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Autore: VAleMPIRE    22/10/2012    1 recensioni
Questo è l'unico romanzo che sia mai riuscita a finire. Ne inizio molti , ma raramente l' "ispirazione", la voglia e la costanza mi assistono a lungo...
In poche parole , è la storia di un pittore tormentato che finalmente trova in una sola persona la sua musa e, per la prima volta, l'amore.
Ma poi...non posso dirvi altro!
Dal momento che l'ho già scritta tutta ( circa 3 anni fa ho anche partecipato ad un concorso per provare a pubblicarlo nelle librerie ), non tarderò ad aggiornare, se ci sarà anche un solo lettore interessato.
Spero vi piaccia e commentiate sinceramente! Buona lettura!
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO VENTIDUESIMO

 

Un leggero fruscio gli invadeva le orecchie, davanti i suoi occhi un bianco purissimo, nessun suono intorno, nessun odore, né sensazione di freddo o caldo. Pace assoluta...Questo provò Harry. Poi una voce lontana chiamò dolcemente il suo nome.
- Janet! - la riconobbe - Ma dove sono, cosa è successo?
- Tranquillo Harry.- rispose la donna.
- Perché non ti riesco a vedere più neanche io?
- Sono proprio accanto a te. - rispose Janet sfiorandogli i capelli.
Adesso la vedeva: era bella come sempre, o forse di più, illuminata da una luce dorata.
- Siamo in paradiso? - chiese Harry stupito e preoccupato.
- No, Harry. Non è la tua ora. Sei solo svenuto.
- E tu, chi sei veramente?
- Posso dirti chi ero, cosa facevo, dove vivevo...Ma tutto questo ormai non conta più nulla. E tu non puoi amarmi.
- Come...Cosa? Ma... - disse Harry confuso.
- Adesso svegliati e va a goderti il successo.- continuò la donna allontanandosi in una bianca foschia.
Seguirono attimi di totale silenzio, che apparvero interminabili...poi, uno scossone: era Mattew che lo chiamava insieme alla moglie, che intanto si era ritirata.
- Hai chiamato un'ambulanza? - domandò quest'ultima al marito.
- No, non ancora...Però, aspetta! Il polso ha ripreso ad essere regolare! - disse lo psichiatra portando anche l'orecchio sul petto del pittore.
- Si sta svegliando! - esclamò la moglie sollevata - Pensa se fosse morto qui a casa nostra!- continuò a bassa voce.
- Devo andare!- disse Harry appena sveglio sollevandosi sulla schiena.
- Stai bene? - chiesero insieme i coniugi.
- E' tutto chiaro!- continuò il pittore - Non preoccupatevi più di me, so cosa fare.
Dopo quelle ambigue parole salutò i due ed uscì di corsa. La pioggia non era ancora cessata ma non rappresentò per Harry un ostacolo: corse verso la galleria di Got e vi arrivò intorno le 12:45 circa. Got era ancora lì insieme ai giornalisti e la conferenza stampa. Appena vide Clever, abbandonò gli intervistatori e lo guardò torvamente. Si avvicinò lesto verso di lui e lo fermò.
- Clever, che cosa è successo? - gli urlò.
- Sono andati via tutti? - chiese l'artista con fiato corto.
- Ovvio! Non hai visto che ore sono?
Solo allora Harry guardò il suo orologio: non pensava fosse tardi.
- Ma perché sei scappato dopo il discorso e hai aggredito i giornalisti?! Stavi forse conquistando inspiegabilmente il pubblico e ti sei già rovinato l'immagine! Adesso ti ricorderanno tutti così: “Clever, quel pazzo che ha picchiato due giornalisti!”- lo scoraggiò Got - Ascoltami: avrai anche un po' di talento, ma non sei tagliato per il successo. Cercati un lavoro e tieniti l'arte solo come hobby. Io ho chiuso con te!
- Sono desolato, Got.- disse Harry chinando il capo.
- Non mi importa, è troppo tardi. Hai bruciato una grande possibilità.- continuò duramente il gallerista - Non c'è ne sarà un'altra.
- Posso sapere almeno cosa pensano i critici delle mie opere?
Got apparve un po' più disteso e si sedette su uno sgabello vicino all'ingresso della galleria; Harry restò in piedi camminando nervosamente avanti e indietro.
- I visitatori erano circa centoventi, tra scolaresche, gente comune, critici d'arte e collezionisti. Uno di quest'ultimi pareva interessato ad avere uno dei tuoi quadri.- disse con il solito sguardo glaciale.
- Davvero? Quale? - chiese felice Harry.
- Uno in bianco e nero: lo ha trovato più espressivo degli altri. Ma avrebbe voluto parlare con te...poi sei scappato...e ha anche saputo che hai picchiato i due giornalisti.
Per il nervosismo Harry colpì il muro con un pugno.
- Quindi non lo compra? - domandò deluso.
- No, è contro la violenza e poi non gli piaceva così tanto...- rispose Got accorgendosi che gli vibrava il cellulare - Scusa, è una chiamata personale.- disse facendogli cenno di allontanarsi.
Clever andò verso fuori e Got rispose.
- Non è tornato Clever? - chiese un uomo dall'altra parte del telefono.
- No, ma mi ha chiamato dicendomi che potremo incontrarci domani qui.- rispose Got
- Allora posso pagare il quadro domani. Viene 600 sterline, giusto?
- Si, metà spetta a me e metà a Clever. E' una miseria, ma è il primo quadro...
Poi il collezionista restò in silenzio qualche secondo.
- Oh, no!- sbottò improvvisamente - Domani ho già un impegno, non posso proprio venire...
- Puoi passare oggi pomeriggio, darò io i soldi a Clever dopo.- rispose prontamente l'altro.
- Ok, allora sono da te verso le 18:00.- disse il collezionista chiudendo la chiamata.
Ma, se qualcuno avesse anche solo guardato il sorriso quasi maligno di Got, avrebbe capito che si sarebbe tenuto tutti i soldi, senza dire niente ad Harry. E qualcuno lo vide, la segretaria, ma conoscendolo, preferì non impicciarsi...

   
 
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