Cap. 24
La notte volge ormai al suo
termine. Il sole fa capolino impaurito dall’orizzonte. Si guada bene
attorno in cerca della sua spaventosa nemica, ma non riesce a scorgerla da
nessuna parte. Ancora un po’ intimidito e sospettoso inizia a muoversi verso
l’alto tenendo sempre d’occhio i dintorni. Inutile negarlo, la sua nemica lo
terrorizza più di ogni altra cosa al mondo, la donna della notte, colei che
si erge pallida sulle tenebre. Molti credono che il sole e la luna siano
fratelli, amanti addirittura, ma in realtà sono diversi esattamente come il
giorno e la notte. Molti credono che loro si alternino in accordo comune, ma
non è così, loro due combattono spesso per restare in cielo, ma alla fine
quello dei due più stanco cede e lascia il posto al nuovo arrivato. Solamente a
volte si ritirano prima dell’arrivo dell’altro, solo quando sono sfiniti. La
luna è molto forte, è una donna dopotutto, ma anche il sole splende è combatte
con ardore.
Finalmente il sole riesce ad arrivare
in cielo e ad illuminare il mondo con la sua luce, sa bene che gli esseri umani
non sopravvivrebbero senza di lui, senza il suo calore e la sua bellezza, per
loro lotta ogni giorno contro la sua nemica, per loro farebbe questo ed altro.
Sarebbe disposto a spegnersi portando con se la sua avversaria, pur di farli
sopravvivere, ma sa bene che in quel caso otterrebbe solo l’effetto contrario.
Così lotta per illuminare le loro vite e per scacciare l’oscurità.
Si, perché le tenebre e la loro
signora non portano solo il buio sugli uomini, ma anche gli incubi.
I demoni mangiatori di uomini, che
giungono con le tenebre per uccidere e massacrare senza pietà, portati nel
nostro mondo dalla luna, non possono restare a torturare l’umanità quando la
loro signora viene spodestata dal sole.
Forse però qualcosa sta per cambiare…
Non ho mai avuto una sveglia personalizzata. Tuttavia, se
dovessi scegliere un suono dolce che non mi renda il risveglio traumatico, ma
allo stesso tempo deciso per buttarmi giù dal letto, di sicuro non sceglierei
quello.
Ancora mezzo
addormentato fisso Alessandra sulla soglia, ma non mi rendo bene conto della
situazione, forse a causa della sbornia di ieri, forse a causa del risveglio
altamente traumatico, fatto sta che rimango lì a guardarla leggermente
allucinato.
Mia sorella è ferma sulla soglia. Probabilmente sperava in un
ingresso in grande stile, ma al momento è solo molto ridicola. Le sue labbra rosse
sono aperte in una grande “O” di stupore, gli occhi spalancati a palla, e le
mani tra i capelli. Se fossi meno frastornato riderei di lei, ma non riesco a
trovare le connessioni tra cervello e bocca... è già tanto se sono riuscito ad
aprire gli occhi!
Ieri sera, dopo che Aurora è uscita da casa mia nuovamente
infuriata, ho tirato fuori la cassetta di birre che tengo da parte per le
emergenze, e ci ho dato dentro, per poi crollare sul divano.
Quando la mia dolce e silenziosa sorellina si decide ad
entrare, piomba in casa come un leone affamato e si guarda intorno furiosa.
Lentamente riprendo coscienza della realtà e capisco che, probabilmente, dovrei
svignarmela per non essere sbranato vivo.
Sono talmente rincoglionito che tentando di alzarmi cado giù
dal divano e picchio di faccia per terra.
Oih!
Mi rialzo a fatica con la mano destra sul naso dolorante e
mi metto seduto a fissarla.
« CHE COSA...??! MA IO TI UCCIDO! I LIBRI! E POI
GUARDA CHE SCHIFO! ODDIO! »
Strilla come una pazza facendo si che il mio mal di testa
peggiori all'istante. Mi porto una mano a massaggiare le tempie per cercare di
darmi sollievo, ma non ottengo molto.
Quella psicopatica inizia a girare per il salone come una
trottola, i capelli ormai dritti sulla testa, mentre l'enorme valigia che porta
sempre al seguito giace abbandonata all'ingresso.
Evidentemente ci ho dato dentro con l'alcol ieri. Però ho fatto delle barchette quasi decenti!
Quando poi arriva ad analizzare la montagnola di lattine di
birra sul pavimento, accanto alla porta della cucina, inizia a sclerare di
brutto.
« SCHFO! SCHIFO! AAAHHH... CHE SCHIFO! »
Con la suola degli stivali marroncini, lunghi fin sopra
il ginocchio, spinge in un angolo i frammenti della lampada, quella che Aurora mi ha
gentilmente tirato addosso la sera prima, e mi fulmina con lo sguardo.
« TI AVEVO CHIESTO IO DI CONSERVARE QUESTA LAMPADA
PER ME, RAZZA DI IDIOTA! NON PUOI NEMMENO IMMAGINARE QUANTO COSTAVA! »
Più che “chiesto” mi ha obbligato
a tenere lì quell'obbrobriosità di arte contemporanea...
Mi si avvicina a grandi passi, cercando di scansare i cumuli
di roba sul pavimento. Sembra davvero furiosa. Non fosse per la paura di
macchiare di sangue la corta gonna a piaghe bianca e la borsetta in tinta di
Gucci, che porta appesa al braccio, probabilmente mi avrebbe già ucciso.
Mi ritraggo e metto su il broncio per quest'ultima accusa.
Nemmeno da ubriaco avrei toccato quell'orribile lampada, anche perché sapevo
bene che fine avrei fatto se si fosse rotta...
« Quella non è stata colpa mia! » Sempre con
una mano alla testa, per cercare di alleviare il dolore atroce che mi trafigge
il cranio, tento di difendermi. « Aurora mi ha tirato contro
quell'affare ieri sera prima di andarsene... » La mia voce è gracchiante,
orribile, la riconosco a malapena. Che
sbronza madonnale…
Alessandra si pietrifica sul posto. Si gira un secondo per
guardare quello che ne rimane del suo regalo, poi torna a guardarmi curiosa.
Oddio, adesso parte
con le domande...
Al contrario di ogni mia aspettativa, mia sorella da una
scrollata di spalle e sembra calmarsi. La camicetta azzurra e la giacchetta
marroncina attillata evidenziano il gonfiarsi e sgonfiarsi accelerato del
petto, a causa di profondi respiri, probabilmente utili per mantenere la calma.
I suoi occhi ritornano della solita dimensione e non più due fessure pronte a
lanciare cupi sguardi di morte. Si avvicina lentamente al divano e spinge per
terra due lattine e vari aeroplanini prima di sedervisi con eleganza.
Sospira profondamente due volte, si volta a guardarmi, poi
ci ripensa e sospira altre due volte prima di iniziare a parlare.
« Nemmeno mi piaceva quella lampada, era uno dei
primi regali di Ludovico, quando ancora non aveva capito che era meglio farmeli
scegliere da sola... Per questo era qua, in casa mia rendeva l'ambiente
lugubre. Però un po' ci tenevo, mi dispiace per la scenata. »
La guardo sorpreso. Vorrei tanto aver registrato quella
frase, sicuramente dalla sua bocca non usciranno mai più parole come “regalo di
Ludovico” e “mi dispiace”.
Alessandra non mi ha mai confessato della sua relazione con
quel damerino dei Regnanti, ma ho intuito subito che tra i due ci fosse
qualcosa già la prima volta che li ho visti nella stessa stanza, al matrimonio
di una lontana cugina a cui ero stato costretto a partecipare. Mia sorella è
restia a parlare delle sue vicende amorose con tutti, me in particolare, perché
tendo a sfotterla.
Riguardo alle sue scuse... Non avrei mai immaginato di
sentire simili parole uscire dalle sue labbra. Alessandra che ammette di aver sbagliato, oddio! Domani finisce il
mondo!
Ridacchio divertito e la punzecchio. « Scusa, non ho
capito. Puoi ripetere? »
Si rialza in piedi e fa un gesto non curante con
la mano. « Quando mai capisci le cose al primo colpo tu? »
Immagino sia una domanda retorica, perciò non rispondo
nonostante vorrei difendere le mie capacità di comprendonio.
« Comunque si può sapere perché diavolo avete
litigato? Il resto della tua serata credo di averla intuita dal modo in cui è
ridotta questa camera... »
Non riesco a rispondere, perché ricomincia subito a parlare guardandosi intorno.
« Che bello fratellino, finalmente dimostri
di
avere un po' di sani geni in comune con la sottoscritta! » Sembra
quasi
aver dimenticato la domanda fatta e prosegue a ciarlare tutta contenta.
« Anche se solitamente il mio disordine è dovuto a
vestiti, scarpe,
gioielli, trucchi... Non di certo a birra, libri stracciati e frammenti
di
vetro e plastica... »
Torno a massaggiarmi le tempie, il suo chiacchiericcio non
fa che peggiorare il mio mal di testa.
Probabilmente se ne accorge, perché mi domanda se voglio
un'aspirina o un una massiccia dose
di caffè.
Ci spostiamo in cucina e lì inizio a raccontarle del
terribile malinteso in cui è incappata Aurora ieri sera.
« Così ha scoperto che la tradivi... »
Alessandra mi fissa accigliata. « Ci credo che ti ha tirato la lampada!
Fortuna che non è arrivata ai
coltelli... » Gesticola vivacemente mentre parla, mettendo enfasi
su
ogni parola. I braccialetti che porta al polso si muovono ad ogni
movimento delle mani, producendo un fastidiosissimo tintinnio che
sembra rimbalzarmi tra le pareti del cranio.
Sbuffo infastidito. « Non ho tradito nessuno! Per due
motivi principalmente: primo, Aurora non è la mia ragazza e, secondo, ho solo
baciato quella tipa al locale. Non ci sono mica stato a letto! »
Mia sorella alza occhi e mani al cielo, in un gesto esasperato
che mi fa imbestialire. I braccialetti, invece, tintinnano contenti.
« Primo, immagino che tu e Aurora siate andati oltre alla "stretta di mano", no? Posso ipotizzare addirittura che vi siate spinti fino ad un livello di confidenza piuttosto elevato, anche se probabilmente non sei ancora riuscito a portartela a letto.»
Qui, ci terrei a precisare che non ci ho mai provato con convinzione, altrimenti sarei anche già riuscito a farci sesso, ma non mi lasca il tempo di parlare.
«
Inoltre è
ospite fissa qui, le hai svelato il nostro mondo e raccontato i nostri
segreti. Infine le hai presentato la tua mitica sorella, che, tra
parentesi,
sono io. Sai, se non è la tua ragazza allora credo che tu
l'abbia illusa
parecchio... »
Faccio per difendermi e negare ogni accusa, ma lei mi zittisce
con un imperioso segno della mano.
« Non dirmi palle, Giacomo! So quanto tieni a lei e
ho visto con i miei occhi quanto tu le piaccia, quindi il vostro rapporto non è
sicuramente classificabile come un “nulla”, intesi? »
Annuisco, contrito. Non avrei mai dovuto raccontare ad Alessandra
certe cose...
« Bene. Quindi, anche se a parole non state
insieme, i fatti parlano chiaro. »
Sentenza definitiva e non criticabile. Rimango muto ancora
una volta.
« Secondo punto, hai “solo baciato la tipa”?! Ma sei
scemo? » Mi fissa con gli occhi spalancati e la bocca contratta in
un'espressione di semi-disgusto come se stesse ammirando un raro esemplare di
scimmia mentre produce escrementi.
Altra domanda retorica suppongo, perché non mi lascia
neanche il tempo di risponderle per le rime.
« Un bacio è considerato tradimento. Stop. Inoltre,
se ho capito bene... Non si è trattato di un casto ed innocente bacetto!
Per di più in bagno... Ma non avete un minimo di dignità! »
Rabbrividisce,
come se qualcosa di viscido le fosse appena colato lungo la colonna
vertebrale. Nonostante la ramanzina, la situazione mi diverte
molto.
« Se vuoi saperlo ho fatto anche altro in un bagno e
non solo una volta... »
La prendo in giro ridacchiando e lei mi fissa inorridita. Sembra
davvero scandalizzata e disgustata ed io le scoppio a ridere in faccia.
Dopotutto è normale
tra ragazzi fare cose sconce nei bagni a volte, no?
« Non voglio nemmeno saperlo... Comunque ora telefoni
alla tua ragazza e ti scusi, che ne dici? »
Mi irrigidisco sulla sedia, il sorriso mi scompare dal volto
ed al suo posto sento nascere quello che la mia bionda, Aurora, è solita
definire un “adorabile broncio”.
Appena avvio la chiamata capisco che c'è qualcosa che non
va. Una musica conosciuta si diffonde per la sala.
Io ed Alessandra ci guardiamo negli occhi, poi iniziamo a
scavare tra i libri e gli aeroplanini in cerca dell'oggetto che riproduce la
suoneria di Aurora. Mentre ho ancora la chiamata in corso Alessandra trova
l’oggetto, un cellulare grigio metallizzato della Sony
Ericson con touch screen. Sullo schermo lampeggia la scritta “Giacomo”.
« Il cellulare di Aurora immagino. »
Mi limito ad annuire a denti stretti. Deve esserle scivolato
di tasca mentre si metteva la giacca in tutta fretta... Cazzo.
Appena arriviamo davanti alla casa di Aurora intuisco che la mia
bionda non è lì. La sua moto non è parcheggiata al solito posto, al contrario
delle due macchine dei suoi genitori.
« Giacomo, se non dovesse essere tornata qui ieri
notte... Allora dov'è andata? Ti ha detto qualcosa, per caso? »
Mia sorella sembra leggermente preoccupata, una piccola ruga
d’espressione è comparsa poco sopra il naso, esattamente a metà tra le due
sopracciglia.
Mi gratto la testa, sforzandomi di ricordare particolari
della sera prima che magari mi sono sfuggiti fino a quel momento, ma non trovo
nulla.
« Intendi dire prima o dopo che mi tirasse la lampada
e mi gridasse contro? In realtà non è che abbiamo parlato molto… »
« Ora assicuriamoci che reamente non sia a casa, dopo
vedremo come comportarci. »
Non ha neanche finito la frase che sono già oltre il
cancello della villa ed inizio a correre verso il retro della casa.
Se non la trovo in
camera sua giuro che mi incazzo! Mi deve sempre far preoccupare…
Anche mia sorella scala con facilità l'ostacolo e mi raggiunge
velocemente. Il tipico abbigliamento da Distruttori, ossia completo di pelle
nera con armi infilate dappertutto, non ci limita troppo nei movimenti e ci
muoviamo agilmente, senza difficoltà alcuna.
Salto, mi aggrappo alla grondaia e poggio i piedi sul muro
per darmi la spinta necessaria a raggiungere la camera di Aurora. Conosco bene
il luogo, ho già fatto dei sopralluoghi in passato, per assicurarmi che fosse
al sicuro nella sua stanza prima di lanciarmi alla caccia di demoni.
Apro facilmente le tapparelle, Aurora non le ferma mai...
Poi sbircio dalla finestra e, con mio sommo orrore mi accorgo che non c'è
nessuno.
Cazzocazzocazzo!
Silenziosamente infilo uno dei miei pugnali nella fessura e
faccio scattare il meccanismo per aprire la finestra. Mi intrufolo all'interno,
subito seguito da mia sorella.
L'ambiente non è molto grande, il pavimento è rivestito dal
parquet, mentre le pareti sono dipinte di un classico bianco. C'è un letto
singolo, le coperte in ordine, probabilmente non ha dormito lì quella
notte. Alessandra subito apre il grosso armadio pieno di abiti, forse per
curiosità personale, forse pensando di trovarla nascosta lì con una manciata di
coriandoli ed un cartello con scritto “sorpresa”. Il mio sguardo invece si
ferma sulla libreria traboccante di libri ed un magone d’angoscia mi blocca il
fiato in gola.
Se le dovesse
succedere qualcosa…
Sulla cassapanca
vicino alla scrivania sono disposti numerosi pupazzi, vecchiotti, probabilmente
ricordi d'infanzia della ragazza. Sulla scrivania, oltre al computer, ci sono
alcuni libri di scuola ed una chiavetta USB rossa, che attira subito
l'attenzione di Alessandra.
« Cosa c'è? È qualcosa di utile per trovarla? »
Alessandra è immobile con lo sguardo perso nel vuoto.
« Ho sentito l'odore di Aurora, ma anche quello di
un'altra persona. Un odore maschile. »
Scrollo le spalle. « Sarà suo fratello, oppure un
famigliare o un amico. »
« La cosa strana è che mi sembrano entrambi
familiari, ma proprio non ricordo dove ho sentito il secondo. »
Annuso anche io l'oggetto, ma sento appena il profumo della
mia bionda. Alessandra ha l'olfatto molto più sviluppato del mio,
come anche l'udito, la vista, il tatto ed il gusto. Essendo Distruttori
siamo più sensibili degli umani, ma io non sono neanche paragonabile a
mia sorella come segugio o macchina da combattimento. Non che la cosa mi
interessi più di tanto, dopotutto Alessandra è sempre stata la migliore in
tutto...
« Torniamo a casa. Non ti preoccupare, troveremo la mia
adorata cognatina molto velocemente. » Tenta di scherzare per alleggerire la tensione.
Non ho nemmeno la
forza di arrabbiarmi…
Mi sorella sorride cercando di rassicurarmi, ma ho una
brutta sensazione alla bocca dello stomaco e non riesco a farmela passare.
Vorrei solo avere
Aurora tra le braccia in questo momento o, almeno, saperla al sicuro.
Una volta tornati a casa mia, Alessandra tira fuori il suo
computer portatile dalla valigia e vi inserisce l'USB. Uno dei programmi di mia
sorella ci avvisa che nell'oggetto è contenuto un rilevatore di posizione e la
cosa mi impensierisce molto.
Appena mia sorella avvia uno dei brani presenti sul
dispositivo il mio cuore sprofonda nel petto.
La voce mi esce soffocata, come se avessi paura io stesso
delle mie parole e non ci volessi credere. « Aurora è in pericolo, vero? »
Alessandra sospira, si affretta a spegnere tutto ed a
sbriciolare l'USB con una sola mano.
« Forse. Questa melodia è intrisa di potere
demoniaco, anche tu ne hai sentito subito l'effetto, no? Comunque ho capito di
chi era l'odore. Questa melodia lugubre mi ha fatto tornare in mente un ragazzo
che ho incrociato l'ultima volta che ero in questa zona. Forse è il caso di passare a fargli visita... »
Non so se essere sollevato alla notizia oppure no.
« Prendi tutte le armi che ti occorrono per far
fronte alla più critica emergenza che ti possa venire in mente, il mio istinto
mi dice che ci stiamo andando a cacciare nella tana dell'orso. Sbrigati, ti
aspetto in macchina. »
Mi muovo piano e silenziosamente fino alla macchina, così
che mia sorella non si accorga di me e continui a parlare al cellulare
indisturbata.
« Non mi interessa Marco! Ci mettereste troppo e la
ragazza potrebbe rimetterci la pelle nell'attesa. Né io, né tanto meno Giacomo,
siamo disposti a lasciarla morire... Inoltre è pericoloso avere a che fare con
gli stregoni, potrebbe essere una faccenda della massima urgenza! »
Sta parlando con nostro fratello. Continuo a spiarla, anche
perché so bene che Alessandra non mi direbbe mai niente di quello che ha
intuito sulla faccenda. Sospetto che una volta giunti sul posto non mi lascerà
neanche entrare a salvare Aurora a meno che non sia costretta. Teme sempre che
possa accadermi qualcosa.
« Non ci penso neanche! Lui rimane fuori. » Ecco, appunto. «Sarebbe troppo
pericoloso, inoltre nostro fratello non ha più la freddezza necessaria, la
presenza di Aurora destabilizza la sua concentrazione. Dovresti vederlo,
combatte peggio del solito se la ragazza è nei paraggi… Ho già deciso, lui
rimarrà fuori e se oserà opporsi ai miei ordini gli darò personalmente una botta in testa e lo lascerò in macchina.
Vedi solo di fare presto, ok? »
Fingo
di essere appena arrivato di corsa. Apro velocemente
la portiera, mi siedo dal lato del passeggiero e la richiudo con
forza. « Muoviamoci! » Le intimo con tono urgente.
Lei mi passa il suo cellulare e mette in moto.
« Fornisci a Marco le informazioni che gli servono
per raggiungerci nel punto in cui tengono Aurora. E reggiti, ho intenzione di
andare veloce, ma ci sono profonde buche ogni due metri… Povera macchinina… »
Non siamo neanche usciti dai confini della città di Imperia
che l’allarme demoniaco inizia a squillare. Io e Alessandra ci guardiamo.
« M-Ma… Siamo in pieno giorno… » Balbetto
allibito. I demoni non compaiono mai di giorno!
Lo sguardo di mia sorella si incupisce. « Non c’è
altra soluzione, si tratta di stregoni. »
La interrompo incredulo, ho ancora gli occhi fissi sullo
schermo del segnalatore ed il livello di attività demoniaca sta salendo ancora
ed a ritmi più che allarmanti.
« Aumentano.
Ci sono troppi demoni, non è possibile! » Poi vengo
folgorato da un’intuizione. Un terribile presentimento si fa
strada nella mia testa. Ho la nausea.
« Alessandra, tu credi che Aurora… »
Non riesco a finire la frase. Spero davvero che la mia
bionda non abbia niente a che vedere con tutto ciò, ma è una coincidenza troppo
strana che lei sia sparita proprio oggi… Non ci voglio nemmeno pensare.
Un sospiro profondo da parte sua conferma i miei terribili pensieri e
sento il mio respiro bloccarsi in gola.
Alessandra scrolla la testa ed accelera. « Prima o
poi mi devi spiegare come mai la tua ragazza si va a cacciare sempre in questi
casini… »
Sto tremando, i palmi delle mie mani sono sudaticci. Ho paura.
Non sono mai stato tanto spaventato in vita mia. Continuo a fissare il livello
di attività demoniaca in continuo aumento. Forse Aurora è lì in mezzo… La mia
bionda…
Deglutisco. « Alessandra? » Chiamo con voce
insicura.
Il grugnito che ottengo in risposta mi fa capire che ho
tutta la sua attenzione nonostante continui a tenere gli occhi puntati
sulla strada.
« Io sono
innamorato di lei. Non posso perderla. » Confesso con voce lieve e
sguardo basso.
Me ne sono reso conto già da tempo, ma ho continuato a
negare un simile coinvolgimento da parte mia. Lo negavo agli altri, ma
soprattutto a me stesso. Ora, però,
rischio di perderla e non posso permetterlo, non lascerò che le accada
qualcosa, dovessi anche essere io a lasciarci le penne… Lei non deve
assolutamente morire.
Anche mia sorella lo deve sapere, deve capire che non può
lasciarmi indietro, non questa volta. Deve capire che non farò errori, non se
c’è la vita di Aurora in gioco.
Alessandra non mi risponde subito. Si limita ad irrigidire
la mascella.
«Tieniti forte. » Poi sento solo il rombo del motore.
Ok, ok, sono in ritardo…
Mi dispiace, sappiate comunque che, seppure lentamente, la storia
verrà conclusa. Lo prometto, quindi non dubitate.
(Non ho pubblicato avvisi per avvertirvi del ritardo, perché,
personalmente, li odio. Preferisco che vi rodiate il fegato nell’infinita attesa,
piuttosto che farvi vivere per un attimo l’illusione di poter leggere un nuovo
capitolo e poi scoprire che non è così.)
Arriviamo al dunque. Questo capitolo dovrebbe rappresentare la famosa “calma
prima della tempesta”, poiché nei prossimi (credo due capitoli) troveremo lo “scontro
finale” e, per terminare in bellezza, l’epilogo(che sarà assurdo, vi avviso già.
Niente di particolarmente profondo… xD ).
Qui abbiamo trovato finalmente la “confessione” del mio personaggio
preferito, che, nel caso non si sia capito, è Giacomo. *__*
È talmente idiota che pensavo non ci sarebbe mai arrivato… In effetti
ci ho messo un po’ troppo tempo per farglielo dire, ma alla fine mi ha
soddisfatto. U.ù
« Sono innamorato di lei. Non posso perderla.»
Ammmorrreeee!!! *__*
(Per chi lo vuole sapere, Giacomo mi sta fulminando con lo sguardo in
questo momento… Credo che voglia uccidermi… xD)
Ho già iniziato il prossimo capitolo, non vi prometto nulla, ma
cercherò di aggiornare il prima possibile.
Avete dimostrato un coraggio fuori dal comune per aver letto e
sopportato la mia storia fino a questo punto. Ricordo che è la mia prima long e
so che non è il massimo. Devo
ancora imparare tantissimo, ma conto di
riuscirci anche grazie alla fantastica esperienza di questa mia prima
pubblicazione. In caso abbiate consigli, suggerimenti o altro, vi prego di non
avere alcun timore nel farmene parte, apprezzo moltissimo chi vuole aiutarmi a migliorare. Sa
trovate errori, pensate che qualcosa sia di troppo o che, invece, manchi… Vi
sarei enormemente grata qualora me lo faceste notare. La storia è scritta anche
per voi ed è giusto che pretendiate il meglio. :D
Un grosso bacione miei cari, pazzi, adorabili lettori.
Vostra, Alessandra. ;)