recensioni
Questa storia si è classificata seconda al quarto contest di Acciofanfiction.
È fortemente raccomandata a chi ha già letto "In guerra e tra le pozioni".
Trama: Il Cappello Parlante assegna i nuovi studenti ad Hogwarts a seconda delle qualità che vede in loro.
Qualcuno non intuisce subito quale talento il Cappello abbia deciso di valorizzare o quale aspettativa riponga in lui.
Ma tutti, prima o poi, scoprono che chiarezza cosa era stato visto in loro e che significato abbia la loro collocazione in una Casa.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Cedric Diggory, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Extolle Memento

Un gruppo di ragazzi passeggiava sulla riva del lago, su cui si specchiava nitido il castello di Hogwarts. I primi giorni di primavera non erano particolarmente miti ed i ragazzi, che chiaramente avevano deciso di fare una passeggiata al sole, indossavano ancora le sciarpe e qualche berretto. Sciarpe azzurre e ocra, che richiamano i colori della Casa di Corvonero.
Maria riconobbe anche due dei componenti di quel gruppo di sei o sette studenti, erano i fratelli Laugharne. Sandy in testa al gruppo e Lawrence alle sue spalle, intento in una conversazione con una ragazza dai capelli lunghi neri ed un cappello di lana.
Maria guardò alla sua sinistra. Vicky e Cedric, due metri più in là, stavano eseguendo a turno alcuni movimenti con le bacchette, seduti su una coperta poggiata sull'erba. David e Grace erano dietro a loro. Il ragazzo, impegnato nella lettura di un libro, era tanto concentrato che rimaneva completamente immobile, al punto che si coglieva a stento il movimento degli occhi. L'altra si stuzzicava il lobo dell'orecchio.
« C'è il tuo amico, Cedric. » annunciò Maria.
Cedric guardò perplesso verso i Corvonero, poi fece un sorriso sarcastico a Maria, ma agitò il braccio per salutare in direzione di Lawrence.
Il ragazzo lo vide e rispose con il medesimo gesto. Disse qualcosa rivolto alla ragazza con il berretto e poi una frase alla sorella, quindi si staccò dal gruppo assieme alla bruna.
Maria non cambiò espressione, ma seguì tutto questo senza riprendere la lettura di "Incantesimi complessi per principianti".
Lawrence e l'altra ragazza si fermarono di fronte a Cedric.
« Buongiorno, Cedric. » esordì Lawrence.
« Ciao, Lawrence, » gli fece eco Cedric, « oggi lo è senz'altro. Con questa giornata limpida, noi ci siamo messi a studiare insieme qui fuori ».
Lawrence spostò lo sguardo su Vicky.
« E lei, studia con voi? » domandò.
Vicky lanciò un'occhiataccia al Corvonero. Cedric annuì.
« Qualcosa che non può assolutamente essere meritevole di punti per Grifondoro? » insisté.
Cedric scosse la testa.
« Non riesco proprio a pensare ai punti, » confessò, « riesco piuttosto bene in Trasfigurazione. Così ripassavo insieme a Vicky. Penso comunque le se avrà note positive da un insegnante sarà per merito suo, prima che per qualsiasi aiuto di altri ».
Vicky guardava Lawrence con aperto disprezzo.
« Benissimo. » replicò intanto il ragazzo di Corvonero. Indicò la sua compagna di Casa. « Lei è Katie. È al primo anno e vorrebbe esercitarsi in Trasfigurazione con voi. Katie, questi sono Cedric e Victoria Frobisher, se non sbaglio. Quella bionda che ci guarda con alterigia è Maria Krims. Non conosco gli altri ».
Vicky cercò Maria con uno sguardo stupito, la ragazza ricambiò lo sguardo senza mutare espressione e accennando a stringersi le spalle.
« David Sherman. » completò Cedric, « E Grace Madley. Ma perché esercitarsi in Trasfigurazione con noi? Sono certo che ci sono ottimi studenti anche al primo anno di Corvonero ».
Lawrence strofinò le labbra fra di loro per un istante.
« È vero, Cedric, » confermò Lawrence, « Katie è una di questi. Anzi è la migliore del suo corso. Ma non per questo la McGranitt ha assegnato venticinque punti alla Casa di Corvonero in una sola ora. Invece li ha assegnati a Tassorosso, per meriti tuoi, non più di una settimana fa ».
Cedric sorrise.
« D'accordo, » convenne, « Katie sei la benvenuta. Lawrence, grazie per la tua stima ».
« È stata Krims » replicò Lawrence, « ad insegnarmi a dare credito alle voci. E da te ho imparato ad ascoltarle ».

Katie attendeva sola, in piedi vicino all'enorme scalinata. Il suo viso si illuminò quando Maria, Cedric e Grace uscirono dalla Sala Grande, dopo il pranzo. Con veloci passi raggiunse il terzetto e salutò con un veloce cenno della mano le ragazze.
« Cedric, ciao. » esordì. « Hai deciso un giorno per il ripasso di Trasfigurazione prima dell'esame? Io oggi non ho in programma altro studio ».
Cedric le rivolse un tiepido sorriso.
« Mi dispiace Katie, oggi noi tre, Alan e Vicky abbiamo altro in programma. Un esercizio per Incantesimi. Non possiamo spostarlo perché abbiamo chiesto un'aula apposta alla professoressa Sprite. Ma puoi venire con noi, se ti va ».
« Di che si tratta? » domandò la Corvonero curiosa. Nel frattempo i quattro avevano iniziato a salire la scalinata.
« Maria ha un libro particolare. » spiegò Cedric, « Ci sono le versioni semplificate di alcuni incantesimi. Grace ne ha letta una e abbiamo deciso di provarla insieme, secondo lei è particolarmente indicata per il ripasso dei movimenti più richiesti all'esame ».
« Che genere di incantesimo? » chiese Katie.
« La formula è "Extolle Memento". » rispose Cedric, « Se ben eseguita crea un ricordo. Una sottile striscia di una sostanza che contiene qualcosa che hai visto. L'incantesimo vero ti consente di scegliere un ricordo preciso, questo dovrebbe creare un ricordo di qualcosa accaduto da poco o vissuto in modo molto intenso ».
Raggiunsero una porta al primo piano e la aprirono. Alan li attendeva accanto alla cattedra, dove era stato posto un largo vaso di vetro. Salutò il gruppo e tutti presero una sedia e si disposero attorno alla cattedra. Vicky entrò trafelata.
« Scusate. » esordì, « Dovevo a tutti i costi mandare una lettera a zia Norma. Se non le scrivevo subito di riservarmi uno dei piccoli della sua civetta, li avrebbe venduti. Mamma mi aveva detto che potevo tenere un gufo mio se superavo l'esame, ma zia Norma non poteva aspettare tanto. Zia alleva gufi per la consegna della posta, sapete? Speriamo che l'esame mi vada bene, altrimenti dovrò rinunciare alla civetta. Potrei affidarla a mio zio Omar e farmela ridare l'anno seguente ».
« Gli esami ti andranno bene. » la confortò Cedric, « Non preoccuparti. Siamo pronti. Cominciamo? »
Quasi tutti annuirono. Vicky prese una sedia e si accomodò accanto a Maria, che teneva aperto di fronte a sé "Incantesimi complessi per principianti".
Maria posò la bacchetta sulla cattedra. Ne spinse un estremità facendo oscillare l'altra, mentre leggeva, poi annuì anche lei. Eseguì alcuni movimenti di polso circolari, verso la sua fronte. Poi eseguì più volte una piccola spirale accanto al suo orecchio sinistro. Infine punto la bacchetta alla tempia destra. « Extolle Memento. » recitò.
Un sottile filamento apparve dal suo capo, attaccato alla punta della bacchetta. Lentamente emerse dalla tempia di Maria. La ragazza agitò il polso con una botta secca e il filamento rimase unito solo alla bacchetta. Maria allungò il braccio facendo scivolare il suo ricordo nel vaso. Picchiò tre volte con la bacchetta sull'orlo del vaso ed il ricordo cadde, riempiendo il vaso come una sostanza né liquida, né solida.
« Complimenti! » esclamò Grace. « A vedere te sembra facilissimo. Proviamo tutti, allora ».

L'Extolle Mementum non era affatto un incantesimo semplice, come apparve chiaro poco dopo. Grace riusciva sempre a creare il filamento che partiva dalla punta della bacchetta, ma a pochi centimetri dalla sua tempia il filo si frantumava.
Cedric provò una volta senza ottenere risultati. Il suo secondo tentativo invece ebbe come risultato un sottilissimo ricordo. Misurando anche il respiro, per non far spezzare il sottile filo, impiegò quasi cinque minuti prima di unire la sua memoria a quella di Maria.
Katie tentò una volta con convinzione. Poi vide Cedric e perse completamente la concentrazione, facendo fatica a trattenere le risate agli sforzi del ragazzo. Quando la Corvonero intercettò una delle numerose occhiate omicide rivoltele da Vicky, capì che doveva contenersi meglio.
La Grifondoro iniziò la prova con determinazione, quindi fu distratta dalle risate soffocate di Katie. Dopo venti minuti, anch'ella produsse un esile e breve filamento.
Alan gettò la bacchetta dopo dieci minuti, senza che l'incantesimo avesse prodotto il minimo effetto. Dopo mezz'ora, mentre i ricordi si agitavano nel vaso fumosi, anche Grace si arrese.
« Potremmo riprovare. » suggerì, « Per me è stato utile. Ho capito quale movimento devo ripassare ».
« Forse sbagli la posizione delle spalle. » commentò Maria.
« Che cosa facciamo dei ricordi? » chiese Vicky, « Li vediamo? »
Maria e Cedric si guardarono l'un l'altro.
« In effetti » considerò il ragazzo, « per essere certi che l'incantesimo ha funzionato correttamente, dovremmo vedere i ricordi. Ma ormai sono mischiati ».
« Dovevamo pensarci. » recriminò Vicky, « Però non è un problema per me se qualcuno di voi vede un mio ricordo. Siamo tutti amici, più o meno. » E guardò Katie con intenzione.
« Io non mi sentirei a mio agio » protestò Grace, « guardando un ricordo di un altro. Certo se dovesse valere per tutti, sarebbe diverso ».
« Per guardare ciascuno un ricordo degli altri » osservò Katie, « si può stringere un patto tra di noi, di non rivelarne mai il contenuto. Diventeremo una specie di confraternita. » Sorrise.
« Ma non tutti noi hanno un ricordo da mostrare. » puntualizzò Alan cupo.
« Sentite la mia proposta. » intervenne Grace, « I ricordi li guardano coloro che hanno completato l'incantesimo. Cedric, Maria e Vicky. Poi ci racconteranno il contenuto di ognuno di essi seguendo i desideri del proprietario, ma in modo di chiarire se l'incantesimo è riuscito o no ».
Cedric annuì con un sorriso. Maria gli rivolse uno sguardo condiscendente.
« D'accordo. Mi sta bene. » concluse Vicky.
Rimasero solo in tre. Con al centro del tavolo i ricordi fluttuanti, fumo e liquido insieme.
« Cominciamo. » propose Vicky.
« D'accordo. » convenne Cedric.
Maria annuì semplicemente. Uno dopo l'altro i tre si avvicinarono ai ricordi e vi piovvero dentro.

La stanza si popolo di nuovo di persone. Cedric e Maria faticarono a capire che cosa fosse successo, finché non riconobbero loro stessi accanto alla cattedra e Vicky, in piedi accanto alla porta cominciò a spiegare trafelata il motivo del suo ritardo.
Mentre il suo ricordo raccontava della zia Norma e della civetta che le era destinata come premio per gli esami, la Vicky del presente osservò « Siamo tutti insieme. Di chi è questo ricordo? »
« È cominciato nel momento stesso in cui tu hai iniziato a parlare » puntalizzò Maria, « credo che sia tuo ».
Cedric annuì. « È un'ipotesi plausibile. Se io ricordassi l'incontro di oggi, probabilmente la mia memoria partirebbe da quando abbiamo incontrato Katie. Tu invece fino a poco prima stavi pensando alla lettera a tua zia ».
Come a conferma delle parole di Cedric, al termine del discorso di Vicky la luce della stanza scomparve ed il ricordo si dileguò.

Vicky si pizzicò una guancia.
« Non è stato un vero ricordo. » osservò con disappunto.
« Non è vero. » la confortò Cedric, « Anche se abbiamo visto qualcosa che risale a pochi minuti fa, sempre di un ricordo si tratta ».
« È anche probabile che nessuno di noi abbia ricordato nulla di diverso » commentò Maria impassibile, « siamo pur sempre ad un primo tentativo ».
« Non resta che verificarlo. » suggerì Cedric.
I tre si immersero nel successivo ricordo.

Un lungo corridoio in pietra era illuminato dalla luce di elaborati lampadari di ferro e cristallo che pendavano dall'alto soffitto. Vicky si guardava attorno interessata, girando lentamente il capo per cogliere ogni dettaglio del luogo. Cedric invece guardava con attenzione un arazzo alla parete, in cui sfilava un corteo di maghi e streghe ad accompagnare una coppia di sposi. Maria aveva gli occhi puntati sulla porta più vicina dove una bambina bionda di circa otto anni attendeva assieme ad un uomo alto e magro, dai capelli grigi.
« Coraggio, bambina mia, » la invitò l'uomo, « vai e non temere. Io sarò da te stasera ».
« Dove siamo? » chiese Vicky.
« Casa Wenlock. » spiegò Maria. « Il giorno del mio arrivo. Il lunedì successivo al funerale di nonna ».
« Quelli siete tu e tuo padre, allora. » indovinò Cedric.
Maria annuì, mentre la bambina del ricordo allungava la mano verso la maniglia e bussava timidamente alla porta, che si aprì subito rivelando un ampia stanza. Maria camminò decisa in direzione della porta, Cedric e Vicky la seguirono in silenzio.
Maria seguì la se stessa di tre anni prima all'interno della stanza, entrarono entrambe senza voltarsi a vedere il padre che si allontanava con silenziosi passi. Cedric e Vicky le seguirono in fila indiana per attraversare la soglia, mentre la porta si chiudeva.
Accanto alla porta stava una giovane di circa venticinque anni, dagli occhi azzurri e i lunghi capelli neri.
« Ciao Maria. » disse la donna con un timido sorriso, « Non restare qui sulla porta, sediamoci ».
Le fece strada nell'ampio salone in cui si trovavano. Puntati su di loro c'erano almeno una trentina di occhi, la gran parte provenienti da ritratti appesi alle pareti, in cornici d'argento o d'oro. Un solo paio di quegli occhi non apparteneva ai ritratti.
Erano gli occhi di una bambina di quattro anni, due occhi che seguivano con meraviglia e sospetto ogni passo di Maria, due occhi nocciola sopra un paio di alti zigomi ed ai lati di uno stretto naso. Un volto assolutamente identico a quello della donna.
La piccola Maria fu guidata dalla donna ad una poltrona vicino all'enorme caminetto, in cui sarebbero potute entrare almeno tre persone in piedi. La fiamma era spenta. La Maria bambina sedette alla poltrona davanti alla donna, che prese posto accanto a lei. La bambina più piccola sedeva ad una poltrona simile di fronte a loro.
« Io sono Raquel. » si presentò la donna, « Come tuo padre ti ha detto, da oggi vivrai qui assieme a noi. Pensiamo che sia meglio per te vivere in una famiglia, non puoi rimanere da sola. E come vedi in questa casa lo spazio non manca. Ci sono alcune regole che seguiamo per vivere insieme, ma sono certa che ti abituerai facilmente ».
Maria, quella che era entrata nel suo ricordo, si avvicinò lentamente al caminetto. Vicky e Cedric rimasero incerti al centro del salone.
« Ad ogni modo, » proseguì Raquel, « puoi contare sul mio aiuto e su quello di mio marito Ben. E naturalmente anche Cordelia vuole che tu stia bene con noi ».
« Raquel cara, » sussurrò la Maria più grande, che si era messa alle spalle della se stessa del ricordo e, apparentemente dimentica di altro, commentava più per se stessa che per i suoi amici, « quanto poco conosci quel mostro di tua figlia ».
« Molte dziękuję, signora Bigler. » disse con voce limpida la Maria più piccola.
« Madre, » osservò scandalizzata l'altra bambina, « non conosce l'inglese! »
« Certo che sapevo l'inglese, Cora. » intervenne Maria, rivolta alla bambina nel ricordo, « Ma mio padre qualche parola di polacco la capisce e io le usavo tranquillamente ».
« Non lo parla sempre, Cora, » replicò Raquel in direzione della figlia, « ma so che è molto brava. Aspettatemi un istante, vedo se è pronta la cena. Cora metti Maria a suo agio, lei è di casa ormai ».
Mentre la donna si alzava, la più grande delle due Maria commentò con freddezza.
« Mettimi a mio agio, Cora, come sempre. Come per i primi due anni in cui abbiamo vissuto insieme, in cui mi hai preso in giro ogni volta che dicevo una parola in polacco o sbagliavo un accento. Come la prima volta che abbiamo passato le vacanze nel castello di mia nonna, quando prendesti le mie foto magiche con lei per farle trovare alla signora Collins. Per tua sfortuna, fu Raquel a trovarle e ancora mi chiedo perché non ha voluto capire che eri stata tu e punirti. O come quando cercavi di dimostrare che io volevo violare le regole di tua madre, come se mia nonna non mi avesse imposto regole ben più ferree ».
« Maria. » la chiamò con delicatezza Cedric.
La ragazza si scosse e si voltò verso gli altri due. In viso aveva un leggero rossore.
« Scusate, » disse mesta, « non capisco perché questo ricordo mi abbia turbato tanto ».
« Immagino che sia più che naturale. » la confortò Cedric, « Tutti dovremmo avere una famiglia in cui essere accolti ».
Le due bambine erano rimaste per minuti in silenzio. Fu Maria a romperlo con una domanda.
« Dov'è tuo ojciec... padre? »
Cora scoppiò in una risata cristallina, poi guardò la piccola Maria con un'espressione furba. « È all'estero, a lavorare. Si occupa di maledizioni rare e piante pericolose nel centro Africa. Se non capisci di che cosa ti sto parlando, dillo pure ».
La Maria seduta sulla poltrona non batté ciglio.
« Sei molto cortese. » replicò con la medesima furbizia nello sguardo, « Cercherò di ricordarmelo, se mai tu dicessi qualcosa che io non possa capire da sola ».
La luce nella stanza svaniva lentamente. Il ricordo di Maria era terminato.

I tre studenti, chinati sulla bacinella di metallo al centro del tavolo, si guardarono un istante.
Cedric commentò per tutti loro. « Questo ricordo è molto nitido e vecchio di alcuni anni. Rimane solo il mio, vediamo se ho fatto meglio di Maria ».

Si trovavano all'esterno ed un familiare castello incombeva su di loro.
« Hogwarts. » sottilineò inutilmente Cedric, guardando verso le alte torri. « Credo che sia questo autunno, dove siamo noi? »
Vicky indicò due file di ragazzi sul prato.
« Oh, » disse Cedric con un sorriso sghembo, « deve essere la mia prima lezione di volo. Avviciniamoci ».
I tre riconobbero immediatamente le immagini di Cedric e Maria nel ricordo, di pochi mesi più giovani. « Cedric, sei cresciuto di diversi centimetri da allora. » osservò Vicky.
Anche Maria annuì notando la differenza. E per la prima volta notò anche che il ragazzo aveva raggiunto in altezza la Grifondoro.
Nel frattempo entrambi i loro stessi del ricordo avevano preso le scope e stavano per alzarsi in aria. Maria fluttuò dolcemente, mentre Cedric si teneva per aria a stento.
« Non credo di essere portato per il volo. » Osservò Cedric.
« Sciocchezze. » sentenziò Vicky, « Il tuo problema è che sei già troppo alto per le scope della scuola. Anche io ho avuto problemi alla prima lezione di volo. Mio zio Ulysse costruisce scope. A dire il vero incanta oggetti in legno di ogni tipo, le scope non sono la sua specialità. Ma mi aveva già avvisato che avrei dovuto accorciare molto l'impugnatura ».
« Davvero? » chiese entusiasta Cedric, « Allora devo decidermi a provare seriamente il Quidditch! »
« Ma certo! » convenne Vicky, « Anche io sto cercando qualcuno con cui imparare a giocare. Certo ci vorrebbe un posto adatto... »
Si interruppe vedendo che la scopa della memoria di Cedric era finita quasi addosso alla Maria del ricordo. I Corvonero, prima fra tutti la bambina nera dai capelli crespi di fronte a Maria, ridacchiavano. Poi Cedric, invece di prendere la scopa che Maria gli porgeva, rise. E attorno a lui Tassorosso e Corvonero si unirono in un coro di risate.
Maria, quella del ricordo, rimaneva attonita. Maria, quella che guardava il ricordo, scoppiò a ridere.
Rise di cuore per alcuni secondi. Come non le accadeva da anni.
« Che ti succede? » domandò Vicky allarmata.
« Sono così buffo? » chiese Cedric stupito.
« Va tutto bene. » spiegò Maria, « Ho solo capito che dovevo ridere. Con quella risata Cedric ha trasformato un errore che poteva sottolineare la competizione tre le Case in uno sbaglio di cui divertirsi assieme. Ha trasformato la rivalità in armonia. Quel giorno mi ero persa l'occasione di farne parte ».
Cedric e Vicky si guardarono meravigliati, i ragazzi del ricordo continuavano a ridere. Frattanto Maria enumerava tra sé quante volte, in quei pochi mesi, Cedric si era comportato in modo da avvicinare le persone tra di loro.
Aveva chiesto a lei aiuto per Grace. Aveva chiesto a Vicky aiuto per lei. Aveva fatto lavorare allo stesso incantesimo Alan e Lawrence. Aveva acconsentito a studiare assieme a Katie. Aveva compreso subito quanto Maria sentisse ingiusto vivere in una casa in cui non era accolta da tutti.
« Cedric, è quello che fai sempre. » osservò Maria.
Cedric guardò Maria perplesso ed imbarazzato.
« Ha ragione. Lo fai. » confermò Vicky con un sorriso.
Cedric sorrise condiscendente, ma non aggiunse nulla.
« Cedric, Vicky, » riprese Maria, « sono veramente contenta che voi siate miei amici. Contenta che il Cappello mi abbia smistata a Tassorosso. E finalmente ho capito anche perché. Avete visto il mio ricordo, io non ho mai potuto imparare a vivere in armonia ».
Tornò seria.
« Voglio approfondire questo insegnamento. » annunciò, « Pertanto inviterò tutti al castello di mia nonna questa estate. Che ne pensate? Secondo me si può anche giocare a Quidditch nel parco, basta non farsi vedere dalla signora Collins ».
Cedric e Vicky si scambiarono un'occhiata sorpresa.
« Mi sembra un ottimo programma. » giudicò Vicky.
Cedric annuì.
Sulla Hogwarts che i tre ragazzi vedevo in quel ricordo calava il buio, mentre Maria si sentiva come mai impaziente di calarsi nel presente.

   
 
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