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Autore: AmhranNaFarraige    21/10/2012    2 recensioni
[Tokka: Toph x Sokka]
[Avatar: The Last Airbender + Avatar: The Legend Of Korra]
La guerra del Fuoco è finita e nel mondo è tornata la pace, così almeno pare. Il gruppo dell'Avatar si divide momentaneamente per presto ricongiungersi e creare Republic City. La più grande dominatrice della terra di sempre, Toph, si troverà così e dover far fronte ad un sentimento estraneo che fatica a comprendere. Anno dopo anno, tuttavia, imparerà a conviverci ed a scoprire i veri valori della vita.
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Quasi tutti, Sokka, Toph
Note: Missing Moments, Otherverse | Avvertimenti: Spoiler!
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2. I segreti di una tazza di tè

Republic City si ergeva immensa sul mare. Mancava all’incirca un anno alla conclusione dei lavori, ma già si poteva percepire nell’aria la potenza della nuova città, percepirne il glorioso significato simbolico di redenzione e fratellanza. Il sogno utopico stava prendendo forma.

Sotto le indicazioni precise dell’Avatar Aang i lavori procedevano a gonfie vele già da un paio di annetti e con il sostegno di tutti gli stati e dell’organizzazione del Giglio Bianco erano già state costituite le istituzioni fondamentali controllate dal Consiglio Centrale. A Katara, che era sempre rimasta a fianco dell’Avatar e continuava a sostenerlo ed amarlo, fu affidato uno dei posti del Concilio accanto ai veri fondatori della città novella: Aang e Zuko, il Signore del Fuoco che aveva finalmente ritrovato il suo onore. Il loro compito dunque era quello di governare il simbolo della pace e dell’uguaglianza praticando proprio questi principi. I compiti di Toph e Sokka invece sarebbero stati avviati solo dopo la conclusione della costruzione della città: Il dominio della terra, nel settore costruttivo, era infatti molto richiesto e certamente non poteva farsi indietro la più grande dominatrice della terra che il mondo intero avesse mai visto. Per quanto riguarda Sokka, lui faceva quello che poteva per dare una mano, più che altro per tenersi la mente impegnata da qualsiasi pensiero che lo riportava a Kyoshi… Ancora non aveva del tutto superato il dolore della distanza.

E questo, in qualche senso, faceva male anche a Toph, che dei dolori laceranti del cuore ne sapeva qualcosa.

Ma certo lei non avrebbe mai ammesso tutte queste cose, o per lo meno non in pubblico. E mai davanti a Sokka! A volte le faceva strano l’idea di emozionarsi quando lui faceva… una cosa da Sokka, ecco. Il solito genere di cose da lui. Come quella sera in riva al mare, quando il gruppo Avatar decise di prendersi una pausa e di ritornare così alle sere sull’isola Ember.



Il falò scoppiettava vivacemente sulla sabbia che scricchiolava. Un braccio di Aang, in modo piuttosto antiquato e goffo, si appoggiò sulla spalla velata d’azzurro do Katara, che a sua volta rispose con uno sguardo d’ammonizione che presto si addolcì in una smorfia di gratitudine. I due se ne stavano in un angolo a dirsi parole flebili e dolci, sperando di scappare alle orecchie indiscrete dei loro amici. Ma non ai piedi di Toph, che poteva vedere ogni movimento anche nel buio della notte, ed in risposta cacciò la lingua fuori dalle labbra con fare disgustato.

-Certo che quei due dovrebbero darsi una calmata!

-Ma che diavolo fai, Toph! Quelli non sono certo affari tuoi. E poi che ne vuoi sapere tu di amore…

La replica di Sokka non era certo stata molto gradita alla ragazza, che tuttavia non si sarebbe mai lasciata perdere l’occasione di un battibecco facile.

-Mio caro intelligentone, si da il caso che io non abbia un cuore di ferro come pensate tutti voi, so bene che cosa vuol dire!

-Ebbene, illuminaci!

Ma che era successo… Come aveva potuto una ragazza tutta d’un pezzo come Toph fare un’affermazione del genere?! Era stato come dire “Hey Sokka, sono innamorata di te da tre anni ma ero troppo orgogliosa per dirtelo prima. Ma sono troppo orgogliosa anche adesso, quindi mi rimangio tutto!”. Soluzione drastica al problema: non rispondere. Toph era una botte di ferro dal cuore di ferro.

-Come immaginavo… Uh, senti questa: Pensavo che “amore” volesse dire “andare a more!” Ahahah, cioè, a raccogliere le more, hai capito? E’ uno spasso!

Classico silenzio imbarazzante. Il sopracciglio di Zuko, che aveva sentito tutto quanto il discorso, vibrò freneticamente.

-Non starlo a sentire, non ne vale la pena. So solo dirti che a volte, quando sono con Mai, penso che avrei dovuto scegliere con più cura la persona da amare, e fidati, le occasioni non sono mancate. Tuttavia, quando lei non c’è e sento la sua mancanza, mi pento di fare certi pensieri, perché lei mi sa capire come solo pochi riescono. E a queste persone sono più che disposto a dare tutto me stesso, senza rimpianti.

-Già. Anche a me manca Suki.

“E a me manca averti al mio fianco.”

-Suki mi ha detto che quando finirà l’addestramento delle nuove reclute verrà a trovarmi, dovrebbe essere qualcosa come un paio di mesi. Questo pensiero mi riempie di gioia e mi fa continuare ad andare avanti per la voglia che ho di vederla, ma allo stesso tempo fa male pensare che manchi ancora così tanto tempo. E che se ne rimarrà qui per così poco… Beh, almeno Katara e Aang sono felici.

I due in questione, infatti, erano tornati a sedere accanto al fuoco, la mano dell’una incastrata in quella dell’altro. Quando sentirono le parole di Sokka arrossirono profondamente e, anche se non in grado di percepire quel mutamento di colore, Toph ne percepì la tensione, tanto da sentire il bisogno di sdrammatizzare.

-E quindi, non vorremo certo stare qui a piangerci addosso tutta la sera, vero? Che ne dite di un bel bagno di mezzanotte?

-Ma mica tu non sapevi nuotare?!

-Per questo, Sokka, ti obbligherò a prendermi in braccio e ad evitare che io anneghi!

-Perché io, non è giusto!

-Non vorrai certo avere sulla coscienza una ragazzina cieca ed indifesa, spero.

Con apparente malavoglia il forte giovane della Tribù dell’Acqua del Sud prese il braccio della dominatrice della terra che vedeva coi piedi e se lo girò attorno al collo, sollevandola per i suoi stretti fianchi. Lei lanciò un gridolino terrorizzato, anche se l’unico obiettivo era quello di dar fastidio a Sokka. Così, anche se le parole del ragazzo le avevano inflitto un dolore considerevole, almeno poteva stargli accanto e provare gioia laddove lui soffriva a causa della distanza, e dolersi invece per quel barlume di speranza all’idea del ritorno della ragazza che aveva fatto breccia nel suo cuore.



-Aaah! Una nuotata del genere ci voleva proprio, mi sento tutto rigenerato!

-Sokka, parla per te… Non è stato carino lo scherzo che mi hai fatto… Se mi lasci io annego! NON SO NUOTARE, lo hai capito o no?!

-Ed invece è stato molto divertente!

-Invece no!

-Invece sì!

-Invece no!

-Adesso basta!- Per fortuna Katara aveva riconquistato il suo ruolo da ”mamma” del gruppo, azzittendo così i due che continuavano a zinzarsi a vicenda da mezz’oretta buona –Ora abbiamo tutti delle grandi responsabilità, cerchiamo almeno di comportarci un po’ da adulti! Ma voi non crescete mai?! Almeno provateci! Ho paura per il futuro di questa città…

C’era riuscita. Il senso di colpa crebbe rapido nell’animo di Sokka che si affrettò a scusarsi sotto l’occhio vigile della sorella. Toph fece solo un accenno: Il grande e potente Signor Melone non si sarebbe mai abbassato a chiedere scusa, ma comprese l’ammonizione. D’altra parte la colpa era tutta di Sokka.

-Mi ero dimenticata di quanto odiassi l’acqua… E’ così fredda e bagnata! Mi ci vorrà un po’ per riprendermi…

-So io cosa potrebbe esserti utile, Toph. Lo zio mi ripete sempre che in queste situazioni non c’è niente di meglio di una tazza di tè. In effetti dice che in qualsiasi situazione non c’è niente di meglio di una tazza di tè… Quello che voglio dire è che potresti passare alla sala da tè prima di andare a casa. Ti ci accompagno volentieri, sono sicuro che lo zio è ancora lì.

-Hai ragione, è una buona idea. Iroh sa sempre come tirarmi su il morale!

Così, a notte inoltrata, il gruppo si divise, ciascuno diretto al proprio giaciglio, chi per riposare, chi per dare il proprio affetto e chi per riceverne. Tranne Toph e Zuko: per loro la notte non era ancora finita.



Presero la strada più illuminata dell’incrocio, quella che portava al centro di Republic City: la parte di città che, eccezion fatta per le strutture burocratiche che sarebbero state attivate pienamente solo dopo la fine dei lavori, era già perfettamente funzionante. Camminavano a passo lento e rilassato sulle lastre di metallo ai piedi degli imponenti edifici immersi in un silenzio corrotto dai rumori incontenibili della metropoli che prendeva vita. L’apparente silenzio venne interrotto dalla voce calda e solenne del Signore del Fuoco.

-Toph, voglio che tu sappia che, se mai avrai bisogno di parlare con qualcuno e lo zio non ci sarà, io sono disponibile. Lui, una volta inaugurata la città, dovrà tornare a Ba Sing Se. So che voi siete molto amici, forse più di quanto lo siamo io e te… Però ne ho passate tante e conosco il valore dei suoi consigli…

-Perché mi dici queste cose? Manca ancora un po’ alla conclusione dei lavori, ce n’è di tempo prima che Iroh parta!

-Non è questo… E’ che, sai, l’ho capito. So cosa vuol dire non essere ricambiati ma, fidati, lo si può superare. Con Mai ora sono felice, anche se prima pensavo ad un’altra…

Toph sentì il panico nascere e diffondersi in lei veloce ed imponente come l’acqua che cade violenta in una cascata di montagna, sentì crescere nella sua mente le più svariate supposizioni, sentì l’orribile ed improbabile possibilità che Iroh avesse raccontato tutto a Zuko diventare sempre più forte. Sì fermò di scatto con lo sguardo perso nel nulla più del solito, con la testa china come ad osservarsi i piedi che si attorcigliavano l’un l’altro con fare nervoso, i capelli ancora umidi sparsi sul volto come a volerne cancellare l’espressione di chi è stato colto con le mani nel sacco.

-Che cosa stai cercando di dire? Spero solo che Iroh non…

-Lo zio non ha fatto proprio nulla. Voglio solo dire che si capisce, sai? Anche Katara lo sospetta e tra tutti sai che lei è quella che ha più orecchio per queste cose.

Il battito cardiaco era accelerato così rapidamente per poi fermarsi nell’istante in cui aveva capito che Zuko sapeva… E che anche Katara sapeva.

-Ma come…? Cioè, lui sa…?

Le parole le si fermavano in gola mentre gli occhi lucidi iniziavano a generare le prime lacrime, comunque ben nascoste dalle ciocche scure che si confondevano con la notte.

-Il modo in cui cerchi sempre il battibecco con lui, quella voglia di dargli fastidio per ricevere le sue attenzioni… Sembrerà contraddittorio, ma tutto spinge ad una sola conclusione. Ma sta tranquilla, lui di certo non l’ha capito, così come Aang. Quei due sono ancora così immaturi da certi punti di vista. Hey, non disperarti, non è una cosa così malvagia innamorarsi di qualcuno! Sta nella nostra natura, tutti lo facciamo. Certo non sarò bravo a dare consigli come lo zio, però so ascoltare. Ti suggerirei di parlarne anche con Katara, d’altra parte voi donne siete tutte uguali… Ma capisco come possa sembrare una situazione imbarazzante.

-Tu ne capisci ben poco!

-Ti sbagli. Capisco cosa significa vedere la persona di cui sei innamorato cadere tra le braccia di un altro. Fa male.

Toph non colse quello che Zuko cercava di dire, tuttavia fu colpita da quelle parole. D’altra parte il contatto con lui in passato aveva cambiato la vita a tutti i suoi compagni di viaggio, probabile che ora toccasse a lei. Decise così di fidarsi.

-Penso che siamo ormai arrivati alla sala da tè. Ci conviene spicciarci prima che chiuda i battenti!



Aprire il suo cuore e la sua anima a Zuko non era stato poi così difficile come si era immaginata. Il ragazzo dava l’impressione di sapere la sua e certo avevano aiutato la bendisposta presenza di Iroh e la cocente tazza di tè al finocchio. Le piaceva tanto il tè, sarà per la presenza di quelle minuscole foglioline che le ricordavano la sua tanto amate terra. Era il buon sapore dei frutti della terra che la riscaldava quando era infreddolita, che la rinforzava quando era stanca, che la calmava quando era agitata.

-Mi fa molto piacere sapere che una cara amica come te avrà sempre il sostegno necessario anche quando non sarò più qui, e non dico solo a Republic City eheh, ormai sono vecchio! E Zuko, devi sapere che più cresci e più mi riempi di orgoglio. Sono sicuro che tutti e due saprete trarre beneficio l’uno dall’altra.

-Brindiamo allora alla nascita di una nuova amicizia! Io e te abbiamo più cose in comune di quanto possa sembrare.

Le tazze cozzarono con così tanta veemenza che parte del contenuto si riversò sul tavolino di legno. Le grosse risate di Iroh riempirono la sala trasportando con se un sincero sentimento di gioia che a Toph mancava da tempo. L’angoscia che per anni si era attorcigliata attorno al suo cuore parve scomparire in quella sera come se fosse stata sputata fuori tramite le parole che aveva detto a Zuko. E questo fu l’inizio di un’amicizia forte come il ferro e sincera come il fuoco.




N.d.A.: E finalmente ci siamo! Il secondo capitolo: la calma prima della tempesta (e non anticipo nient’altro eheh, la prossima volta vi voglio sconvolgere!) L’inizio della vita a Republic City, una vita che si direbbe piuttosto tranquilla (sì, non c’è molta azione in ‘sto capitolo… Non succede quasi niente XD)

Sappiate che bene o male i tempi di produzione saranno questi, ma dovete scusarmi, mi è difficile trovare tempo a sufficienza per mettermi giù e scrivere a testa bassa interpretando il groviglio di idee che mi passa per la mente. Soprattutto ora che siamo sotto Lucca Comics ho ancora più da fare del solito… Possa dunque l’Avatar sorvegliare su di me affinché io trovi il tempo di continuare a scrivere.

In particolare perché già dal primo capitolo ho ricevuto degli apprezzamenti che mi hanno sciolto il cuore: davvero, non mi aspettavo che ci fosse gente che come me ama Avatar così tanto e soprattutto che apprezzasse l’impegno che ci metto nel tentativo di scribacchiarci su qualcosa. Ragazzi, sappiate che per me tutto questo significa molto!

Non c’è molto altro da dire, le cose importanti sono già state espresse tutte nelle note del primo capitolo. Forse solo non vi avevo detto dell’accenno allo Zutara: ebbene, lo amo così tanto che DOVEVO metterlo nella storia almeno un pochino. Anche sei poi mi piace la coppia Zuko x Mai e la manterrò.

Però ci stava, su di questo non ammetto contestazioni U.U (Palle, potete contestare tutto quello che volete, ovviamente anche questo. Non sarò mai in grado di migliorare se non sto a sentire cosa dice chi sicuramente ne sa più di me)

Certo che di blaterare non posso proprio farne a meno! Faccio una fatica micidiale a scrivere una storia ma quando poi si tratta di esporre considerazioni e pensieri a caso non finisco più! Oddio, mollo la tastiera perché potrei continuare all’infinito. Allora alla prossima!

AmhranNaFarraige
  
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