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Autore: musicisdrug    18/10/2012    1 recensioni
Isabelle, italo-americana, vive a Roma e ha 17 anni. E' legatissima a suo fratello che però partirà per Santa Monica per lavoro. Isabelle passerà l'estate in America dal fratello, dove ritroverà persone importanti per lei e ne conoscerà di nuove che diventeranno fondamentali.
"«Comunque, ti amerò per sempre. Non smetterò mai di amarti, mai.» Sentivo le lacrime agli occhi, non sapevo cosa dire.
Lo amavo, lo avrei fatto per sempre semplicemente perché lui era perfetto, perfetto per me. Perfetto con tutti i suoi difetti, perfetto con tutte le sue debolezze, perfetto con tutti gli errori che faceva, ma comunque perfetto."
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La porta della mia stanza si aprì di colpo mentre stavo cercando il posto giusto dove nascondere lo zainetto. «Hei questa è l’ultima sera che passiamo insieme sorellina, facciamo qualcosa di speciale ti va? » «Certo! Che si fa?» Mi fece segno di seguirlo. Arrivammo nel salotto, prese una coperta e uscimmo in giardino. Sistemò la coperta a terra e ci sdraiammo a guardare il cielo stellato. Ci era sempre piaciuto farlo, sin da bambini papà ci portava a guardare il cielo e noi ne siamo sempre stati affascinati, al punto tale che volevamo andare su Marte insieme. « Quando vieni a trovarmi? » «Ma ancora non sei partito, scemo! » mi guardò storto e iniziò a farmi il solletico, la cosa che odiavo di più al mondo. «Stavamo dicendo nanetta, quando vieni a Santa Monica? » «Uhm… appena finisce la scuola posso? Potrei restare per 2 settimane, o 3 magari!» annuì e mi sorrise. Ci addormentammo in giardino, la mattina quando mi svegliai ero nel mio letto, Matt era già pronto. Corsi a vestirmi e ci dirigemmo all’aeroporto. Avevo visto troppe volte quel posto, era così familiare per me. «Vieni qui piccoletta, dammi un bacio!» diedi un bacione sulla guancia a Matt e una piccola lacrima mi scese sul viso, lui se ne accorse e me l’asciugò con le sue mani grandi e calde. «Ti prego non piangere, ci rivediamo presto, prestissimo! » «Ma io non stavo piangendo… avevo solo qualcosa nell’occhio!» gli feci l’occhiolino e lui iniziò a farmi i dispetti. Mia mamma ci guardava felice perché ci aveva sempre detto quanto fosse importante per lei che i suoi figli avessero un rapporto speciale tra loro. Una voce metallica interruppe quel momento felice che sarebbe stato l’ultimo per un po’. «Fa la brava quando io non ci sono, ci vediamo in webcam! Hei mamma, mi mancherai tanto.» Abbracciò entrambe e si diresse al suo aereo, sorridendo e salutandoci con la mano. Mi ricordai di avere ancora in mano lo zainetto per lui, così lo chiamai e correndogli incontro glielo porsi. «Mamma io propongo di andare a fare shopping e poi una pizza, io e te!» Proposi sorridente e lei accettò. Le ultime settimane di scuola passavano veloci e 3 giorni prima del suono dell’ultima campanella dell’anno scolastico mi arrivò una lettera a casa. Andai ad aprirla e trovai una lettera scritta a mano e altri due fogli colorati. Presi la lettera e iniziai a leggerla. “Ciao nanetta. Inizia a fare i bagagli perché si parte! Tu e Arianna verrete qui il giorno dopo la chiusura della scuola e resterete… TUTTA L’ESTATE! Mamma e papà ci raggiungeranno due settimane dopo, ma resteranno solo 4 giorni! Ti voglio bene, mi manchi scema!” Iniziai a saltare per tutta casa, poi, senza dare spiegazioni a mia madre, presi la borsa e corsi a casa di Arianna. Rimasi ferma davanti la porta, cercai di riprendermi dalla corsa e suonai al campanello. Lei venne ad aprirmi e tranquillamente mi fece entrare. « Allora che vuoi a casa mia Isabella? » disse scherzando « Mi chiamo Isabelle, Arianna, ISABELLE. Sai i nomi inglesi?» Odiavo quando trasformavano il mio nome in Isabella, avevo un nome inglese e volevo essere chiamata con quello. «Comunque niente, mi annoiavo e dovevo dirti che passeremo l’estate a Santa Monica» dissi con molta disinvoltura. «Scusa, non ho sentito. Che hai detto?» «Domenica partiamo per Santa Monica.» Spalancò la bocca e mi fissò incredula. «Aspetta, aspetta… devo parlare con i miei genitori! Se mi dicessero di no?» disse Arianna dopo qualche minuto di euforia pura. «No, Ari sta’ tranquilla. Ci parlerà mia mamma e saranno costretti ad accettare!» gli feci l’occhiolino. Passammo i 4 giorni che ci dividevano dall’America a decidere cosa portare e comprare vestiti nuovi. Finalmente arrivò domenica, i genitori di Arianna avevano accettato e mia mamma ci stava portando all’aeroporto, la salutammo con la consapevolezza che l’avremo rivista tra appena due settimane. «Hei Bel!» mi chiamò mia madre mentre stavamo per salire sull’aereo. « Ricordati di dire a Matt di portarvi a far visita alla nonna!» «Certo mamma, ci vediamo!» la salutai con la mano e mi imbarcai. Il viaggio sarebbe durato circa 7 ore, così decisi di mettere le cuffie e dormire un po. Dopo appena 10 minuti Arianna mi scosse il braccio. «Hei Anna, che c’è? » «Che senti?» «Uhm… no, niente.. » dissi cercando di svagare, ma purtroppo era furba quella ragazza, più furba di quanto ci si aspettasse da quel visino angelico. « Non dirmi che stai sentendo di nuovo quelli! » «Quelli si chiamano One Direction e poi perché non posso?» «Fa come vuoi, ma almeno dammi una cuffietta perché mi annoio. Magari così mi divertirò a sentire quei 5 scemi che “cantano”» La incenerii con lo sguardo e le passai una cuffietta. Stavamo sentendo More than this e la sua espressione cambiò completamente. «Anna? Ari? Arianna ci sei?» le schioccai le dita davanti agli occhi e finalmente tornò a battere le palpebre. «Oh sei viva allora, cominciavo a preoccuparmi! » dissi sarcastica. «Oh, Bel… è davvero bella questa canzone!» «Ti piace davvero?» annuì e sorrise. Forse aveva capito che non avrebbe dovuto giudicare i ragazzi prima di aver ascoltato qualche loro canzone. Durante il viaggio sentimmo ogni canzone circa 5 volte fino a quando esasperata lasciai a lei l’MP3 perché non voleva sentire altri cantanti e mi addormentai. Arianna mi svegliò annunciandomi che eravamo arrivate. Ripresi il mio MP3 quasi strappandoglielo dalle mani e rivolgendole uno sguardo compiaciuto. Appena scendemmo chiamai Matt e mi disse che ci stava aspettando fuori, così recuperammo le valigie e ci dirigemmo all’uscita. Davanti a noi trovammo Matt con due mazzi di fiori enormi, uno per me e uno per Arianna. Corsi ad abbracciarlo, notai che aveva la maglietta che gli avevo regalato io con la nostra foto e guardandolo sorrisi. «Benvenute in California ragazze! » disse con quegli occhioni azzurro mare accesi e i capelli mori un po’ scompigliati.
  
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