Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Frallosa    21/10/2012    5 recensioni
I Dursley, accecati dai pregiudizi, non si sono comportati nel migliore dei modi con Harry. Ma se avessero l'opportunità di rimediare? E se nel mentre, capissero anche che la Magia non è poi così male?
Non è mai troppo tardi per nulla.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Famiglia Dursley, Famiglia Weasley, Harry Potter | Coppie: Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A



Buonasera a tutti :)
E' tardi, e probabilmente starò parlando da sola, ma questo sabato sera è stato davvero il primo libero che ho avuto per pubblicare. Questa capitolo, è, ahimè, l'ultimo. Mi sono davvero affezionata tanto a questa storia. E'nata dal nulla, questo capitolo è nato dal nulla. E pensare che dovrò mettere la parola 'fine' al termine di questo capitolo, mi rende infinitamente triste. Ringrazio di cuore tutti coloro che si sono interessati a questa mini storia, leggere le vostre recensioni è stato quanto di più soddisfacente abbia mai provato.
Okay, basta, ci sentiamo di sotto, buona lettura!
 
 
 
Quando anche Kingsley fu giunto, a tutti parve il momento giusto per accomandarsi a tavola.
 
Zio Vernon, alla vista del Primo Ministro, sembrò sentirsi male, e ancor di più quando vide con quanta affabilità si rapportò con tutti, abbracciando e stringendo mani a destra e a manca. Insomma, quell’uomo era un’Istituzione, la più alta che potesse esistere in un Governo, e si faceva trattare come se fosse un pari di tutti gli altri?
 
D’accordo, apparteneva alla loro stessa razza, ma verso di lui zio Vernon aveva sviluppato una sorta di rispetto sin da quando Kingsley era un collaboratore del Primo Ministro Babbano.
Forse il miglior collaboratore del Primo Ministro.
Sicuramente il miglior collaboratore che un Primo Ministro avesse mai avuto.
 
-Allora, Harry, non mi presenti la tua famiglia?- Disse Kingsley, dopo aver salutato tutti gli amici presenti, poco prima che Arthur facesse strada agli ospiti verso il giardino.
 
-Famiglia ancora per poco.- Bofonchiò sotto ai baffi zio Vernon, attirando però l’attenzione di tutti.
Harry cercò di non mostrare alcuna emozione, essendo abituato all’odio che era certo quell’uomo provasse nei suoi confronti.
Altrettanto non fu però per gli altri. Kingsley fu talmente veloce da anticipare persino la furia cieca di zia Petunia.
 
-Mi perdoni se sono indiscreto, ma potrebbe ripetere ciò che ha appena detto? Sa, credo che l’età stia cominciando a farsi sentire, penso di aver capito male le sue parole di poco fa.-
L’educazione di Kingsley fece arrossire zia Petunia, la quale sibilò al marito:- Vernon, non azzardarti a ripetere più qualcosa del genere o questa è la volta buona che chiedo il divorzio!-
 
Zio Vernon era profondamente in imbarazzo, anche se per niente pentito di ciò che aveva detto. In fondo era ciò che pensava, dopo quel matrimonio si sarebbe liberato, probabilmente per il resto della sua vita, della presenza scomoda di quel nipote acquisito così strano, su cui si concentravano ancora oggi le chiacchiere dei vicini.
 
Non gli avrebbe creato nessun problema se a riprenderlo fosse stato uno qualsiasi degli altri presenti, ma Kingsley in persona… Oh, no! E se ci si metteva anche Petunia con le sue minacce, non c’era da aspettarsi niente di buono!
 
-Credo che lei non abbia intenzione di ripetere. Saggia scelta, buon uomo. Non credo che nessuno dei presenti in questa stanza avrebbe gradito riudire le sue parole. Eppure, me lo lasci chiedere, mi piacerebbe sapere l’origine di tutto quest’astio verso quel giovane che, tutti noi, vorremmo avere in famiglia. Davvero non capisco.-
 
Zio Vernon si stava sentendo seriamente male. Mai nessuno l’aveva messo tanto in difficoltà. Si allargò il colletto della camicia con due dita, cercando di farsi aria.
 
-Io…veramente…cioè, lui…- Tentò di dire.
 
-Vedo che non ha le idee molto chiare, perciò lasci parlare me. Quel ragazzo che lei sembra non sopportare è colui che ci ha liberati da un mago molto malvagio di nome Lord Voldemort. Un mago senza scrupoli, che, senza l’intervento di Harry, sarebbe giunto a  distruggere anche il mondo Babbano, il mondo a cui lei sembra tenere tanto.-
 
-Io…io non lo sapevo.- Mormorò in risposta a Kingsley zio Vernon, che a sentire le parole dell’altro, dette con fierezza e autorità, si fece piccolo piccolo.
 
-Bene, allora le consiglio di informarsi prima di dire qualcosa che potrebbe ritorcersi contro lei stesso.- Ribatté secco Kingsley, terminando: - Molly, credo sia il momento di cenare, non vorrei che le tue leccornie si freddassero.-
 
Molly annuì, e Arthur aprì la porta che dava sul giardino per permettere agli ospiti di accomodarsi a tavola.
Fleur richiamò Teddy e Victoire che intanto si erano allontanati per giocare, e Petunia si volse verso il marito e disse, con voce risentita:
 
-Spero tu non dica mai più qualcosa di così cattivo nei confronti di mio nipote. Oltre al fatto che, grazie a te, ci siamo resi estremamente ridicoli. Probabilmente ora la nostra presenza qui non sarà più gradita!- E così dicendo, uscì indispettita.
 
Harry stava per seguirla insieme ad Hermione, che era rimasta indietro, ma fu fermato dalla voce dello zio, che, forse per la prima volta da che Harry poteva ricordare, non risultava astiosa.
 
-Ragazzo, potresti, ehm…aspettare un attimo? Vorrei dirti due parole.- Quasi non sembrava zio Vernon. La voce risultava quasi atona e lui era persino arrossito mentre parlava.
 
-Certo. Herm, vai dagli altri, noi vi raggiungiamo tra poco, cominciate pure!- Disse Harry, ed Hermione annuì, sparendo oltre la porta.
 
Harry si girò e fissò negli occhi lo zio, che si sentì improvvisamente come un bambino colto con le mani nella cioccolata.
 
-Ragazzo, io… non so da dove cominciare sinceramente. Non è un segreto che io non ti abbia mai accettato per… quello che sei, e, sicuramente, tu non sei normale, non lo è nessuno di voi! Ma a parte questo piccolo dettaglio… beh, se è vero che ci hai, ehm, liberato di questa… scocciatura, allora meriti le mie scuse. Credo…- Terminò zio Vernon mugugnando.
 
-Questo discorso gentile e intricato, zio Vernon, dovrei considerarlo come una richiesta di tregua? Vuoi davvero posare l’ascia di guerra?- Disse Harry in tono divertito. Si sarebbe quasi commosso se non fosse stato che sapeva di non potersi aspettare baci e abbracci da zio Vernon.
 
-Sì, qualcosa del genere ragazzo. Okay, ma finiamola qui, per stasera è più che sufficiente.- Disse lo zio, tornando sempre più simile alla normalità. Poi s’incamminò verso il giardino, ma, ad un tratto si bloccò, restò fermo, di spalle ad Harry, e dopo un attimo si girò e tese la mano al nipote, che la strinse con decisione.
 
Fu un minuto, uno sguardo, una stretta di mani, un muto scambio di battute. Ma bastò a suggellare quella pace che sarebbe durata fino a chissà quando.
 
 
-------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
 
 
Qualche giorno dopo, sorse il gran giorno. Il giorno che due coppie avevano tanto atteso per suggellare il loro amore.
 
In precedenza, i rapporti tra zio Vernon e il Mondo Magico erano andati sempre meglio-ovviamente sempre nei limiti della normalità.
 
Di buon mattino, Harry e Ron si svegliarono soli nella loro casetta, mentre, nello stesso momento, a pochi metri di distanza, le loro promesse spose si svegliavano alla Tana, dove avevano dormito per rispettare la tradizione di non vedere i loro fidanzati sino all’altare.
 
Ron Weasley sembrava essere stato punto da una tarantola, non riusciva a star fermo un minuto e parlava a macchinetta, facendo addormentare ancor di più un Harry Potter mezzo sonnecchiante, che sembrava essersi imbottito di tranquillanti per come era rilassato.
 
Intanto, alla Tana, Hermione Granger e Ginny Weasley si erano chiuse nella vecchia camera di quest’ultima e lì si stavano preparando, da sole, aiutandosi l’una l’altra. Dove non si chiudeva una zip, intervenivano le mani di una e dove non stava su un fermaglio agivano le dita veloci dell’altra.
 
Nel frattempo, nel parco vicino, era stato sistemato un grande gazebo bianco, sotto cui si sarebbero scambiati le promesse gli sposi, e vi era un via vai di persone che si muovevano velocemente per rientrare nei tempi. Ad affaticarsi erano per lo più le signore, mentre gli uomini vagavano intorno a tavoli ricolmi di cibo come degli orsi  tentano di avvicinarsi al tanto desiderato miele.
 
Qualche ora più tardi, sotto al gazebo vi erano tre uomini in attesa, mentre le centinaia di sedie dietro di loro erano occupate da ogni sorta di gente, vestita nei modi più stravaganti.
Più i minuti passavano e più Ron si faceva prendere dal terrore, ma per fortuna l’inizio della musica ormai tanto familiare lo fece tranquillizzare.
 
Sulle note di Wagner, due bellissimi bambini iniziarono il loro cammino sul tappeto rosso, spargendo dappertutto petali di rose dalle tonalità chiare. Victoire indossava un abito panna a maniche corte con il corpetto ricamato e la gonna a palloncino, mentre Teddy sembrava un damerino nel suo smoking scuro con tanto di papillon. Naturalmente, per l’occasione, si era concesso il meglio del meglio-occhi verdi e capelli corvini.
 
Qualche secondo dopo, comparirono due angeli bianchi, uno di fianco all’altro.
 
Hermione aveva un lungo vestito aderente di raso bianco, con un lungo strascico e una profonda scollatura sulla schiena. I capelli erano stati acconciati in morbide onde intervallate di fermagli argentati.
 
Ginny indossava un vestito al ginocchio dalla gonna ampia, con un corpetto stretto ricamato che risaltava le forme. Le gambe sembravano più lunghe grazie all’effetto dei tacchi a spillo. I capelli erano tenuti su in un’acconciatura elaborata, che lasciava-strategicamente-fuori una sola ciocca, che le ricadeva sul candido collo.
 
Entrambe avevano le mani strette intorno a un bouquet elaborato, e si muovevano quasi in sincrono. Giunsero, sotto lo sguardo ammirato di decine di persone, dinanzi al gazebo, e vi salirono, ognuna di fronte al ragazzo della propria vita.
 
Un’ora dopo, due nuove famiglie si erano formate, e la felicità era palpabile in ogni angolo del parco.
C’era da dire che la felicità non aveva per tutti la stessa origine. Se si faceva riferimento a zio Vernon, per esempio, beh, la sua felicità derivava sicuramente dalle meraviglie culinarie che proliferavano sotto i suoi occhi. Per ogni pietanza che veniva sottratta ai vassoi, magicamente ne compariva una esattamente identica a rimpiazzarla.
 
-Diciamo che non è poi così male questa stregoneria…serve a qualcosa almeno!- Disse zio Vernon infilandosi in bocca grandi quantità di cibo.
 
-Non è mai troppo tardi per cambiare idea, vero papino?- Rise Dudley tirando una pacca sull’ampia schiena del padre, facendolo quasi strozzare.
 
Quella giornata trascorse serena, felice, e tranquilla.
C’era chi aveva coronato il proprio sogno d’amore, chi guardava con occhi sognanti le nuove famiglie che erano nate, e quelle che di lì a dieci anni sarebbero potute nascere.
C’era chi, dopo anni di errori, paure e discussioni, finalmente aveva raggiunto la pace, e finalmente si era reso conto di non dover mai giudicare un libro dalla copertina.
 
 
FINE
 
 
 
Okaaay, eccomi. 
A parte le nozze (io adoro i matrimoni *--*), possiamo dire che il protagonista di questo capitolo è zio Vernon, ma non potevo giungere alla fine se non facevo sì che mettesse fuori il suo rancore e lo superasse.
Per tutto il tempo in cui cercavo di sistemare questo capitolo, nella mia mente frullava un solo pensiero: piacerà o avrei potuto fare di meglio? Ho sbagliato tutto? Alla fine, mi sono detta che, se continuavo a frenarmi con questi pensieri, non avrei mai più pubblicato, perciò ora mi rimetto al vostro giudizio.
Io sono soddisfatta da ciò che è venuto fuori, sono felice di aver fatto quest'esperienza, sono felice di essermi messa in gioco.
Bene, non mi resta davvero più niente da dire e da fare se non incrociare le dita e sperare in bene. In ogni caso, avete tutta la mia gratitudine per il supporto che mi avete dato. Se potessi, vi abbraccerei tutti :')
 
  
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Frallosa