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Autore: CottonBatu    07/05/2007    28 recensioni
Vide lei e i suoi occhi. Poi il buio.
Genere: Commedia, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Ron/Hermione
Note: Alternate Universe (AU), OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ron sbarrò gli occhi, sconvolto

WTF?!...

{What the Fuck?!...}

Capitolo 2.

 

 

 

Ron sbarrò gli occhi, sconvolto.

 

Viktor

Lui lo guardò in dubbio, sorridendogli a disagio.

Per qualche misterioso motivo Viktor Krum sembrava aver quasi timore di Ron.

 

Hermi-un sarà qui a momenti” soffiò lui cedendo sotto il suo sguardo disgustato.

 

Hermione”mormorò a denti stretti.

Viktor serrò le mascelle.

Ron lo vide spostare lo sguardo su qualcosa alle sue spalle, la sua espressione si rilassò all’istante.

 

“Eccoti!” disse con voce strozzata, mentre un grosso Labrador spuntava al suo fianco.

Ron si girò immediatamente.

Di fronte a lui, un’Hermione dai capelli molto più lunghi di quanto non li avesse mai avuti, dall’aria spossata e con profonde occhiaie a sconvolgere la raffinatezza dei suoi lineamenti.

 

Ron!” Hermione sembrò illuminarsi vedendolo.

Lui le sorrise e provò un disarmante impulso a stringerla a sé.

 

No.

Autoimporsi qualcosa che potrebbe farti smettere di respirare non è mai una buona cosa.

Serrò in modo spasmodico i pugni lungo i fianchi costringendosi a rispondere al sorriso sincero che gli aveva appena regalato.

 

“Io…” mormorò Viktor ancora sulla porta “…io porto fuori il cane” disse dirigendosi quasi correndo verso l’imponente fuoristrada parcheggiato davanti casa, con il Labrador che lo seguiva scodinzolando.

Hermione guardò la macchina allontanarsi a tutta velocità finché la vista glielo permetteva. Strinse convulsamente le braccia intorno alle buste piene di spesa, mordendosi il labbro inferiore.

Guardò Ron sorridendo con gli occhi leggermente velati di lacrime.

 

“Sono felice che tu sia qui” mormorò appena, sorpassandolo per entrare in casa.

Ron buttò uno sguardo verso l’ingresso, seguendo Hermione all’interno.

La casa era molto più grande di quanto lui di sarebbe immaginato. Era spaziosa, raffinata e luminosa.

 

E profuma di Hermione.

Ron non riuscì ad impedirsi di pensarlo.

La seguì nell’enorme cucina elegante e per la seconda volta quel giorno si sentì un perfetto idiota.

Le lanciò uno sguardo di sottecchi: non c’erano tracce di lacrime nei suoi occhi.

 

“Vuoi qualcosa da bere?” chiese, interrompendo le sue elucubrazioni mentali.

Le sorrise e annuì con la testa.

 

“Mi a chiamato Harry prima” disse, mentre apriva una bottiglia di burrobirra.

Ron inarcò le sopracciglia, in attesa. “Mi ha detto che sei diventato pazzo” terminò, sorridendo raggiante.

Lui bevve un sorso, pesando bene le parole.

 

“Ho bisogno di fare ordine” mormorò infine, senza sbilanciarsi troppo. Hermione annuì meditabonda.

 

“È per questo che sei venuto da me oggi?” la sua espressione era indecifrabile.

Ron annuì, cauto.

 

“Ho bisogno del tuo aiuto”

Hermione sorrise, amara.

 

“Non riesco ad aiutare me stessa, come pretendi che lo faccia con te?”

Ron non comprese il significato di quelle parole.

 

“Io non ricordo nulla” mormorò dopo qualche secondo di silenzio, decidendo di accantonare momentaneamente l’ultima frase di lei. Hermione lo guardò, sbattendo dubbiosa le palpebre. “Ieri io non ero qui!” si spiegò Ron, passandosi le mani tra i capelli. “E…e questo mondo è completamente assurdo, va tutto al contrario! Harry non dovrebbe stare con Cho! Dico…Cho, ti rendi conto?! E Ginny non dovrebbe essere dispersa chissà dove, ma dovrebbe stare con Harry, che appunto per questo non dovrebbe stare con Cho! E tu! Tu, Hermione…io non…” Ron si morse la lingua, interrompendosi frustrato.

Fece un respiro profondo cercando di calmarsi.“…Tu non dovresti stare con lui  terminò senza guardarla in faccia.

La cucina rimase avvolta in un silenzio ovattato per qualche breve istante.

 

“Perché sei qui Ron?” squittì Hermione con la voce strozzata dal pianto.

Lui alzò immediatamente lo sguardo, sorpreso di vederla piangere.

 

Hermione…”

Lei scosse la testa, sconvolta da un singulto violento.

 

“Non è divertente…” continuò lei con voce strascicata.

Ron ridusse gli occhi a due fessure.

 

“Tu…tu non mi credi? Pensi che ti stia prendendo in giro?!” riuscì a stento a controllare il tono di voce.

Lei gli rivolse uno sguardo supplichevole.

 

“L’ultima volta che mi hai rivolto la parola è stato tre anni fa. Poi da un giorno all’altro Harry mi telefona e mi dice che tu stai venendo e nel giro di cinque minuti ti ritrovo davanti la porta di casa. Mi racconti questa storia assurda e termini il tuo raccontino con le stesse parole che mi hai detto l’ultima volta che ti ho visto. Cosa vuoi da me?! Cosa, Ron?!

Ron la guardava basito.

 

Hermione io non…” si bloccò non sapendo davvero cosa dire. “…io non ti sto mentendo”

Lei alzò gli occhi umidi su di lui.

Lo scrutò a lungo senza fiatare.

 

“Cosa vuoi da me?” ripeté, senza abbassare lo sguardo.

 

“Cosa ti ho fatto?” chiese lui, fronteggiandola.

Hermione era ancora visibilmente indecisa se credergli o no.

Sospirò, deglutendo lentamente nonostante avesse la gola secca.

 

“Mi hai abbandonata” disse infine “Cioè no.” si corresse subito. “…Io ti ho abbandonato”.

Ron la studiò, in silenzio.

 

“Io e Viktor stavamo insieme da così poco. Tu non te ne facevi una ragione.” Arrossì, evitando di guardarlo. “Mi hai dato un ultimatum: o te o lui.”.

Ron sentì un forte bruciore espandersi veloce e letale nel suo petto.

 

“E tu hai scelto lui.” terminò Ron tra i denti, mentre sentiva il petto squarciarsi, dilaniato da qualcosa che non riconosceva.

Hermione annuì impercettibilmente con la testa, guardando il tavolo.

 

“Tu eri così inaffidabile” mormorò con gli occhi di nuovo lucidi sentendo il dovere di spiegarsi.

 

“Non devi giustificarti” disse subito Ron, sofferente.

 

“Sì invece”

Lui alzò lo sguardo giusto in tempo per vedere una lacrima ribelle percorrere veloce la guancia pallida di lei. La vide portarsi una ciocca di capelli dietro l’orecchio, stirare le labbra in quello che doveva essere una mera imitazione di un sorriso. “Avevi…avevi ragione tu.” lei trovò il coraggio di guardarlo negli occhi e il dolore al petto diminuì leggermente.

 

“Avevo ragione?” Ron non era sicuro di aver capito.

Lei sorrise appena.

 

“Hai mai visto qualcuno portare a spasso il cane in macchina, Ron?”

 

“No…” rispose titubante, figurandosi la scena di Viktor Krum che si allontanava veloce a bordo della sua macchina costosa.

Hermione annuì, con una smorfia sul viso.

 

“Già”

 

Hermione…non ti capisco”

 

Viktor porta sempre a spasso AlbusRon non riuscì ad impedirsi di abbozzare un sorriso. “…sempre in macchina. E sempre – o quasi – dopo che Albus l’ha già fatta sul tappeto”.

Ron strinse gli occhi.

Il dolore nel petto tornò a colpirlo, più furioso di prima.

 

“Dimmi che sto pensando una cosa stupida…”

Hermione non rispose.

 

“Daphne è una sua collega…Ti ricordi di lei? Era una Serpeverde”.

Ron annuì con un’espressione furiosa sul volto.

Daphne Greengrass era probabilmente una delle donne più belle che avesse mai visto. Era inverosimilmente perfetta, bella da togliere il fiato a qualsiasi uomo dotato di senno.

Era fredda come il ghiaccio, altezzosa e regale.

Daphne Greengrass era morta due giorni prima.

Ron l’aveva vista cadere sotto un incantesimo, il suo corpo deturpato dalla ferocia delle fatture che le erano state scagliate.

Il servizio che i Mangiamorte riservavano ai loro traditori.

 

“…penso vada avanti da diverso tempo, ormai” finì Hermione, prendendo un sorso dalla burrobirra di Ron.

 

“Io lo ammazzo” ruggì Ron con gli occhi scuriti dalla furia.

Hermione lo fissò allarmata.

 

Ron, per favore…” replicò esausta.

 

“COSA?!” lui scattò in piedi. “Non puoi permettergli di trattarti così! Dov’è l’Hermione forte e spavalda?! Dov’è quella che prende a calci in culo i luridi servitori di Voldemort?!

Hermione cacciò un urlo, terrorizzata.

Ron la guardò sconvolto.

 

“Non dire mai più quel nome!” urlò lei ricominciando a piangere.

Ron non credeva alle sue orecchie. Si risedette massaggiandosi la testa con le mani.

 

“Dov’è la mia Hermione?” chiese, atono guardandola negli occhi.

 

“Mi dispiace” disse solo.

 

HERMIONE REAGISCI, CAZZO!” lei sussultò, colta di sorpresa. “Tu sei una che non molla mai! Miseriaccia, allontana tutto quello che ti trattiene e torna quella che eri!”

 

“Come fai a sapere che non sono sempre stata così?! Da quello che hai detto non sei di queste parti!”

 

“Beh se ora mi hai risposto in questo modo invece che metterti a piangere come hai fatto nell’ultima mezzora vuol dire che non ho torto io!”

Hermione gli lanciò un’occhiataccia piccata.

  

La cucina tornò di nuovo silenziosa.

Il ticchettio costante e metallico dell’orologio scandiva incessante il trascorrere infinito del tempo. Ron non riusciva a capire come facesse il silenzio ad essere così assurdamente rumoroso in quel mutismo ovvio e spossante. Sentiva i polmoni vuoti, una sensazione di soffocamento interrotta solo dalla nenia regolare prodotta dai battiti delle lancette.

 

“Credo di doverti mostrare una cosa” il tono di voce inverosimilmente pacato di Hermione ebbe il potere di farlo sobbalzare.

Tutto d’un tratto gli sembrava di vedere una luce nuova nei suoi occhi, una luminosità particolare a cui era abituato da sempre. Il cervello di Hermione.

Ron riusciva quasi a sentirlo, mentre lavorava, lavorava, lavorava instancabile, sempre, costante, concentrato, allenato. Macchinava qualcosa in quella testolina, la sua ragazza dai capelloni e l’aria saccente, ogni volta che il suo volto era illuminato da quella brillantezza particolare sprigionata dalle iridi nocciola.

 

Ron non ci pensò un attimo a seguirla.

 

“Improvvisamente mi è venuto come una sensazione di dejà-vu…sai quando capita qualcosa che per quanto possa sembrare normale, questa è unica nello stesso momento, ma poi ti colpisce quella strana sensazione allo stomaco e ti viene in mente che una cosa del genere l’hai già vissuta…io ho già sentito una cosa simile!”

Lui dovette correre per le scale per tenerle il passo.

 

Hermione, ma…”

 

“Non mi capisci”

 

“Eh” Ron la guardò mortificato.

Hermione non sembrava particolarmente sorpresa.

Si bloccò all’improvviso arrivata di fronte ad una porta chiusa. Si girò verso di lui, fissandolo negli occhi e lasciandosi sfuggire un sospiro soddisfatto.

 

“Sai cos’è un deja-vù, Ron?”

Lui scosse la testa, muovendosi nervosamente sui piedi.

“Un dejà-vu è la sensazione di aver già vissuto un determinato avvenimento. È un qualcosa che prende caratteri magici anche nel mondo non magico, ma che non si riesce a spiegare neanche in quello magico” Ron la fissava in attesa. “Quando stavi parlando prima, non mi è sembrato che ci fosse qualcosa di strano, perché ero troppo presa dal fatto che tu eri venuto da me dopo tanto tempo, e il mio cervello ha smesso per un attimo di fare il suo dovere” lui si fece scappare un sorriso.”…quello che voglio dire…è che la tua storia, Ron, forse non è così assurda”

Lui aggrottò le sopracciglia, mentre sentiva i suoi nervi tendersi.

 

“Ma cos…” Hermione lo zittì con un gesto della mano.

 

“Non fare…niente di stupido

Ron non fece in tempo a replicare che Hermione aprì la porta chiusa davanti alla quale si erano fermati. Gli prese un braccio spingendolo all’interno.

Inizialmente non vide nulla.

Era una piccola stanza, ordinata e probabilmente luminosa se non fosse stata oscurata dalle tapparelle abbassate in modo disordinato e apparentemente repentino. Ron si sforzò di vedere qualcosa nella penombra. Studiò lentamente l’area, fermandosi solo una volta arrivato all’angolino più remoto.

C’era qualcuno nella stanza, una piccola figura che non riusciva ancora a distinguere, ma che in cuor suo sapeva essere familiare.

Fece un passo avanti, il pavimento cigolava pigro sotto il peso.

 

Ron incrociò un paio di occhi gemelli e riconobbe una cicatrice che non più di due giorni prima aveva visto squarciare una guancia rosea quando era ancora ferita sanguinante.

Ebbe un tuffò al cuore.

 

 

“…Ginny?!”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ta-ta-ta-taaaaaaaaaaa…ta-ta-ta-taaaaaaaaaaaaaa ! U__U !

Colpo di scena ! O.O ! xDDDDDDDDDDDDDDDDDDDD

Ed ecco qui il terzo capitolo de…La Cosa”! Giuro che nel prossimo chap finalmente si chiariranno diverse cose! xD So di essere una perfida infame ad andare avanti chap dopo chap senza darvi un indizio su cosa perdincibacco è successo, ma abbiate pazienza, sarete presto illuminati! xDDDDDDDDDD

Mi spiace se questo chap magari è stato un pochetto noioso, ma mi serviva sia per la situazione RH sia per l’apparizione finale!

Prima di lasciarvi in balia del punto interrogativo sulle vostre teste che vedo ingrandirsi ogni volta di più, faccio i dovuterrimi ringraziamenti! *_____________*!

HermioneCH, robby, alessandra, Aurora, ginny89potter, karmygranger, Saty, Domeeee **, flyingstar16, hermron, la Gem! [mi manchiiiiiiiiii çç!], Mary Cry, PazzaWendy, funnynurse, EDVIGE86 [grazie mille love sono felicissima che ti sia piaciuta! ^-^!], chichi Joannadellepraterie, Killer, light lily [xDDD wuahauahau! ß-risata sadica xD No ok. U_U mi cheto che mi fucili davvero sennò xDD], Evan88, Chiaras, jin, valeria18 [love il mio computer è moruto çç sono su uno di emergenza e non c’è MSN qui! çç!], Nana92, _Ly_

 

Sono assolutamente cosciente della vostra confusione e ne vado assolutamente fiera!

:D :D :D!

xD Occhi basta che mi prendete a badilate ._______.

GRAZIE TANTERRIMO PER I COMMENTIIII! *_______________________________*!

Anche per oggi è tutto! ^-^

Che ne dite di iniziare la settimana con un bel commentino? *occhi da Bambi*

È salutare, rendete felice il prossimo (cioè me! xD) e non inquina l’ambiente! xDDDD

Baciottiiiiiiiiiiiiiiii! :***

   
 
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