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Autore: Party Poison    18/10/2012    2 recensioni
Frank aveva provato ad andare avanti, come aveva fatto Gerard ma non era destino che stessero lontani. Avrebbero avuto la loro famiglia, sì ce l'avrebbero messa tutta per crearne una, ma tutto era già stato scritto e dopo una rivelazione ne escono più uniti, specialmente se la loro famiglia sta per allargarsi.
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Frank Iero, Gerard Way
Note: Lime | Avvertimenti: Mpreg
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Capitolo 8                                       The truth sometimes is painful but now we’re finally a family
 
Si misero in viaggio verso il loro appartamento, non era molto distante da Los Angeles come Gerard credeva ma poteva andare bene. Aveva un po’ di giardino, quattro finestre davano sulla strada e nel cortile c’era un’altalena, che molto probabilmente aveva aggiunto dopo per Bandit o per i suoi figli.
“Allora, vi lascio le chiavi, intanto io vado da Jamia”.
“Le spieghi già tutto?”, chiese mentre scendeva dall’auto.
“È più che necessario, Gerard. Sarebbe meglio che tu dicessi qualcosa anche a nostra figlia, per farle capire un po’ la situazione in generale”.
“Sì, certo. Bandit, vieni tesoro”, la fece scendere e cominciò a scaricare le valigie.

La bambina prese la mano del padre e si avviarono insieme verso il vialetto di casa. Aprì la porta e vide che era già tutto arredato. Era uno stile moderno ma allo stesso tempo antico, proprio secondo il gusto di Gerard. La piccola si lanciò sul divano nero in pelle e accese la tv, ma il rosso subito e si sedette accanto a lei.
“Honey, devo dirti un paio di cose. Adesso noi staremo qui, in questa casa per…”
“Per sempre?”
“Sì, credo proprio di sì. La mamma ha fatto una cosa tanto brutta a me, a te e a zio Frankie che non si può perdonare. Tra un po’ ti spiegherò tutto meglio ma per ora può bastare”
“I figli di zio Frankie dove sono? Staranno qui con noi?”
“No, tesoro, verranno ogni tanto. Saremo solo noi tre. C’è altro che vuoi chiedere?”
“Perché solo noi tre?”
“Perché tu hai un legame molto forte con Frank e papà forse ancora di più”
“Vi volete tanto bene?”
“Sì amore, ci vogliamo più che bene quindi vivremo tutti e tre insieme”
“Mi piace, è una bella idea daddy. Voglio bene a zio Frankie”
“Ok, ora se vuoi accendere la tv, fai pure, mentre io sono di sopra”. Baciò la figlia in fronte e se ne andò in salotto per prendere le valigie.
 
 
Frank giunse davanti a casa sua e vide Jamia fuori a fumare. Appena lo vide, fece un sorriso enorme e cominciò ad andargli incontro.
“Amore, sei già tornato?”, appena cercò di baciarlo, lui spostò la testa di lato. “Cos’è successo? Cos’è quel labbro tagliato?”, la donna aveva gli occhi sbarrati, “Ti hanno picchiato. È stato Gerard?”
“No! No, lui è messo peggio di me. Ci hanno fatto questo perché eravamo in giro insieme per le strade di un quartiere del Messico”
“Come in Messico? Non eravate in Connecticut da Mikey e Alicia? Frank, c’è qualcosa che devi dirmi?”
“Jamia, io e Gerard stiamo insieme. Siamo stati insieme un anno fa, anche quando io ero ‘fidanzato’ con te e lui con Lindsey, e siamo andati in Messico per stare soli, insomma è stata una sorta di fuga romantica tutta organizzata da me. Ti voglio bene J, mi hai dato tre splendidi figli ma io non posso rimanere sapendo che amo Gee e Bandit”
“Oh, Cristo, Frank ma ti senti? Cosa centra Bandit?”, era in lacrime.
“Lei è nostra figlia, io ero incinto quando ero caduto in coma dopo quell’incidente, ricordi? Lyn-Z l’ha fatta passare per sua e nessuno avrebbe saputo niente”
“Mi hai mentito per tutto questo tempo. Questa cosa mi sta uccidendo. Ma poi, com’è possibile che tu..che lui..?”
“È stata una sorpresa anche per me. Ti prego di provare a capire”
“Mi hai usata per dimenticare lui. Ti prego, vattene. Verrai dai tuoi figli il venerdì e il sabato, anche la domenica se vorrai, e potrai portarli con te. Sei sicuro di quello che fai?”
“Jamia, ne sono più che sicuro”. Le diede un bacio sulla guancia, rigata dalle lacrime. “Io me ne vado”
“Addio, Frank Iero. Sappi che ti ho amato, forse troppo”.
Il moro mise in moto l’auto e si avviò di nuovo verso il loro appartamento. Aveva messo a tutto volume The ghost of you e capì che la band era definitivamente sciolta, Jamia era acqua passata, Lindsey una strega e Gerard e Bandit il suo nuovo futuro.
 
 
Arrivò all’appartamento dove c’erano Gerard e Bandit, scaricò la sua valigia e si avviò alla porta. Suonò il campanello e fu proprio la bambina ad aprire: “Papà è di sopra a sistemare le sue cose”.
Prese la piccola e la abbracciò forte. Non poteva ancora crederci che sua figlia e l’uomo che amava di più al mondo fossero nella stessa casa con lui.
“Ti voglio bene, non dimenticarlo mai. Ora và, che raggiungo tuo padre”.
Svoltò a destra del corridoio, salì le scale e trovò Gerard nella camera matrimoniale in boxer mentre si cambiava d’abito. Lasciò cadere la valigia sul pavimento e si avviò con passo deciso verso il rosso. Lo buttò sul letto e gli si mise a cavalcioni sopra, lo baciò intensamente, come mai aveva fatto prima. Gerard chiuse gli occhi, per non mostrare che erano rossi per il pianto, Frank fece lo stesso ma per godersi il momento. Il più grande prese il moro per i fianchi togliendogli la maglietta, lo strinse a sé, si alzò e lo spinse contro la parete. Prese a baciargli il collo e il torace, poi lo fece voltare violentemente per baciargli la schiena. Stava per andare oltre, cercando di sbottonargli i jeans quando Frank lo fermò: “Non con la porta aperta”. Quando vide che il rosso stava per andare a chiuderla, aggiunse: “Non con Bandit sveglia e in giro per casa. Stasera”.
Gerard lo portò vicino a lui, lo prese per la nuca e lo baciò un’ultima volta mordendogli il labbro inferiore. Il moro si riprese e si mise la maglia. Andò a recuperare la valigia, la portò sul letto e cominciò ad estrarre i vestiti. Si girò per metterli nell’armadio, quando Gerard gli passò accanto e gli diede un colpo sul sedere. Frank sobbalzò: “Ma che ti prende?”, e nel frattempo rideva. Ridevano entrambi, non si ricordavano il tempo di farlo. Il rosso si piegò leggermente in avanti per sistemare le cose nei cassetti e il moro per rispondere al gesto di prima, gli prese i fianchi e gli morse il collo. “Ma che ti prende?” lo scherzò Gerard, cercando di imitare la voce di Frank, senza successo ovviamente ma scatenò ulteriori risate da parte di tutti e due. Il rosso si vestì e scese a prendere il borsone di Bandit, per sistemare tutto nella stanza dall’altra parte del corridoio.

Il moro si accorse che erano le sette di sera: “Chi prepara la cena?”. Nessuno rispose, Gerard ovviamente fece finta di non sentire. “Ok evidentemente devo farlo io. Grazie Gee, mi hai fatto capire che diventerò la donna di casa”.
Il rosso gli fu accanto in un attimo: “Ma tu sei la donna di casa!”
“Brutto antipatico! Stanotte ti faccio vedere io chi è la donna!”
“Abbassa la voce…cos’hai intenzione di fare?”, un sorriso sul volto.
“Se te lo dicessi, non sarebbe più una sorpresa”, disse con occhi maliziosi.
“Ahia…Frank Iero che cerca di prendere il controllo! Udite, udite popolo!”
“Finiscila, ragazzo”
“Sì, mamma”, lo scherzava Gerard. Si misero di nuovo a ridere, la situazione era esilarante. Dopotutto chi aveva sempre avuto il potere nella loro relazione era il rosso e vedere Frank che cercava di imporsi, faceva morire dalle risate il più grande.

Il moro scese le scale, andò verso la cucina a preparare qualcosa da mangiare e Bandit si era già seduta a tavola per osservarlo mentre era alle prese con le pentole.
“Honey, cosa sta combinando zio Frankie lì? Ci avvelenerà tutti?”, gridava il rosso dal piano di sopra in direzione della figlia.
“La vuoi finire o no, Gerard Arthur Way? Ho cucinato spesso, diglielo Bandit!
“È vero, daddy” intervenne la piccola, “Preparava sempre dei panini”
“Che cucina elaborata, signor Iero, ne sono sorpreso”, il rosso rideva e nel frattempo scendeva le scale. “Stasera che piatto ci ha preparato?”
“Pasta, l’unica cosa che c’era nella dispensa”.
Bandit scoppiò a ridere vedendo che Gerard aveva messo un grembiule rosso con tanto di pettorina: “E questo l’avevi comprato per te?”
“Toglilo e siediti a mangiare, stupido”.
Erano tutti insieme a tavola, proprio come una vera famiglia felice.
  
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