Storie originali > Fantasy
Segui la storia  |       
Autore: Garfield    18/10/2012    5 recensioni
(Storia in revisione)
Genere: Commedia, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Cap. 24

 

Cap. 24

 

La notte volge ormai al suo termine. Il sole fa capolino impaurito dall’orizzonte. Si guada bene attorno in cerca della sua spaventosa nemica, ma non riesce a scorgerla da nessuna parte. Ancora un po’ intimidito e sospettoso inizia a muoversi verso l’alto tenendo sempre d’occhio i dintorni. Inutile negarlo, la sua nemica lo terrorizza più di ogni altra cosa al mondo, la donna della notte, colei che si erge pallida sulle tenebre. Molti credono che il sole e la luna siano fratelli, amanti addirittura, ma in realtà sono diversi esattamente come il giorno e la notte. Molti credono che loro si alternino in accordo comune, ma non è così, loro due combattono spesso per restare in cielo, ma alla fine quello dei due più stanco cede e lascia il posto al nuovo arrivato. Solamente a volte si ritirano prima dell’arrivo dell’altro, solo quando sono sfiniti. La luna è molto forte, è una donna dopotutto, ma anche il sole splende è combatte con ardore.

Finalmente il sole riesce ad arrivare in cielo e ad illuminare il mondo con la sua luce, sa bene che gli esseri umani non sopravvivrebbero senza di lui, senza il suo calore e la sua bellezza, per loro lotta ogni giorno contro la sua nemica, per loro farebbe questo ed altro. Sarebbe disposto a spegnersi portando con se la sua avversaria, pur di farli sopravvivere, ma sa bene che in quel caso otterrebbe solo l’effetto contrario. Così lotta per illuminare le loro vite e per scacciare l’oscurità.

Si, perché le tenebre e la loro signora non portano solo il buio sugli uomini, ma anche gli incubi.

I demoni mangiatori di uomini, che giungono con le tenebre per uccidere e massacrare senza pietà, portati nel nostro mondo dalla luna, non possono restare a torturare l’umanità quando la loro signora viene spodestata dal sole.

Forse però qualcosa sta per cambiare…

 

 


Non ho mai avuto una sveglia personalizzata. Tuttavia, se dovessi scegliere un suono dolce che non mi renda il risveglio traumatico, ma allo stesso tempo deciso per buttarmi giù dal letto, di sicuro non sceglierei quello. Spalanco gli occhi di botto al suono delle corde vocali di mia sorella tese al massimo in uno strillo scandalizzato. 
Ancora mezzo addormentato fisso Alessandra sulla soglia, ma non mi rendo bene conto della situazione, forse a causa della sbornia di ieri, forse a causa del risveglio altamente traumatico, fatto sta che rimango lì a guardarla leggermente allucinato.

Mia sorella è ferma sulla soglia. Probabilmente sperava in un ingresso in grande stile, ma al momento è solo molto ridicola. Le sue labbra rosse sono aperte in una grande “O” di stupore, gli occhi spalancati a palla, e le mani tra i capelli. Se fossi meno frastornato riderei di lei, ma non riesco a trovare le connessioni tra cervello e bocca... è già tanto se sono riuscito ad aprire gli occhi!

Ieri sera, dopo che Aurora è uscita da casa mia nuovamente infuriata, ho tirato fuori la cassetta di birre che tengo da parte per le emergenze, e ci ho dato dentro, per poi crollare sul divano.

Quando la mia dolce e silenziosa sorellina si decide ad entrare, piomba in casa come un leone affamato e si guarda intorno furiosa. Lentamente riprendo coscienza della realtà e capisco che, probabilmente, dovrei svignarmela per non essere sbranato vivo.

Sono talmente rincoglionito che tentando di alzarmi cado giù dal divano e picchio di faccia per terra.

Oih!

Mi rialzo a fatica con la mano destra sul naso dolorante e mi metto seduto a fissarla.

« CHE COSA...??! MA IO TI UCCIDO! I LIBRI! E POI GUARDA CHE SCHIFO! ODDIO! »

Strilla come una pazza facendo si che il mio mal di testa peggiori all'istante. Mi porto una mano a massaggiare le tempie per cercare di darmi sollievo, ma non ottengo molto.
Quella psicopatica inizia a girare per il salone come una trottola, i capelli ormai dritti sulla testa, mentre l'enorme valigia che porta sempre al seguito giace abbandonata all'ingresso. Ogni tanto, nel suo delirio, raccoglie un libro ed inorridisce vedendo le copertine sfasciate, le pagine strappate e gli aeroplanini o le navette di carta sparsi tutto intorno. Mi guarda con un'espressione inorridita e scandalizzata che mi fa sogghignare nonostante l'emicrania.
Evidentemente ci ho dato dentro con l'alcol ieri. Però ho fatto delle barchette quasi decenti!

Quando poi arriva ad analizzare la montagnola di lattine di birra sul pavimento, accanto alla porta della cucina, inizia a sclerare di brutto.

« SCHFO! SCHIFO! AAAHHH... CHE SCHIFO! »

Con la suola degli stivali marroncini, lunghi fin sopra il ginocchio, spinge in un angolo i frammenti della lampada, quella che Aurora mi ha gentilmente tirato addosso la sera prima, e mi fulmina con lo sguardo.

« TI AVEVO CHIESTO IO DI CONSERVARE QUESTA LAMPADA PER ME, RAZZA DI IDIOTA! NON PUOI NEMMENO IMMAGINARE QUANTO COSTAVA! »

Più che “chiesto” mi ha obbligato a tenere lì quell'obbrobriosità di arte contemporanea...

Mi si avvicina a grandi passi, cercando di scansare i cumuli di roba sul pavimento. Sembra davvero furiosa. Non fosse per la paura di macchiare di sangue la corta gonna a piaghe bianca e la borsetta in tinta di Gucci, che porta appesa al braccio, probabilmente mi avrebbe già ucciso.
Mi ritraggo e metto su il broncio per quest'ultima accusa. Nemmeno da ubriaco avrei toccato quell'orribile lampada, anche perché sapevo bene che fine avrei fatto se si fosse rotta...

« Quella non è stata colpa mia! » Sempre con una mano alla testa, per cercare di alleviare il dolore atroce che mi trafigge il cranio, tento di difendermi. « Aurora mi ha tirato contro quell'affare ieri sera prima di andarsene... » La mia voce è gracchiante, orribile, la riconosco a malapena. Che sbronza madonnale…

Alessandra si pietrifica sul posto. Si gira un secondo per guardare quello che ne rimane del suo regalo, poi torna a guardarmi curiosa.

Oddio, adesso parte con le domande...

Al contrario di ogni mia aspettativa, mia sorella da una scrollata di spalle e sembra calmarsi. La camicetta azzurra e la giacchetta marroncina attillata evidenziano il gonfiarsi e sgonfiarsi accelerato del petto, a causa di profondi respiri, probabilmente utili per mantenere la calma. I suoi occhi ritornano della solita dimensione e non più due fessure pronte a lanciare cupi sguardi di morte. Si avvicina lentamente al divano e spinge per terra due lattine e vari aeroplanini prima di sedervisi con eleganza.
Sospira profondamente due volte, si volta a guardarmi, poi ci ripensa e sospira altre due volte prima di iniziare a parlare.

« Nemmeno mi piaceva quella lampada, era uno dei primi regali di Ludovico, quando ancora non aveva capito che era meglio farmeli scegliere da sola... Per questo era qua, in casa mia rendeva l'ambiente lugubre. Però un po' ci tenevo, mi dispiace per la scenata. »

La guardo sorpreso. Vorrei tanto aver registrato quella frase, sicuramente dalla sua bocca non usciranno mai più parole come “regalo di Ludovico” e “mi dispiace”.
Alessandra non mi ha mai confessato della sua relazione con quel damerino dei Regnanti, ma ho intuito subito che tra i due ci fosse qualcosa già la prima volta che li ho visti nella stessa stanza, al matrimonio di una lontana cugina a cui ero stato costretto a partecipare. Mia sorella è restia a parlare delle sue vicende amorose con tutti, me in particolare, perché tendo a sfotterla.

Riguardo alle sue scuse... Non avrei mai immaginato di sentire simili parole uscire dalle sue labbra. Alessandra che ammette di aver sbagliato, oddio! Domani finisce il mondo!

Ridacchio divertito e la punzecchio. « Scusa, non ho capito. Puoi ripetere? »

Si rialza in piedi e fa un gesto non curante con la mano. « Quando mai capisci le cose al primo colpo tu? »

Immagino sia una domanda retorica, perciò non rispondo nonostante vorrei difendere le mie capacità di comprendonio.

« Comunque si può sapere perché diavolo avete litigato? Il resto della tua serata credo di averla intuita dal modo in cui è ridotta questa camera... »

Non riesco a rispondere, perché ricomincia subito a parlare guardandosi intorno. 

« Che bello fratellino, finalmente dimostri di avere un po' di sani geni in comune con la sottoscritta! » Sembra quasi aver dimenticato la domanda fatta e prosegue a ciarlare tutta contenta. « Anche se solitamente il mio disordine è dovuto a vestiti, scarpe, gioielli, trucchi... Non di certo a birra, libri stracciati e frammenti di vetro e plastica... »

Torno a massaggiarmi le tempie, il suo chiacchiericcio non fa che peggiorare il mio mal di testa.
Probabilmente se ne accorge, perché mi domanda se voglio un'aspirina o un una massiccia dose di caffè. Mi accorgo che sono solo le sette e mezza di mattina e che sto ancora crollando dal sonno... Ho decisamente bisogno di caffeina!
Ci spostiamo in cucina e lì inizio a raccontarle del terribile malinteso in cui è incappata Aurora ieri sera.

 


« Così ha scoperto che la tradivi... » Alessandra mi fissa accigliata. « Ci credo che ti ha tirato la  lampada! Fortuna che non è arrivata ai coltelli... » Gesticola vivacemente mentre parla, mettendo enfasi su ogni parola. I braccialetti che porta al polso si muovono ad ogni movimento delle mani, producendo un fastidiosissimo tintinnio che sembra rimbalzarmi tra le pareti del cranio.

Sbuffo infastidito. « Non ho tradito nessuno! Per due motivi principalmente: primo, Aurora non è la mia ragazza e, secondo, ho solo baciato quella tipa al locale. Non ci sono mica stato a letto! »

Mia sorella alza occhi e mani al cielo, in un gesto esasperato che mi fa imbestialire. I braccialetti, invece, tintinnano contenti.

« Primo, immagino che tu e Aurora siate andati oltre alla "stretta di mano", no? Posso ipotizzare addirittura che vi siate spinti fino ad un livello di confidenza piuttosto elevato, anche se probabilmente non sei ancora riuscito a portartela a letto.» 

Qui, ci terrei a precisare che non ci ho mai provato con convinzione, altrimenti sarei anche già riuscito a farci sesso, ma non mi lasca il tempo di parlare. 

« Inoltre è ospite fissa qui, le hai svelato il nostro mondo e raccontato i nostri segreti. Infine le hai presentato la tua mitica sorella, che, tra parentesi, sono io. Sai, se non è la tua ragazza allora credo che tu l'abbia illusa parecchio... »

Faccio per difendermi e negare ogni accusa, ma lei mi zittisce con un imperioso segno della mano.

« Non dirmi palle, Giacomo! So quanto tieni a lei e ho visto con i miei occhi quanto tu le piaccia, quindi il vostro rapporto non è sicuramente classificabile come un “nulla”, intesi? »

Annuisco, contrito. Non avrei mai dovuto raccontare ad Alessandra certe cose...

« Bene. Quindi, anche se a parole non state insieme, i fatti parlano chiaro. »

Sentenza definitiva e non criticabile. Rimango muto ancora una volta.

« Secondo punto, hai “solo baciato la tipa”?! Ma sei scemo? » Mi fissa con gli occhi spalancati e la bocca contratta in un'espressione di semi-disgusto come se stesse ammirando un raro esemplare di scimmia mentre produce escrementi.

Altra domanda retorica suppongo, perché non mi lascia neanche il tempo di risponderle per le rime.

« Un bacio è considerato tradimento. Stop. Inoltre, se ho capito bene... Non si è trattato di un casto ed innocente bacetto! Per di più in bagno... Ma non avete un minimo di dignità! »

Rabbrividisce, come se qualcosa di viscido le fosse appena colato lungo la colonna vertebrale. Nonostante la ramanzina, la situazione mi diverte molto.

« Se vuoi saperlo ho fatto anche altro in un bagno e non solo una volta... »

La prendo in giro ridacchiando e lei mi fissa inorridita. Sembra davvero scandalizzata e disgustata ed io le scoppio a ridere in faccia.

Dopotutto è normale tra ragazzi fare cose sconce nei bagni a volte, no?

« Non voglio nemmeno saperlo... Comunque ora telefoni alla tua ragazza e ti scusi, che ne dici? »

Mi irrigidisco sulla sedia, il sorriso mi scompare dal volto ed al suo posto sento nascere quello che la mia bionda, Aurora, è solita definire un “adorabile broncio”.

 

Appena avvio la chiamata capisco che c'è qualcosa che non va. Una musica conosciuta si diffonde per la sala.
Io ed Alessandra ci guardiamo negli occhi, poi iniziamo a scavare tra i libri e gli aeroplanini in cerca dell'oggetto che riproduce la suoneria di Aurora. Mentre ho ancora la chiamata in corso Alessandra trova l’oggetto, un cellulare grigio metallizzato
della Sony Ericson con touch screen. Sullo schermo lampeggia la scritta “Giacomo”.

« Il cellulare di Aurora immagino. »

Mi limito ad annuire a denti stretti. Deve esserle scivolato di tasca mentre si metteva la giacca in tutta fretta... Cazzo.

 


Appena arriviamo davanti alla casa di Aurora intuisco che la mia bionda non è lì. La sua moto non è parcheggiata al solito posto, al contrario delle due macchine dei suoi genitori.

« Giacomo, se non dovesse essere tornata qui ieri notte... Allora dov'è andata? Ti ha detto qualcosa, per caso? »

Mia sorella sembra leggermente preoccupata, una piccola ruga d’espressione è comparsa poco sopra il naso, esattamente a metà tra le due sopracciglia.
Mi gratto la testa, sforzandomi di ricordare particolari della sera prima che magari mi sono sfuggiti fino a quel momento, ma non trovo nulla.

« Intendi dire prima o dopo che mi tirasse la lampada e mi gridasse contro? In realtà non è che abbiamo parlato molto… »

« Ora assicuriamoci che reamente non sia a casa, dopo vedremo come comportarci. »

Non ha neanche finito la frase che sono già oltre il cancello della villa ed inizio a correre verso il retro della casa.

Se non la trovo in camera sua giuro che mi incazzo! Mi deve sempre far preoccupare… 

Anche mia sorella scala con facilità l'ostacolo e mi raggiunge velocemente. Il tipico abbigliamento da Distruttori, ossia completo di pelle nera con armi infilate dappertutto, non ci limita troppo nei movimenti e ci muoviamo agilmente, senza difficoltà alcuna.
Salto, mi aggrappo alla grondaia e poggio i piedi sul muro per darmi la spinta necessaria a raggiungere la camera di Aurora. Conosco bene il luogo, ho già fatto dei sopralluoghi in passato, per assicurarmi che fosse al sicuro nella sua stanza prima di lanciarmi alla caccia di demoni.
Apro facilmente le tapparelle, Aurora non le ferma mai... Poi sbircio dalla finestra e, con mio sommo orrore mi accorgo che non c'è nessuno.

Cazzocazzocazzo!

Silenziosamente infilo uno dei miei pugnali nella fessura e faccio scattare il meccanismo per aprire la finestra. Mi intrufolo all'interno, subito seguito da mia sorella.

L'ambiente non è molto grande, il pavimento è rivestito dal parquet, mentre le pareti sono dipinte di un classico bianco. C'è un letto singolo, le coperte in ordine, probabilmente non ha dormito lì quella notte. Alessandra subito apre il grosso armadio pieno di abiti, forse per curiosità personale, forse pensando di trovarla nascosta lì con una manciata di coriandoli ed un cartello con scritto “sorpresa”. Il mio sguardo invece si ferma sulla libreria traboccante di libri ed un magone d’angoscia mi blocca il fiato in gola.

Se le dovesse succedere qualcosa…

Sulla cassapanca vicino alla scrivania sono disposti numerosi pupazzi, vecchiotti, probabilmente ricordi d'infanzia della ragazza. Sulla scrivania, oltre al computer, ci sono alcuni libri di scuola ed una chiavetta USB rossa, che attira subito l'attenzione di Alessandra. La guarda da lontano, poi la prende in mano e la studia più da vicino, se la porta vicino al viso e sembra quasi annusare l'oggetto.

« Cosa c'è? È qualcosa di utile per trovarla? »

Alessandra è immobile con lo sguardo perso nel vuoto.

« Ho sentito l'odore di Aurora, ma anche quello di un'altra persona. Un odore maschile. »

Scrollo le spalle. « Sarà suo fratello, oppure un famigliare o un amico. »

« La cosa strana è che mi sembrano entrambi familiari, ma proprio non ricordo dove ho sentito il secondo. »

Annuso anche io l'oggetto, ma sento appena il profumo della mia bionda. Alessandra ha l'olfatto molto più sviluppato del mio, come anche l'udito, la vista, il tatto ed il gusto. Essendo Distruttori siamo più sensibili degli umani, ma io non sono neanche paragonabile a mia sorella come segugio o macchina da combattimento. Non che la cosa mi interessi più di tanto, dopotutto Alessandra è sempre stata la migliore in tutto...

« Torniamo a casa. Non ti preoccupare, troveremo la mia adorata cognatina molto velocemente. » Tenta di scherzare per alleggerire la tensione.

Non ho nemmeno la forza di arrabbiarmi…

Mi sorella sorride cercando di rassicurarmi, ma ho una brutta sensazione alla bocca dello stomaco e non riesco a farmela passare.

Vorrei solo avere Aurora tra le braccia in questo momento o, almeno, saperla al sicuro.

 

 


 

Una volta tornati a casa mia, Alessandra tira fuori il suo computer portatile dalla valigia e vi inserisce l'USB. Uno dei programmi di mia sorella ci avvisa che nell'oggetto è contenuto un rilevatore di posizione e la cosa mi impensierisce molto.
Appena mia sorella avvia uno dei brani presenti sul dispositivo il mio cuore sprofonda nel petto.

La voce mi esce soffocata, come se avessi paura io stesso delle mie parole e non ci volessi credere. « Aurora è in pericolo, vero? »

Alessandra sospira, si affretta a spegnere tutto ed a sbriciolare l'USB con una sola mano.

« Forse. Questa melodia è intrisa di potere demoniaco, anche tu ne hai sentito subito l'effetto, no? Comunque ho capito di chi era l'odore. Questa melodia lugubre mi ha fatto tornare in mente un ragazzo che ho incrociato l'ultima volta che ero in questa zona. Forse è il caso di passare a fargli visita... »

Non so se essere sollevato alla notizia oppure no.

« Prendi tutte le armi che ti occorrono per far fronte alla più critica emergenza che ti possa venire in mente, il mio istinto mi dice che ci stiamo andando a cacciare nella tana dell'orso. Sbrigati, ti aspetto in macchina. »

 


Non impiego molto tempo a radunare tutte le armi necessarie, i miei movimenti sono automatici e veloci, ma la mia testa è altrove.
Mi muovo piano e silenziosamente fino alla macchina, così che mia sorella non si accorga di me e continui a parlare al cellulare indisturbata.

« Non mi interessa Marco! Ci mettereste troppo e la ragazza potrebbe rimetterci la pelle nell'attesa. Né io, né tanto meno Giacomo, siamo disposti a lasciarla morire... Inoltre è pericoloso avere a che fare con gli stregoni, potrebbe essere una faccenda della massima urgenza! »

Sta parlando con nostro fratello. Continuo a spiarla, anche perché so bene che Alessandra non mi direbbe mai niente di quello che ha intuito sulla faccenda. Sospetto che una volta giunti sul posto non mi lascerà neanche entrare a salvare Aurora a meno che non sia costretta. Teme sempre che possa accadermi qualcosa.

« Non ci penso neanche! Lui rimane fuori. » Ecco, appunto. «Sarebbe troppo pericoloso, inoltre nostro fratello non ha più la freddezza necessaria, la presenza di Aurora destabilizza la sua concentrazione. Dovresti vederlo, combatte peggio del solito se la ragazza è nei paraggi… Ho già deciso, lui rimarrà fuori e se oserà opporsi ai miei ordini gli darò personalmente  una botta in testa e lo lascerò in macchina. Vedi solo di fare presto, ok? »

Fingo di essere appena arrivato di corsa. Apro velocemente la portiera, mi siedo dal lato del passeggiero e la richiudo con forza. « Muoviamoci! » Le intimo con tono urgente.
Lei mi passa il suo cellulare e mette in moto.

« Fornisci a Marco le informazioni che gli servono per raggiungerci nel punto in cui tengono Aurora. E reggiti, ho intenzione di andare veloce, ma ci sono profonde buche ogni due metri… Povera macchinina… »

Non siamo neanche usciti dai confini della città di Imperia che l’allarme demoniaco inizia a squillare. Io e Alessandra ci guardiamo.

« M-Ma… Siamo in pieno giorno… » Balbetto allibito. I demoni non compaiono mai di giorno!

Lo sguardo di mia sorella si incupisce. « Non c’è altra soluzione, si tratta di stregoni. »

La interrompo incredulo, ho ancora gli occhi fissi sullo schermo del segnalatore ed il livello di attività demoniaca sta salendo ancora ed a ritmi più che allarmanti.

« Aumentano. Ci sono troppi demoni, non è possibile! » Poi vengo folgorato da un’intuizione. Un terribile presentimento si fa strada nella mia testa. Ho la nausea.

« Alessandra, tu credi che Aurora… »

Non riesco a finire la frase. Spero davvero che la mia bionda non abbia niente a che vedere con tutto ciò, ma è una coincidenza troppo strana che lei sia sparita proprio oggi… Non ci voglio nemmeno pensare.
Un sospiro profondo da parte sua conferma i miei terribili pensieri e sento il mio respiro bloccarsi in gola.

Alessandra scrolla la testa ed accelera. « Prima o poi mi devi spiegare come mai la tua ragazza si va a cacciare sempre in questi casini… »

Sto tremando, i palmi delle mie mani sono sudaticci. Ho paura. Non sono mai stato tanto spaventato in vita mia. Continuo a fissare il livello di attività demoniaca in continuo aumento. Forse Aurora è lì in mezzo… La mia bionda…

Deglutisco. « Alessandra? » Chiamo con voce insicura.

Il grugnito che ottengo in risposta mi fa capire che ho tutta la sua attenzione nonostante continui a tenere gli occhi puntati sulla strada.

 « Io sono innamorato di lei. Non posso perderla. » Confesso con voce lieve e sguardo basso.

Me ne sono reso conto già da tempo, ma ho continuato a negare un simile coinvolgimento da parte mia. Lo negavo agli altri, ma soprattutto a me stesso. Ora,  però, rischio di perderla e non posso permetterlo, non lascerò che le accada qualcosa, dovessi anche essere io a lasciarci le penne… Lei non deve assolutamente morire.
Anche mia sorella lo deve sapere, deve capire che non può lasciarmi indietro, non questa volta. Deve capire che non farò errori, non se c’è la vita di Aurora in gioco.

Alessandra non mi risponde subito. Si limita ad irrigidire la mascella.

 «Tieniti forte. » Poi sento solo il rombo del motore.

 

 

 

 

Ok, ok, sono in ritardo…

Mi dispiace, sappiate comunque che, seppure lentamente, la storia verrà conclusa. Lo prometto, quindi non dubitate.

(Non ho pubblicato avvisi per avvertirvi del ritardo, perché, personalmente, li odio. Preferisco che vi rodiate il fegato nell’infinita attesa, piuttosto che farvi vivere per un attimo l’illusione di poter leggere un nuovo capitolo e poi scoprire che non è così.)

Arriviamo al dunque. Questo capitolo dovrebbe rappresentare la famosa “calma prima della tempesta”, poiché nei prossimi (credo due capitoli) troveremo lo “scontro finale” e, per terminare in bellezza, l’epilogo(che sarà assurdo, vi avviso già. Niente di particolarmente profondo… xD ).

Qui abbiamo trovato finalmente la “confessione” del mio personaggio preferito, che, nel caso non si sia capito, è Giacomo. *__*
È talmente idiota che pensavo non ci sarebbe mai arrivato… In effetti ci ho messo un po’ troppo tempo per farglielo dire, ma alla fine mi ha soddisfatto. U.ù

« Sono innamorato di lei. Non posso perderla.»

Ammmorrreeee!!!  *__*

(Per chi lo vuole sapere, Giacomo mi sta fulminando con lo sguardo in questo momento… Credo che voglia uccidermi… xD)

Ho già iniziato il prossimo capitolo, non vi prometto nulla, ma cercherò di aggiornare il prima possibile.

Avete dimostrato un coraggio fuori dal comune per aver letto e sopportato la mia storia fino a questo punto. Ricordo che è la mia prima long e so che non è il massimo.  Devo ancora  imparare tantissimo, ma conto di riuscirci anche grazie alla fantastica esperienza di questa mia prima pubblicazione. In caso abbiate consigli, suggerimenti o altro, vi prego di non avere alcun timore nel farmene parte, apprezzo moltissimo chi vuole aiutarmi a migliorare. Sa trovate errori, pensate che qualcosa sia di troppo o che, invece, manchi… Vi sarei enormemente grata qualora me lo faceste notare. La storia è scritta anche per voi ed è giusto che pretendiate il meglio. :D

Un grosso bacione miei cari, pazzi, adorabili lettori.

Vostra, Alessandra. ;)

 

  
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: Garfield