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Autore: LadyMoody    17/10/2012    2 recensioni
Non ebbi nemmeno il tempo di fare due passi che un ragazzo e un cappuccino mi caddero addosso, sulla maglia bianca. Il ragazzo, probabilmente non sapendo dove appoggiarsi per non finire per terra, si attaccò alle mie spalle. Indovinate dove finì la sua testa?!
Si alzò e si staccò subito, cercò di ricomporsi. Io rimasi impassibile tutto il tempo.
Non lo guardai nemmeno in faccia, ero troppo impegnata a imprecare mentalmente per la mia maglia.
Mi sarei aspettata uno sfigato, dato che costui si ritrovava a far finta di cadere pur di mettere la testa tra tette delle ragazze, perché si, secondo me aveva solo fatto finta di cadere, per terra non c'era un cazzo su cui inciampare. E, Ammenochè non avesse inciampato come un'imbecille tra i suoi piedi, aveva solo fatto finta.
Alzai lo sguardo, era Harry Styles. Cazzo.
-Mi dispiace moltissimo- disse subito. Purtroppo però, non aveva l'espressione per niente dispiaciuta, stava trattenendo le risate. I suoi amici sghignazzavano. Li guardai, li riconobbi. Erano il resto degli One Direction, Eleanor e altri due ragazzi a me sconosciuti.
Genere: Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La serata passò in fretta: Hannah mi fece conoscere sua sorella e sua nipote, con le quali mi trovavo davvero molto bene. Selene, sua nipote, aveva un anno in più a me e aveva da pochi mesi finito la scuola, avrebbe iniziato l'università a Novembre. Aveva gli occhi cerulei e i capelli castani, era alta, magra e abbastanza socievole. Avevamo passato la serata a parlare di Londra e della sua magnificenza. Mi aveva spiegato che ci trovavamo molto più vicine dal centro di Londra di quanto avessi potuto pensare.
Mi aveva invitato a prendere un frappé nella mattina seguente.


Mi svegliai quando era ancora buio. Non riuscivo a dormire bene, forse perché mi mancava il mio materasso di lattice, mi trovavo sempre male nei letti che non erano di lattice. Mi alzai subito e mi misi a sedere sul letto, caddi in un pensiero profondo riguardante la mia famiglia, avevo promesso di chiamare mia madre quella mattina e così avrei fatto dopo qualche ora. Mi mancavano già tutti. Avrei resistito per un anno lontano da loro? Sicuramente in poco tempo sarei riuscita ad abituarmi alla loro lontananza, forse ci avrei messo un mesetto.
Scesi dal letto e mi affacciai alla finestra, stava iniziando a sorgere il sole. Mi vestii, mi lavai e scesi a fare colazione. Hannah ancora non si era svegliata e io, tutta sola, mi sentivo disorientata in quella casa. Il giorno prima mi aveva spiegato dove potevo trovare tutte le cose, ma evidentemente la mia mente non l'aveva memorizzato, dato che non ricordavo nemmeno dove avrei potuto trovare i cereali. Avevo molta fame, stranamente. Non ero solita a fare colazione appena sveglia, finivo sempre a vomitare.
Dopo aver trovo tutto l'occorrente e dopo aver fatto colazione andai in terrazzo, a fumare. Adoravo la prima sigaretta della giornata: mi faceva venire i brividi, mi faceva girare a testa, mi faceva battere il cuore a mille, e io adoravo quelle sensazioni.
Tornai in camera subito dopo aver finito, non ce l'avrei fatta a stare un secondo di più al freddo; c'erano nuvole sparse nel cielo, probabilmente il pomeriggio avrebbe piovuto: che novità a Londra! Ma io adoravo la pioggia, adoravo sentire il rumore delle gocce che si distruggevano toccando il suolo, adoravo l'odore della pioggia e il colore delle nuvole quando pioveva.
Sentii un rumore provenire dal piano inferiore, doveva essere Hannah, così scesi per parlarle.
-Buongiorno piccola, come hai dormito questa notte?-
-Buongiorno. Ho dormito benissimo, grazie- mentii.
-Sono contenta. Io sto scappando al lavoro, sono già in ritardo. Per qualsiasi cosa chiamami, oppure chiedi a mia sorella o a Selene. Passa un bella giornata e fa quello che vuoi, ti ho già spiegato tutto. Ciao piccolina, ci vediamo stasera- mi disse uscendo di casa.
Bene, sola con me stessa. Mi piaceva.
Hannah la sera precedente era stata chiara: potevo fare ciò che volevo. Evitando casini, chiaramente. I miei genitori le avevano detto che si poteva fidare tranquillamente di me. Ero una persona piuttosto responsabile infatti. Una di quelle che se deve uscire ed ubriacarsi si portava sempre un amico astemio dietro.

 


Salutai mia madre, agganciai la chiamata e corsi in camera a vestirmi, Selene sarebbe arrivata in qualche minuto e io dovevo ancora prepararmi. Aprii le valigie, che ovviamente non avevo svuotato, e mi misi a cercare qualcosa di carino da mettere. Optai per un paio di superga bianche, una maglietta semplice, bellissima e bianca e un paio dei miei soliti jeans strettissimi; corsi in bagno e sciolsi i capelli, quella mattina avevo fatto la doccia e li avevo lasciati mossi, passando solo qualche volta la spazzola. Misi il mascara, un filo di matita e andai ad aprire la porta, dato che avevano appena suonato, era Selene.
-Hey ciao! Sei pronta? Andiamo?-
-Si, ecco. Prendo la borsa e andiamo.- salii sul piano superiore, presi la borsa e la riempii con cellulare, fazzoletti, sigarette, trucchi, portafoglio e ombrello.
-Sono pronta, andiamo- dissi scendendo le scale.
Selene mi sorrise e uscì di casa.
Camminammo per 10 minuti circa e ci ritrovammo nel centro di Londra. Non avevamo parlato molto durante il cammino, io mi vergognavo da morire e rispondevo a monosillabi e sorridendo ad ogni domanda che mi faceva.
-Offro io, niente discussioni, so come siete voi italiani- mi disse sorridendo quando ci ritrovammo davanti Starbucks -Che prendi?-
-Em... grazie! Prendo un mocaccino-
-Perfetto-
Si avviò dentro e io la seguii, c'era poca fila per fortuna. Prese il mocaccino e me lo diede, lei prese un frappè.
-Ci sediamo fuori?-
-Si, inizia ad andare, prendo dei fazzoletti-
-Va bene-
Presi i tovaglioli e mi affacciai alla porta, appena intravidi il tavolo in cui era seduta Selene la aprii e uscii. Non ebbi nemmeno il tempo di fare due passi che un ragazzo e un cappuccino mi caddero addosso, sulla maglia bianca. Il ragazzo, probabilmente non sapendo dove appoggiarsi per non finire per terra, si attaccò alle mie spalle. Indovinate dove finì la sua testa?! 
Si alzò e si staccò subito, cercò di ricomporsi. Io rimasi impassibile tutto il tempo. 
Non lo guardai nemmeno in faccia, ero troppo impegnata a imprecare mentalmente per la mia maglia.
Mi sarei aspettata uno sfigato, dato che costui si ritrovava a far finta di cadere pur di mettere la testa tra tette delle ragazze, perché si, secondo me aveva solo fatto finta di cadere, per terra non c'era un cazzo su cui inciampare. E, Ammenochè non avesse inciampato come un'imbecille tra i suoi piedi, aveva solo fatto finta.
Alzai lo sguardo, era Harry Styles. Cazzo.
-Mi dispiace moltissimo- disse subito. Purtroppo, però, non aveva l'espressione per niente dispiaciuta, stava trattenendo le risate. I suoi amici sghignazzavano. Li guardai, li riconobbi.
C'era il resto degli One Direction, Eleanor e altri due ragazzi a me sconosciuti.

  
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