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Autore: Funeral of Hearts    22/10/2012    7 recensioni
Spoiler. Fan fiction ambientata dopo la saga di Punk Hazard. Con l'andare avanti della storia, probabilmente cambierò anche il genere e il rating.
Le streghe esistono. La loro è una storia di tormenti e persecuzioni, vite vissute senza pace, sempre in fuga da chi si vuole impadronire del loro potere per sfruttarlo - oppure per schiacciarlo definitivamente. Su di loro grava una maledizione che le ha quasi portate all'estinzione. Quasi, perché ancora qualcuno resiste. E non smetterà finchè non avrà posto fine al maleficio. Perché soltanto in quel momento si potrà dedicare alla realizzazione del suo sogno, messo a lungo - troppo a lungo - da parte.
Ma da soli è difficile. Sarà l'incontro, fortuito, con una delle ciurme più ricercate dei mari, potenziate dall'alleanza di pirati altrettanto famosi, a squarciare con un fascio di speranza un cielo rimasto per troppo tempo oscuro.
Dal capitolo sei:
“Dicci chi sei.”
“Luotisade Lilith, la 'Strega Rivoluzionaria'.” la voce di Trafalgar Law risuonò su tutto il ponte.
“Law...” sussurrò la ragazza chiamata Lilith, smettendo di accarezzare Bepo e guardando dritto negli occhi il capitano degli Hearts, accennando un sorriso.
“Tervetuloa laivalle, Miss Lilith.”
Genere: Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Mugiwara, Nuovo personaggio, Trafalgar Law
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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CAPITOLO DIECI

 

 

 

 

BEROEA

 

 

I vizi di una grande nazione sono la sua maggiore ricchezza.
Charles Baudelaire, Choix des maximes consolantes sur l'amour, 1846

 

 

La città-isola di Beroea era conosciuta come il più grande e più importante porto commerciale di tutto il Nuovo Mondo. Depositi, magazzini, bancarelle, mercati, bazaar, negozi, ristoranti di ogni genere si trovavano dappertutto sull'isola. Qualsiasi tipo di commercio era consentito, lecito o illecito che fosse. La sola legge che vigeva era quella del denaro. Bastava pagare per ottenere ciò che si desiderava. Gli abitanti non si erano mai davvero posti la questione se la persona con cui stavano trattando il prezzo di una qualsivoglia merce fosse un civile, un marinaio o un pirata. I soldi erano il mezzo per soddisfare tutti e mettere a tacere voci e coscienze.
Idealmente, l'isola era sempre stata divisa in due parti: ad est vi era la parte bella della città, abitata e frequentata dalla medio-alta borghesia di Beroea, con i suoi locali di lusso e di tendenza, e i quartieri residenziali. Vi si trovava inoltre l'enorme biblioteca con il suo Archivio Storico, scuole prestigiose, importanti monumenti e molti luoghi di culto.
Andando verso ovest la situazione cambiava. Le case si facevano più semplici e di più modeste dimensioni, e non c'erano edifici sfarzosi o particolarmente eleganti come nella parte est. Gli abitanti di questa zona di Beroea non erano tuttavia poveri. Erano sì operai e piccoli commercianti, ma conducevano tutti una vita più che dignitosa. Questo grazie soprattutto al redditizio commercio intrapreso con ricercati di vario genere, soprattutto pirati. Si diceva che l'unica differenza che correva tra i cittadini delle due parti dell'isola fosse solo il fatto che gli abitanti della zona orientale fossero stati più bravi a far fruttare i proventi ottenuti col commercio illegale.
Queste questioni ai pirati non interessavano: approdavano senza troppi problemi sulla costa occidentale e vi rimanevano finché il Log Pose non si fosse stabilizzato, quindi ripartivano.
Con la guerra di Marineford questo equilibrio si era spezzato. La gente aveva cominciato ad avere paura e la Marina, per assicurare l'ordine pubblico, aveva deciso di edificare una base proprio nella parte ovest. Una struttura militare doveva seguire delle regole precise per la costruzione, in particolar modo tutto quello che riguardava la difesa. In un primo tempo, come aveva detto Lilith, la base doveva essere costruita nei pressi della Cittadella; ma l'idea fu quasi immediatamente accantonata, in quanto le condizioni del terreno non permettevano alcuna costruzione. Fu quindi deciso di localizzarla nella zona del porto occidentale, proprio per scoraggiare l'approdo dei pirati. Ci furono subito delle proteste da parte dei commercianti. Si prevedeva infatti che molti negozi e locande fossero rasi al suolo per lasciar spazio alla base; dato che questa, oltretutto, doveva sorgere vicino alla riva. Iniziarono le contestazioni e gli scioperi. Alla fine, il Governo decise di elargire un risarcimento a chi avesse lasciato volontariamente la propria abitazione o la propria attività; chi si rifiutava sarebbe invece stato prelevato con la forza. Tuttavia l'indennizzo fu abbastanza consistente da far placare le proteste degli isolani.
Tuttavia, si verificò immediatamente un altro problema. Beroea era una terra poverissima di materie prime; quindi sarebbe stato necessario importarle da altre isole. Considerando che anche sul materiale da costruzione vigevano regole severe e che quel tratto di mare era perennemente agitato, i tempi di realizzazione della base militare si erano dilatati parecchio. In altre parole, si era rimasti molto indietro nei lavori. Fino ad allora, erano stati realizzati solo i piani interrati con i depositi e il piano terra con alcuni uffici, da poco era cominciata la costruzione del primo piano. Nonostante i lavori in corso, alcuni uffici erano già in funzione.
In questa situazione, i pirati e i loro traffici illegali si erano spostati verso la parte a nord-ovest dell'isola.
Ma ciò che rendeva famosa Beroea nel Nuovo Mondo era la sua Cittadella.
Questa sorgeva su una collina artificiale al centro dell'isola, alta circa una cinquantina di metri. Era circondata, alla base, da un fossato profondo più di venti metri e largo più di trenta, ormai asciutto.
La Cittadella era inespugnabile: le pareti della collina erano formate da un'unica lastra di pietra, perfettamente liscia e inclinata, quasi verticale. La cima della collina era sormontata da imponenti mura ottagonali, contorniate da otto possenti torrioni, anche questi a pianta ottagonale. La particolarità, sia nelle mura che nei torrioni, è che non erano presenti accessi o porte di nessun tipo. Nessuno sapeva quindi come ci si potesse entrare e, di conseguenza, come fosse fatta la Cittadella al suo interno. Qualcuno aveva provato ad avventurarvisi, ma la difficoltà nello scalare la collina, unita al clima desertico dell'isola, avevano costretto tutti gli avventurieri ad arrendersi. Inoltre nessuno conosceva la sua storia, ad eccezione della sua fondazione, datata approssimativamente al Secolo Buio; tutto ciò contribuiva ad aumentare il mistero che aleggiava attorno alla Cittadella.
Su quest'isola, con i suoi misteri antichi e le sue problematiche moderne, approdarono i pirati a bordo della Thousand Sunny, in una mattina soleggiata.
“Finalmente! Ho una fame da lupi!” Rufy fu il primo a sbarcare e si allontanò correndo tra le vie del porto.
“Dove sta andando?” chiese Lilith un po' preoccupata.
“A cercare una locanda dove poter mangiare della carne.” le rispose Usopp intento a controllare la sua borsa.
“E lo lasciate andare da solo?” la strega aveva intuito che forse era proprio Cappello di Paglia la calamita naturale che attirava guai ai danni della propria ciurma.
“Non preoccuparti per lui. Se mai ne avessimo bisogno, basterà cercare il ristorante dove i cuochi si disperano perché hanno finito le scorte in dispensa.” la rassicurò il cecchino.
“Molto bene. Possiamo andare.” Nami aveva fatto la sua comparsa. “Ci ritroviamo tutti stasera prima di cena qui sul molo, di fronte alla nave. E tu vedi di non perderti!” puntò un dito accusatore verso Zoro che si ritrasse un po' spaventato.
“Tu, invece, vieni con me!” aggiunse con un sorriso prendendo a braccetto Lilith. “Dobbiamo trovarti dei vestiti.”
“Ma non ho niente con cui pagare...”
“Non c'è problema. Te li presto io.” i Mugiwara presenti in quel momento raggelarono. Stava per arrivare la parte del ricatto.
“Te li renderò il prima possibile.”
“Non importa. Consideralo come un regalo.” i pirati finirono a gambe all'aria.
“COOOSAAAAA?!?” esclamarono Zoro e Usopp riprendendosi.
“Nami... ti senti bene?” domandò tremante il cecchino.
“A Lilith è stato sequestrato tutto su Priah. E questo è il minimo che possa fare per aiutarla.”
“Va bene, ma... non è da te...”
“Non sono un mostro insensibile!” la rossa mostrò i denti a squalo.
“Dato che oggi sei in buona, mi presti dei soldi? Devo comprare dell'attrezzatura per pulire le spade.” provò a dire Zoro.
“Mi renderai il triplo della somma maggiorata del 20% degli interessi.” sentenziò seria.
“Strozzina!”
Lilith rise piano portandosi una mano davanti alle labbra. Le piacevano proprio quelle scenette.
Miss Lilith, posso venire con voi?”
La strega guardò Nami.
“D'accordo, può venire anche l'orso.” acconsentì la rossa.
“Veniamo anche noi!” comparvero all'improvviso Shachi e Penguin.
“Non se ne parla. Andiamo.” la cartografa voltò loro le spalle e si incamminò seguita da Lilith e Bepo.
Ognuno prese direzioni diverse. Chopper e Robin avrebbero cercato un mezzo per raggiungere la biblioteca; Usopp, Franky e Brook avrebbero invece comprato materiali e attrezzi per riparare il sottomarino e – perché no? - per costruire nuove armi. Sanji avrebbe voluto accompagnare nello shopping le sue Dee (alle quali si era aggiunta anche Lilith), ma la dispensa desolatamente vuota lo convinse, suo malgrado, a fare la spesa. Shachi e Penguin, dopo il rifiuto categorico della navigatrice, se ne erano andati a fare un giro per i fatti loro, imprecando contro Bepo. Da quando Lilith aveva ripreso conoscenza, passava tutto il tempo con lei. Stupido orso fortunato!
Law, insieme a Jean Bart, era invece sparito chissà dove.
Inutile dirlo, Zoro si era già perso.

 

“Era davvero una biblioteca fantastica! E le poltrone, così soffici! Domani ci torniamo, vero Robin?”
“Naturalmente!”
“Ehi fratello, quello zaino sembra stia per scoppiare!”
“Ma cosa c'è lì dentro?” chiese indicandolo Usopp.
“Oh, solo qualche appunto.” rispose Chopper poggiando lo zainetto a terra, sul molo. Stava chiuso a malapena, e dappertutto spuntavano fogli.
“Come è andato il vostro giro?” si informò l'archeologa.
“Non è stato esattamente positivo.” cominciò il cecchino.
“I commercianti espongono solo roba di quarta categoria. Se ci si mostra interessati, allora tirano fuori merce di qualità a prezzi esorbitanti. Sono furbi e non hanno paura dei pirati. Credo che saremo costretti a trattare. Domani voglio comunque fare un altro giro.” continuò il cyborg.
“E Brook?” domandò la renna.
“Siamo passati davanti ad un negozio di musica dove lo hanno riconosciuto, ed è stato letteralmente assalito dalle fans.” Usopp indicò un punto dietro di sé dove
lo scheletro, ridendo davvero divertito, ispezionava le mutandine che le ammiratrici gli avevano regalato.
“Gli altri sono già tornati?” chiese l'archeologa.
“Gli Hearts sì. Dei nostri mancano solo il capitano e Zoro.” le rispose Franky.
“Non sarà meglio mandare qualcuno a cercare il marimo?” chiese Sanji appena sceso dalla nave, accendendosi una sigaretta.
“Vedrai che, prima o poi, troverà la strada da solo.” la voce di Nami lo fece voltare. E cominciò subito a sprizzare cuori dall'occhio visibile e dal fumo della sigaretta.
“Oh, Nami-swan, Lilith-swan, vedo che lo shopping è andato bene! Mi dispiace moltissimo non essere venuto con voi... Spero solo che l'orso non vi abbia dato fastidio!” e gli lanciò un'occhiataccia.
“No, anzi, è stato molto carino ad averci portato spontaneamente tutte le borse!” rispose la cartografa scendendo sul molo seguita dalla strega.
“Mi dispiace averti fatto portare tutti quei sacchetti...”
“Non si deve preoccupare, miss Lilith!”
Nel frattempo erano stati raggiunti anche dagli Hearts, e Law si rivolse immediatamente a Franky per avere aggiornamenti sui materiali per il sottomarino.
“Lilith-swan, sta d'incanto con questi nuovi abiti! Ma anche i vestiti di Nami-swan le donano!”
La strega aveva uno stile meno provocante della navigatrice; la quale indossava una minigonna e una maglietta a maniche corte con una generosa scollatura, oltre agli immancabili sandali col tacco. La bruna aveva invece una semplice canottiera verde scuro, un paio di shorts e degli stivaletti, e si era legata i capelli in una treccia, lasciando che i ciuffi sulla fronte le coprissero gli occhi. Non li aveva più mostrati da quando aveva raccontato la sua storia, a Prehn.
Mugiwara e Hearts stavano quindi chiaccherando del più e del meno quando udirono un rumore piuttosto vicino a loro. Si voltarono tutti di scatto, con Law già pronto ad usare il suo potere.
“Aaah, ragazzi, finalmente vi ho trovati!” esclamò Rufy aggiustandosi il cappello sulla testa.
“Rufy! Si può sapere dove eri finito? Sei in ritardo!” gli disse di rimando Nami.
“Stavo mangiando in una locanda! Qua il cibo è buonissimo!...” e si accarezzò la pancia con soddisfazione.
“Taglia corto!” sbottò Sanji.
“Non avevo i soldi per pagare e l'oste ha chiamato i marines! Sono scappato non appena finito la carne!”
“Li hai seminati, non è così?” Nami lo stava quasi implorando, con le mani giunte e le lacrime agli occhi.
“No, mi hanno seguito fin qui!” e alle sue spalle comparve un'orda di marines armati fino ai denti.
“Quella è la ciurma di Cappello di Paglia!”
“Catturiamoli!”
“PERCHÈ CI HAI FATTO SCOPRIRE?!? NON VENIRE VERSO DI NOI!!!” urlarono i Mugiwara cominciando a correre, seguiti a ruota dagli Hearts.
Cominciò una fuga rocambolesca. I pirati, davanti, correvano a perdifiato – Bepo era a quattro zampe per andare più veloce – lungo le vie del porto; dietro a loro Rufy, che rideva contento; dietro ancora i marines che gridavano e sparavano.
Quella situazione a Law non piaceva per niente. Se lo avessero riconosciuto, il Governo non ci avrebbe messo niente a prendere dei provvedimenti contro di lui; voleva tenere segreta l'alleanza ancora per un po'. Jean Bart, capendo subito cosa stesse pensando il suo capitano, gli correva a fianco, in modo da coprirlo. Ancora una volta, la sconsideratezza di Cappello di Paglia li stava mettendo in guai seri.
Inoltre Law era preoccupato per Lilith, anche se non lo dava a vedere. Quello sforzo fisico avrebbe potuto riaprirle le ferite, non ancora del tutto guarite, rallentando la fuga. Per ora la strega reggeva bene – non per nulla era stata un vice comandante dei Rivoluzionari – e al suo fianco c'era il fedele Bepo, che al minimo segno di cedimento le avrebbe permesso di saltarle in groppa. Questo lo rassicurò un poco, anche se non del tutto.
Mentre formulava questi pensieri, non si accorse che erano usciti dalla zona del porto e si stavano dirigendo verso la Cittadella.

 

“Che strano... eppure ero sicuro di non aver sbagliato strada...” mormorò Zoro perplesso. Di fronte a lui vi era un profondo fossato ormai vuoto, con al centro una collina fortificata. Alzando lo sguardo gli parve di vedere delle mura.
“Di sicuro questo non è il porto...” dedusse portandosi una mano sotto il mento. Udì un rumore alle sue spalle. Si girò e mise prontamente le mani sulle else delle katane, ma le ritrasse subito quando si accorse che erano i suoi compagni. Avevano corso e sembravano piuttosto agitati.
“Ohe, ragazzi, ce ne avete messo di tempo ad arrivare!” disse loro incrociando le braccia al petto, cercando di non ammettere – più che altro a se stesso – che si era perso.
Fu completamente ignorato da tutti, che si erano fermati per riprendere fiato.
“Li abbiamo seminati?” chiese Usopp col fiatone.
“Per ora sembrerebbe di sì.” gli rispose Sanji, anche lui col fiato corto.
“Tu! Si può sapere cosa ci fai qui?” sbraitò Nami puntando un dito verso Zoro.
“Stavo cercando di raggiungere la Sunny...”
“E come speravi di trovarla, fuori dal porto?!?” gli urlò strattonandolo.
“Cos'è quel polverone laggiù?” lo spadaccino indicò un punto alle spalle della navigatrice.
“Ci ha già raggiunto, non è possibile!” si lamentò atterrito Chopper, portandosi le zampette al volto.
“Ciao Zoro! Che bello riverderti!” lo salutò da lontano Rufy
“Non ditemi che si è fatto beccare...”
“Sì, è esattamente così.” rispose atona Robin.
“Come puoi rimanere calma in una situazione del genere?!?” le gridò di rimando il cecchino.
“Mi sembra che non abbiamo altra scelta...” disse Zoro portando le mani sulle katane per la seconda volta in quella serata.
“Fermo Zoro! Ho un'idea migliore!” gli gridò di nuovo il capitano.
“Rufy...”
“Ha...”
“Un'idea?” dissero Franky, Usopp e Chopper, tra l'incredulo ed un vago terrore.
“Gom gom...” Rufy allungò le braccia a dismisura, fino ad afferrare il bordo del camminamento delle mura. I pirati si trovarono chiusi tra le braccia gommose del giovane capitano, senza via di uscita. Capirono subito quale fosse la sua 'idea migliore'.
“Rufy! NO!”
“ROCKET!”

 

 

 

 

* * * * *

 

 

 

 

NdA: sono tornata (suono di campane a festa)! Fisicamente e mentalmente. Chiedo umilmente scusa per il super ritardo (stavolta ho superato me stessa), ma, come vi avevo già accennato, ero in ferie, e il prima e il dopo vacanza si sono rivelati piuttosto impegnativi. Ora, tornata (anche se abbiamo veramente rischiato di non tornare) con nuovo vigore e con nuova ispirazione (un quartiere di Londra mi ha suggerito uno scenario fantastico che metterò assolutamente) sono pronta a continuare questa fan fiction.
Come promesso la volta precedente, vi do qualche breve spiegazione su quest'isola.
Beroea era il nome in epoca seleucide (330 a.C. - 150 a.C., subito dopo la morte di Alessandro Magno, per internderci) della città di Aleppo (Siria), purtroppo nota alle recenti cronache per alcuni attentati terroristici. La Cittadella che ho descritto è pressoché la solita che si trova ad Aleppo (alla quale rimando a wikipedia per informazioni più dettagliate) con l'aggiunta di alcune particolarità (i torrioni ottagonali) che ho invece ripreso da Castel del Monte (Puglia). Ho voluto quindi darle il tratto dell'inespugnabilità della cittadella siriana e un alone di mistero italiano. Il fatto che non abbia accessi invece me lo sono inventato. Se comunque avete dubbi o domande, non esitate a chiedere.
Mi spiace non aver messo la frase di inizio capitolo in francese. Ho trovato recentemente questo piccolissimo volume in libreria, e non sono riuscita a non comprarlo. Si intitola Consigli ai giovani scrittori, e se lo trovate, vi consiglio caldamente di leggerlo. Ne vale davvero la pena.
Per quanto riguarda la storia, lascio invece commentare voi. Come sapete, mi fa sempre piacere trovare un vostro pensiero.
Mi ero ripromessa di fare dei ringraziamenti, una volta arrivata al decimo capitolo, quindi eccoli qua.
Ringrazio:

Alex9996best, Iky_Chan 94, LawPenguinCasquette, Pumpkin_Panties, Robin7, silvia97, zandeng per aver messo questa storia tra le preferite;

buffy90, Chihiro per averla messa tra le ricordate;

Alex9996best, Gelindha, Monkey Chin, NicoOlvia_666, Oliver_hiwatari, Robin7, Shaila, Sammy__, valepassion95, Yuchimiki, _ miaoo _ per averla messa tra le seguite;

tutte coloro che mi hanno commentata, in particolar modo zandeng, Robin7, Gelindha, Iky_Chan 94, Agnetha che mi seguono sempre e sono diventate le mie “commentatrici di fiducia”!

See ya soon!

FoH

  
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