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Autore: Robin7    22/10/2012    11 recensioni
Era una notte tranquilla e la Sunny scivolava leggera sulle onde.
Era una notte tranquilla e una brezza piacevole scompigliava i capelli a un’irritata Nami, a cui quella brezza non piaceva per niente. Quella notte era toccato a lei il turno di guardia, poiché quell’ imbecille di Zoro aveva alzato troppo il gomito. Lui e il suo dannato sakè!, pensò infuriata la navigatrice.
Era una notte tranquilla, eppure qualcosa non andava.
Genere: Avventura, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Aokiji, Franky, Mugiwara, Nico Robin | Coppie: Franky/Nico Robin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Se posso, vi consiglio di leggere con “Until I Wake Up” dei Dishwalla e “Swing Life Away” dei Rise Against come sottofondo.

.The Iceman, The Cyborg and The Blue Eyed Girl.

Fu svegliata da un raggio di sole particolarmente curioso, che si era infiltrato nella stanza facendosi strada fra le pieghe delle tende; tutto per scoprire cosa era successo quella notte.

Infastidita aprì gli occhi, ma fu accecata dal sottile spiraglio di luce che puntava direttamente al suo viso.

Ormai sveglia, rabbrividì per il freddo e cercò con gli occhi socchiusi qualcosa per coprirsi. Fortunatamente nella coffa avevano trovato degli asciugamani puliti, messi lì probabilmente per Zoro e i suoi allenamenti.

Si accorse di essere poggiata al voluminoso petto di Franky, e una delle sue braccia le avvolgeva la vita sopra l'asciugamano. Sorrise, voltando il capo verso di lui, il ricordo della notte più bella e intensa della sua vita ancora fresco; sentiva ancora il tocco delle sue mani sul proprio corpo, il sapore di cola dei sue baci, il suo profumo.. tutto.

Il cyborg dormiva sereno e indisturbato: i raggi del sole si erano dimostrati curiosi solo del corpo della donna. Questa, non riuscendo ancora ad abituarsi a quel cambiamento di luce, fece fiorire una mano per chiudere bene le tende, facendo tornare la stanza in una piacevole penombra.

Si tirò su sui gomiti e l'osservò meglio. La fece sorridere ulteriormente il fatto che al compagno, al culmine del loro rapporto, fosse ricresciuto il ciuffo che tanto l'aveva ammaliata due anni prima, ma che ora ricadeva moscio su un occhio.

Più che decisa a svegliarlo, accarezzò il petto del compagno, lasciandogli un bacio sulla guancia. Vide l'occhio libero dal ciuffo aprirsi lentamente e metterla a fuoco altrettanto lentamente. Un sorriso si fece strada anche sul viso del carpentiere, che la spinse dolcemente fino alle proprie labbra. « Buongiorno anche a te. » le disse. « Che risveglio SUPER! »

L'archeologa annuì felice.

« Incubi? » s'informò lui.

Stavolta la donna scosse la testa in cenno di diniego, senza però lasciare che il sorriso scomparisse dal suo volto. Quello del cyborg si allargò ancor di più, contento come non mai di essere riuscito a scacciare via quei sogni tormentosi. Rimasero abbracciati ancora per qualche minuto, fin quando un poco elegante sbadiglio ruppe l'atmosfera.

« Ehi ehi.. Non ti riaddormentare tu! » lo sgridò scherzosamente Robin, punzecchiandogli un fianco. « Dobbiamo alzarci in fretta. »

E per dare conferma alle proprie parole, la donna si alzò e recuperò i propri vestiti, consapevole dello sguardo del carpentiere che continuava a seguirla ovunque. In particolare questi si soffermò sulla cicatrice che le attraversava la schiena, che del ghiaccio conservava il bianco semi trasparente. Davvero particolare. Per quanto orribile possa essere, ha un che di affascinante, si ritrovò a pensare. Inizialmente stupito dei propri pensieri, si rese poi conto che avrebbe amato Robin in ogni suo aspetto, indipendentemente dal fatto che una cicatrice si mettesse in mezzo o meno.

In ogni caso, tenne i propri pensieri per sé; raccolse la poca voglia che aveva di alzarsi e concentrò tutta la propria forza di volontà per cercare i suoi vestiti.

Lei, che invece aveva già finito, scostò una tenda per guardare di sotto e assicurarsi che non ci fosse nessuno in giro.

« Vedi qualcuno? » fece il cyborg.

« No. Non siamo gli unici ad aver fatto le ore piccole stanotte.. » disse lei.

Franky rimase bloccato per un momento nel raccogliere gli asciugamani, fissando il vuoto, per poi guardarla inarcando un sopracciglio, non capendo tuttavia cosa intendesse dire. Quella buffa espressione strappò una risata allegra all'archeologa. « Suvvia, non dirmi che non ti sei accorto che hanno spiato la nostra discussione!? »

Il carpentiere spalancò la bocca in una muta espressione di stupore, strappando l'ennesima risata alla donna, che continuò a spiegare. « Nami ha aspettato che mi alzassi dal letto, come ogni notte, e il resto della ciurma, eccezion fatta per Zoro e Rufy che hanno continuato a dormire, stava aspettando il suo segnale per riunirsi e spiare il nostro.. incontro. »

« Ma perchè? »

« Probabilmente volevano assicurarsi che si risolvesse tutto per il meglio. Mi dispiace avervi fatto preoccupare tanto.» disse sincera.

Il cyborg capì subito il perchè di quelle scuse: Robin era sempre stata fermamente convinta che farli preoccupare per lei, fosse una cosa di cui rammaricarsi.

Allora si avvicinò a lei, prendendole una mano. « Ehi, non voglio più sentirti dire certe cose, ok? Noi siamo venuti a salvarti perchè ti vogliamo bene, e per lo stesso motivo ci preoccupiamo per te! Lo facciamo perchè lo vogliamo, e perchè non vogliamo perderti. Non ci causi alcun problema, non sei un peso per nessuno. Credevo avessimo chiarito certe cose due anni fa, no? » concluse, cercando di non essere duro.

« Si, giusto. Dopo Enies Lobby tutto andava a gonfie vele, e nessuno doveva più preoccuparsi del mio passato. Ma quando è venuto a cercarmi, riguardava me.. non te, non la ciurma. Sai, rischiare la vita nelle nostre avventure è una cosa, ma a Basho.. »

« Quella che ha rischiato di più sei tu. » la interruppe. « E non voglio più provare un'angoscia simile. Tu devi stare tranquilla, sapendo che niente potrà mai far crollare i sentimenti che provo per te.. che tutta la ciurma prova per te. E non ti sentire in colpa se qualche volta sei tu ad aver bisogno d'aiuto. » concluse. E senza attendere risposta la baciò, spazzando via una volta per tutte le paure di Robin.



Dopo quella notte, nessuno dei Mugiwara dovette più preoccuparsi per la propria compagna, né lei dovette più preoccuparsi di certi pensieri.

Tornò a indossare abiti più scollati, senza più mettersi problemi per la cicatrice. Nessuno chiese spiegazioni; ma d'altronde questo se lo aspettava. Solo in seguito i Mugiwara scoprirono che i loro appostamenti in attesa di un suo incontro con il carpentiere erano stati scoperti già dalla prima volta che aveva avuto quegli incubi.

« Non trovavate anche voi un po' sospetto che ultimamente il turno di guardia lo facesse solo Franky? » chiese infatti la donna.

La sua relazione con il cyborg era una cosa sottintesa e implicita, e tutti sembravano aver accettato la cosa; persino Sanji. Da Rufy per certe cose non ci si può aspettare molto.

Dopo quella notte tutto tornò alla normalità e il viaggio di Mugiwara riprese sereno.

Anche se..

***

Caspita, sono già passati due mesi. Due mesi esatti da quando era stata catturata.

Erano finalmente approdati in un'isola popolata e, visto che il Log Pose necessitava un'intera settimana per registrare il magnetismo, la ciurma di Capello di Paglia ne aveva approfittato per rilassarsi ancora: l'ozio forzato del mese passato aveva allentato il ritmo agitato della loro vita.

Così c'era chi davvero aggiustava le proprie mappe, chi davvero componeva sul ponte, chi davvero cucinava qualcosa per i pasti, e chi esplorava il posto con un entusiasmo davvero unico. E se si usciva sul ponte si poteva udire il russare di Zoro o, se si era fortunati, il rumore dei pesi che venivano sollevati con la volontà di chi si allena per raggiungere un obiettivo.

Invece nei locali interni della Sunny, la piccola renna curava i propri strumenti con la stessa cura che lo spadaccino riservava alle sue spade.

Lei e Franky accompagnavano volentieri Usopp e Rufy in quelle strane esplorazioni, che spesso finivano con qualche scaramuccia fra il capitano e la gente del villaggio, che ultimamente trovava le proprie dispense “misteriosamente” vuote.

Stranamente durante questi litigi, Usopp rimaneva l'unico a difendere il proprio capitano, salvo essere aiutato da Chopper che si era dimostrato più volte volenteroso di accompagnarli per cercare nuove piante mediche.

Robin finiva sempre per allontanarsi dal gruppo in silenzio, seguendo sentieri che solo lei vedeva, ma che finivano sempre per portarla in qualche interessante rovina recante la storia dell'isola. Franky la seguiva ovunque, rispettando il silenzio della compagna e percependo sulla propria pelle la felicità che questi reperti risvegliavano in lei. E poi quando era così concentrata, con quello sguardo assorto ma allo stesso tempo avido di sapere, era incredibilmente bella. Quella voglia di conoscenza che le divorava il cuore davanti a certe scoperte era, a parer di Franky, una delle poche cose che facevano vedere la vera Robin anche agli occhi estranei.

La sera i Mugiwara si riunivano in una locanda che ormai li aveva presi come clienti abituali, e rimanevano lì fino a tarda notte. Le isole del Nuovo Mondo sembravano più aperte e abituate a certi incontri, o semplicemente il villaggio aveva capito che quella era una ciurma di cui potersi fidare.

Quella notte in particolare il villaggio si era riunito con diverse tavolate per salutare i Mugiwara, che sarebbero salpati il giorno dopo.

La festa andava avanti da un bel po' quando Robin si sentì come spiata. Non era la sensazione spiacevole che aveva spesso provato negli anni delle sue fughe, l'avrebbe riconosciuta subito; semplicemente sapeva di essere osservata da qualcuno.

Decise di andare a controllare e avvisò Franky che voleva andare a fare una passeggiata.

« Vuoi che venga con te? » le chiese, un po' in pensiero.

Ma lei scosse la testa, regalandogli uno dei suoi sorrisi, pienamente consapevole dell'effetto che avevano su di lui. Sempre sorridendo, osservò i capelli del compagno crescere fino a formare il suo vecchio ciuffo.

« Sai, mi piaci più così. Sei molto più.. SUPER. » disse facendogli dondolare il ciuffo con un dito. Detto ciò si allontanò, prendendo la direzione che l'istinto e l'esperienza le indicarono.

Giunse al lato di una casa lì vicina, non illuminata dalla luce della festa. Trattenne il respiro per un momento una volta messo a fuoco chi si trovava davanti.

« Aokiji.. » disse, oltremodo confusa.

« Arararara.. non posso dire che mi aspettavo un'accoglienza diversa. » esordì lui, grattandosi la nuca. « Sorpresa di vedermi? »

Annuì. « Abbastanza. »

L'uomo indossava una maglia blu scuro a maniche lunghe e pantaloni bianchi immacolati, mentre sulle spalle teneva poggiato un lungo cappotto le cui maniche cadevano vuote lungo il corpo. L'interno e l'alta risvolta mostravano la stessa tonalità di blu della maglia, mentre l'esterno rimaneva bianco; ricordava molto i cappotti degli alti gradi della Marina.

In testa portava una cuffietta scura e, nonstante il buio, gli occhi erano nascosti dietro un paio di occhiali da sole con lenti tonde, simili a quelli che gli aveva visto indossare a Ohara.

« Come mai così imbacuccato? Sembra tanto che ti stia nascondendo da qualcuno.. che non ti voglia far riconoscere. » butto lì Robin. Osservandolo meglio notò la barbetta incolta che si stava lasciando crescere. Ciò non fece che confermare la sua intuizione.

« Beh, si. Dopo quello che è successo, non crederai che me ne possa andare in giro come un civile qualunque!? Sai meglio di me quanto è difficile rimanere nell'ombra.. faccio quello che posso. » Si voltò e s'incammino verso i margini del villaggio, certo che lei lo avrebbe seguito; da lì si estendeva un boschetto in cui si rifugiarono, finalmente al sicuro da sguardi indiscreti.

Robin si sedette sul tronco di un albero tagliato quasi alla base, mentre Aokiji, preferendo rimanere in piedi, si poggiò a una giovane quercia e incrociò le braccia al petto, aspettando che lei prendesse la parola.

La donna preferì non far attendere oltre i propri dubbi e parlò per prima. « Come hai fatto a trovarci? »

L'uomo si lasciò sfuggire un sorriso. « Diciamo che sono stato aiutato da un conoscente. Non è stato facile comunque, visto che nessuno dal giorno della fuga vi ha più avvistato. »

« Si.. non ci siamo mossi più di tanto. Abbiamo passato questi due mesi in un'isoletta senza nome, che si trova non lontano da questa. »

« Posso solo immaginare il perchè. Come te la sei passata dopo Basho? »

Lo sguardo della mora si oscurò un poco a quella domanda, e questo dettaglio non sfuggì agli occhi di Kuzan. « Sono rimasta due settimane in coma, in condizioni direi abbastanza gravi. Dopo il mio risveglio, Chopper ha continuato a prendersi cura di me, e mi ha tenuto occupata con riabilitazioni varie. Ed eccoci qui. » spiegò, tralasciando i problemi che aveva avuto nel reintegrarsi nella vita di tutti i giorni e gli incubi che l'avevano perseguitata fino a qualche giorno prima dell'arrivo all'attuale isola. « E tu? Non ho saputo niente dello scontro.. »

L'uomo scosse la testa, visibilmente infastidito. « Nessuno al di fuori di pochi erano a conoscenza dell'esistenza di Basho, perciò la notizia dello scontro non è stata diffusa. »

« E chi ha vinto questa volta? » chiese lei, poggiando un lato del viso sul palmo aperto della mano, il braccio poggiato su un ginocchio. Aveva capito che l'uomo desiderava sentirsi chiedere proprio quello.

« Io. » rispose, chinando la testa di lato e aprendosi in un sorriso. La soddisfazione che provava nell'essere riuscito a prendersi una grande rivincita era evidente.

Quell'immagine rimase impressa nella mente della donna, che l'aveva visto sorridere davvero poche volte. E poi sembrava finalmente a posto con il mondo almeno quanto lei. Ma una cosa che la colpì molto più della felicità di Aokiji, fu la cicatrice che si intravedeva sul collo e sulla spalla destra e che aveva notato solo quando l'uomo aveva inclinato il capo. Era simile alla bruciatura a “X” sul petto di Rufy, ma molto più grande.

Incuriosita la donna si avvicinò, scrutandolo con un po' di apprensione. « E quella? » indicò con un dito.

L'uomo non ebbe nemmeno bisogno di guardare cosa Robin stava indicando. « Quella è vecchia ormai. Me la sono fatta al primo scontro con quell'idiota di Akainu. E tu? Spero che il tanuki sia riuscito a non farti rimanere cicatrici.. »

« È una renna, non un procione. E comunque è rimasta solo una cicatrice.. tutto il resto è a posto. »

« Posso..? » chiese. Ma prima di poter finire la frase, Robin si girò scostandosi i lunghi capelli dalla schiena. Si alzò la canottiera fin sotto il seno voluminoso, e volse la schiena verso la luna, in modo da rendere la cicatrice il più possibile visibile. Non si sorprese nel non sentirsi per niente imbarazzata, sebbene si fosse quasi spogliata davanti all'uomo. Si conoscevano abbastanza da sapere com'era fatto l'altro, seppur avessero avuto rare occasioni di incontrarsi. Ma entrambi erano bravi a studiare le persone da lontano, e come Robin sapeva che Aokiji non era tipo da allungare le mani o fare certi pensieri, lui sapeva che lei era pienamente consapevole che non le avrebbe mai fatto del male approfittando della situazione.

« Oh. » esclamò, esprimendo in un monosillaba tutto il proprio dispiacere. « Come mai è di questo colore? Sembra.. »

« Ghiaccio? » completò lei, riabbassando la maglietta. L'uomo annuì. « Chopper non è riuscito a capire il perchè del colore, ma va bene così. E poi, con tutti i guai in cui la mia ciurma si ficca, questa non sarà l'unica cicatrice che mi procurerò.. »

Tornò a sedersi sul tronco e poggiò di nuovo il viso sul palmo della mano, riprendendo la sua posa abituale. « Raccontami dello scontro. Quando è durato? »

L'uomo non si fece pregare, e cominciò a raccontare delle due settimane più dure della sua vita, e di come era riuscito a sconfiggere Akainu, riportando diverse ferite nonostante i poteri del Rogia. Poi la conversazione prese una piega a cui Aokiji sembrava tenere molto. « Forse tu eri già svenuta, ma potresti ricordarti un certo Marine con cui ho parlato in uno dei corridoi di Basho. »

La faccia spaesata di Robin fu abbastanza come risposta, cosicché l'uomo continuò il proprio discorso. « Si chiamava Sauro, e quando l'ho visto non ho potuto far a meno di notare quanto assomigliasse al Sauro che entrambi conoscevamo. Purtroppo ho dovuto congelare lui e la sua truppa, ma fortunatamente si è salvato.. non che avessi dubbi. »

« Non.. non mi ricordo di lui. Vagamente ricordo uno scontro fuori dalla cella, ma il resto è tutto nero.. fino a quando mi sono svegliata nell'androne. E come mai mi parli di lui? »

« Perché l'ho incontrato di nuovo! In realtà è grazie a lui se sono riuscito a trovarvi. »

« E come mai non abbiamo la Marina alle calcagna? »

« Ha mollato anche lui, come me. Vedi, quando sono riuscito a sconfiggere Akainu, non ero proprio in forma.. per la precisione ero più morto che vivo. » spiegò, tornando serio. « Non chiedermi come sono riuscito ad arrivare all'isola seguente, perchè non ne ho idea. Lui, appena essersi ripreso dalle ferite, ha lasciato la Marina ed è tornato a Basho. Seguendo il Log Pose è arrivato a l'isola in cui ero finito io, e non ha impiegato molto tempo a trovarmi. All'inizio non sapevo se fidarmi o no, ma guardandolo bene mi sono accorto del suo sguardo: era lo stesso che avevo due anni fa. Così abbiamo cominciato a parlare e mi ha detto che a Basho ha esitato perchè non riusciva a capire le mie motivazioni. “ Un ex Ammiraglio, colui che è stato una delle potenze del Governo Mondiale, aiuta una ricercata? Deve esserci un buon motivo. ” mi disse. Mi sentì in dovere di dargli spiegazioni, e una volta convinto, mi comunicò che aveva lasciato la Marina per cercare la Giustizia che lì non era riuscito a trovare. "Un'organizzazione che tortura una donna con quelle misere motivazioni non è la casa che cerco." »

« Che tipo interessante. » commentò Robin.

Sembravano due vecchi conoscenti che non si vedevano da tanto tempo e che avevano organizzato una piccola rimpatriata per aggiornarsi uno sulla vita dell'altra. L'atmosfera però era piacevole e entrambi sembravano trarne piacere.

« Aokiji.. » cominciò lei. « Sappi che ti sono davvero grata per quello che hai fatto. Capisco quanto dev'essere stato difficile mettersi contro ciò che rappresentavi per una ricercata come me. »

« Non c'è bisogno che mi ringrazi. Ho lasciato la Marina perchè non rappresentava più quello in cui ho sempre creduto. Ora capisco le azioni di Sauro. L'ho capito con una ventina d'anni di ritardo, ma ho fatto appena in tempo. »

« Si, appena in tempo.. Se non fosse per te a quest'ora non sarei qui, con la mia ciurma e con Franky. Mi hai salvato due volte. » disse, conscia che mettere in mezzo il cyborg in quel modo era un chiaro riferimento al loro rapporto.

Kuzan infatti, sentendone il nome, accennò a un sorriso. « Hai davvero trovato il tuo posto nel mondo.. » Aveva già capito cosa provava Franky per Robin: il modo in cui aveva reagito contro Spandam non lasciava spazio ai dubbi. Ma non sapeva se la donna avrebbe mai ricambiato.

La mora annuì con fierezza. « Un motivo in più per ringraziarti. » disse, alzandosi. L'uomo la vide avvicinarsi, e non potè opporsi all'abbraccio che gli regalò la donna; più che altro non volle.

Le accarezzò affettuosamente i capelli. « Vedrai che Spandam non ti darà più problemi. Ma la prossima volta, ti prego di non fare idiozie come metterti davanti a un proiettile in agalmatolite. Io la mia vita l'ho vissuta, ma tu.. da quant'è che hai iniziato a godertela? » le chiese, staccandosi da lei. Infilò una mano in tasca, ne tirò fuori un foglietto e glielo porse.

« Una vivre card? »

Aokiji annuì. « Si.. La mia, per la precisione. Se mai vi trovaste in guai un po' troppo seri.. » s'interruppe, vedendo la donna frugare nelle tasche della propria giacca. Con un misto di soddisfazione e esultanza, tirò fuori un altro foglietto, più piccolo di quello che l'uomo le porgeva.

« Scommetto che anche tu te la sei fatta fare in questo villaggio. » fece lei, prendendogliela di mano e porgendogli la sua. « Grazie di nuovo. » continuò, guardandolo negli occhi.

Aokiji sentì la sincerità di cui erano intrise quelle semplici parole, vide la gratitudine degli occhi di ghiaccio che lo fissavano, e la strinse un'ultima volta al petto. « Ora ti conviene tornare dai tuoi amici. E non vorrei che il tuo amico si preoccupasse troppo o si facesse strane idee. » scherzò il ricciolo.

S'incamminarono verso i margini del bosco, stando attenti a non inciampare alla poca luce che filtrava dalle chiome dei grandi alberi che li circondavano. « Io non vado oltre. » affermò una volta arrivati all'arco che segnava l'inizio del villaggio. « Non che non mi fidi del buon cuore di queste persone che vi hanno accolto a braccia aperte nonostante il teschio sulla bandiera, ma è meglio se non mi faccio vedere in giro più del dovuto. Conosco il Governo, e so che organizzerebbe un casino abbastanza grande per darmi la colpa e avere un buon motivo per giustiziarmi una volta per tutte. » spiegò, quasi scusandosi.

« Va bene così, Kuzan. » lo rassicurò Robin. Si stupì di come era riuscita a usare il vero nome dell'uomo con tanta tranquillità, ma non si preoccupò di poter essere sembrata.. invadente. L'uomo infatti non sembrava infastidito.

Rimasero ancora un po' fianco a fianco, rivolti verso le luci del villaggio. La ragazza si mosse per prima. Accarezzò piano il braccio di Aokiji, e lo salutò con lo sguardo prima di tornare al villaggio.

Il vento le portò alle orecchie le parole che l'uomo aveva sussurrato. « Vivi ragazza, vai da lui. Ohara non perderà. Mai. »



The Iceman, The Cyborg and The Blue Eyed Girl



Angolo dell'autrice.

E ragazze mie, siamo giunte alla fine della storia! Potrei piangere ora, ma terrò duro. (in realtà non ci riesco proprio a piangere D:)

Un altro mattoncino da leggere questo capitolo, ma è l'ultimo e voi capirete che dovevo ficcarci dentro tutto quello che avevo lasciato in sospeso. Non mi convince molto.. troppo sdolcinato per i miei stessi gusti, Aokiji e Robin mi sembrano abbastanza OOC (ma spero vivamente che qualcuno arrivi a recensire e smentisca il tutto) e sopratutto non mi sa molto di capitolo finale.. forse io stessa mi aspettavo una fine diversa.

*invoca perdono*

Per la descrizione di Aokiji, mi sono basata sulle immagini che sono recentemente uscite su come appunto sarà Kuzan in One Piece Z. Ecco l'immagine ---> http://sphotos-g.ak.fbcdn.net/hphotos-ak-ash3/548282_10152143407000554_983410121_n.jpg

Ringrazio tutti quelli che l'hanno messa fra le preferite, fra le seguite o fra le ricordate. In particolare voglio ringraziare Funeral of Hearts (si, ho fatto citare a Franky il tuo parere sulla cicatrice di Robin), Sakura alexia, Hamber of the Elves, Gelidha, Blue riza, che hanno recensito tanti capitoli, aiutandomi moltissimo (se mi dimentico qualcuno, abbiate pietà di me).

E poi ringrazio tutti quei lettori silenziosi che spero abbiano seguito la storia fino alla fine!

Ho un'ansia pazzesca addosso che la metà basta, quindi è probabile che mi venga un infarto mentre aspetto le vostre recensioni.

È stata un'esperienza bellissima scrivere e sapere che qualcuno leggeva e ti seguiva, e spero di poterla ripetere. Ma non so se mi verrà l'ispirazione per una nuova storia.. non ci contro molto. Al massimo mi rivedrete con una originale che ho iniziato da un botto di tempo e che trascuro sempre.. non si sa mai.

Grazie ancora tutti. Alla prossima!

  
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