Capitolo 3.
“Potrebbe rivelarsi abbastanza comico.” Sussurrai nascondendo il volto tra i capelli. ~
Buonasera :)
Ecco il capitolo nuovo, spero proprio che vi piaccia :)
Alzò gli occhi al cielo impaziente poi mi pose una mano per incoraggiarmi.
“Harold…” Volevo aggiungere altro, ma la frase rimase sospesa lì poichè sentii le braccia del riccio stringermi la vita facendo avvicinare vertiginosamente i nostri corpi.
Guidò le mie mani a cingergli il collo, gli lanciai uno sguardo di disapprovazione prima che cominciassimo a volteggiare al ritmo di un valzer immaginario.
Gli avevo detto che ero un incapace, ma non mi aveva voluto credere, adesso si ritrovava una ragazza avvinghiata addosso che cercava di tenersi in piedi senza fargli male.
“Oih.” Brontolò quando gli pestai un piede per l’ ennesima volta; Un po’ gli stava bene, magari si sarebbe deciso a lasciarmi andare.
Non fù così.
“No, non sai proprio ballare.” Alzò gli occhi al cielo, mentre ancora tentava di guidarmi in quelle orribili mosse.
“Appunto.”
Sollevò un braccio facendomi fare una piroetta su me stessa, poi tornò a stringermi più forte di prima, adesso barcollavamo leggermente e goffamente sul posto.
Poggiò il volto sul mio collo.
Facile.
Sarebbe stato fin troppo facile se avessi voluto. Ma in quel momento non mi andava, trovavo quel ragazzo estremamente simpatico per potermi permettere di entrare subito in azione.
Avrei aspettato qualche giorno.
“Che ore sono?” Chiesi all’ improvviso allontanandomi da lui.
Con aria scocciata tirò fuori il telefono dalla tasca dei jeans, osservò lo schermo per qualche secondo: “Mezzanotte e mezzo.”
Spalancai gli occhi meravigliata che si fosse fatto già così tardi: “Io devo andare subito.” Dissi facendo qualche passo in direzione della mia cabina.
“No aspetta.” Mi afferrò per un braccio facendomi fermare: “Vieni da me.” Sembrò quasi implorarmi.
La mia faccia divenne una maschera senza sentimenti, lo fissai per qualche interminabile secondo piena di rimprovero.
“Harold..” Incominciai.
“Harry.” Mi corresse alzando gli occhi al cielo esasperato.
“Harry" Ripresi "non credo sia una buona idea. Non stasera.” Mi passai una mano tra i capelli sistemando una ciocca dietro l’ orecchio destro.
”Quindi un'altra volta?” Chiese speranzoso.
Scossi la testa: “Vedremo.”
“Sono nella 217, ala destra.” Sorrise sghembo : “Se non ci incontreremo casualmente sai dove cercarmi.”
“Oh io sono nella 415, sinistra.” Sogghignai per un momento: “Siamo agli opposti.” Esclamai mostrandogli un sorriso .
“Vienimi a trovare domani mattina.” Aggiunse il ragazzo non dando ascolto alle mie parole.
“E chi ti dice che lo farò? Magari domani è ancora presto.” Chiesi cercando di sorridere in maniera misteriosa e seducente.
“Se non ti vedrò entro le undici, sarò io a venire da te.”
Fù la sua ultima frase, poi si allontanò in fretta verso la stanza del pianoforte.
“Come è andata?” Chiese papà su di giri prima ancora che riuscissi a oltrepassare la porta.
“Bene. Fin troppo bene.” Sbuffai, sorpassandolo e andando a posare le scarpe in quella che avevo deciso sarebbe stata la mia stanza.
Lo vidi alzare un sopracciglio incuriosito dalle mie parole, ma non parlò, aspettava che fossi io a riprendere il discorso.
“E’ così terribilmente facile da abbagliare. Mi ha chiesto di andare nella sua stanza.”
“E tu?” Vidi accendersi un barlume di felicità nei suoi occhi che si spense però un momento dopo con la mia risposta.
“Sono qui.” Inchiodai lo sguardo al pavimento.
Papà fece una o due giravolte su se stesso, pensieroso: “Se non ti piacciono le cose troppo semplici puoi lasciar perdere e rilassarti. Alla fine hai già fatto un ottimo lavoro con Ferdinand.” Proclamò
.
Lo guardai accigliata portandomi una mano al mento. Le sue parole mi avevano terribilmente offeso.
Io non avevo mai abbandonato una missione una volta decisa, come poteva credere che quella volta mollassi?
“So io come muovermi. Tu non ti impicciare.” Fui più acida del necessario, ma il mio tono di voce sembrò rassicurarlo.
Non aggiungemmo altro, mi ritirai in camera mia e, dopo essermi cambiata mi gettai sul letto.
Quel Harry mi era sembrato piuttosto spigliato, forse più del necessario. Un tipo certamente deciso, sapeva il fatto suo.
Quello che più mi preoccupava però era la sua età, stando a quello che papà aveva scoperto doveva essere poco più grande di me; Cosa mai poteva volere un ragazzo di 18 anni da una donna?
Nè ero intenzionata a raggiungere certi livelli di intimità con una delle mie vittime per riuscire a fregarle, né mio padre me l’ avrebbe lasciato fare.
Era molto liberale per quanto riguardava l’ azione, ma rimanevo pur sempre sua figlia.
Con uomini di famiglie ricche era facile, bastava convincerli che mi sarei concessa a loro solamente dopo il matrimonio poichè, dato la mia giovane età, ci tenevo a mantenere un certo integrità morale; Ma Harry?
Lui era una superstar, milioni e milioni di ragazze lo desideravano, non c’ avrebbe messo molto a sbarazzarsi di me se non lo avessi accontentato.
Scossi la testa, imbarazzata dai miei stessi pensieri.
Io ero la mente, la ladra abile e furba. Non c’ avrei messo molto a farlo cadere letteralmente ai miei piedi. L’ avrei abbindolato, gli avrei offuscato la mente con la mia bellezza e dolci parole.
Non avrei dovuto concedergli niente più che qualche bacio.
Harold sarebbe stato una delle vittime mie e di mio padre.
Vi prego con tutto il cuore di farmi sapere che cosa ne pensate, per me sarebbe un grande incoraggiamento.
Detto questo ci sentiamo presto :)
Un bacione.