“Amore, buona fortuna per stasera. Ti guarderò, promesso. Ti amo, tuo Justin.”
Era la parte positiva della giornata, ultimamente mi andava tutto storto. Con lui mi sentivo bene, mi completa, ecco.
“Andiamo Amy, ti muovi o no?
Non ce la faccio più.
troppo stressante, troppo.  Adesso che arrivo lì, minimo dieci persone intorno a me per farmi preparare.. se l’avessi saputo non avrei mai accettato.
mentre ero persa nei miei più profondi pensieri, a riportarmi alla realtà fu una voce a me conosciuta..
“Amy! Dio, ti sei fatta ancora più bella.. vieni tesoro, ora scegliamo il vestito, le scarpe e gli accessori.” … George, il mio “stilista” personale. E’ gay, e a volte può sembrare antipatico, ma io l’adoro. Lui è la parte positiva della giornata se non sto in vena di fare qualcosa.
“Allora amore, misura questo, e vedi se ti piace, altrimenti lo cambiamo”
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Due ore dopo..
“Andiamo Amy, 30 secondi e devi entrare, sei pronta?” mi chiede mia madre.
“Si, certo.” Risposi un po incerta.. è la prima volta che presento, sono nervosa. Mi chiamarono, un brivido mi percorse la schiena, forse per l’emozione o il nervosismo.
“Buonasera Los Angeles!” dissi al pubblico, con più voce che potevo. Le urla delle persone nell’arena rimbombavano. Sarebbe stata una serata stressante, ma allo stesso tempo, divertente.
Due ore dopo..
“Per la terza volta, questo premio va aggiudicato ai.. One Direction! Congratulazioni!” li chiamai sul palco, e vedevo la figura di cinque bellissimi ragazzi avvicinarsi sempre di più. Visto che prima non avevo avuto il piacere di conoscerli visto che presentavano altri artisti, mi presentai, e rimasi folgorata dagli occhi di un ragazzo riccio, credo si chiamasse Harry. Mi persi in quel verde immenso. Non avevo mai visto degli occhi così, mi meravigliai all’istante. Gli diedi il premio, e finita la premier, andammo dietro le quinte. Restammo a parlare per più di mezz’ora, e avevamo deciso che il giorno dopo ci saremo rivisti. Erano delle persone meravigliose, anche se li conoscevo da poco avevo capito tutto di loro. Ma nella testa, c’era sempre Harry. Aveva un sorriso meraviglioso, non facevo altro che pensare a quello..