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Autore: tomlinsasia    22/10/2012    3 recensioni
“Senti,non voglio fare giri di parole,perciò te lo dico chiaro e tondo”,disse Sara,sospirando. “Io ti conosco già. Mi ricordo di averti visto da qualche altra parte,di aver già parlato con te e…”.
La risata del riccio la interruppe. Sara incrociò le braccia al petto.
“Ma cosa ti fumi,la mattina?”,domandò Harry,mentre riacquistava un po’ di dignità.”Io non mi ricordo di te,non ti ho mai conosciuto e “,sembrò lottare contro se stesso per finire la frase, “e non ho intenzione di farlo”.
Si girò ,lasciando la mora da sola,con il cuore a pezzi. Non si sarebbe riaggiustato facilmente,anzi: non si sarebbe ricomposto per sempre.
[Sarry].
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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 Tre.
The dream

 

Aprì gli occhi piano. Tutto,intorno a lei,era buio. Cercò di camminare verso l’uscita,tastando la biblioteca della sua camera con le mani,per trovare un appiglio.
Sentiva la gola secca,come mai le  era capitato prima. Si inumidì le labbra con la lingua e mandò giù la saliva,come ciò  se potesse assetarla.
Avanzò ancora di qualche passo,incerta. Gli occhi non si erano ancora abituati al buio e non sapeva dove metteva i piedi.  Sbatté la testa contro una parete di  legno.
Si massaggiò la fronte con una mano. Poi tastò il muro di legno ,fino ad arrivare alla maniglia. Grazie al cielo ce l’aveva fatta, era arrivata alla porta. La aprì silenziosamente. Fece molta attenzione a non sbatterla mentre la chiudeva,ma le sfuggì di mano.
Istintivamente,si coprì le orecchie con le mani e guardò se qualcuno si era accorto che stava scappando. Sospirò,quando constatò che in effetti non c’era nessuno lì dentro ,o almeno nessuno a cui lei importasse veramente.
Attraversò il corridoio delle stanze e scese le scale di fretta,prima di aprire una porta finestra e uscire in giardino .
Si fermò a guardare il panorama. Il giardino era gigantesco,alberi secolari si innalzavano nel mezzo per rinfrescare lei e la sua famiglia durante le giornate più calde;ai lati c’erano vari arbusti di rose e in fondo
Chiuse le palpebre per un secondo,beandosi del vento fresco e mattutino. Quando riaprì gli occhi,non si trovava più nel giardino: di fronte a lei si estendeva per leghe e leghe una distesa di cenere raccolta in cumuli ai lati . E in quel momento non era più Sara  la figlia del re,ma Sara Minelli,una povera ragazza definita pazza e mandata in un istituto correzionale.
I capelli neri erano più lunghi di quanto fossero nella realtà e indossava un vestito bianco e di seta. Si accorse di essere scalza solo quando un sasso le tagliò la pianta del piede.
Al centro dei cumuli si formava una via dritta. Sara fissò l’orizzonte desolatamente piatto,si confondeva col cielo,di un colore giallo malato,gravido di una polvere sottile. No,non era polvere. Cenere,cenere e cenere.
Se ne sentiva la bocca piena e tossì violentemente .
La ragazza guardò i piedi scalzi. Era pieni di cicatrici,alcune appena formate che formavano rivoletti di sangue. Alzò lo sguardo,cercando di non farci caso.
Sospirò. Fece un passo in avanti verso la via sabbiosa.
Da un cumulo di cenere alla sua destra si trasformò in un’immagine trasparente :era una ragazza,con i capelli neri raccolti in una crocchia alta,un vestito nero che le copriva il corpo magro.  Sara allungò una mano verso il fantasma della ragazza e le affondò nel petto . Il fantasma aprì la bocca,come per urlare,ma dalla sua bocca non usciva nessun suono.
Improvvisamente,dagli altri mazzi di cenere uscirono altre ragazze. Si somigliavano tutte in qualcosa: capelli neri,occhi marroni e un terribile dolore dipinto sulla faccia.
Tutte fissavano verso il basso. Sara le guardava stupefatta. Chi erano quelle?
Perché le ricordavano lei? Le guardò una ad una: ce ne erano alcune vestite con abiti sfarzosi,altre con poveri stracci. Si fermò davanti ad un fantasma con la pelle color terra.
Il fantasma alzò la testa e fissò Sara. Il naso era dritto,i lineamenti bellissimi e gli occhi marroni erano profondi,messi in risalto dal trucco nero che continuava anche ai lati dell’occhio. I capelli erano lunghi fino ai fianchi e lisci come non mai. Indossava un vestito bianco che terminava all’altezza delle caviglie. La vita era stretta da una cinta d’oro: anche sulla testa c’era una specie di corona dalla quale pendevano ciondoli di diamanti e zaffiri. Sembrava egiziana.
Sara rimase ferma di fronte alla ragazza-fantasma. Le sorrise e quella parve ricambiare,almeno per un secondo.
Fino a quando ,improvvisamente, vide l’egiziana urlare. Anche lei non emetteva nessun suono,ma al contrario dell’altra si afflosciò sulle ginocchia. I bellissimi occhi si rigirarono all’indietro,la pupilla diventò bianca. Si mise le mani nei capelli,strappandosi  varie ciocche. Poi una lingua di fuoco avvolse il suo corpo e quello di tutte le altre ragazze.
I fantasmi che aveva visto poco prima si trasformarono nuovamente in grandi piramidi di cenere. Senza sapere perché,Sara cominciò a coprirsi con  quello che era rimasto dell’egiziana.
Nella sua mente riaffiorarono ricordi che nemmeno lei sapeva di avere. C’era sempre l’egiziana,elegante nella sua tunica bianca che,nascosta dietro le grandi foglie di papiro,ammirava un ragazzo. Anzi,il ragazzo dei suoi sogni. Lui se ne stava seduto sulle rive di un fiume,lanciando sassolini nell’acqua. I sandali erano sporchi a causa della sabbia. Al suo fianco c’erano piante e piante di papiro a terra,una ammassata sull’altra.
Probabilmente l’egiziana fece un passo di troppo,perché il ragazzo si voltò verso di lei.
Il ricordo svanì. Sara corse verso un altro cumulo di cenere e ne prese in mano un po’. Chiuse gli occhi,aspettando un altro ricordo.
Quando li riaprì si ritrovò nel giardino di casa. Non era cambiato nulla:non era nemmeno diventata Sara figlia del re. Era rimasta Sara Minelli la povera disgraziata.
Improvvisamente,vide qualcuno scendere proprio di fronte a lei. Un angelo.
“Sara,quello che hai visto stasera è…”. La voce dell’angelo era familiare. Finalmente i raggi del sole illuminarono lo spazio intorno a loro e Sara si poté immergere nel verde smeraldo degli occhi dell’angelo. Harry era di fronte a lei,i capelli scompigliati e le mani strette nelle sue. Dalle spalle del ragazzo spuntavano due grandi ali.
D’un tratto, i capelli di Harry diventarono più scuri,gli occhi più fangosi e la pelle più color terra. Le ali cambiarono colore: dal bianco puro di pochi secondi prima,diventarono di un rosso acceso,le punte dorate. Cosa ci faceva Zayn lì? Perché era arrivato e aveva interrotto il momento più bello di tutta la sua vita?
“…è quello che succederà,se continuerai a innamorarti di Harry.”
Aveva visto tante cose,quella sera. Non sapeva  di cosa parlasse Zayn: al giardino? Alla cenere e ai fantasmi? Alla fine della ragazza egiziana o al fiume coi papiri?
Dio,perché non poteva essere più chiaro?
“A cosa ti riferisci esattamente,Zayn?”,chiese Sara,un po’ allarmata.
Lui sorrise maligno. “A questo”,disse. Schioccò le dita e della ragazza non rimase nulla.

Sara si mise seduta sul letto velocemente. Il pigiama le si era incollato alla schiena a causa del sudore e sentiva i muscoli  immobili. Il respiro si era fatto irregolare.
Fissò la sua stanza del correzionale e tirò un sospiro di sollievo.  
Era un sogno,solo un sogno.
Si buttò a peso morto sul letto,cercando di riprendere sonno. Eppure,era impossibile,dopo ciò che aveva appena visto.  Nella sua mente riaffioravano le immagini del sogno,pronte a spaventarla a morte.
Già,aveva avuto paura di un sogno. Più che altro,continuava  a pensare alle parole di Zayn,al suo destino e a quello delle ragazze. E era sicura di aver già visto la casa da cui cercava di scappare. Ci aveva già abitato.
Sì,ma quando? Cosa volesse dire bene l’immagine della casa,dei fantasmi,degli angeli ,non lo sapeva. O meglio,non lo ricordava.
Era collegato con qualcosa nella sua vita,anche se  tutto era un mistero per lei.
La sveglia digitale sulla scrivania squillò. Erano le sei.
In genere,le altre mattine la spegneva con un gesto della mano e si rigirava nel letto,addormentandosi finché la sveglia non avrebbe segnato le sette. Ma quella mattina tanto valeva svegliarsi presto,fare tutto con comodo ,fare colazione lentamente e godersi la giornata,anche se avrebbe affrontato altre pesanti ore di scuola.
Prese dall’armadio un paio di jeans neri e se li infilò. Dopo aver indossato anche una camicia e un paio di scarpe  abbinate,uscì dalla sua stanza. Si diresse verso la mensa,quasi vuota. 
C’erano solo tre o quattro ragazzi seduti ai tavolini che sorseggiavano il latte e sgranocchiavano biscotti .
Sara prese una cioccolata calda,un cornetto ripieno alla cioccolata e si sedette al tavolino più vicino alla finestra.  Da lì poteva ammirare il cimitero e il mausoleo.
Ricordava ancora la strana figura sulla porta. Solo al pensiero le vennero i brividi e scacciò via quel pensiero.
Staccò un pezzo di cornetto con la mano e,mentre masticava, ripensò al sogno:
le ragazze fantasma le popolavano ancora  la mente,volando a pochi centimetri da terra . Erano tutte circondate da un alone grigiastro,che alludeva al colore della cenere.
Una di quelle la colpì: era diversa dalle altre. Sembrava più felice del dovuto,o forse era solo una sua impressione. La pelle era scura,ma gli occhi nocciola sprizzavano felicità da tutti i pori.  Indossava sono un vestitino corto di cuoio,che la fece ripensare alle ragazze hawaiane. Portava un po’ di fiori nei capelli,e sul suo braccio destro c’era un tatuaggio. Al polso aveva un braccialetto fino e al collo una collana con un pendente color smeraldo.
Come gli occhi di Harry.
Harry.
Ripensò di nuovo alle sue ali magnifiche. A quanto fosse perfetto,anche nel sogno.
Niente gli poteva rendere giustizia. Anche se sapeva che Harry non era un angelo.
Le ali erano solo frutto della sua immaginazione.
E un secondo dopo,ecco che vide di nuovo Zayn al posto del ragazzo che le piaceva.
Il moro continuava a sorriderle amichevolmente,ma sotto sotto  Sara sentiva che non aveva buone intenzioni.  Eppure,due giorni prima si era rivelato tanto gentile con lei: dopo essere tornati dalla loro passeggiata nelcimitero,avevano visto un po’ di TV insieme e infine lui le aveva preso qualcosa da mangiare in un fast food vicino all’istituto.
Nel sogno,però,il moro era tutt’altro che amichevole.
  
 

 

 

Cavolo,ho il tappo alle orecchie…
… e mia madre si ricorda che mi deve mettere le gocce
Quando mi sto sentendo i 1D con gli auricolari.
Sfiga,eh? Vabbé,in fondo mi ha fatto un favore,visto che stavo piangendo come una
Disgraziata davanti al computer.
Questo capitolo fa pena,lo so,lo so.
Nono ricordatemelo,ok? : ) Però,ad essere sincera sono anche orgogliosa di me stessa.
Mi piace l’idea del sogno,non so da dov’è spuntata fuori.
Ora devo davvero andare a nanna,altrimenti domani mi addormento sul banco.
Giuro che io mi sparo,non voglio più andare a scuola .
A che serve studiare,poi,se non c’è lavoro?
 Un’ ultima cosa e poi vado:
grazie per le 96 visualizzazioni al prologo,
le 44 al primo capitolo e
le 40 al capitolo scorso.
Magari siete solo entrate e poi avete chiuso la pagina ma va bene lo stesso : )
Intanto,vi OBBLIGO ancora di  passare qui:
http://efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1318620
notte, belle bimbe.
t.
ps=
se vi chiedete perché mi ostino a mettere almeno una gif di Hazza è
per far prendere un collasso a Sara. #collassotime :3


 

  
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