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Autore: FlooIdiot    23/10/2012    2 recensioni
1989, Berkeley (California).
Alexandra è una studentessa modello. Cosa succederà alla normale vita della ragazza dopo l'incontro con tre ragazzi mai visti prima?
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Billie J. Armstrong, Mike Dirnt, Nuovo personaggio, Tré Cool
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Cieeeeeo! Eccomi di nuovo!
Eeee sì, ci ho messo un pochetto ad aggiornare, però eccomi qua!
Non è uscito come volevo questo capitolo, spero di rifarmi con il prossimo.
Ora vi lascio alla lettura.
Scusate eventuali errori.
Ovviamente le recensioni sono sempre ben accette! :D
P.S.: GRAZIE PER LE RECENSIONI DI "Sarah Bennington" E "lilith93"! <3
Buona lettura e al prossimo capitolo!

                                                    Flo.

         Capitolo 3, New Friends?

Il giorno dopo mi svegliai per andare a scuola. I miei videro che non ero dell’umore giusto, non sapevano che il giorno prima avevo litigato con Chris e non avevo intenzione di spiegar loro la situazione. Fortunatamente non chiesero niente. Feci colazione come sempre e poi scappai fuori di casa, urlando un “Ciao” mentre uscivo dalla porta. Il pullman arrivò pochi minuti dopo alla fermata, era pieno anche quel giorno.  Questa volta, dovetti stare in piedi. Da lontano vidi Mike e Trè che si sbracciavano per salutarmi e allora alzai la mano e sorrisi. Armstrong, invece, fece finta di niente, ma non ci feci molto caso. Arrivammo davanti scuola e pregai per il fatto che Mike non venisse a salutarmi da vicino. Peccato però che le mie speranze andarono in frantumi nel momento in cui vidi Trè che avvicinarsi nella mia direzione. “Aleeex! Ciao, come va?”
“Hey Trè! Benone…perdonami ma devo proprio scappare.” Mi allontanai a passo svelto con questa stupida scusa, senza nemmeno dargli modo di replicare.
Entrai nell’edificio e mi venne in mente che le prime tre ore avrei dovuto avere Letteratura. Di male in peggio. Avrei dovuto sopportare tre ore la presenza di Armstrong accanto a me. Arrivai in classe e mi sedetti al solito posto, poco dopo iniziarono a entrare tutti. Mancava solo una persona, il mio “carissimo” vicino di banco, che ovviamente non si degnò di entrare che dopo cinque minuti dal suono della campanella, ricevendo così una ramanzina dal professor Smith. Fortunatamente per lui, non si beccò la detenzione. Si sedette accanto a me dicendomi “Hey secchiona”. Mi voltai a guardarlo fulminandolo e alzando gli occhi al cielo dissi: “Ciao anche a te Armstrong.”
La lezione continuò tranquilla, Armstrong non disse più nulla, si mise solo a scarabocchiare qualcosa su un quaderno, se così poteva essere chiamato, mentre io prendevo appunti. Verso la fine dell’ora il professore ci disse che avremmo dovuto fare un lavoro a coppie, una ricerca su un autore da lui indicatoci. Tutti iniziavano a mettersi d’accordo per creare le coppie tranne Armstrong, che ovviamente era nel suo mondo, ma il professore ci interruppe: “Nono ragazzi! Le coppie, come l’autore sul quale ricercare materiale, le decido io e non si discute. Non sarà possibile cambiare coppia.” Fantastico, non mi restava che sperare di non essere in coppia con Armstrong, altrimenti sarebbe stata la fine. Non feci nemmeno in tempo a finire il mio pensiero che…”Armstrong e Cooper voi due starete insieme. Dovrete fare una ricerca su un autore irlandese. Oscar Wilde.” Merda, merda, merda. “Ma Mr. Smith io…” cercai di replicare “Non si discute Cooper. Le coppie rimarranno tali e magari lei può dare una mano, cercando di aiutare Armstrong ad alzare la sua media.”
“Bene, a quanto pare dovremmo lavorare insieme secchiona. Non vedo l’ora di farti diventare matta.” Disse sghignazzando Billie Joe.
“Fantastico.” Risposi sarcastica. Non era possibile, mi toccava studiare con quell’idiota, era un’ingiustizia.

La lezione finì e dopo altre due ore in classe, era finalmente ora di pranzo. Ero contenta, ma nel momento in cui mi venne in mente che avrei dovuto mangiare da sola, senza i miei, ormai ex, amici, mi rabbuiai.
Mi diressi verso la mensa e feci la fila come al solito. Poi, trovai un tavolo vuoto e mi sedetti da sola. Dopo poco vidi passare Chris e tutti gli altri. Non mi degnarono nemmeno di uno sguardo e passarono oltre. Non potevano essere davvero miei amici, gli amici non si comportano così. Ancora una volta mi sentii sola e iniziai ad avere gli occhi lucidi. Cercai di non piangere, dato che in quel posto c’era praticamente tutta la scuola. Sarebbe stata un’umiliazione.
Ad un certo punto, mentre fissavo il piatto contenente il mio pranzo, sentii qualcuno sedersi accanto a me. Alzai lo sguardo e vidi gli occhi azzurrissimi di Mike. “Hey, ciao Alex!” disse tutto sorridente.
“Ciao Mike” cercai di sfoderare il mio miglior sorriso, con scarsi risultati.
“Hey, che succede?” chiese preoccupato.
“Niente, tranquillo, tutto a posto.” Finsi un altro sorriso.
“Sicura? Non ti costringo, ma se vuoi puoi dirmi tutto.”
Almeno qualcuno si preoccupava per me, almeno qualcuno mi considerava. Mike era sincero e si vedeva. Al diavolo tutte le cavolate che pensavano Chris, mio padre e tutti gli altri su di lui e i suoi amici. Solo in quel momento capii che loro non mi avevano mai capita e non c’erano mai stati nel momento del bisogno. Anche se all’apparenza non sembrava, ero sempre stata da sola. Io, me, Alexandra Cooper, avevo finalmente aperto gli occhi.
“Ok. Allora, ieri ho litigato con Chris per delle cazzate che pensa. Ora tutti quelli che consideravo amici, non mi guardano nemmeno più in faccia, così da un giorno all’altro. E il motivo è una cazzata. Una di quelle cazzate galattiche. E poi Chris, colui che credevo fosse il mio migliore amico, ieri mi ha fatto ricevere una ramanzina da parte di mio padre. Simpatici i miei amici eh?”
“Che razza di stronzi. Infatti, ho visto che non eri seduta al solito tavolo con loro. Comunque sappi che io ci sono quando vuoi. Non meriti degli amici come loro.”
“Grazie.” Sorrisi.
Intanto, poco dopo, arrivarono anche Trè e Billie. Trè si sedette senza problemi anche lui al tavolo dopo avermi salutata. Billie protestò: “No, devo starle vicino anche a pranzo adesso? Cosa c’è Pritchard, è la tua nuova ragazza?” sbuffò.
“Coglione, siediti e stai zitto. Ha litigato con i suoi amici, ha bisogno di qualcuno che la faccia divertire.” Rispose Mike.
“Hey, Alex, sei con tre pazzi, dimenticherai presto i tuoi amici, ti facciamo divertire noi” disse tutto entusiasta Trè.
Billie Joe non disse più niente, si mise a mangiare come se non mangiasse da giorni. Doveva avere proprio fame.
Ad un certo punto arrivò una ragazza con i capelli neri e le punte blu, che salutò i tre ragazzi e si sedette vicino a Armstrong.
“Hey ciao, io sono Ashley, conosci anche tu questi tre idioti?” sorrise porgendomi la mano. “Piacere sono Alexandra, ma chiamami pure Alex. Li ho conosciuti in questi giorni…”
“Oh, bene, quindi una nuova ragazza nella compagnia, che bello. Non mi sentirò più sola. Dovresti uscire con noi un giorno di questi.”
“Si, dovresti Alex e vedrai che ti divertirai un sacco.”continuò Trè. Mike annui.
“Beh, si può fare sì…”sorrisi. Avrei dovuto dire qualche bugia a mio padre, ma avrei di sicuro trovato qualche idea. Era ora che decidessi io con chi uscire.
“Ragazzina, ricordati che abbiamo un compito da fare insieme.” Oh, Armstrong mi ricordò che dovevamo studiare insieme. Da dove era uscito tutto quell’interesse per lo studio?
“Certo che mi ricordo Armstrong, piuttosto io pensavo che te ne fossi dimenticato. Comunque quando vuoi che ci vediamo?”
“Oggi pomeriggio. Facciamo in biblioteca alle 17.3O, ok?”
“Ok, ma vedi di venire. Non darmi buca.”
“Non ti preoccupare ragazzina, sarò puntuale.”
“Speriamo”pensai. Anche se da una parte l’idea di studiare con lui non mi andava per niente a genio.

Il pranzo continuò con calma, parlai molto con Ashley ed era molto simpatica. Poi arrivò l’ora di tornare in classe, salutai tutti e decidemmo di trovarci tutti e cinque fuori scuola per prendere il pullman insieme. A parte Armstrong, gli altri erano simpatici con me e io mi trovavo benissimo con loro.

Le ore pomeridiane passarono lente e io non vedevo l’ora di tornare a casa.
Finalmente la campanella dell’ultima ora suonò e tutti si avviarono al di fuori dell’istituto. Io mi fermai vicino al muretto al quale avevo “appuntamento” con gli altri. Arrivarono pochi istanti dopo tutti insieme e dunque ci incamminammo verso la fermata del pullman che prendemmo insieme.
Durante il viaggio ci mettemmo d’accordo per vederci la sera. Ai miei avrei detto che sarei andata in centro con una nuova amica, Ashley. Io e Armstrong ci saremmo invece visti da soli nel pomeriggio per studiare insieme. Non vedevo l’ora di togliermi questo pensiero dalla testa.

Arrivai a casa e mangia qualcosa, avevo molto fame. Poi andai a cambiarmi e dato che non c’era nessuno in casa, lascia un bigliettino ai miei spiegando che sarei andata in biblioteca a studiare, perché il signor Smith ci aveva assegnato un compito a coppie. Presi il mio zaino e partii verso la biblioteca.
Mi stupii vedendolo che mi aspettava fuori dalla biblioteca, mentre si portava alla bocca una sigaretta.
“Armstrong, sei venuto.”
“Ragazzina, te l’avevo detto che sarei stato puntuale. Piuttosto tu sei in ritardo di due minuti…”
“Oh, allora dato che hai tanta fretta di iniziare, perché non entriamo?”
Sghignazzò e si diresse verso l’ingresso mentre io lo seguii. Si sedette subito, mentre io mi curai di prendere i libri che ci sarebbero serviti per la ricerca. Ovviamente lui non si era portato dietro nulla, avrei dovuto scrivere tutto io.
Sempre più stupita, mi accorsi che anche Billie Joe si diede da fare per aiutarmi con questa ricerca, da lui non me lo sarei mai aspettato. Non parlammo d’altro che di Oscar Wilde fino al momento in cui m’interruppe chiedendomi : “Ragazzina ma c’è qualcosa tra te e Mike?”
“No, assolutamente. Perché questa domanda?”
“Mike parla sempre di te e poi andate d’accordo da quanto vedo. Secondo me tu gli piaci.”
“Non penso proprio. Comunque lo conosco da poco ed è simpatico e anche Trè, invece di te…non si può dire lo stesso…”
Rimase zitto, non rispose. Era strano non ricevere risposta da una persona che ha sempre la risposta pronte. Forse non avrei dovuto dire quell’ultima frase, anche se mi sembrò strano che un menefreghista come lui ci fosse rimasto male.
Ad ogni modo, finimmo la ricerca un’oretta dopo. Armstrong non disse più nulla dopo la mia risposta di prima.
“Bene, abbiamo finito. Possiamo andare a casa…”
“Ok…ci si vede in giro secchiona.”finalmente parlò, sembra tornato come prima.
“Stasera ci sarai anche tu?”
“Ah già, stasera sei dei nostri…pensi di venire sul serio? ma cosa dirai a papino? Guarda che lo so che non vuole che tu stia con noi, dopotutto è un poliziotto.”
“Tu che ne sai?Pensi che io non abbia un cervello per decidere con chi uscire?”
“Vedremo se ci sarai stasera.” Sorrise. “Ciao ragazzina, ci si vede!”si accese una sigaretta e s’incamminò.
“A stasera Armstrong!”gridai. Mi girai e mi avviai verso casa.
Lo avrei stupito. Era davvero convinto che non mi sarei fatta vedere quella sera, ma doveva ricredersi. 
  
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