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Autore: yas    21/10/2012    1 recensioni
'E' meglio concentrarsi su quello che vuoi ora.' Lei apre appena le labbra. 'Sto cominciando a capirlo.'
Genere: Angst | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Dopo la campanella dell'ultima ora, infilo il sax nell'armadietto e corro al parcheggio. Anche se andare in biblioteca non compromette alcunchè, so che non dovrei fare quello che sto per fare. E visto che salterò anche l'ora di atletica, meglio smammare da scuola al più presto.
'Emma! Aspetta!'
Harry corre per il parcheggio, sventolando le mani. Non lo vedo dalla pausa pranzo, quando gli ho lasciato infilare lo skate in macchina.
'Devo recuperare lo skate' dice. 'Io e Niall andiamo da Chris McKellar, che ha una rampa per gli skate.'
'Forte' dico, tentando di calmarmi.
'Va tutto bene?' domanda.
'Sì.' Apro la portiera dalla parte del guidatore ed entro, cercando di non guardarlo negli occhi. Detesto mentire a Harry, ma non posso dirgli cosa ho intenzione di fare. Il mio futuro marito non è tornato a casa per ben tre giorni. Tre notti! E ora mi succhia i soldi per comprarsi chissà quale aggeggio futuristico. Intanto io non posso nemmeno permettermi un analista, che probabilmente mi servirà in futuro per parlare di lui!
Devo liberarmi di questo tizio.
'Dove vai?' chiede Harry. Fa scattare in avanti lo schienale del passeggero e si piega sul sedile posteriore.
'Da nessuna parte' rispondo. Poi, visto che la cosa sembra troppo losca, aggiungo: 'Cioè, alla biblioteca pubblica per fare una ricerca'.
Harry si guarda intorno con aria circospetta e poi bisbiglia: 'Dopo cena dovremmo tornare su quel sito'.
'Va bene.'
'In più penso che dovremmo avere una parola in codice, così la gente non capirà di cosa stiamo parlando.'
'Che ne dici di "Facebook"?' propongo, avviando il motore. 'Nessuno ne ha mai sentito parlare.'
 
Mentre mi avvicino all'entrata in biblioteca, mi imbatto in Dylan Portman. Siamo stati insieme all'inzio del liceo. Eravamo stati animatori al campo estivo della YMCA. E quando la scuola è cominciata, eravamo una coppia. Non avevamo grandi cose in comune a parte il campo, così il giorno in cui mi ha lasciata non l'ho presa male. Ecco perchè le volte che ci incontriamo non siamo in in imbarazzo.
'Come va?' chiede Dylan. Ha in mano una pila di libri, quindi apro la porta e lo lascio passare. Lui mi sorride, mostrando quella fossetta sexy sulla guancia sinistra. Dylan sa di essere figo e ne approfitta.
'Ma come: finisce la scuola e tu vai dritta in biblioteca?' dice, passandomi accanto.
'Senti chi parla con tutti quei libri...'
'Li riporto per conto della mia sorellina' sorride Dylan e aggiunge: 'Non sono adorabile?'
Di solito non mi dispiace flirtare con Dylan, ma adesso sono in missione e non posso lasciarmi distrarre, anche se la distrazione ha una fossetta sexy e i capelli arruffati.
'Devo fare un mucchio di ricerche' dico. Poi, per essere sicura che Dylan non mi segua mentre cerco gli elenchi telefonici, continuo: 'Forse più tardi mi vedo con Zayn'.
'Zayn Malik? Che rapata che si è dato!' Dylan indica con il mento banco delle restituzioni e poi aggiunge:'Non sgobbare troppo'.
In biblioteca l'aria condizionata è a mille, tanto che mi viene la pelle d'oca. O forse dipende dal fatto che sto per trovare il numero di telefono del mio futuro marito. Vado dritto al banco per la consultazione. Il tizio che lavora lì sta mordicchiando una matita con gli occhi fissi sullo schermo del computer.
'Mi scusi?' chiedo. 'La bibliotecaria della scuola mi ha detto che avete gli elenchi telefonici di altri stati...'
Lui digita qualcosa sulla tastiera e poi si alza dalla sedia, infilandosi la matita dietro all'orecchio. Lo seguo mentre svolta un angolo e poi giù per le scale, finchè non arriviamo a un enorme scaffale pieno zeppo di elenchi telefonici.
Il bibliotecario incrocia le braccia. 'Cerca uno stato in particolare?'
'La California' dico. 'Chico, in California.'
'E' nella contea di Butte, mi sembra.' Prende la matita da dietro l'orecchio, studia i segni dei denti, e poi tira fuori un volume di media grandezza. 'Mi faccia sapere se ha bisogno di altro.'
Quando sparisce su per le scale, io mi siedo a gambe incrociate per terra e corro alla lettera J. Ci sono centinaia di Jones a Chico, in California. Cerco di decifrare i caratteri minuscoli. Jones, Adam. Jones, Anthony. Jones, Anthony C. Jones, Arthur. Vanno avanti all'infinito! Ma se il nome di mio marito è Jordan Jones Junior, allora anche suo padre dovrebbe chiamarsi Jordan. Giro la pagina e, con mio grande disappunto, vedo che non ci sono Jordan Jones.
Se non esiste un Jordan Jones, vuol dire che forse suo padre è registrato sotto l'inziale. Guardo la prima parte della colonna, quella in cui elencano le lettere, ma trovo un mucchio di J. Con il volume stretto al petto, corro sopra alla fotocopiatrice.
Sgancio un dollaro al bibliotecario e lui me lo cambia in pezzi da venti. Schiaccio l'elenco telefonico sul vetro liscio della fotocopiatrice, chiudo il coperchio e infilo una monetina nella fessura. Atterra con un fievole plin, e io premo il pulsante verde.
  
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