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Autore: Fuuma    19/10/2012    1 recensioni
Il padre dietro al cacciatore. L'uomo dietro alle sue scelte. I suoi figli dietro alla sua vendetta.
C'è stato un tempo in cui anche la loro famiglia era normale, ma è stato tanti anni fa, prima dell'infanzia di un bambino fatta a pezzi e calpestata, prima di occhi grandi ed infantili che hanno guardato l'innocenza del fratello svanire insieme alla propria.
C'è stato un tempo in cui credevano che gli incubi fossero solo tali.
Ora quel tempo è finito...
[Ventisei fic per ventisei anni della vita di Dean, di Sam e, soprattutto, di John Winchester]
Genere: Angst, Drammatico, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Dean Winchester, Famiglia Winchester, John Winchester, Sam Winchester
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Prima dell'inizio
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Titolo: His best was never enough
Serie: Supernatural
Character: Dean Winchester, Sam Winchester, John Winchester
Pairing: //
Rating: NC-14
Genre: Slice of Life, Angst
Words: 746
Note: No, non ho dimenticato questa raccolta, tutt'altro, dovessero volerci secoli, la porterò a termine, ah! In realtà è che il fandom di Supernatural mi ha preso, sì, ma mi ha preso molto di più quello sul Cast di Supernatural, per cui continuo ad avere idee a palate per fic sugli attori e vado a rilento invece per quelle sui personaggi.
Pazienza.

12: Dean 12 years old ~ Sam 8 years old
Pesa.
Pesa troppo per le sue braccia che si rivelano deboli e fragili e piccole e inutili.
Incespica, senza riuscire a stare dietro ai passi più ampi di suo fratello maggiore, nonostante ci stia provando, ci stia provando così tanto che ogni muscolo del proprio corpo gli fa male. Non pensava di averne tanti, non pensava che essere forte come Dean facesse così male.
Pesa, il braccio di papà, il suo corpo ferito, che trascinano lontano dall'auto che l'uomo ama (quella che ha promesso di regalare un giorno al primogenito, quando sarà grande e se la sarà meritata, anche se se la merita tutti i dannati giorni quell'auto). Pesa e, nonostante tutto, continua a cingergli la vita, con le dita troppo piccole aggrappate al giaccone verde bottiglia sporcato di sangue, così come la gamba destra e il fianco e la fronte...
C'è così tanto sangue e papà non riapre ancora gli occhi.
«Te l'avevo detto che era troppo pesante per te, Sammy. Torna in motel e nasconditi.»
La voce di Dean è preoccupata e Sam lo sente che, anche se non glielo vuole mostrare, un po' è spaventato anche lui.
Ma Dean è forte, Dean trascina loro padre di peso, con le braccia che gli cingono l'ampia vita e le gambe che si muovono un passo dopo l'altro.
Avanti.
Ancora.
Pian piano.
Senza fermarsi.
Per portarlo in salvo, perché è suo compito ed è suo compito proteggere Sammy.
«Sammy.» lo chiama di nuovo.
«Ce la faccio!»
«No, invece, sei troppo piccolo!»
Quattro anni di differenza sono tanti a quest'età (sono infiniti), ma anche Dean è piccolo, troppo piccolo per la vita che fanno.
«Non fa niente, voglio aiutarti.»
Sam, invece, è testardo.
Sam vuol fare la sua parte.
Sam vuole essere forte come Dean... anche se ha paura, è piccolo, è debole, è inutile. E papà ha perso così tanto sangue che si chiede dove riusciranno a trovarne così tanto per restituirglielo - forse lo potrebbero comprare al minimarket insieme ai cornflakes che piacciono a Dean e giura a se stesso che questa volta non glieli mangerà, li lascerà tutti a lui e gli lascerà anche la sorpresa. Gli regalerà tutte le sorprese.
Inciampa su una radice sporgente, battendo il ginocchio contro il terreno e sporcandosi i pantaloni di erba e terra e del sangue di papà.
«Sammy! Stai bene?»
Lui ci sta provando, ci sta provando così tanto ad aiutarlo, ma continua ad essere inutile.
«Scusa...» pigola, chiedendo perdono a suo fratello per essere un peso, più di quanto ora non lo sia loro padre, colpito per proteggerli da uno Spirito vendicativo, uno di quelli violenti che non si è fermato neppure davanti a due bambini.
«Non devi chiedermi scusa. Va tutto bene, papà starà bene presto, vedrai.»
Ma, quando Sam si è rialzato, ha visto la gamba di Dean, l'ha visto il sangue e sa che anche lui è ferito.
Suo padre e suo fratello lo hanno protetto, perché è piccolo, debole, inutile.
E allora riprende a tirare il corpo di suo padre insieme a Dean, cercando di alleggerirlo di quel peso (ne ha così tanti, suo fratello, sulle sue spalle), un passettino alla volta, tenendo duro, anche se è tanto, tanto stanco e ha tanta, tanta voglia di piangere.
«Dean.» pigola.
«Non piangere, Sammy.» lo implora suo fratello.
«Non sto piangendo.» singhiozza lui, passandosi in continuazione il dorso della mano sugli occhi umidi, cancellando lacrime che poco per volta riprendono a scorrere.
«Bugiardo.»
Sam non vorrebbe mentire e non vorrebbe neppure piangere.
Solo che non riesce ad evitare nessuna delle due cose, quindi tira su col naso e si asciuga di nuovo gli occhi.
«Prometti di non morire.»
Dean si stupisce della sua frase e gli sorride, è un sorriso un po' storto, lo ha visto fare una volta a Marlon Brando (un attore che piace a suo padre e che, quindi, piace anche a lui), gli era sembrato un sorriso da grande, sicuro di sé e da allora ha imparato a sorridere così anche lui.
«E' solo un graffio, starò benissimo.» dice.
Ma a Sam non basta.
«Prometti!» urla infatti, gettando fuori tutta la sua paura di perderlo e di perdere papà, che ancora non vuole aprire gli occhi.
«D'accordo... Te lo prometto, Sammy.»
Forse per un po' ci ha creduto davvero, ma quando la frase arriva al termine Dean sa di aver mentito, sa che morirà un giorno, perchè per proteggere Sammy arriverebbe a fare qualsiasi cosa... anche infrangere quella promessa.

   
 
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