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Autore: Thebrightsideofthemoon    21/10/2012    4 recensioni
Darren e Chris sono legati da una straordinaria chimica che li porta ad essere spesso sulla medesima lunghezza d'onda; migliori amici sul set e nella vita, cosa potrebbe succedere se uno dei due si rendesse conto di volere qualcosa di più dall'altro?
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Chris Colfer, Darren Criss
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Dannazione”

Chris aveva pregato sino all’ultimo momento affinché Darren rinunciasse al proposito di andarlo a trovare, ma evidentemente le Ave Marie rispolverate da un lontano passato religioso, risalenti più o meno al periodo del catechismo, non erano bastate. L’amico doveva essersi dimenticato del fatto che stesse male, perché si era attaccato al campanello e non accennava a volersene staccare fino a quando l’altro non fosse andato ad aprirgli. Chris si liberò del pile al di sotto della morbida protezione del quale aveva finalmente  trovato una temperatura che gli sembrasse confortevole, e si alzò con una certa flemma dal divano, trascinandosi a passi pesanti verso la porta.

“Buonasera!” – esclamò Darren, facendosi strada all’interno dell’abitazione senza aspettare alcun invito da parte dell’amico, sbigottito, dal canto suo, per via dell’ improvvisa irruzione. Come al solito, il ragazzo si era fatto precedere dal suo dirompente spirito di iniziativa.

“Ma prego, entra pure!” – riuscì a rispondere con un certo sarcasmo Chris, appena pochi istanti prima di essere scosso da una serie di colpi di tosse. Nonostante la sua temperatura non fosse troppo alta, continuava a percepire la sua testa come intrappolata in una morsa che gli provocava, a lento ma costante rilascio, fitte e nausea. In un quadro clinico già di per sé disastrato, il ruolo della ciliegina sulla torta era rivestito proprio dalla visita del suo migliore amico.

Darren proseguì  senza voltarsi, diretto verso il salotto; raggiunse a grandi falcate il divano e, liberatosi delle scarpe e accucciatosi al di sotto della coperta, sospirò beatamente. Fuori, il tempo non era di certo dei migliori e il divano si prospettava come un allettante cantuccio entro il quale trascorrere la serata.

“Come promesso, eccomi qua.” – sentenziò.

Chris gli rivolse uno sguardo truce, del tutto mal celato. Il suo modo di fare puerile lo lasciava puntualmente senza parole. E, il più delle volte, senza fiato.

“Che c’è? Non sei contento di vedermi?” – ribatté l’altro, fingendosi meravigliato per via della reazione dell’amico.

Che domande, pensò l’altro. Certo che mi fa piacere vederti, Dare; considerato che è tutto il giorno che cerco di non pensarti, di non chiamarti né di mandarti messaggi e che ho addirittura saltato le riprese in programma riuscendo ad ammalarmi nonostante avessi, inizialmente, solo finto di star male, be’, sì, mi fa davvero piacere.

“Amico, che brutta cera!” – riprese, non avendo ottenuto alcuna risposta.

Chris si lasciò cadere sul divano, esausto, a pochi centimetri da lui. Si rannicchiò in posizione fetale e strattonò leggermente la coperta di cui l’altro si era, indebitamente, appropriato, coprendosi. Appoggiò, dunque, il capo sulla spalliera del divano, socchiudendo lievemente le palpebre. Darren gli si fece vicino, portando il viso ad appena poche manciate di centimetri dal suo, ed inclinò la testa di lato per guardarlo meglio: notò le occhiaie livide che gli segnavano il volto e il colorito ancora più pallido, se possibile, del normale.

“Ehi, tutto bene?” – gli chiese a mezza voce, tornando improvvisamente serio, a metà fra il preoccupato e l’apprensivo. Chris non poté fare a meno di pensare a quanto fosse adorabile il tono di voce con cui gli si era rivolto, ma fece in modo di scacciare in fretta questi pensieri dalla sua mente, concentrandosi sulla risposta che Darren stava aspettando.

“Sto benone” – arrischiò, puntellando il gomito sulla spalliera e premendo il capo contro il palmo della mano.

“Non credo proprio” – disse Darren, mentre allungava una mano per scostargli una ciocca di capelli ribelle che gli ricadeva, indomata, sulla fronte. Chris sorrise debolmente, mentre sentiva le guance arroventarsi per il breve contatto, e sperò con tutto se stesso che l’altro non se ne accorgesse. – “Hai controllato la febbre?”

“Sto bene, Dare, davvero. Sono solo stanco.”

“Vieni qui”

Il ragazzo moro lo attrasse con delicatezza a sé, cingendogli il collo con un braccio: accostò dunque le  labbra alla sua fronte e premette con altrettanta levità. Chris decise che se al mondo fossero esistite delle divinità a presiedere le azioni e la vita degli uomini, allora dovevano avercela davvero a morte con lui: non poteva di certo sperare che anche il sussulto che lo aveva scosso al progressivo diminuire della distanza tra lui e Darren potesse essere passato inosservato.

“Scotti da morire!” – esclamò preoccupato quest’ultimo, separandosi dalla sua fronte in stato di allarme totale.

“Darren, è solo un po’ di febbre!”

“Un po’? Chris Colfer, chi è l’irresponsabile qui? Sei incandescente, al punto che sarebbe possibile perfino cuocere un uovo posandolo appena sulla tua fronte. Fila a letto, mentre io vado ad armeggiare in cucina e ti preparo qualcosa di caldo e commestibile.”

“Ma..”

“E non ammetto repliche!” – sentenziò con un tono solenne, di cui usufruiva ben poche volte e in casi davvero rari. Chris convenne che, proprio per questo motivo, fosse meglio non opporsi e seguire pedissequamente le disposizioni che gli erano state impartite.
 

*

 

“Chef Darren, pronto a servirla, signore!”

Darren aveva aperto con un fianco la porta socchiusa della camera da letto, nella quale l’amico riposava da oltre un’ora; reggeva, fra le mani, un vassoio sul quale erano stati disposti ordinatamente una vellutata di verdure, un petto di pollo arrostito con contorno di patate lesse e un bicchiere colmo d’acqua, frutti di un lavoro culinario estenuante, durante il quale, il moro, si era imbattuto in non pochi intoppi. Ad ogni modo, sembrava esserne uscito vittorioso, e Chris poté cogliere tale messaggio dall’espressione trionfante che gli si leggeva in volto.

“Non credevo sapessi cucinare” – gli si rivolse con espressione divertita e, al contempo, scettica, mentre armeggiava con le posate, destreggiandosi nel tagliare il pollo, peraltro con scarsi risultati: era incredibilmente gommoso.

“Ah, nemmeno io” – rispose Darren, esaltato, non cogliendo l’ironia di Chris. Quest’ultimo, d’altra parte, riconobbe il suo sforzo e non ebbe in cuore di lamentarsi della qualità delle pietanze, neppure quando appurò che le patate erano, in realtà, una massa informe di purea e il passato un liquame vischioso dal colore incerto. Ingurgitò con finto entusiasmo tutto quello che gli era stato crudelmente propinato fino a riempirsi a sazietà e giurò che non avrebbe mai più accettato qualcosa che fosse passato per le mani sciagurate di Darren in cucina.

“Va meglio?” – chiese alla fine il moro, con fare apprensivo.

“Sto benissimo, grazie di tutto Darren, sei stato davvero gentile a farmi compagnia, e a cucinare. Non serve che tu rimanga ancora, Mia sarà in ansia. Perché non torni a casa e non ti fai un paio di orette di sonno, prima di domani? In quanto a cera, nemmeno tu sembri averne una delle migliori..”

“Non serve.” – risolse, sbrigativo.

“Darren, non fare il bambino! Un paio di linee di febbre non hanno mai ucciso nessuno, andiamo! E poi Mia è da sola, dovresti tornare..”

“Mia non è a casa.” – conchiuse definitivamente.

Un silenzio imbarazzante calò fra di loro, incapaci a proseguire il discorso dopo l’ultima precisazione. Chris distolse lo sguardo; temeva di aver rovinato tutto, come era successo la sera prima. Era come se il nome di Mia lo rabbuiasse, come se gli portasse alla mente ricordi che non aveva intenzione di rivangare ma di scacciare, piuttosto, il più lontano possibile. Fu Darren a riprendere il discorso, forse resosi conto dell’imbarazzo dell’altro.

Resto a dormire, se posso.” – azzardò timidamente. Chris lo guardò in volto, sollevando il capo di scatto. Possibile che si fidasse ancora a trascorrere la notte con lui, senza aver paura che potesse accadere qualcosa di analogo a ciò che era successo la notte precedente?

“Dare, non è necessario..”

“Forse non per te, ma lo è per me. Lasciami restare, ti prego. Posso dormire da questo lato del letto: ti prometto di non occupare troppo spazio, di non russare, di non tirarti calci – tranne nel caso in cui sia tu a fare una di queste ultime due cose – e di lasciarti il piumone. Manterrò una condotta ineccepibile!”

E di non baciarmi? Non prometti di non baciarmi?
 

*

 

Fatta eccezione per un paio di calci e qualche accenno di rumore molesto laringale, Darren fu davvero irreprensibile e Chris dovette riconoscerlo. Non aveva ben capito il motivo per cui avesse così tanto insistito per poter rimanere a dormire da lui ma sospettava che si trattasse di qualcosa che riguardasse Mia. Ad ogni modo, non si era sentito di mandarlo via, nonostante temesse una replica degli avvenimenti della notte passata; così aveva lasciato che indossasse un suo pigiama del liceo – peraltro abbastanza imbarazzante, poiché costellato di immagini di varie dimensioni raffiguranti i supereroi della marvel – e che prendesse sonno accanto a lui, non prima che gli avesse chiesto almeno una dozzina di volte come stesse. Chris non capiva: cosa poteva essere accaduto? Darren e Mia erano il prototipo della coppietta felice ed innamorata sino all’inverosimile: non erano forse sempre insieme, pronti a sostenersi l’un l’altro? Chris conosceva Mia e, nonostante fosse davvero geloso del suo rapporto con l’amico, credeva che insieme a lei quest’ultimo potesse essere davvero felice. E gli bastava, se non poteva esserlo con lui.

E allora qual era il problema?

Mentre era immerso in tali e analoghi pensieri contorti, disteso accanto all’amico già da tempo profondamente addormentato, il cellulare di Darren vibrò rumorosamente sul comodino dal lato di Chris, il quale, temendo che l’altro potesse svegliarsi di soprassalto, lo afferrò repentinamente. Vinto dalla curiosità, non poté fare a meno di leggere il mittente del messaggio che era appena giunto a destinazione: Mia.

Chris, è sbagliato.
Chris, andiamo, non sono affari tuoi.
Chris, la privacy dove la metti?
Fanculo la privacy.


Fece scorrere con sicurezza il dito sul touch screen per sbloccarlo e aprì il messaggio, guidando lo sguardo lungo le poche righe che lo componevano.

“Mi manchi davvero tanto. Sento che, senza di te, è tutto sbagliato. Ma non posso fare a meno di pensare, allo stesso tempo, al fatto che io sia sbagliata per te. In fondo l’ho sempre saputo, sai? Ho sempre saputo che lo amavi, Darren. Anche quando tu non ne eri consapevole. Vi vedevo insieme e capivo che tra noi non sarebbe mai stato tutto così perfetto. E’ per questo che, per quanto io sia tentata dal farlo, non posso chiederti di rinunciare a Chris.     –Mia ”
 

Spazio autrice:
 

Saaaalve a tutti! Nottambula come al solito, posto il nuovo capitolo con la speranza che vi piaccia. Essendo sostanzialmente le due di notte, evaporerei con la prospettiva delle mie consuete sei ore di sonno a notte (non saranno mai abbastanza ç___ç) e del ripasso abominevole di arte che mi aspetta domani. A presto con il nuovo capitolo! (come al solito, non mi pongo scadenze che, puntualmente non sono in grado di rispettare, peto veniam!)
Ps: Recensite! Fatelo per la miopia galoppante che si sta progressivamente portando via i miei occhi, capitolo dopo capitolo!  C:
   
 
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