Fanfic su artisti musicali > Bon Jovi
Segui la storia  |       
Autore: Rosie Bongiovi    19/10/2012    4 recensioni
' "Kayla! Apri questa porta!".
"Richie ma.. Richie, sono le due di notte!".
"Sì, lo so, lo so. Però è urgente. Dai, fai veloce che sto congelando!".
"Ti ammazzo, stavolta lo faccio sul serio!".
E glielo ripetevo così spesso, che il signorino in questione avrebbe dovuto morire una trentina di volte. Però, per qualche arcano motivo, non ci sarei mai riuscita a fare a meno di lui'.
Genere: Comico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

“Sei sicuro della scelta che hai fatto?” chiese Jon, per la quinta volta nell'arco di dieci minuti. Uscii dal bagno, dopo essermi fatto una doccia rilassante, ma il suo effetto calmante durò ben poco.

“Sì, Jon, sono sicuro” risposi, sistemandomi i bottoni della camicia e mettendo un asciugamano medio nel cesto dei panni da lavare. Stava cercando di capirmi, di leggermi, di analizzarmi, ma mi promisi che, qualunque cosa avesse da dire, me la sarei lasciata scivolare addosso, senza agire. David e Tico avevano sul viso un'aria comprensiva e dispiaciuta, mentre Alec non sapeva se avvicinarsi per abbracciarmi o se contemplarmi come il tastierista ed il batterista. “E dai, ragazzi, non sono mica stato condannato a morte” replicai, in parte innervosito per quelle espressioni atterrite, come se una disgrazia terribile li stesse perseguitando. “Tutti abbiamo avuto una giornata no, giusto?”. Seguirono alcuni secondi di silenzio.

“Certamente, Richie, ma noi siamo qui per farti reagire di fronte a questo decennio no” mi disse il cantante, abbozzando un sorriso.

“Esatto, Rich. Sbaglieresti se volessi fare tutto di testa tua. Noi siamo disponibili a darti una spalla su cui piangere, a patto che asciugherai le nostre magliette da eventuali lacrime, perché sai, poi si rovinano e Cameron rovina noi ed è tutto un circolo vizioso” aggiunse Tico, ridacchiando. Non riuscii a rimanere serio e le mie labbra si incresparono in qualcosa che assomigliava vagamente ad un sorriso.

: - Com'è possibile che riescano a farmi sentire meglio anche se sono pochissimi i ricordi che riguardano tutti e cinque? -.

“Ora, tutto quello che dobbiamo fare è andare a prendere una pizza ed una bella birra che non stona mai. Poi penseremo al resto. Dobbiamo raccontarti un paio di cose e tu devi riprendere tra le braccia le tue chitarre. Credo che sentano la tua mancanza” disse Alec, spegnendo la sigaretta che stava fumando, in un posacenere di vetro al centro di un vecchio tavolino dal legno rigato su quasi tutta la superficie.

“Va bene..” mormorai, con la stessa convinzione di un prigioniero che sta per gettarsi in mezzo agli squali, costretto da un vecchio pirata spietato. Jon si avvicinò.

“Se devi salutarla, fallo. I rimpianti sono la cosa più difficile da digerire. Non sperare che col tempo diventi più facile, anzi. Tanto noi non ti mettiamo alcune fretta”. Vidi David annuire vigorosamente.

“Magari ha detto che non vuole sposarlo, quell'Alexander. Non hai detto che Kayla non voleva più fidarsi completamente, né amare totalmente?”. Il ragionamento razionale di Tico, effettivamente, non faceva una piega.

“Fingi di non aver visto quello che hai visto. Vai da quella ragazza e dille quello che dovevi dirle prima di incontrare quello scimmione con la puzza sotto al naso” insistette il tastierista. Quanto erano ostinati, accidenti. Dire di no era pressoché impossibile.

“Aspettatemi fuori dall'albergo e tirate fuori le carte di credito: avrò bisogno di alcool”.

 

Fuori dalla porta di quella camera, sentii le ginocchia traballare. Chissà se anche Kayla si era sentita così, in quel corridoio parigino. Continuare a fare paragoni mi aiutava a distrarmi dall'ansia. O almeno ci speravo.

Un colpo. Due. Nessuna risposta. Mi asciugai il sudore accumulatosi sui palmi, passandomi le mani sulla felpa grigia.

Tre. Quattro.

“Avanti”.

Tuffo al cuore, voglia di divorarsi le unghie di tutte e dieci le dita. Toccai appena la maniglia e aprii definitivamente la porta con il piede. Kayla era seduta su un divanetto blu. Non sembrava stupita dalla mia visita. Rimasi deluso dalla sua apatia, ma forse c'era una motivazione dietro.

“Come stai?” domandai, e sembrò che quelle parole avessero richiesto un enorme sforzo, da parte mia, per essere pronunziate.

“Alexander mi ha chiesto di sposarlo” disse poi. Non un 'bene', non un 'male', non un 'ho ripensato a ieri sera', ma una semplice frase lineare, diretta. Frase da un contenuto già noto al sottoscritto. Non volli rispondere: aspettavo che fosse lei ad aggiungere qualcosa. Occhi lucidi, colorito pallido. “Perché quel bacio, perché il tuo ritorno, perché questo viaggio? Perché, Richie?”.

: - O sono io che faccio cose talmente stupide da non essere capito da nessuno, o forse gli altri si aspettano le cose peggiori da parte mia, o del prossimo in generale, come nel caso di Kayla -.

“Sono svenuto, dopo la telefonata con Katy. Quando mi hai sfidato, dicendo che sarei stata la stessa persona anche dopo dieci anni da quel momento, ho perso i sensi”.

: - Ehi, fermo, che stai facendo?! -.

“E ti sembrerà assurdo quello che sto per dirti, ma.. Ma quando ho riaperto gli occhi, non ero a Parigi. Mi sono ritrovato a New York, catapultato nel 1986”. Inarcò un sopracciglio, indietreggiando appena.

“Ma di cosa stai parlando?”.

“Fammi continuare, per favore” replicai io, con pacatezza. Ripresi “Ho scoperto di far parte di una band di fama mondiale e di esserne il chitarrista. Fin qui tutto okay, ma poi, quando ho capito che tu non facevi più parte della mia vita.. No, quello di certo non potevo accettarlo”. I suoi occhi cominciarono a riempirsi di preoccupazione ed incredulità.

: - Se poi scappa a gambe levate, non dire che non ti ho avvisato, eh! -.

“La prima cosa che ho fatto è stata cercarti. Per rimediare ai miei errori, semplicemente per rivederti, per riportarti nella mia vita. Non ricordavo più nulla degli ultimi dieci anni, avevo bisogno di te come punto di partenza.. E poi, se fossi stato costretto a vivere nel 1986, non avevo assolutamente intenzione di rimanerci senza l'unica persona, appartenente al mio passato, di cui mi importa davvero qualcosa” risposi, tutto d'un fiato. Kayla mi osservava preoccupata. Non aveva mosso un muscolo.

: - Cosa dirai, ora? Che non devo ubriacarmi di prima mattina? Che ho battuto la testa? -.

Feci un piccolo passo verso di lei, che si spostò.

“E' assurdo”.

Decisi di continuare, di farla concentrare sulla parte più importante del mio discorso, che di certo non riguardava il mio allegro viaggio temporale.

“Ti ho baciata perché ho sempre voluto farlo, Mitchell. Ti ho baciata perché mi piaci, perché sei la persona migliore con la quale io abbia mai avuto a che fare. Perché ho capito che, se potessi ritornare indietro, allora.. Allora manderei a quel paese Katy, la squadra di basket, e sceglierei sempre e solo te”. Sentii che un piccolo nodo alla gola stava tentando di frenare le mie parole.

“Dovevi pensarci prima, Richie” sussurrò lei. Quanto le stava costando dire quel che aveva detto? A giudicare dalla voce così sottile e dalla rassegnazione nel suo sguardo, molto, ma forse era solo una mia impressione, un mio desiderio.

“Sei partita, senza avvisarmi. Hai voluto tagliare ogni tipo di rapporto, perché così non avremmo sentito la mancanza l'uno dell'altra” mi difesi io, con un velo di livore.

“Nemmeno credevo che l'avresti sentita, quella mancanza” rispose, sospirando e chinando il viso.

“Io ti amo, Kayla”. I suoi occhi, dapprima carichi di lacrime causate da chissà quale mix di sentimenti, si puntarono nei miei. Da lì a poco, una mano aperta raggiunse il mio viso, lasciandovi uno schiaffo sonoro. Come se avesse appena commesso un omicidio, ritrasse immediatamente la mano. Non mi aveva fatto male, in quel momento non sentivo assolutamente nulla.

“No, tu non mi ami. Tu ami i ricordi, Richie. Tu stai impazzendo a causa di quelli, stai impazzendo perché non puoi avermi, perché io devo sposarmi e perché tu, abituato ad essere accontentato alla minima richiesta, non riesci ad accettarlo” esclamò, con un tono incontrollato ed isterico. “Bella cena quella al locale di John Wayne. Bel concerto, belle passeggiate. La nostra vita ora va avanti, nelle due direzioni differenti che, giustamente, abbiamo preso a 17 anni”.

“Kayla, ma non capisci?”.

“Alexander mi ama”.

“E tu ami lui?” domandai, arrabbiato, deluso, affranto. Non ricevetti risposta.

“Torna dai tuoi amici e lasciami in pace”.

“Allora ti faccio un'altra domanda: tu ami me?”. Aprì leggermente la bocca, sorpresa dal mio quesito.

“Esci di nuovo dalla mia vita, Richie. Ti prego” bisbigliò ancora. Mi voltai verso la porta, aggrappandomi alla maniglia.

“Spero che la tua coscienza sia pulita, Mitchell. La mia, ora, lo è”.

 

Il freddo finestrino dell'aereo era in netto contrasto con la mia fronte calda, sul quale era appoggiata. I ragazzi mi avevano suggerito di tornare momentaneamente nel Jersey, giusto per fare pace con il resto del mio passato e passare del tempo con i miei genitori. Inoltre, la maggior parte dei paparazzi era convinta che i Bon Jovi fossero a New York. Un punto a nostro favore per non avere seccature tra i piedi e per poter provare i pezzi in santa pace. Avevo un grosso repertorio da imparare, dopotutto.

“Caffè?”. La voce di Jon mi riportò tra il mondo dei vivi. Scrollai le spalle e mi si sedette di fronte. “Ti offrirei qualcosa di più forte, ma in realtà saresti ancora minorenne”. Nonostante avessi apprezzato il suo tentativo di farmi accennare qualcosa di vagamente simile ad un sorriso, non dissi nulla. Era così bravo a capirmi, che avrebbe sicuramente percepito la mia gratitudine. “So che è una situazione orribile.. Ti capisco. Il problema è che per te sono passati solo un paio di giorni. Per Kayla, invece, dieci lunghi anni. E se tu nel nostro mondo non hai avuto modo di tenerti in contatto con lei, non puoi pretendere che tutto torni come speri. Sarà un pensiero pessimista e anche cinico, perché no, ma..”.

“Lo so, Jon. Ti ringrazio, ma sto bene. Ho la coscienza pulita. Le ho detto quello che avevo bisogno di dirle, ora è tutto sotto cont”.

“Non dire che è tutto sotto controllo o che stai bene. Mentire è una cosa, ma cercare disperatamente di convincersi di una scemenza simile è un'altra. Sono più che convinto che tu abbia cercato di fare il possibile e che davanti al muro che lei ha costruito tu non abbia potuto far altro che fare dietro front. Però non hai ottenuto quel che volevi ed è più che normale che tu sia in queste condizioni” mi spiegò, riferendosi probabilmente agli occhi rossi e le occhiaie da panda assonnato, per giunta.

: - Grazie, biondo. Non avrò mai bisogno di uno psicologo, finché saremo amici. E mi pare di capire che sarà così per un bel po'. Davvero un bel po' di tempo -.

“Mi ci abituerò. Devo solo fingere che io abbia vissuto quest'ultimo decennio. Un gioco da ragazzi, insomma” dissi con una punta di sarcasmo. 

“Ci siamo noi. Non ti lasciamo solo. Abbiamo foto, aneddoti, racconti, canzoni.. Tutto quello che serve per costruirti una fetta di passato abbastanza movimentato”.

L'aereo sta per atterrare. Invitiamo tutti i passeggeri ad allacciare le cinture di sicurezza, grazie”.

Eseguii l'ordine dettato dalla voce metallica dell'hostess.

“Grazie, Bongiovi”.

“E' un piacere, ex diciassettenne disperato. Davvero' un piacere” concluse, facendomi l'occhiolino.

 

Nota dell'autrice:

Finale un po' particolare, ma ormai io e mr. Mistero siamo diventati parecchio amici xD 

Anche qui sono successe delle cose non particolarmente allegre.. Abbiamo una Kayla che, se da una parte ci sembra sicura della scelta che sta per fare, sposando Alexander, dall'altra è palesemente indecisa e sofferente per il secondo addio (o arrivederci?) detto a Richie. Insomma, il tormento interiore dei due personaggi è destinato a durare anche per un po'.

 

Direi di non indugiare ulteriormente e partire con i ringraziamenti.

Uno particolare a Valentina, Diletta, Marzia, Ilaria e Angelica.

 

Uno alle persone che seguono questa storia:

_Angel BJ

_BrianneSixx

_Chiaretta78

_DadaOttantotto

_DodoBJ

_Fra_Rose

_KeepSmiling

_Lady Phoenix

_ _ILoveRnR_

_ _Runaway_

_ _Vicky_

 

Uno a quelle che l'hanno inserita tra le preferite:

_Angel BJ

_barbara83

_CarrieLaRocker

_DodoBJ

_GioTanner

_ValeTrilli

E chi ha recensito uno o più capitoli:

_Lady Phoenix
_GioTanner
_ Vale Trilli
_Angel BJ
_CarrieLaRocker
_DadaOttantotto
_ _Vicky _
_chiaretta78

Grazie davvero, siete degli angeli <3

Ci leggiamo al prossimo capitolo, che conterrà la svolta decisiva... *la suspence sale e l'autrice fa un ghigno sadico :P*

Rosie
  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Bon Jovi / Vai alla pagina dell'autore: Rosie Bongiovi