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Autore: Nekhel    19/10/2012    4 recensioni
Trent'anni fa Gol D. Roger sfidò la Signora dei Mari e perse.
Ora Luffy e le Supernove si troveranno coinvolti nello stesso gioco mortale.
Chi sono i Custodi, le pedine più importanti sulla scacchiera della Signora dei Mari?
Perchè Marco ha lasciato la ciurma di Barbabianca nel momento di maggiore bisogno?
Chi comanda la nave fantasma dalla vele nere che compare dal nulla compiendo terribili stragi?
È davvero solo un gioco perverso quello di Lady Sea o piuttosto una partita a scacchi contro il destino per salvare il suo Re da una morte certa?
Genere: Avventura, Introspettivo, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Supernova, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Spoiler!
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Gettò uno sguardo distaratto agli altri avventori della taverna, impegnati nei soliti giochi di carte e dadi o presi da altre assurde competizioni a base di birra o alcool in genere.

Ridevano, scherzavano, tutti più o meno ubriachi, senza accorgersi o curarsi di niente, concentrati com'erano sui loro passatempi.

C'erano giovani marinai squattrinati e distinti uomini di mezza età che si contendevano i servigi delle provocanti cameriere, vecchi ubriconi dallo sguardo spento e rosso e contadini venuti passare la serata in città per bersi o giocarsi anche i pochi soldi che guadagnavano.

Una grande varietà insomma, quella che si può trovare nelle bettole di porto, sempre uguali, sempre sporche, sempre piene di rifiuti.

Era come se il mondo avesse deciso di chiudere in quelle taverne sui moli tutti i miserabili della Grand Line, condensando insieme la futilità delle loro vite e delle loro battaglie.

I loro fallimenti.

Richard era sempre stato un tipo ottimista, nonostante la vita non gli avesse mai arriso, ma in quel momento si sentiva davvero come uno di quei disgraziati, prigionieri di vite senza più sogni o spiragli di luce diversi da quello dell'alcool o di una squallida scopata fatta soltanto per appagare i sensi.

Avrebbe dovuto essere diverso, si disse abbassando gli occhi sul suo boccale di birra.

Lui era un pirata e aveva teoricamente vinto la sua battaglia.

Ancora stentava a crederci, in realtà; ma sei mesi prima lui e Blues insieme con gli uomini di Sea avevano effettivamente sconfitto Gol D. Roger e il suo equipaggio.

Sei uomini contro una delle più famigerate ciurme pirata e avevano vinto.

Vinto.

Forse era solo quello a farlo sentire così, privo di forza e svuotato da quella volontà ferrea che lo caratterizzava: il sollievo di essere usciti vivi dall'inferno che era stato quello scontro.

L'idea di essere di nuovo autonomi, indipendenti, liberi di scegliere il proprio futuro.

Era così.

Doveva essere così.

Eppure...

 

 

****

 

 

Questo io dico:

 

IL RE PIRATA DEL BUIO TESORO CHIESE AL SUDDITO INDIZIO SU UN MODO DI PRENDERE PREMIO CHE IL VERO AVRA' IN SFIDA DONATO. UNA O PIENA LA LUNA CADE PROSSIMA DOVE ALLA MONTAGNA RIPOSA IL DRAGO VERDE, IL VECCHIO E IL MARE.

MA NEL SILENZIO VIVE LA FORESTA E LA CASA DOVE LO SCHIAVO E' CACCIATO.

 

È la parola che conta ma il re ha sempre due parole, la prima mente e la seconda è vera: chi cade nell' inganno perde la libertà e la sfida.

Solo tre volte il re mancò subito alla parola. Alla quarta dal principio della fine incominciò la verità delle due parole.

SD

***

Trafalgar rimase un istante intento a fissare il messaggio criptico di Sea aggrottando appena le sopracciglia, prima di scoppiare a ridere.

Nada sorrise a sua volta.

Lui stesso ci aveva messo un po' di tempo a decifrare la lettera che il suo Capitano aveva inviato a tutte le Supernove " per fare già una selezione prima della sfida", a detta sua.

Ma tutti i ragazzi ci mettevano lo stesso tempo di Trafalgar allora erano guai, valutò il medico anche se dubitava dell' eventualità: dopotutto Law era un giovane davvero speciale. E partiva avantaggiato anche.

<< Ci andrai? >>

Law annuì.

Tutte le Supernove erano state convocate e benchè lui conoscesse già il motivo e le regole del gioco voleva vedere come gli altri se la sarebbero cavata e se c'era ancora qualcosa di interessante che Sea potesse fargli vedere.

<< Vuoi che vada a cercare la belva per farti accompagnare? >> La belva era Bepo ovviamente, che si era guadagnato quel soprannome grazie ad un eroica impresa.

Quando era ancora cucciolo e Law viveva ancora a Nord con Sea e Nada, il medico aveva sgridato il piccolo Trafalgar alzando un poco la voce e Bepo, per la prima volta ammesso in casa , era corso in aiuto del proprio padroncino e amico "azzannando" Nada ad un polpaccio.

Il vecchio dottore non l'aveva presa bene. Assolutamente.

<< Non puoi venire tu? O vado da solo. Meglio se loro ne restano fuori questa volta. >>

<< Verrò io allora >>

Il padrone di casa, un certo Enia, entrò in quel momento nella stanza e si sporse appena sopra la spalla di Trafalgar per leggere il messaggio.

Nada notò che i suoi occhi neri avevano percorso solo due volte il testo, dall' inizio alla fine e poi di nuovo ma all'incontrario, prima che l'uomo si ritirasse scusandosi.

Era un personaggio particolare, il custode dei quel faro dimenticato da tutti.

Era di costituzione fin troppo esile e minuta e avrebbe anche potuto confondersi con i muri tanto la pelle era chiara, senza segno alcuno di abbronzatura.

Anche i capelli erano di un biondo quasi bianco e gli davano un aria a metà fra l'eternamente giovane e il precocemente vecchio.

Solo gli occhi stonavano.

Neri come la pece e profondi come il mare emanavano una forza e un' autorevolezza che si irradiava intorno mettendo quasi in soggezione le persone che si sentivano quasi costrette ad abbassare gli occhi sotto la sicurezza di quello sguardo.

Gli ricordava in qualche modo Silver Rayleigh. Il che era ben strano visto quanto diversi erano in apparenza quei due personaggi.

Nulla in comune davvero.

A meno che Enia non gli stesse nascondendo qualcosa.

Sulla scia di quel pensiero Nada non fu molto sorpreso quando Wolverine, la moglie di Enia, arrivò trafelata da loro meno di due giorni dopo invitandoli a seguirla il più in fretta possibile perchè la Marina era arrivata sull'isola.

Mentre si allontanavano con la donna il vecchio medico si voltò indietro verso il faro.

Enia era fermo sulla porta, gli occhi fissi sulla strada che portava al villaggio, perfettamente calmo e non si scosse neppure quando Akainu in persona comperve alla svolta del sentiero ghiaiato.

 

Enia si era aspettato quella visita fin da quando Barbabianca era morto. Sapeva che sarebbero venuti a cercarlo e aveva avuto tempo per prepararsi.

Non lo avrebbero ucciso di questo era sicuro ma quanco vide il più odioso fra gli Ammiragli sbucare sulla strada decise che non aveva poi così tanta voglia di farsi prendere.

Una furia antica gli avvampò inaspettata nel petto, talmente forte e incontrollabile da stupire persino lui stesso.

Lo spirito pirata che pensava profondamente assopito nel suo cuore e nel suo passato si risvegliò di colpo mentre la percezione di quell'uomo si allontanava sempre di più da quella di persona portatrice dell'Autorità, della Giustizia e del Governo per cui Enia aveva lungamente combattuto, avvicinandosi sempre più a quella di complice e causa della morte del Babbo e di altri compagni.

Quando parlò aveva ormai fissa in mente suo malgrado quell'idea e la certezza di non piegarsi a nessuno costo alle richieste dell'altro.

<< Ammiraglio Akainu, che visita inaspettata! >>

<< Generale Niklaus Enia Lee è pregato di seguirci senza opporre resistenza. >>

<< Destinazione? >>

<< Non è autorizzato a domandarlo, signore >>

La cosa più umiliante era sentire l'ironia feroce di quelle parole. Enia non aveva paura. Aveva affrontato di peggio nella sua vita di un semplice Ammiraglio ma conosceva Akainu e quelle parole dette in quel modo gli fecero salire un fiotto di puro veleno in gola.

Si stava prendendo gioco di lui, il codardo. Aveva portato con sè due Vice-Ammiragli, facendoli nascondere nei paraggi e si rivolgeva a lui con quel tono che voleva dire: non hai via di scampo, ragazzo. Io sono un logia e tu un paramecia. Noi siamo tanti e tu uno solo.

Tu mi hai sconfitto vent'anni fa e io ora mi vendico. È la legge del mondo, caro sognatore.

<< Niklaus Lee, vieni con noi. >>

Enia si gettò uno sguardo alle spalle. Wloverine e gli ospiti erano ormai così lontani che neppure con l'Haki riusciva a sentirli.

Andava bene, poteva rischiare.

Espanse ulteriormente la propria percezione fino a coprire anche buona parte del mare circostante.

Fosse fortuna o destino neppure lui quel giorno era solo. Sorrise.

<< Ringrazio dell'invito ma non ne ho intenzione >> La velocità con cui estrasse la pistola e fece fuoco lasciò completamente spiazzato l' Ammiraglio.

Il proiettile di agalmatolite e impregnato di Haki colpì in piena fronte Akainu scaraventandolo a diversi passi di distanza.

Enia si voltò facendo nuovamente fuoco contro uno dei due Vice-Ammiragli e colpendo l'altro con una spirale di energia prima di tornare a concentrarsi sull'uomo di lava appena in tempo per schivare una palla di magma incandescente diretta verso di lui.

Non doveva assolutamente farsi colpire.

Si buttò praticamente a terra scalciando solo in ultimo centrando le ginocchia di Akainu mandandolo nuovamente al tappeto. Si rialzò con una capriola e corse a precipizio verso la scogliera.

Era decisamente fuori allenamento e usare così tanto l'Haki era davvero distruttivo per il suo fisico.

Percepì comunque che entrambi i Vice-Ammiragli erano morti mentre Akainu gli era già alle costole e pericolosamente vicino.

Si fermò sull'orlo di roccia, sotto di lui solo i flutti del mare.

<< Mi spiace molto, devo andare >> urlò ad Akainu, evitando per un soffio una pioggia di meteoriti bollenti.

Avrebbe voluto aggiungere che lo faceva perchè la riteneva la cosa giusta, perchè preferiva la libertà o per un qualsiasi altro nobile motivo.

Avrebbe preferito addirittura dirgli che lo se ne andava per paura, che sceglieva nuovamente la vita del pirata perchè era un codardo ma non sarebbe stata la verità.

La realtà era che trovandoselo davanti si era reso conto di quanto lo avesse in odio e con lui tutta la marina. Quello era l'unico motivo.

La tristezza e la rabbia per le notizie che arrivavano sulla guerra e sulla sua fine si erano condensate nel momento stesso in cui l'aveva visto.

Se il suo corpo non fosse stato così distrutto dalla malattia l'avrebbe potuto anche uccidere.

Saltò nel vuoto invece, scagliando dietro di sè una decina di trottole esplosive, giusto come ricordo.

Chiuse gli occhi, limitandosi a stringere le braccia attorno all'esile collo della Fenice proteggendo entrambi con uno scudo di energia verdognola e lasciandosi trasportare verso il cielo.

<< Grazie, Marco >>

Gli rispose il saluto limpido e cristallino della Fenice.

 

 

Eppure adesso era più difficile trovare il coraggio.

Ogni volta che sentiva la ferita alla tempia tirare e dolere, compressa sotto le bende bianche che gli fasciavano la testa da più di un anno o quando si svegliava la notte tormentato dall' ennesimo incubo e veniva colto dall'irrazionale bisogno di correre ad abbracciare Blues per sapere che era ancora lì, quando si chiedeva cosa davvero fosse cambiato dopo tutto quello che avevano fatto; gli costava sempre più sforzo trovare un motivo per giustificare il passato e guardare al futuro.

Una delle principali ragioni per cui non si pentiva di avere scelto la vita libera del pirata si sedette in quel momento davanti a lui, sbattendo faticosamente il proprio bicchiere di liquore sul tavolo per distoglierlo da quel flusso di pensieri.

Blues gli sorrise, scostandosi una ciocca di capelli biondi dal viso con la mano meno danneggiata , lasciando che Richard aprisse per lui il pacchetto di stuzzichini.

La loro amicizia era il suo più grande punto di forza, l'unica cosa preziosa che gli fosse rimasta al mondo e anche l'unica certezza che aveva sul futuro.

Bastava che ci fosse l'amico con lui per fargli tornare il sorriso e far riemergere il suo entusiasmo per la vita, la sua voglia di andare sempre oltre l'orizzonte.

<< Ancora a rimuginare sulla battaglia? >> il tono di Blues era ozioso e scarsamente partecipe, come sempre del resto. Chi non lo conosceva avrebbe potuto dire che non gli importava ma Richard era ben consapevole del contrario.

<< Più che sulla battaglia, sul futuro. Abbiamo passato sei mesi a gironzolare senza una meta o una nave e mi va bene...ma quando saremo entrambi guariti cosa faremo? Non possiamo andare avanti così. >>

Blues annuì grave << Direi che ...>> fu interrotto da una specie di terremoto che scosse la taverna dalle fondamenta, mandando in pezzi i vetri e facendo scricchiolare pericolosamente le vecchie assi di legno.

Nel silenzio che seguì un uomo, alto due volte Richard, si fece strada fra i tavoli, evidentemente cercando qualcuno con lo sguardo.

Arrivato alle spalle di Blues si fermò scoppiando in una risata strana, profonda e gorgogliante << Sono Edward Newgate. Mi hanno detto che qui c'è qualcuno con una taglia interessante >>

Blues sorrise appena, con quel suo ghigno ironico che non prometteva nulla di buono, facendo cenno a Richard, già pronto a sguainare le spade, di rimanere seduto.

<< .. nell'immediato futuro credo che mi limiterò a spaccare la faccia a qualche idiota in cerca di gloria. >>

 

 

 

ANGOLINO

 

Salve! Come promesso torno all'aggiornamento settimanale.

Avevo promesso capitolo frizzante e spero di non aver deluso. Ho ritenuto opportuno introdurre finalmente il personaggio di Richard lasciando forse aperti più interrogativi di quelli che ho chiuso.

Anche Enia ha un senso( tutto in questa storia lo ha :) ) e no, Marco non era lì per caso.

Per quanto riguarda il messaggio di Sea...ho pensato che potrei indire un piccolo gioco ( se è contro qualche regolamento ditemelo ).

Chi riesce a scoprire che messaggio in codice è nascosto nella frase scritta in maiuscolo?

Il primo/ prima si aggiudicherà...niente! Scherzo, si aggiudicherà la possibilità di chiedere un capitolo speciale che risponda a una domanda sulla storia ( sai che premio-.-" ).

Stile lente di ingrandimento nel gioco di Sherlock Holmes, risponderò a una domanda del genio/fortunato lettore ( nei limiti del possibile si intende: non e sottolineo non vi dico che cos'è il puzzle per esempio. Il resto sì però. )

 

Bene, dopo lo sclero passiamo ai ringraziamenti.

Harley_s ( nomi ce ne sono tanti, ma non così tanti e Richard è unico e inimitabile ù.ù:) ) e Funeral of Hearts ( Nada è solo permaloso, sai. Anche io adoro Bepo! ).

 

Tutti gli errori di battitura/ortografia/italiota e schifezze varie sono colpa dei neuroni che ho lasciato per le scale, chiedo scusa.

 

Alla prox.

 

Nekhel

  
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