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Autore: rossanasmith    01/05/2007    2 recensioni
Il Fanwriter A vuole scrivere. Ma nel momento in cui vi si accinge, mille interrogativi si affacciano alla sua mente. Cosa pensa uno scrittore?
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Fanwriter A writes

 

 

Ipoteticamente.

Il Fanwriter A inizia  a scrivere.

Già dall'inizio, un lavoro potrebbe sembrare leggero, o quantomeno incerto.

E' la prima parola che dà  l'input, la prima parola del primo titolo del primo capitolo eccetera, eccetera, eccetera.

Il lavoro del fanwriter A.

Chi conosce, davanti a un foglio bianco, quali siano i veri pensieri  del fanwriter A?

Un altro fanwriter, forse.

E un fanreader?

Cosa ne sa, un fanreader, dei pensieri del fanwriter?

Semplice, lo legge da quello che legge.

E se poi  il fanwriter  A scrive il contrario di quello che pensa?

Lo fa per accontentare i lettori?

O lo fa perchè possiede un intrinseco ego perverso, che lo spinge a imporsi quello che in realtà non vuole, e amalgamarsi con le idee della massa?

Cosa  pensa il fanwriter  A in realtà?

Spesso, il fanwriter è preso dal desiderio di scrivere, e allora, afferra qualsiasi cosa che possa servirgli per fissare per sempre le proprie idee.

Cose come "Domani ti faccio alzare morto".

Preso dalla voglia  di affermare di potere.

Semplice desiderio di soddisfare quella brama, espediente per colmare la noia, o pura e semplice voglia di scrivere.

Di provare, per un attimo, il puro piacere che si prova nello scivere .

Accostare frasi, parole, lettere singolarmente prive di senso.

O anche in gruppo.

Che cosa succede quando il fanwriter A è insoddisfatto del proprio lavoro?

Succede che continui a fissare e rifissare il foglio,  cercando di capire che cosa sia che non vada.

O che soffra internamente, poichè non è capace di dar forma ai propri pensieri.

A volte, succede che piccoli gioielli  passino completamente inosservati.

Oppure, che scritti che l'autore non stima tali da meritar ciò, riscuotano successo, pur se moderato.

E allora il fanwriter A si chiede: perchè?

E' questa l'insoddisfazione?

Oppure, prova invidia, sepppure ammirandoli, verso coloro che riescono bene nello scrivere,  e sono oltretutto apprezzati?

Perchè, si chiede il fanwriter A, ci sono pubblicazioni che hanno successo, e altre che vengono ignorate?

Eppure, ogni fanwriter  stima e reputa il proprio scritto degno di merito. Altrimenti non lo pubblicherebbe.

E' per  le ripetizioni, per la povertà di lessico, o per qualcosa di più intimo?

Qual'è il desiderio della massa? Cos'è che un lettore apprezza?

E se, portandosi a soddisfare il desiderio della massa, il fanwriter A annullasse la propria identità?

Cosa sarebbe  sensato, poi? E cosa non lo sarebbe?

O, alla fine, tutte le cose sono solo semplici idee sensa senso?

Come si fa a rendere materiale un'idea?

E come si  fa a raggiungere quel grado tale di perfezione?

Forse il fanwriter A può ritenersi perfetto solo qualora, al di là del livello della propria opera, non provasse insoddisfazione, nè si curasse più delle opinioni altrui.

Ma allora, a che cosa si limiterebbe lo scrivere?Alla pura soddisfazione?

Non sarebbe confronto, scambio di opinione, voglia di evoluzione e miglioramento giorno dopo giorno, attimo dopo attimo?

Il fanwriter A legge il proprio primo scritto.

Tra quello e i suoi scritti attuali, pare esserci un abisso.

Eppure, quando lo ha pubblicato, gli sembrava bello.

Come fa una cosa bella a declinare  dalla propria bellezza?

E' questa un' evoluzione?

Ma allora un'evoluzione annulla tutti gli sforzi compiuti dal Fanwriter A finora?

 O vuol dire, che oggni scritto creato dal fanwriter, al confronto col prossimo sarà sempre peggiore?

E quando saprà quale sarà il proprio limite?

C'è un limite?

Si può raggiungere la perfezione, quel livello tale  da commuovere anche sé  stessi? O è solamente presunzione?

Il fanwriter A prova una stretta al cuore.

Perché il fanwriter A non lo sa.

Ma continua a scrivere.

E, giorno dopo giorno, attimo dopo attimo, continua a interrogarsi su queste cose, sperando che un giorno scrivendo trovi una risposta.

 

 

Piccola e brevissima riflessione sul mondo interno di uno scrittore, su cosa lo spinga a scrivere e sui propri obiettivi. Interrogativi che forse, in misura maggiore o minore, ognuno inconsciamente si pone.

Piccolo delirio saltato fuori da chissà dove, alle due di notte, dai meandri più oscuri delle menti dell'autrice.Sperando, in tutta umiltà, che vi piaccia.

 

 

rossanasmith

  
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