Aprì la porta di casa ed entrò silenziosamente, cercando di non svegliare nessuno. A quell’ora stavano sicuramente dormendo tutti.

Dopo la faccenda dell’incidente era diventato quasi famoso, a scuola. Aveva conosciuto persone nuove, persone che prima, probabilmente, ignoravano perfino la sua esistenza. Quella sera era uscito con un gruppo di amici, avevano passato la serata in un bar. Si era divertito.

Le vacanze estive stavano passando velocemente, il tempo scorreva ed anche Roxas si sentiva più maturo.

Indossò una t-shirt leggera e si buttò sul letto. Mentre osservava annoiato la stanza, il suo sguardo cadde sul piccolo calendario appeso al muro, dove una data era cerchiata in rosso.

Il 13 luglio…

Il giovane s’incupì.

Axel…

Come aveva potuto dimenticarsi una data così importante?

Si coricò, affondando il viso nel cuscino.

È già passato un anno…

Non si era nemmeno accorto di tutto il tempo che era trascorso. Ripensò un’ultima volta a quella maledetta sera, prima di chiudere gli occhi e lasciarsi prendere dal sonno.

 

Un tonfo lo fece svegliare di soprassalto.

Roxas aprì gli occhi nel buio della stanza, rischiarato appena dai deboli raggi di luna. Si guardò attorno, cercando di capire cosa avesse provocato quel rumore. Non notando nulla di insolito, si rigirò nel letto e cercò di riaddormentarsi.

Poi udì una voce. Trattenne il fiato per qualche secondo.

Bene, Roxas, adesso senti anche le voci… sei ufficialmente pazzo…

Sospirò nel silenzio della stanza. Certo che la stanchezza faceva brutti scherzi…

- Roxas…

Si mise a sedere di scatto, restando in ascolto.

Questa volta l’aveva sentita davvero. Si guardò attorno. Niente.

Poi il letto sobbalzò violentemente, come se qualcosa lo avesse colpito.

Il cuore prese a martellargli nel petto, mentre il suo sguardo vagava per la stanza.

- Rox…

Credette di svenire.

Non è possibile…

- A… Axel?

Ad un secondo colpo si lasciò sfuggire un urlo acuto.

Scese rapidamente dal letto, correndo verso la porta. Per quanta forza sprecò, quella non accennò ad aprirsi. Nemmeno l’interruttore della luce sembrava funzionare. A quel punto si lasciò prendere dal panico. Chiamò aiuto e colpì con forza la porta, sperando che i suoi lo sentissero.

Alle sue spalle il letto continuava a sobbalzare violentemente ed a sbattere contro il muro.

Non aveva il coraggio di voltarsi. Chissà cosa avrebbe potuto vedere…

Le lacrime presero a scorrergli copiose lungo le guance, mentre aspettava. Aspettava che tutto avesse fine, che quello che sembrava un incubo cessasse.

Infatti, tutto si fermò. Rimase solo un profondo e freddo silenzio.

Roxas si girò lentamente, il viso ancora rigato dalle lacrime ed il cuore in gola. Mosse qualche piccolo passo senza quasi respirare, guardandosi attorno. Il silenzio più totale aleggiava nella stanza, tanto che Roxas credette di essersi immaginato tutto.

Poi si bloccò di scatto. Aveva visto qualcosa. Sentì freddo ed un lungo brivido percorse la sua spina dorsale. Aveva la pelle d’oca.

Si schiarì la voce, facendo un altro piccolo passo avanti. - Axel?

Non appena pronunciò il nome dell’amico, udì un sussurro alle sue spalle e qualcosa lo spinse in avanti con violenza, facendolo inciampare sul suo skateboard. Colpì lo spigolo della scrivania con la testa e cadde a terra con un tonfo sordo. La sua vista si appannò velocemente e l’ultima cosa che vide fu qualche piccola goccia di sangue cadere sul pavimento.

 

 

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Note:

Bene, bene, bene... finalmente il secondo capitolo... scusate il ritardo ma ho avuto una sacco di impegni tra scuola e musica...

Dunque... risultato? Un disastro... E' troppo corto e non mi piace particolarmente... ma pazienza...

Spero che a voi risulti gradevole :)

Grazie per le vostre recensioni e per aver letto la mia storia.

Bye!