CAPITOLO
VENTIDUESIMO
Un leggero fruscio gli invadeva le
orecchie, davanti i
suoi occhi un bianco purissimo, nessun suono intorno, nessun odore,
né
sensazione di freddo o caldo. Pace assoluta...Questo provò
Harry. Poi una voce
lontana chiamò dolcemente il suo nome.
- Janet! - la riconobbe - Ma dove sono, cosa è successo?
- Tranquillo Harry.- rispose la donna.
- Perché non ti riesco a vedere più neanche io?
- Sono proprio accanto a te. - rispose Janet
sfiorandogli i capelli.
Adesso la vedeva: era bella come sempre, o forse di
più, illuminata da una luce dorata.
- Siamo in paradiso? - chiese Harry stupito e
preoccupato.
- No, Harry. Non è la tua ora. Sei solo svenuto.
- E tu, chi sei veramente?
- Posso dirti chi ero, cosa facevo, dove vivevo...Ma
tutto questo ormai non conta più nulla. E tu non puoi amarmi.
- Come...Cosa? Ma... - disse Harry confuso.
- Adesso svegliati e va a goderti il successo.-
continuò la donna allontanandosi in una bianca foschia.
Seguirono attimi di totale silenzio, che apparvero
interminabili...poi, uno scossone: era Mattew che lo chiamava insieme
alla
moglie, che intanto si era ritirata.
- Hai chiamato un'ambulanza? - domandò quest'ultima al
marito.
- No, non ancora...Però, aspetta! Il polso ha ripreso
ad essere regolare! - disse lo psichiatra portando anche l'orecchio sul
petto
del pittore.
- Si sta svegliando! - esclamò la moglie sollevata -
Pensa se fosse morto qui a casa nostra!- continuò a bassa
voce.
- Devo andare!- disse Harry appena sveglio
sollevandosi sulla schiena.
- Stai bene? - chiesero insieme i coniugi.
- E' tutto chiaro!- continuò il pittore - Non
preoccupatevi più di me, so cosa fare.
Dopo quelle ambigue parole salutò i due ed uscì
di
corsa. La pioggia non era ancora cessata ma non rappresentò
per Harry un
ostacolo: corse verso la galleria di Got e vi arrivò intorno
le 12:45 circa.
Got era ancora lì insieme ai giornalisti e la conferenza
stampa. Appena vide
Clever, abbandonò gli intervistatori e lo guardò
torvamente. Si avvicinò lesto
verso di lui e lo fermò.
- Clever, che cosa è successo? - gli urlò.
- Sono andati via tutti? - chiese l'artista con fiato
corto.
- Ovvio! Non hai visto che ore sono?
Solo allora Harry guardò il suo orologio: non pensava
fosse tardi.
- Ma perché sei scappato dopo il discorso e hai
aggredito i giornalisti?! Stavi forse conquistando inspiegabilmente il
pubblico
e ti sei già rovinato l'immagine! Adesso ti ricorderanno
tutti così: “Clever,
quel pazzo che ha picchiato due giornalisti!”- lo
scoraggiò Got - Ascoltami:
avrai anche un po' di talento, ma non sei tagliato per il successo.
Cercati un
lavoro e tieniti l'arte solo come hobby. Io ho chiuso con te!
- Sono desolato, Got.- disse Harry chinando il capo.
- Non mi importa, è troppo tardi. Hai bruciato una
grande possibilità.- continuò duramente il
gallerista - Non c'è ne sarà
un'altra.
- Posso sapere almeno cosa pensano i critici delle mie
opere?
Got apparve un po' più disteso e si sedette su uno
sgabello vicino all'ingresso della galleria; Harry restò in
piedi camminando
nervosamente avanti e indietro.
- I visitatori erano circa centoventi, tra
scolaresche, gente comune, critici d'arte e collezionisti. Uno di
quest'ultimi
pareva interessato ad avere uno dei tuoi quadri.- disse con il solito
sguardo
glaciale.
- Davvero? Quale? - chiese felice Harry.
- Uno in bianco e nero: lo ha trovato più espressivo
degli altri. Ma avrebbe voluto parlare con te...poi sei scappato...e ha
anche
saputo che hai picchiato i due giornalisti.
Per il nervosismo Harry colpì il muro con un pugno.
- Quindi non lo compra? - domandò deluso.
- No, è contro la violenza e poi non gli piaceva
così
tanto...- rispose Got accorgendosi che gli vibrava il cellulare -
Scusa, è una
chiamata personale.- disse facendogli cenno di allontanarsi.
Clever andò verso fuori e Got rispose.
- Non è tornato Clever? - chiese un uomo dall'altra
parte del telefono.
- No, ma mi ha chiamato dicendomi che potremo
incontrarci domani qui.- rispose Got
- Allora posso pagare il quadro domani. Viene 600
sterline, giusto?
- Si, metà spetta a me e metà a Clever. E' una
miseria, ma è il primo quadro...
Poi il collezionista restò in silenzio qualche
secondo.
- Oh, no!- sbottò improvvisamente - Domani ho già
un
impegno, non posso proprio venire...
- Puoi passare oggi pomeriggio, darò io i soldi a
Clever dopo.- rispose prontamente l'altro.
- Ok, allora sono da te verso le 18:00.- disse il
collezionista chiudendo la chiamata.
Ma, se qualcuno avesse anche solo guardato il sorriso
quasi maligno di Got, avrebbe capito che si sarebbe tenuto tutti i
soldi, senza
dire niente ad Harry. E qualcuno lo vide, la segretaria, ma
conoscendolo,
preferì non impicciarsi...