16 Marzo 2019

 

Non c’è la faccio.

È un ora che sono seduta sul letto dalla mia camera. Cerco di respirare regolarmente, inspira ed espira. Me lo ripeto per almeno tre volte.

Niente. Sono troppo nervosa!

Eppure non dovrei esserlo, che sarà mai. Devo solo leggere le pagine antiche del mio diario. La mia vita da umana.

Non dovrei essere nervosa, eppure lo sono!

Adesso ricordo la mia vita, vedo nella mia mente, volti e voci. Alcune volte sono chiari, altri molto sfocati. Ma adesso ricordo!

Ricordo perfino il giorno della mia nascita, 14 gennaio 1901!

È un passo avanti, potrei anche fermarmi qui. In fondo che motivo ho di ripercorrere quella vita, se adesso ne ho una nuova…

Mi do mille volte della stupida. Devo assolutamente ripercorrere la mia vita!

Devo assolutamente sapere perché di quel pianto che mi rimbomba nella mente nei momenti di solitudine. Devo sapere perché di quella angoscia è tristezza che sento addosso. Devo sapere  perché mi hanno fatto tutto quel male.

Delicatamente accarezzo la copertina del mio diario. La mia famiglia umana la conservata per 100 lunghi anni. Perché lui sapeva che un giorno sarebbe finito nelle mie mani.

Devo leggere il mio passato, perché lo devo a lui.

Perché leggendo quelle pagine ingiallite dal tempo, sarà come tenerlo al mio fianco ancora un po’.

Prendo un lungo respiro e poi apro la prima pagina.

C’è scritto il mio nome con una calligrafia molto infantile.

Accarezzo quel nome, mi immagino a 4 anni seduta in un bel lettino, contenta per il diario nuovo, ha scrivere molto attenta il mio nome.

Sfoglio un'altra pagina è trovo un bel disegno. C’è raffigurata una casa ha due piani, bianca con rifiniture marroni. C’è anche un giardino e un grandissimo albero.

La ricordo è la casa in cui mi sono trasferita con i mie genitori quando avevo 4 anni.

Sfoglio un'altra pagina è finalmente trovo la prima data  della mia storia….