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Autore: Phobos_Quake 3    21/10/2012    1 recensioni
Seguito di “Dolls And Robots War”. Con la distruzione di Unità Alice, il mondo ha riacquistato la pace perduta. Purtroppo, però, nuovi e misteriosi robot compaiono dal nulla e sembra proprio che il loro unico scopo sia distruggere Shinku e le sue sorelle. Da dove vengono? Possibile che Alice sia ancora viva?
Genere: Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 13:

Alice Maiden Parte VII: Barasuishou



L’ultima Alice Maiden era la copia esatta di Kirakishou con giusto qualche lieve modifica. A cominciare dal vestito che era identico a quello della sua creatrice Alice, ma color lavanda, i capelli argentei e gli occhi color verde oliva. Infine, al contrario di Kirakishou, non aveva sull'occhio, il sinistro nel suo caso, una vera rosa, ma una benda sulla quale il fiore in questione era solo ricamato. Le due contendenti si avvicinarono e si guardarono entrambe nell’unico occhio buono.
-Sei brutta!- disse Kirakishou!
Barasuishou non ebbe alcuna reazione. In quanto a freddezza era spiccicata alla mia candida sorella. Non appena Kirakishou tentò di colpirla, Barasuishou la anticipò con un forte montante che la scaraventò addosso a Laplace.
-Se vuoi farti aiutare dalle tue sorelle sei libera di chiedere loro aiuto.-
-Non ho bisogno di aiuto. Basto io per te!-
-Se ci credi…-
Kirakishou volò verso la sua avversaria e la colpì con un forte pugno che la fece barcollare per un attimo. In tutta risposta, Barasuishou la ripagò con la stessa moneta. Iniziò così un botta e risposta alla pari di pugni, calci, schiaffi, ginocchiate e gomitate. Perché alla pari? Perché se Kirakishou colpiva con un pugno, anche Barasuishou attaccava allo stesso modo. Inoltre, le due cercavano di colpirsi con lame che lanciavano dalle mani. Di ghiaccio per Kirakishou e d’ametista per Barasuishou, ma ogni volta si scontravano e non concludevano niente. La cosa del botta e risposta durò per circa dieci minuti buoni finché, stanca, Kirakishou utilizzò una tormenta di neve con la quale imprigionò la sua copia in un blocco di ghiaccio.
-Se credi che ti lasci così, sei un’illusa!- disse mentre la spada di ghiaccio apparve sulla sua mano.
Saltò, pronta a tagliare in due verticalmente Barasuishou, ma sul blocco si formarono prima numerose piccole crepe per poi distruggersi completamente. Questo lasciò noi e Kirakishou molto sorpresi.
-Come hai fatto a liberarti?-
-Mi stai sottovalutando. Io non sono debole come le mie sorelle.-
-Non mi è sembrato affatto che le tue sorelle fossero deboli come dici!-
Barasuishou, freddamente, fece spallucce.
-Ah, vedo che hai tirato fuori la spada. Molto bene!-
Non me n’ero accorta per niente, ma aveva una spada al suo fianco. Quando la sguainò, vidi che era fatta d’ametista. Di nuovo ghiaccio contro ametista. Benché Barasuishou parasse ogni attacco, mia sorella sembrava avere la meglio su di lei. Forse è per questo che, vedendo le brutte, la maledetta bloccò i piedi di Kirakishou con l’ametista per poi imprigionarla in un blocco.
-È stato piuttosto facile!- disse senza la minima emozione.
-Ora… siete da sole!- aggiunse rivolgendo il suo freddo sguardo verso di noi.
Suigintou aveva tentato di attaccarla di spalle con la sua spada, ma Barasuishou parò l’attacco con la sua.
-Non sottovalutarci. Non ti conviene!- le disse mia sorella.
-Come vuoi!-
Detto questo, senza darle il tempo di reagire, le diede un calcio rotante che la buttò a terra. Anche Souseiseki tentò di colpirla con le cesoie, ma anche quelle si scontrarono con la spada di ametista.
-Ci hai provato. Sarai più fortunata la prossima volta.-
Anche lei fu colpita da un calcio rotante, ma stavolta Barasuishou volò verso di lei, le mise una mano sulla schiena e in un attimo si ritrovò imprigionata anche lei nell’ametista. Mi sembrava di rivivere lo scontro con Alice, dove cadevamo una dopo l’altra sotto i suoi colpi. I rovi di Hinaichigo, si avvolsero attorno alle braccia, il collo e le gambe di Barasuishou.
-È tutto inutile mocciosa.-
Tagliò i rovi con le lame di ametista, li afferrò tirandosi a sé Hinaichigo e dopo averla colpita con una gomitata sul muso, imprigionò anche lei. Dal terreno spuntarono le piante di Suiseiseki che si avvinghiarono al corpo della nostra nemica.
-State tentando ogni tipo di mossa disperata, ma è tutto inutile.- disse.
-Vediamo se avrai ancora il coraggio di parlare. Vai Kanaria!- disse Suiseiseki.
Kanaria si avvicinò e iniziò a suonare:
-Primo movimento: Lullaby!-
Non appena iniziò a suonare, mi sentii rilassata, cullata dalla dolce melodia e lentamente i miei occhi si stavano chiudendo. A fatica, notai che anche le mie sorelle stavano facendo uguale. L’effetto della melodia di Kanaria era di annullare le attività dei robot come se fossero addormentati da una ninnananna. Peccato che a Barasuishou non facesse alcun effetto, mentre a noi, purtroppo, sì. In quel preciso momento, Kirakishou riuscì a liberarsi dalla sua prigione, a lei e Laplace la melodia non aveva fatto effetto, e fermò Kanaria.
-Piantala. Non ti accorgi che non serve a nulla contro di lei? Hai solo addormentato le nostre sorelle!- le disse.
-Non è il momento di dormire amica mia.-
Fu Laplace a destarmi e a raccontarmi quanto ho scritto finora.
Ancora un po’ stordita, mi rialzai e continuai ad assistere allo scontro tra la bianca e la lavanda che si era liberata dalle piante di Suiseiseki.
-Vattene gemellina. Ci penso io!- disse Kirakishou.
-Ne sei sicura?- chiese Suiseiseki ancora un po’ stordita.
Non le rispose e Suiseiseki si allontanò raggiungendo sua sorella ancora imprigionata.
-Come hai fatto a liberarti?-
Kirakishou mostrò uno dei suoi rarissimi sorrisi.
-Come mi avevi risposto? Mi stai sottovalutando. Io non sono debole come le mie sorelle! O sbaglio?-
Ci sentimmo un po’ offese per quell’affermazione, ma non dicemmo nulla. Anche Barasuishou mostrò finalmente un sorriso.
-Finiamola con questa storia!-
-Perché? Mi piace. Continua a raccontare!- la schernì Kirakishou.
Le loro spade tornarono a scontrarsi e, per la seconda volta, Kirakishou sembrava avere la meglio sulla sua avversaria. All’improvviso, dal terreno spuntarono una serie di cristalli appuntiti di ametista che s’incrociarono tra loro in modo tale da impedire a Kirakishou qualsiasi movimento.
-Prova a muoverti se ci riesci!-
Senza dire nulla, dalle sue mani spuntarono candidi rovi che si avvinghiarono tutto attorno al corpo di Barasuishou. Sembrava un bozzolo. Peccato che furono tagliati dalle lame di ametista.
-Pensavi di abbattermi così? Sei più sciocca di quanto credessi.-
Suigintou tentò di coglierla di nuovo di sorpresa, ma Barasuishou la imprigionò nell’ametista. In pratica fu lei a essere colta di sorpresa.
-Gi… Gin-sama…-
-Così impara a intromettersi non credi?-
Kirakishou, furiosa, si liberò e iniziò a usare i suoi rovi come fruste, poi le afferrò il collo e la sbatacchiò sul terreno con violenza. Che ci crediate o no, Barasuishou sembrava divertirsi e rideva come una matta.
-Te la farò pagare, maledetta!-
-La stai prendendo un po’ troppo a cuore. Che fine ha fatto la tua freddezza? Mi stai deludendo sai?-
-Sta zitta!-
Barasuishou si liberò, ma le piante di Suiseiseki tornarono a imprigionarla.
-Adesso basta!- disse.
Si liberò, raggiunse Suiseiseki e imprigionò anche lei.
-A chi tocca ora? Alla suonatrice? Alla rossa, o al coniglio pinguino?-
-A chi dici pinguino?-
-Guarda come vai vestito… sei un pinguino o no?-
Kanaria iniziò a suonare.
-Secondo movimento: Last Paradise!-
Un grosso tornado raggiunse Barasuishou che, però, non si muoveva minimamente nonostante il vento diventasse sempre più forte con il proseguimento della melodia. Solo i suoi lunghi capelli si muovevano. Un altro sorriso, stavolta malvagio, e lanciò la sua spada contro il violino facendoglielo volare via dalle mani. Nel fare questo, però, anche il suo braccio destro volò via staccandosi di netto.
-Qualcosa Kanaria ti ha fatto!- disse soddisfatta.
Barasuishou, con uno scatto, si parò davanti a lei, le afferrò la testa con la mano sinistra e la imprigionò. Finalmente anch’io, dopo aver solo guardato, intervenni. I miei petali, però, non andarono a segno perché li evitò con un salto e mi lanciò contro le lame di ametista. Fu solo grazie a Laplace, che mi fece da scudo, che mi salvai. Ebbi un altro brutto déjà vu che mi paralizzò. Laplace mi guardò e sorrise. L’attacco non gli aveva fatto granché per fortuna.
-P… Perché?- mi chiesi ancora scioccata.
Lui mi rispose:
-Mi ero stancato di stare fermo a guardare.-
-Voi siete tutti pazzi. Ormai, però, è solo questione di poco. La vittoria è mia!- disse Barasuishou.
-Ne sei proprio convinta?- chiese Kirakishou.
-Ormai siete in pochi. Quando ti avrò imprigionato di nuovo, insieme a tua sorella e al vostro amico coniglio, sarà tutto finito e la vendetta di mia madre Alice sarà compiuta!-
-Quanta sicurezza…-
Kirakishou volò verso la sua avversaria e le diede una testata.
-Scusa se ti rubo di nuovo la battuta ma… finiamola con questa storia!-
-Ci sto!-
Barasuishou recuperò la sua spada, ma sembrava poco pratica con la sinistra, quindi a Kirakishou fu più facile disarmarla. Nonostante ciò, riuscì di nuovo a imprigionarla.
-Stavolta non uscirai. Dovrai fare un miracolo.-
-D’accordo. Allora farò un miracolo!- rispose attraverso la sua prigione.
-Co… cosa?-
Com’era successo al blocco di ghiaccio di Barasuishou, anche su quello di ametista comparvero numerose crepe per poi distruggersi.
-Sono… sorpresa!- disse Barasuishou.
Certo, vedendo la sua faccia non si sarebbe detto. Le due contendenti rimasero ferme a guardarsi per qualche minuto, forse per aspettare il momento opportuno per attaccare non so, e alla fine fu Barasuishou a fare la prima mossa. Si buttò contro Kirakishou come se fosse una giocatrice di rugby buttandola a terra e le afferrò il collo iniziando a stringere forte. Sembrava avere la meglio, ma alla fine scoprì con sua grande amarezza che mia sorella la stava prendendo in giro.
-Puoi fare meglio di così!- le disse.
Dopodiché le lanciò una lama di ghiaccio colpendola all’occhio destro. Non vi sto a descrivere la scena, potete immaginarvi da soli cosa stava accadendo e soprattutto le parole poco piacevoli che uscivano dalla sua bocca. In quel preciso momento, sbucata dal nulla, Ginkijo prese Barasuishou alle spalle stringendole le braccia al collo.
-Che diavolo fai lurida traditrice? Hai un baco nel sistema?- le chiese.
Era più o meno la domanda che volevo gridarle io ma senza quei termini dispregiativi.
-Non lo capisci… sorella? Ormai mi resta poco… ma non voglio andarmene… da sola. Tu verrai con me!- le rispose.
-Lasciami brutta…-
Ginkijo si girò verso di me e mi sorrise.
-Addio… sorella…-
Fu l’ultima cosa che disse. S’illuminò ed esplose portandosi con sé Barasuishou. Potete immaginare come mi sentivo. M’inginocchiai sulla sabbia e iniziai a piangere. Laplace si avvicinò e mi accarezzò nel tentativo di consolarmi. In qualche modo mi ripresi grazie a lui.
-È strano…- disse Kirakishou.
-Cosa?- chiese Laplace.
-Davo per scontato che se Barasuishou fosse morta, le nostre sorelle sarebbero state di nuovo libere!-
-Mmmh… I casi sono due: o bisogna usare la forza per liberarle oppure…-
Non finì la frase, perché era chiaro a cosa si riferiva. E infatti era proprio così. Barasuishou sbucò da sotto la sabbia. Non aveva più niente addosso. Né il vestito, né la pelle artificiale. Solo sul viso ce n’era un pezzo che ne copriva la parte sinistra.
-Tipa tosta…- dissero in coro Laplace e Kirakishou.
La benda sull’occhio sinistro di Barasuishou cadde a terra e rimanemmo sbalordite. Credevamo che avesse l’orbita vuota o una qualche tipo di cicatrice, ma invece il suo occhio era perfettamente funzionante.
-Qualcosa non mi torna… che senso ha portare una benda se il tuo occhio non ha problemi?- chiese Kirakishou.
-Dovevo pur somigliare a te in qualche modo. Che razza di copia sarei altrimenti?-
Kirakishou scosse la testa. Barasuishou stava per attaccare, ma fu investita dal mio vortice di petali che la scaraventò in aria. Ero troppo furiosa e dovevo sfogarmi. Kirakishou saltò, raggiunse la sua avversaria e le conficcò la spada nel petto.
-Addio!- le disse.
Barasuishou precipitò, ma esplose prima ancora di toccare terra. Nonostante tutto, le nostre sorelle erano ancora imprigionate.
-Bene. Ora è morta eppure stanno ancora così. E ora come facciamo?-
-Bella domanda.- dicemmo io e Laplace.
Lui si avvicinò e iniziò a esaminare la situazione. Io e Kirakishou rimanemmo a guardarlo con una certa apprensione (anche se Kirakishou non la dava a vedere). Laplace si mise nella tipica posizione di un karateca e diede un pugno al blocco di ametista. Non ottenne l’effetto sperato.
-Primo tentativo fallito. Ora provo con il laser a bassa potenza.-
Lanciò raggi laser dai suoi occhi e sembrò funzionare. Il blocco si stava sciogliendo come neve al sole. Kanaria fu liberata e ben presto anche le altre. Raccontai loro quello che si erano perse e abbassarono la testa in segno di rispetto per il sacrificio di Ginkijo. Kirakishou si avvicinò a me.
-Shinku, ci stavi dicendo che forse hai capito dove si nasconde Alice!-
-È vero. Dicci!- dissero le altre.
Io annuii.
-Seguitemi e lo scoprirete!-
Mi seguirono senza fiatare. Quando raggiungemmo il quartiere di Koto, cominciarono a capire.
-Tu pensi che…- disse Souseiseki senza finire la frase perché l’avevo interrotta.
-Senza alcun dubbio.-
Atterrammo e fissammo la costruzione che era davanti a noi.
-Come dicono in gergo gli umani: Alice è tornata all’ovile!-
-Non posso crederci!- dissero le altre in coro.
-Già. È incredibile… ma vero!-



Nota 14: Lullaby e Last Paradise sono canzoni rispettivamente dei The Cure e degli Apocalypse.
   
 
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