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Autore: Ashlein    19/10/2012    1 recensioni
“Oltrepasserò il limite oltre il quale nemmeno Lord Voldemort ha saputo spingersi.”
Sono passati quasi venticinque anni dalla scomparsa di Lord Voldemort, anni di fatiche ed impegno per il Mondo Magico, costretto a risorgere dalle sue ceneri. Mentre il dolore e la disperazione dei tempi appena trascorsi rieccheggiano ancora nelle menti e nei cuori dei sopravvissuti, la pace duramente conquistata pare essere messa nuovamente in pericolo: un Erede del Signore Oscuro comincia la sua scalata al potere, ripercorrendo i passi del più grande Mago Oscuro di tutti i tempi, disseminando lungo il suo cammino morti e torture. L'Erede verrà aiutato ed affiancato da una figura misteriosa, ultimo membro di una delle famiglie più antiche e potenti, creduta ormai estinta da oltre settant'anni. Il panico ed il caos sono pronti a sconvolgere nuovamente il popolo magico, portando un'ennesima lotta estenuante: chi l'avrà vinta stavolta?
Genere: Avventura, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Albus Severus Potter, Altro personaggio, Scorpius Malfoy, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Nuova generazione, Più contesti
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[4. Un nuovo inizio (parte III)]

 

Sala Grande, Hogwarts, 1 Settembre 2022

 

Aveva sempre trovato fastidiosi le luci ed il vociare degli studenti in Sala Grande, ma quella sera il suo limite di sopportazione era già stato superato da un pezzo, così come la sua emicrania da mancato sonno s'era ampliata sino a confondergli gli stessi pensieri; Scorpius non era dotato di una grande pazienza, ma aveva sempre saputo fare buon viso a cattivo gioco: non era certamente il caso di obbedire al suo istinto che gli consigliava di scagliare una maledizione contro il Preside che non pareva essere intenzionato ad iniziare il suo dannatissimo annuncio, quindi avrebbe dovuto rassegnarsi a sopportare quel fracasso per almeno un'ora ancora. Dalla sua espressione scocciata, era chiaro come quell'idea non lo allettasse per nulla. 
Tra i professori v'era un certo subbuglio, chissà per quale strano motivo; la maggior parte degli studenti pareva non essersi accorto di nulla, ma Scorpius era diverso e sentiva che qualcosa di importante era successo quella notte. Non sapeva di cosa si trattasse, ma avrebbe fatto delle ricerche...molte ricerche.
Infine, dopo venti minuti di attesa -dove con ogni probabilità i nuovi studenti erano morti congelati nell'atrio-, Luna Lovegood, insegnante di Trasfigurazione, si fece avanti per dare inizio alla cerimonia e dietro di lei venne portato il Cappello Parlante; negli anni era divenuto, se possibile, ancor più logoro e rattoppato, tant'è che dava l'impressione di esser pronto a sbriciolarsi da un momento all'altro. Scorpius ricordava il disgusto provato nell'aver dovuto indossare quel sudicio indumento il giorno del suo Smistamento, per suo conto si sarebbe potuto smistare perfettamente da solo, senza bisogno di avere ulteriori conferme. Ed in effetti, per sua fortuna, la decisione del Cappello era stata praticamente immediata e lui era finito tra le spire verde-argento delle Serpi.
Fecero spalancare le porte per permettere ai nuovi arrivati di marciare verso il centro della Sala, compatti e fradici come spugne; la maggior parte aveva un'espressione inebetita per tutto il luccicare della sala, altri parevano pronti per il patibolo, altri ancora erano freddi e composti. Scorpius poteva quasi distinguere i Serpeverde tra loro, alcuni li conosceva perché figli di buona famiglia, ma non si soffermò a guardare nessuno: non erano abbastanza importanti per attirare la sua attenzione.
«Ora, quando chiamerò...» cominciò la professoressa, ma il Cappello la interruppe, rianimandosi: era il momento della filastrocca dell'anno.
I membri del loro gruppo si guardarono a vicenda, altamente annoiati da tutta quella scenetta che ogni anno si ripeteva sempre uguale, ottima per irretire ancor più gli animi stanchi e provati dal viaggio; tuttavia quell'anno vi fu qualcosa di diverso: proprio come tempo addietro accade, il Cappello Parlante diede un piccolo avvertimento tra le righe delle sue rime.
La canzoncina di quell'anno, infatti, recitava così:

 

E quattro furono i miei creatori,

ognuno con diversi fini ed onori:

Ser Grifondoro coraggioso e incosciente,

Madame Corvonero intelligente e paziente,

poi Ser Serpeverde astuto e potente

e infin Tassorosso di docile mente.

Essi mi diedero qualcosa da fare,

ovvero in loro assenza gli alunni smistare.

Per cui avanti venite senza timore

e lasciate che io vi legga nel cuore.

Datemi un'ultima volta ascolto,

come ad un vecchio saggio e colto:

prestate attenzione a questi strani tempi,

poiché nell'ombra traman bui momenti.

Ora è giunto il momento di smistare:

venite avanti, dobbiam cominciare!

 

Il silenzio cadde di nuovo, ma durò solo qualche istante: poi la Sala si riempì di bisbigli e le espressioni gioiose o annoiate dei più, divennero all'improvviso preoccupate o confuse. Tempi bui erano in arrivo, così recitava il Cappello, dopo venticinque anni di pace, una nuova minaccia s'affacciava alle porte del Mondo Magico. Ma che genere di minaccia?Era davvero così preoccupante da spingere il Cappello ad avvertirli tutti?
«Oh...incredibilmente incoraggiante, non trovate?» commentò Luna Lovegood, con il suo solito tono assente: dava l'impressione di non essere minimamente preoccupata per quelle parole, ma dopotutto lei era conosciuta per le sue stranezze. Lunatica Lovegood viveva nel suo mondo e solo di esso si preoccupava, ecco cosa dicevano tutti di lei «Bè...forse no...» si corresse, ripensandoci un po', per poi riprendere la pergamena e sorridere di sbieco «...stavo dicendo?Ah, sì...quando chiamerò i vostri nomi, venite avanti ed io vi farò smistare dal cappello...» spiegò, prendendo il pezzo di stoffa rattoppato tra le mani e scrollandosi di dosso i lunghi capelli biondi, tanto lucenti da essere quasi abbaglianti.
Così lo Smistamento ebbe inizio e, dopo i primi momenti di confusione e timore generale, il trascorrere tranquillo della cerimonia parve alleggerire di nuovo i cuori e le menti di tutti: il Cappello Parlante poteva anche aver voluto giocar loro un brutto scherzo, non aveva senso preoccuparsi.
Al tavolo delle Serpi, Fredrick Nott guardava Scorpius che pareva concentrato sul suo bicchiere vuoto, ma che alzò subito lo sguardo quando il ragazzo gli pose una domanda «Cosa ne pensi?».
Il biondo non rispose subito e quando lo fece non guardò in viso nessuno, fissò un punto imprecisato della sala e con voce atona disse
«Credo che ben presto giungerà il momento di scegliere di nuovo da che parte stare.».

Anche nella tavolata di Grifondoro quei versi non erano passati inosservati, soprattutto alle orecchie di James che appariva preoccupato e lanciava sguardi a Dominique, nel tavolo dei Corvonero; in verità anche Rose e Lily stavano pensando a quanto il Cappello avesse appena detto e lo si poteva intuire dal loro insolito silenzio: niente pettegolezzi, niente chiacchiere, niente risate. Solo un lugubre mutismo: avevano sempre pensato che la pace, donata loro dai genitori, sarebbe durata per sempre o almeno abbastanza da permettergli di vivere tranquilli per molti anni ancora. Il desiderio di credere che quello fosse uno scherzo sciocco del Cappello era forte, ma non potevano chiudere gli occhi di fronte all'evidente preoccupazione che aleggiava sui volti di tutto il corpo docenti: la notizia era vera purtroppo, la pace era in grave pericolo.
«Cosa pensate succederà?» domandò Hugo, timoroso: a volte non appariva proprio per nulla un Grifondoro, sarebbe stato meglio tra i Tassorosso sicuramente.
«E secondo te come facciamo a saperlo, fratellino?» sbottò Rose, sfogando il suo nervosismo sul malcapitato, come accadeva sempre. Il piccolo Hugo si raggomitolò su sé stesso, spaventato dall'improvviso scatto della sorella maggiore: sapeva perfettamente quanto potesse essere dispettosa se arrabiata e preferiva non stuzzicarla troppo.
«Rose...» la tranquillizzò Lily, poggiandole una mano sul braccio con delicatezza. La cugina sbuffò e si mordicchiò un'unghia, fissando gli altri con sguardo omicida: aveva il temperamento focoso della madre, senza dubbio, nonché l'arroganza dei Grifondoro.
«Qualunque cosa sia, dobbiamo essere pronti...» rispose Patrick Paciock, mentre James annuiva, silenzioso e cupo.
«Non lo saremo mai» decretò Lily, razionale come sempre «Non si può mai essere pronti al peggio, specialmente se abbiamo sempre vissuto in una campana di vetro meravigliosa.».
Nessuno ebbe il coraggio di ribattere per un lungo momento, poi James finalmente si rianimò un poco ed i suoi occhi verdi tornarono a scintillare
«Andiamo, siamo i figli dei salvatori del Mondo Magico!Qualcosa dovremmo pur aver ereditato da loro, no?» cercò di scherzare per alleggerire la tensione, ma il messaggio che voleva esprimere era della massima serietà «Loro hanno già lottato una volta per i loro ideali, noi dovremo fare lo stesso».
«James, a volte sei davvero un bambino!» questa volta fu Lily a sbottare «Siamo totalmente impreparati ad affrontare un tipo di pericolo così allarmante che persino il Cappello ne ha voluto parlare!» continuò «Il Mondo Magico stesso è ancora troppo debole a causa degli avvenimenti precedenti, tant'è che basterà che il pericolo bussi alle porte e sarà una nuova guerra tutti contro tutti» concluse, tragica, ma realistica.
La popolazione stava ancora raccogliendo i cocci e sistemando i pezzi di una società distrutta da anni di terrore e disperazione, sarebbe bastato uno sbuffo di vento per far crollare tutta la fiducia nella pace che avevano acquisito in quegli anni: il ricordo del male inflitto da Lord Voldemort era ancora troppo marchiato nei loro cuori e nessuno sarebbe stato in grado di riprendere in mano nuovamente le sorti di una battaglia sanguinosa come quelle affrontate.
«E allora combatteremo!» ribatté James, testardo, battendo un pugno sul tavolo e facendo sobbalzare parecchi loro compagni, che si volsero ad osservare la lite tra i due fratelli Potter.
Sentire i due figli del Prescelto litigare era uno scoop che nessuno si sarebbe perso volontariamente, quello era il prezzo della notorietà, ma ancor più se l'argomento del battibecco era così...delicato. Dopotutto loro erano i figli del salvatore del Mondo Magico, sarebbero dovuti essere una guida proprio come loro padre: era questo ciò che tutti s'aspettavano da James, Lily ed Albus: un nuovo Trio dei Miracoli pronto a salvare tutti quanti, poco importava cosa pensassero i tre o da che parte stessero.
Com'erano cambiati i tempi da quando Harry, Ron ed Hermione venivano scherniti per la loro voglia di salvare il mondo intero, ad ora, dove tutti contavano sui loro figli, senza pensare al fatto che fossero dei ragazzini proprio come loro; paradossalmente sarebbe stato compito degli adulti proteggere la pace, ma nessuno pensava a loro, poiché ormai avevano svolto il loro compito.
«Jamie...» la voce di Dominique, giunta un attimo al loro tavolo per controllare la situazione, non bastò a calmare il giovane Grifondoro, infiammato terribilmente con la sorella: il suo spirito goliardico si scontrava pesantemente con la logica fredda di Lily, che in quel momento appariva del tutto simile ad una Corvonero, piuttosto che ad una Grifondoro e lui non poteva accettarlo. Era più forte di lui: doveva darsi da fare, mai sentirsi vinto.
«No, sentite...» cominciò il moro, ma venne interrotto dal Preside che si schiarì la voce e l'ampliò con un Sonorus parecchio potente.
«Benvenuti e bentornati, ragazzi miei...» cominciò il Preside, Charlie Weasley, senza la solita briosità: era facile comprendere quanto fosse effettivamente preoccupato per qualcosa, che presto avrebbero scoperto «...un nuovo anno ad Hogwarts sta per cominciare e, in virtù dei recenti avvenimenti, mi sento in dovere di mettere in guardia tutti voi...» fece una pausa in cui una ruga si disegnò lungo la sua fronte corrugata «...il nostro insegnante di Divinazione, Fiorenzo il Centauro, è stato ucciso poche ore fa...» per un momento parve indeciso se aggiungere altro oppure fermarsi lì «...i funerali si svolgeranno nella Foresta Proibita domani notte...» il resto del discorso quasi nessuno lo seguì.
Se v'era qualcuno che ancora credeva fosse tutto uno scherzo, ormai aveva aperto gli occhi di fronte alla crudele realtà: l'assassinio di Fiorenzo nei pressi della foresta era la chiara prova che non erano più al sicuro.

Eccomi! Buonasera lettori, scusate il ritardo, ma in questi giorni sono piena di cose da studiare e di impegni, quindi faccio fatica ad aggiornare. Per fortuna ho già scritto buona parte dei capitoli, altrimenti sarebbe stata molto più dura. Come noterete, ora la situazione si sta un po' sbrigliando: nei prossimi capitoli conosceremo un po' di più i personaggi, entrando nel vivo delle loro vite e nel frattempo i 'cattivi' trameranno alle loro spalle.
Un saluto veloce,
Ginny

 

  
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