Libri > Il Signore degli Anelli e altri
Segui la storia  |       
Autore: Reira74    23/10/2012    5 recensioni
E se? E se Melkor avesse vinto e i Valar fossero scomparsi? Dimenticate se potete quello che vi ha raccontato Tolkien e provate a seguirmi in questa ipotetica Terza Era... solo che non c'è stata più nessuna era dopo la Prima che non si chiama neppure prima perché non aveva senso numerarle...
Credo abbiate capito il concetto, Melkor ha vinto, ma dove c'è un Tiranno ci sono dei valorosi Eroi che gli si oppongono. Se vi interessa conoscerli aprite la porta ed entrate in questo nuovo mondo....
NOTE: Avevo cancellato questa storia per sbaglio, chiedo scusa a chi la seguiva
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Aragorn, Legolas, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Melkor vincitore'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

*CAPITOLO 30*



-Sire Ar-Agorn, mi scuso per l'interruzione, ma ho urgente necessità di conferire col mio Capitano... in privato-

-Naturalmente, Maestà-

-Capitano Haldir- si inchinò leggermente -E' stato un piacere conoscervi-

-Una gioia inattesa che scopro con piacere, Ar-Agorn di Númenor, erede di Elros- contraccambiò l'inchino

-Maestà, vi lascio alle questioni del vostro regno-

Il mortale non si era ancora girato che già Thranduil afferrava il Guardiano per il polso avviandosi composto, almeno fino ai primi alberi, verso il limitare della radura, per poi trascinarlo con foga verso la protezione degli alberi fitti e baciarlo con passione contro il possente tronco di un antico larice.

-Da quando cerchiamo la protezione della foresta più profonda per un semplice bacio?- rise appena le sue labbra furono libere  -Oh! Scusa... tuo figlio- e senza lasciare il tempo di rispondere invertì le posizioni e riprese possesso di quella bocca

-Lui sa... e approva...- invertendo nuovamente i ruoli abbandonando le labbra per dedicarsi al collo niveo slacciandogli i mantello purpureo che scivolò a terra -E non è un semplice bacio che voglio questa notte-

-E cosa vuole il mio Sire?- ansimò reclinando il capo ed esponendo il collo a quei baci roventi

-Tutto- soffiò sulla sua pelle cominciando a slacciare la sua tunica e scendendo a lambirgli il petto -Il tuo Sire vuole portarti a gridare tanto forte che all'accampamento temeranno di essere attaccati-

Haldir rise, e Thranduil si fermo a guardarlo estasiato solo un'istante prima che le sue labbra diventassero nuovamente proprietà dell'amante

-A cosa devo tanto benvenuto ardore?-

-A questo... alla tua risata, è una cosa così rara... e oggi è la seconda volta che la sento... Valar, sai quanto sia bella la tua risata? Quanto mi renda felice?- sussurrò rauco tra i baci -Ormai ne avevo perso il ricordo, è dai tempi di Lòrien che non la udivo, ti ho mai detto che ho amato ancora prima di vederti la tua voce e la tua risata?...Quando ridevi il giorno pareva più luminoso e il bosco sembrava risplendere... Era così forte... Così piena di vita...Valar!... che gioia... risentirla- ormai anche la tunica giaceva a terra assieme al mantello, si staccò dalle sue labbra per dedicare la sua attenzione al petto che sollevava e abbassava veloce al ritmo del respiro ansimante, dalle spalle scendendo lungo lo sterno, per poi risalire e ricominciare quella dolce tortura lungo la cicatrice, lasciando una scia di baci umidi lungo tutta la sua lunghezza, come faceva da anni, come sapeva fargli perdere il senno, scendendo lentamente fino ad inginocchiarsi davanti a lui...

Afferrò i suoi fianchi traendolo a se e schiacciando il viso contro il bacino, lo vide appoggiare il capo e le spalle al tronco aggrappandovisi forte per aiutare le gambe che rischiavano di non sostenerlo, mentre si mordeva forte il labbro cercando di controllare le ondate di piacere che minacciavano di sommergerlo e continuò la sua discesa lenta fin al punto il cui lo sfregio scompariva sotto i pantaloni, si fermò un'istante osservandolo lascivamente poi afferrò il tessuto fra i denti trascinandolo giù, sorrise divertito sentendo il respiro dell'altro che si bloccava e il rumore delle unghie che graffiavano l'albero, sollevò le braccia lungo la sua schiena fino a dove le spalle toccavano il legno e ridiscese premendole con forza e facendolo aderire ancora di più a se. Si fermò sui glutei infilando i pollici oltre l'orlo e completando quello che con la sola bocca non poteva fare, un gemito usci violento quando l'erezione scattò finalmente libera, dura e già leggermente umida

-Ho detto che voglio sentirti gridare- soffiò rauco a pochi millimetri dall'asta pulsante, lo vide tremare incontrollato e gli afferrò saldamente i fianchi per impedirgli di cadere

Senza lasciargli il tempo di riprendere il controllo fece scomparire il membro turgido nella sua bocca facendolo gemere selvaggio e venire gridando il suo nome, solo allora lo lasciò scivolare dolcemente a terra, sdraiandosi al suo fianco e abbracciandolo mentre ancora tremava per i postumi dell'amplesso

-Ti amo-

-Ricordami di ridere più spesso-

-Sempre-

-Ti amo-

-Anche i Valar mi amano, oggi ho avuto in dono l'abbraccio di mio figlio e la risata del mio amante, non potrà mai esserci giorno più bello-

-Anche il mio non è stato male- sorrise beato -Dici che mi hanno sentito fino all'accampamento?-

-Uhmmm... non credo, sei troppo delicato, mio meraviglioso Guardiano- poi ricominciò ad accarezzarlo lascivamente -Ma posso sempre ritentare, magari se mi impegno di più...-  

-Parola mia tu mi vuoi morto, elfo!- ma già sentiva il suo membro rispondere alle carezze

-A proposito di morti- ridacchiò il Re -Vedi di non avvicinarti troppo al númenóreano-

-Sei geloso?-

-Ad essere sincero un poco... e stato lui a farti ridere dopo tanto tempo, ma ne comprendo il motivo... sono lieto che vi siate chiariti, ma non è per me che parlavo, mio figlio lo è molto più di me ed è molto possessivo verso quel mortale che dice di non amare- concluse ricominciando a baciarlo

-E ora smettila di distrarmi e taci... ho un'impresa da portare a termine-

-Non così in fretta, amore- si sollevò di scatto bloccandolo al suolo e sollevandogli la tunica fin sopra la testa -Questa volta giochiamo ad armi pari-



-Oh... bene- sospirò l'assassino -Mancavi giusto tu... immagino tu sia qui per parlare di quello che mi hai visto fare? Dovevo capirlo dopo Rhawel, Gimli e persino il Vecchio che prima o poi saresti arrivato-

-In realtà volevo chiederti se avessi capito quali spezie avevano usato nello stufato di questa sera, era delizioso, non credi?-

Legolas osservò storto quell'insopportabile mortale, poi gli sorrise

-Meglio della tua cucina sicuramente!-

-Non mi sembra che ti sia mai lamentato-

-Solo perché avevo fame... e poi viste le alternative... avrete tante doti ma tra queste non c'è cucinare-

Si girò a osservare l'orizzonte stellato con la mano appoggiata a un tronco e attese di averlo di nuovo al suo fianco

-Sono bellissime non trovi?-

-Un tempo non lo avresti detto-

-Sembra passata una vita-

-Sì, una vita-

-Estel, noi dovremmo parlare-

-Lo stiamo facendo-

-No, di quello che è successo-

-Di quello che è successo oggi?-

-In un certo senso le cose sono collegate- tornò a osservare le stelle, sospirando, senza parlare

-Legolas? Dove sei?-

-Qui, e ovunque, sono in una piccola stanza nella città bassa, su un lussuoso letto di seta, nelle strade buie e silenziose, sono in una cella senza voce, e in un bosco luminoso, sono in un allegro torrente di montagna e in una radura stellata, sono in un deserto orribile... eppure sono qui...-

-Non ti capisco?-

-Neppure io... è come se tutta la mia vita mi stesse cadendo addosso in questo momento, sotto questo cielo meraviglioso... e io non so cosa devo farne di questa vita-

-E' per via di tuo padre?-

-No, anche se lui mi ha aperto gli occhi, mi ama Estel, nonostante sappia quello che sono, nonostante non mi avesse mai visto prima, nonostante non gli abbia riservato altro che freddezza... lui mi ama-

-E ti turba?-

-Sì, mi fa pensare di essere migliore di ciò che sono realmente-

-Forse lo sei-

-Tu sei come lui, anche tu mi fai sentire migliore-

-Forse lo sei-

-E se non lo fossi?-

-Lo sei-

-Mi hai insegnato cos'è un abbraccio, non avrei mai potuto fare quello che ho fatto oggi senza di te-

-Hai fatto tutto da solo, sei stato tu a cercare le mie braccia-

L'elfo tornò silenzioso a perdersi nella notte, le stelle luminose che si rispecchiavano nei suoi occhi

-Dobbiamo parlare-

-Lo hai già detto. Sono qui, Legolas, non fuggo-

-Estel, io...- si bloccò di scatto ascoltando la notte -Tàr, non siamo soli- portando istintivamente le mani ai coltelli imitato dall'uomo

-Arcan lenna avatyarin, Aran Ar-Agorn, Cundu- mormorò inchinandosi -Umin mentenya pusta ar utennein. Canonya mentan sacalë, cé ecuva tuvo liyúmë ilapace. Mai cenetlyë eces onta uvanima alatercen. Ëan nyérë na horyan manquetë len nanwenë hópanna-   (Chiedo perdono, Sire Ar-Agorn, Principe- -Non era mia intenzione disturbare e non stavo origliando. Il mio capitano mi ha mandato a cercarvi, purtroppo potremmo ricevere visite inaspettate. Vedervi da soli nei boschi potrebbe creare spiacevoli malintesi. Sono mortificato ma devo chiedervi di tornare all'accampamento)

-Ci sono problemi, Tàr?-

-A quanto pare potrebbero essercene, meglio che torniamo...- fece per allontanarsi di un passo lentamente poi con un ultimo ripensamento tornò a girarsi ritornando a perdersi in quegli occhi limpidi -Legolas...- sospirò

-Sì?-

-Mi dispiace, avrei davvero voluto parlare-

-Ci sarà tempo-

-Sì, ci sarà tempo-

Tempo, quanto ancora doveva attendere? Quanto prima di poter finalmente ascoltare quelle parole dalle sue labbra? Sempre che poi fossero quelle le parole che stava per dire, non sapeva di cosa voleva parlargli, magari aveva scoperto di provare attrazione per uno degli elfi di Thranduil e voleva confidarsi... o forse Rhawel, infondo erano molto uniti, no, questo non poteva crederlo, non c'era attrazione fra lui e la sua amica... almeno non del tipo che c'era tra loro... “Dannazione, devono essere quelle parole che vuole dirmi! Devono, o sarei perduto!”

“Dannazione! Anche il Fato mi è avverso? Finalmente trovo il coraggio di parlare ed ecco che succede qualcosa! Riuscirò a trovare di nuovo le parole? E non sarà troppo tardi? Non può, non deve essere troppo tardi, o sarei perduto!” Tempo, aveva detto che c'era tempo, ma lo credeva davvero? Era sicuro che lui lo avrebbe atteso, era sicuro che lui non lo avrebbe rifiutato, ma questo era una vita prima, ora che doveva parlare era terrorizzato da un suo rifiuto... ora che lo aveva visto scherzare con altri era terrorizzato dall'idea di non avere più tempo... “Per tremila anni ho vagato senza scopo su questa terra e ora non ho tempo”



Si erano rimessi in cammino poco dopo l'alba, Ar-Agorn e Legolas fiancheggiavano Sire Thranduil, il resto dalla compagnia li seguiva affiancato da alcuni consiglieri, Haldir restava indietro, non volevano militari all'interno del gruppo di testa.

La formazione non era casuale, era stata lungamente discussa la sera precedente, doveva essere immediatamente chiaro che il Popolo del Confine nutriva piena fiducia negli stranieri e che Ar-Agorn e Legolas erano considerati di pari prestigio rispetto al loro Re.

Non prevedevano problemi, ma preferivano non correre rischi, gli esploratori avevano avvistato un campo di Roquen Arion (Cavalieri della Luce del Sole) o Cavalieri d'Oro come erano conosciuti fuori dalle Nebbie erano amici e alleati fidati, ma pur sempre mortali e come tali avventati.

A differenza degli Elfi non avevano mai accettato completamente l'isolamento e al raggiungimento della maggiore età i giovani venivano mandati per tre mesi nel mondo esterno, restavano lontani dalle città e dalle Signorie perché i loro diversi costumi non avrebbero ingannato qualcuno più avveduto di un semplice paesano, quindi non erano molto più informati dei loro vicini immortali ma almeno conoscevano un poco della vita com'era proseguita lontano dal loro rifugio e questo li rendeva in grado di effettuare scorribande armate contro gli uomini di Melkor.

I compagni avevano ascoltato interessati, tutti conoscevano la Leggenda dei Cavalieri d'Oro, favole per spaventare i bambini, nessuno li aveva mai visti, o per meglio dire, nessuno che li avesse visti era vissuto abbastanza per raccontarlo, e ora invece sapevano che la legenda era verità e che presto avrebbero incontrato queste mitologiche figure.

-Non credevamo che dei mortali avessero goduto della protezione riservata ai Priminati- chiese Tàr mentre cavalcavano al Signore del Cancello

-Questa protezione non è stata creata per noi, ma per tutti quelli che restarono fedeli ai Quattordici.

Marach e la sua gente furono gli unici tra i mortali a non voltarci le spalle, in verità non furono loro a decidere, a quei tempi li chiamavamo Signori dei Cavalli ma non furono mai Signori ma semplicemente Amici, i Mearas le meravigliose cavalcature donate loro dai Potenti sapevano da quale parte combattere e i loro cavalieri non le avrebbero mai costrette altrimenti.

Quelli che incontrerete oggi sono i discendenti di Marach, e i loro destrieri quelli nati dai Mearas, sono gente orgogliosa e fiera, state attenti a non offenderli perché mal sopportano di essere messi in ridicolo, ma sono anche valorosi e leali, se otterrete il loro rispetto avrete dei potenti alleati, apprezzano più di ogni altra cosa il valore e in questo non avrete problemi a farvi accettare da loro-

-In cosa quindi?... Avete detto in questo, quindi immagino ci sia qualcosa che invece ci creerà problemi-

-Non sbagliate, Ar-Agorn, ci sono cose che al momento è meglio che non sappiano, specialmente riguardo mio figlio e Olórin, mi dispiace amici, ma loro non capirebbero, non prima di aver imparato ad apprezzarvi, in questo sono come bambini, non riescono a vedere le sfumature, per loro tutto si riduce a giusto o sbagliato, Luce e Tenebra, non hanno mai accettato che la Luce generi ombre e che la Tenebra possa non essere assoluta. Hanno il loro Codice d'Onore e da esso non si discostano-

-Non temete... padre- ancora gli riusciva difficile pronunciare quella parola -So essere sufficientemente luminoso all'occorrenza e per Mithrandir non sarà un problema, è l'unico ad essere convinto di avere un passato oscuro da nascondere-


Fu esattamente in quel momento che uscendo dall'ombra degli alberi i loro occhi furono abbagliati dal riflesso aureo, che come un'onda di puro metallo liquido scivolava armoniosa sulla prateria

-Un éored completo e in assetto da combattimento!- fischiò Haldir -Si aspettavano battaglie sul loro cammino-

-Re Théoden è vecchio ormai, ma ha ancora lunghe orecchie, credo che l'arrivo degli stranieri non sia più un segreto per nessuno, anche se a quanto vedo mal interpretato-

-Mortali! Creature sciocche, impulsive e illogiche! Solo uno stolto Sennacoi (Vita Corta) potrebbe inviare un esercito a combattere una guerra che non sa neppure se esiste-

-Haldir- lo riprese sorridendo il sovrano -Controllati e mostra un poco di rispetto-

-Solo perché ci sono alleati non significa che debba amarli, se non fosse per quel poco di senno dei loro destrieri sarebbero dei completi i...-

-Haldir!-

-E' la verità, puoi pure fare il carino con loro, ma la mia posizione mi permette di trattarli da superiore quale mi ritengo senza rischiare incidenti diplomatici- sollevò il mento arrogante osservando il compagno con un sorriso irriverente -E tu mi invidi per questo- continuò con gli occhi che scintillavano divertiti

-Vorreste quantomeno parlare nella vostra lingua?- borbottò Gimli

-Sarebbe scortese farlo, Mastro Nano-

-Allora siate così cortesi da usarmi questa scortesia, mi eviterete di dover difendere questi cavalieri che neppure conosco in quanto io stesso mortale sciocco, impulsivo e illogico- sbuffò mentre Rhawel copriva la bocca con la mano per nascondere la risatina che le era uscita spontanea e Tàralelyol soffocava un colpo di tosse

-Illogici- commentò il Capitano mentre arretrava tornando alla sua postazione

-Avete dimenticato sciocchi e impulsivi, Mastro Haldir- gli urlò dietro il nano

-Gimli!-

-Se state per chiedermi come siano sopravvissuti fino ad oggi, padre, vi dico già che non ne ho la più pallida idea-  



Quando ormai poche poche miglia separavano il corteo degli elfi dalla cavalleria dorata  uno dei cavalieri cavalcò avanti, un uomo alto, molto più degli altri e dal suo elmo spioveva una bianca coda di cavallo.

Quando giunse di fronte al Signore degli Eldar sfilò l'elmo rivelando una lunga chioma bionda, che incorniciava un volto giovane ma dai lineamenti decisi e fieri, guastato solo dai limpidi occhi azzurri che seppure potessero essere definiti belli, si posavano con arroganza sul gruppo degli stranieri

-Sire Thranduil- si inchinò senza scendere da cavallo

-Éomer, ragazzo mio- sorrise l'antico elfo -Quale piacevole sorpresa! Cosa ti conduce verso i nostri boschi, con cotanta fretta e furia nelle armi spianate-

-Ci è giunta notizia, Sire, che i Cancelli sono stati violati. Gli  Eorlingas sono pronti a dare il loro sostegno agli antichi alleati- fece scorrere lo sguardo sui compagni per poi rivolgersi nuovamente al Re -Ma vedo che la battaglia è già conclusa, sono questi gli unici che avete risparmiato?-

-Mi scuso per la scortesia, credo che delle presentazioni siano necessarie, amici, vi presento Éomer, figlio di  Éomund, nipote di Re Théoden di Rohan, terzo maresciallo del Riddermark-

Lasciò loro il tempo di inchinarsi al cavaliere poi riprese

-Le voci che avete udito sono vere, ma solo in parte, i Cancelli sono stati aperti ma non violati, poiché colui che li ha oltrepassati aveva ogni diritto di farlo, e questi signori che vedete sono coloro che lo accompagnavano. Lord Maresciallo posso avere il piacere di presentarvi mio figlio Legolas, a lungo creduto morto-

-E' un immenso piacere per me fare la conoscenza dei fieri alleati del mio Nobile Padre- rispose con voce lieve sorridendo gentilmente

-Il piacere è mio, Principe Legolas- rispose il Rohirrim inchinandosi rigidamente senza abbassare lo sguardo -Avete impiagato molto tempo a trovare la strada di casa-

Thranduil strinse i pugni sotto il mantello irritato da quella mancanza di rispetto e temendo il peggio vista l'indole aggressiva del figlio che però lo stupì lasciandosi sfuggire un sospiro afflitto dalle labbra e abbassando lo sguardo triste

-Dite il vero, Lord Maresciallo, troppo tempo, è stata una strada lunga e faticosa quella che mi ha riportato da mio padre, e non avrei mai potuto percorrerla senza l'aiuto di questi fedeli compagni, immagino sappiate che il segreto del Cancello è ben custodito, e seppure fosse mio diritto di sangue attraversarlo solo di recente abbiamo scoperto la via per raggiungerlo-

-Chiedo venia, Principe, non era mia intenzione turbarvi-

-Non siete voi a turbarmi ma la tristezza del mondo fuori dalle Nebbie, e i vostri legittimi dubbi non fanno altro che aumentare la stima per degli alleati che si dimostrano capaci- sollevò lo sguardo sorridendo luminoso

-Mi rendete onore, Principe-

-Padre, posso avere io stesso il piacere di presentare a questo degno cavaliere gli amici che mi hanno accompagnato in questo viaggio?-

-Naturalmente, figliolo-

-Il prode nano che vedete alle mie spalle è Gimli, figlio di Gloim, che unisce nel suo sangue le stirpi di Durin e Thràr, è stato cacciato da Khazad-dûm per avere difeso davanti al suo Re le sorti degli Elfi prigionieri, ma senza mai arrendersi ha continuato la sua lotta contro Morgoth-

Attese che il nano e il cavaliere concludessero gli inchini di rito e riprese

-La giovane donna, le cui apparenze potrebbero trarvi il inganno è Dama Rhawel delle Montagne Bianche, Arciere Infallibile, coraggiosa e indomita, combatte l'Ombra da quando aveva dodici anni e sono molti i modi in cui mi ha salvato in questo lungo viaggio-

Per la prima volta il cavaliere si soffermò ad osservare la giovane donna che si inchinava regale, poteva vedere in lei tutte le qualità descritte, e, oltre quelle, una rara bellezza.

-Il più saggio tra noi, Mithrandir di Ýridhindhren, il Maestro dei Liberi Stregoni...-

-Pensavo fossero solo una leggenda-

-E noi lo pensavamo di voi, per nostra fortuna eravamo entrambi nel torto Figlio di Marach- sorrise cordialmente l'anziano Istar -E' con immenso piacere che faccio la vostra conoscenza-

-Mai grande quanto il mio, Reverendo Padre, non sapete che gioia sapere che esiste qualcuno in grado di opporre la sua magia a quella degli Stregoni Neri-

-E ultimo ma non meno importante, il mortale a cui debbo più volte la vita, Ar-Agorn, figlio di Ar-Athorn, legittimo erede al trono di Númenor-

L'uomo quasi cadde da cavallo per la sorpresa, aveva visto che si trattava di un númenóreano, ma non poteva immaginare che appartenesse alla famiglia reale.

-Posso solo supporre che ci siano vicende molto importanti da narrare se un númenóreano, e per giunta erede del Traditore, cavalca al fianco del Sire del Cancello, senza ceppi e con la testa ancora attaccata al collo-

-Ci sono- rispose solenne Thranduil -Invero questo incontro fortuito ci risparmia molti giorni di attesa, giacché tuo zio avrebbe dovuto essere certamente informato, quindi ti chiedo, Éomer, figlio di  Éomund, cavalca veloce verso Edoras e porta la notizia a Re Theoden, perché la battaglia per cui eravate pronti non è mai stata combattuta, ma forse presto dovrete prepararvi alla guerra, questi Nobili Signori non sono giunti a noi col solo intento di riportarmi mio figlio, ma sono qui per offrire il loro aiuto e per chiedere il nostro, e giunto il tempo di ribellarci e portare aiuto a coloro che non hanno potuto raggiungere questo riparo, li sto conducendo a Valarencálë, dal nostro Supremo Sire, presto si terrà un Consiglio di Guerra, e sono certo gli Eorlingas non vorranno mancare-

-Gil-Galad darà il suo consenso a partire?- chiese eccitato dall'idea della battaglia

-Lo spero, ma se così non fosse non potrà impedire di farlo a chi lo vorrà-

-Dite bene, Sire Thranduil, gli Eorlingas non mancheranno, e so già quale sarà la decisione di mio zio-

Con un profondo inchino si rimise l'elmo e girò il cavallo allontanandosi al galoppo


-E anche questa è fatta- Rhawel sospirò di sollievo -Gwath, sei stato grande!-

-Solo grande? Sei stato incredibile... tutto sorrisini e sospiri “Ohhh, prode cavaliere, Lord Maresciallo, grande e valente alleato...”- esclamò Gimli -Scusatemi ma devo trovare qualcosa di forte o potrei sentirmi male- borbottò poi allontanandosi

-Devo dire che sono rimasto sorpreso, figliolo-

-Pensavate lo avrei aggredito?-

-Sì, per un momento l'ho temuto-


-Capitano Haldir?-

-Cosa volete, Messer Nano, prendervi ancora gioco di me?-

-No, sono qui per chiedere umilmente il vostro perdono, quel mortale è un emerito idiota, non so il vostro Sire ma io vi ho invidiato di certo, mi sarebbe piaciuto non dover assistere a questo incontro... quanto vorrei avere il suo elmo!-

-Il vostro non vi piace più?-

-No, vorrei vomitarci dentro, e scusate i miei modi, ma ho temuto davvero di sentirmi male-

-Conosco la sensazione, tenete- allungandogli la borraccia dalla quale stava bevendo -Vi aiuterà-

-Non ho sete-

-Ma questo lo apprezzerete- ammiccò divertito -Un mio personale rimedio contro i mortali idioti-

Gimli assaggiò prima titubante il contenuto, poi aprendosi in un'espressione felice si attaccò alla fiaschetta.


  
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Il Signore degli Anelli e altri / Vai alla pagina dell'autore: Reira74