Nessuno può portarti via la tua dignità . Nessuno può portarti via la tua dignità. Ricorda chi sei e che tu non sei causa della tua stessa situazione.
[...]
Un sorriso forzato comparve sul suo volto. Raccolse le sue cose da terra, si strinse nel cappotto per proteggersi dal freddo e salì in macchina. Le avevano riservato il posto davanti, ma lui non era il gentiluomo che era dalla sua prima impressione, lo si sentiva dall’odore che aveva. Parcheggiò al motel più vicino e i suoi due amici uscirono, trascinandola con la forza.

“Anche io ho fatto lo stesso, Frank. Forse anche in un modo peggiore del tuo, ma reputo inutile continuare a ricordare gli errori che entrambi abbiamo commesso, semplicemente perché non li possiamo cancellare e nemmeno riparare. È anche inutile riaprire quel capitolo della nostra vita, solo per arrivare di nuovo a farci male. Va bene così”
“E invece no che non va bene”.
Si avvicinò a me, colmando quella distanza che prima vi era, e mi baciò appassionatamente, per poi spostare a terra borsa e chitarra dalla panchina e sdraiarsi sulle mie ginocchia. Allungò una mano e la intrecciò alla mia. “Così va bene, Gee. Così va fottutamente bene”.

Ormai era come ipnotizzata da lui, come se oltre ai suoi occhi potesse vedere ciò che agli altri non era permesso vedere. Ed era così. Lei vedeva l’Inferno. Cominciava ad essere attratta da quella visione, vedeva milioni e milioni di persone immortali, prese nel fiore degli anni come lei e che conservavano tutta la loro bellezza e la loro giovinezza. ‘Tutto ciò che hanno, non lo perderanno mai, Alexis, io ho colto l’occasione e ora ho ciò che voglio, ora posso avere te’. Non rinunciare a ciò che ti sto offrendo. Erano le parole che le aveva detto mentre lei osservava rapita quello scenario di dolore ma di gioia.

stavamo finendo i registrare l’album, mancava The sharpest lives. Più che altro mancava il pezzo: ‘so why don’t you blow me (a kiss before she goes). Nessuno di noi riusciva a completare la frase perché scoppiavamo a ridere solo a leggerla sugli spartiti. Frank al verbo blow mi guardava come un pervertito incallito. Cerchiamo di chiarirci: non che io non lo facessi verso di lui e non che rifiutassi lo rifiutassi.

Sequel di Our never ending story. Ho deciso di continuarla partendo esattamente cinquant'anni dopo da dove li abbiamo lasciati. Sono sempre più uniti ma come sempre i problemi non mancano.

Dovevo continuare a correre. Sapevo che più avessi corso, prima sarei tornato a casa tra le sue braccia, cessando la sua sofferenza.

Ambientata nel contesto modificato della canzone 'The ghost of you'.
Gerard viveva di sola speranza che ogni giorno se andava via, fino a che un giorno...

Frank aveva provato ad andare avanti, come aveva fatto Gerard ma non era destino che stessero lontani. Avrebbero avuto la loro famiglia, sì ce l'avrebbero messa tutta per crearne una, ma tutto era già stato scritto e dopo una rivelazione ne escono più uniti, specialmente se la loro famiglia sta per allargarsi.