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Autore: CottonBatu    27/04/2007    25 recensioni
Vide lei e i suoi occhi. Poi il buio.
Genere: Commedia, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Ron/Hermione
Note: Alternate Universe (AU), OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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“Weasel, per l’amor del cielo svegliati

Chappo dedicato a zia funkia, pikkè martedì mi diventa una zia adulta! *v*!!

çç! Che emozione! çç la mia zia sta diventando grande! *ççç*!

AUGUROTTOLI ^v^

 

 

 

 

WTF?!...

{What the Fuck?!...}

Capitolo 1.

 

 

 

 

 

 

 

So I run, hide and tear myself up
Start again with a brand new name
And eyes that see into infinity
I will disappear.

 

 

    

                                     30 Seconds to Mars – Capricorn

 

 

Weasel, per l’amor del cielo svegliati! Questa è l’ultima volta che ti chiamo, poi tua madre mi ha dato il permesso di schiantarti!”

Ron aprì lentamente gli occhi, provando una voglia irrefrenabile di soffocare la proprietaria di quella voce.

 

“Lasciami stare, sono stanco!” mugolò lui, girandosi dall’altra parte, nel suo letto troppo piccolo ed esageratamente arancione.

 

Ronald, conterò fino a tre, poi giuro su Salazar Serperverde che ti schianto!”

Lui gemette, distrutto, mettendo la testa sotto il cuscino.

 

Poi ricollegò la situazione.

Cosa miseriaccia ci faceva lui alla Tana, mentre Harry e gli altri stavano combattendo contro il Signore Oscuro?!

Sbarrò immediatamente gli occhi, mentre un senso di speranzoso sollievo gli riscaldava il petto.

 

Era finita.

La guerra era finita!

 

Ron non riusciva a crederci. Si alzò a sedere con uno scatto di reni come se respirasse per la prima volta dopo mesi.

Era finita, cazzo.

Niente più lotte, niente più morte.

 

Alzò lo sguardo, ridendo come un bambino, felice come non lo era stato mai.

La sua risata, però, si spense immediatamente quando incontrò un paio di occhi verde scuro appartenenti alla persona che meno si sarebbe aspettata di trovare lì.

Pansy Parkinson.

 

Con un balzo saltò in piedi sul letto, cercando con gli occhi la sua bacchetta.

Niente bacchetta, ovvio.

Ron si guardò intorno in preda al panico. Attorno a lui tutto era come aveva lasciato l’ultima volta che era stato lì.

I poster attaccati alle pareti, la biancheria sporca accatastata a un lato, i vecchi libri di Hogwarts impilati sulla scrivania disordinata.

Tutto era perfetto, eccetto quella ragazzetta esile e non molto alta che in quel momento lo stava guardando in modo pericolosamente simile a come faceva sua madre.

 

“Si può sapere che ti prende, brutto idiota? Avanti alzati o è la volta buona che Molly ti caccia fuori di casa!” squittì acida lei, con le mani ben piantate sui fianchi.

 

“Chi sei?! Cosa vuoi? Dove sono?! Cosa mi avete fatto?”

Pansy per un lungo attimo lo guardò allibita.

 

“Ma ti sei rimbambito tutto d’un colpo?! Guardati intorno! Dove vuoi che esista un posto tanto arancione se non in camera tua?”

Ron si guardò intorno di nuovo, con gli occhi pericolosamente fuori dalle orbite.

 

“Che razza di diavoleria è questa?! Come avete fatto? E dove sono tutti? Dov’è Hermione! E Harry? Harry sta bene?”

 

“Santo Merlino, ma quanto avete bevuto tu e i tuoi fratelli ieri sera? Mi stai cominciando a spaventare!”

Ron emise un suono indistinto.

 

“TI HO CHIESTO DOV’È HERMIONE!” urlò lui, passandosi una mano sulla fronte imperlata di sudore.

Pansy sussultò.

 

“Cosa vuoi che ne sappia, insomma! Sarà a casa! O fare la spesa, che ne so!”

Ron rise in modo isterico, continuando a muoversi in piedi, sul letto.

 

“Mi stai prendendo per il culo, vero?”

 

“Non più del solito emerito idiota” borbottò Pansy, incrociando le braccia al petto. “Ora fila che devo rassettare! Tua madre ti aspetta di sotto, farai meglio a sbrigarti!” continuò cacciandolo dal letto e cominciando a riordinare qua e là.

Ron la guardò, sconvolto.

 

Decise saggiamente di lasciarla lavorare e si diresse con circospezione fuori dalla stanza, quasi con il terrore di vedere Zabini che usciva dal bagno in accappatoio.

Nessuno in vista.

Scese velocemente le scale, percorse il salotto e arrivò in cucina, dove sua madre armeggiava con pentole e padelle e Fred e George erano a tavola, tenendosi la testa tra le mani.

 

“Alla buon’ora!” esordì Molly non appena lo vide entrare.

George gemette, sconfitto dal mal di testa.

 

“Mamma ti prego…” mormorò Fred.

 

“…abbassa la voce!” terminò George.  

Lei li guardò indispettita.

 

“No, che non l’abbasso! Così la prossima volta ci pensate due volte ad ubriacarvi in quel modo!” tuonò Molly, rossa di rabbia.

I gemelli scelsero sapientemente di non controbattere.

 

“Mamma…” soffiò Ron, passandosi una mano tra i capelli. “Di là…di là c’è una Mangiamorte!”

George lo fulminò con lo sguardo.

 

“Non chiamare mia moglie in quel modo! Solo perché non ti va a genio non ti do il diritto di chiamarla così!” 

L’occhio di Ron ebbe un tic.

 

“Ripetilo”

George lo guardò senza capire.

 

“Non ti permetto di chiamare Pansy, M…in quel modo lì, insomma!” squittì, lui frustrato.

Fred e Molly guardarono Ron in dubbio.

Lui dal canto suo, si accasciò sconvolto su una delle sedie libere.

 

Moglie…”

 

Ron, ti senti bene?” chiese Molly asciugandosi le mani con un panno.

Lui la guardò, shockato.

 

“No, che non sto bene, cazzo!” sbottò lui, scattando in piedi, facendo quasi cadere la sedia.

 

“Non essere scurrile, caro”

Ron le lanciò un’occhiataccia, respirando profondamente e serrando le mascelle.

La stanza rimase silenziosa per qualche secondo, poi lui fece una risatina massaggiandosi gli occhi nervosamente.

 

“Quindi fatemi capire…” esordì continuando a ridacchiare in modo isterico “Pansy Parkinson è sposata con George?! Con mio fratello, George?!” rise di nuovo, guardando Fred “E tu? Tu con chi stai con Millicent Bullstrode?” prese a camminare per la cucina sotto lo sguardo attonito dei presenti.

 

Ronnie, credo sia meglio che ti calmi ora…se sapevamo che avresti reagito così, non ti avremmo mai portato a bere con noi ieri!” disse Fred, fissandolo stranito, mentre si passava per l’ennesima volta la mano tra i capelli.

 

Fred, Pansy Parkinson mi sta rifacendo il letto! Ti pare normale, questo?!” urlò smettendo un attimo di camminare. “Te lo dico io, non è normale, miseriaccia!” abbaiò riprendendo a percorrere la cucina ad ampie falcate.

 

Molly diede uno schiaffetto alla nuca dei gemelli, che la guardarono allibiti.

“La prossima volta che vi vedo bere anche solo una burrobirra, vi defenestro!” squittì, incattivita. “Ron avanti siediti” mormorò lei, cambiando totalmente tono di voce.

 

“Tutto questo è assurdo…” soffiò Ron ignorandola e scuotendo la testa, come a rifiutare di credere a quello che stava accadendo.

 

Cosa è assurdo, Ron?” chiese Molly, quasi timorosa, smettendo si lavare le pentole.

 

“Tutto questo è assurdo, mamma! Pankinson che fa parte della famiglia e che mi rassetta la camera è assurdo!”

 

“Ma è sempre stato così!”

Ron scosse la testa con più vigore, passandosi una mano sulla fronte.

 

“Io…devo vedere Harry.”

 

 

 

*

 

 

 

Ron percorse velocemente il lungo viale alberato che portava al centro di Bromley, l’area più a sud di Londra. Camminava svelto, con gli occhi rivolti verso il basso e i pugni serrati dal nervosismo.

Si fermò solo una volta arrivato di fronte ad un grande cancello, che circondava un’enorme villa dal gusto vagamente orientale.

 

Casa Potter.

Ron si mosse indispettito sui suoi piedi.

Anche in quella specie di mondo parallelo riusciva ad essere il più perdente del gruppo.

Scacciò il pensiero cercando distrattamente il campanello e lo suonò, rimanendo in attesa.

 

Il cancello si aprì poco dopo.

Avanzò intimorito nel grandioso giardino antistante la casa, pieno di ciliegi in fiore che profumavano tanto da essere quasi inebrianti e persino con un grazioso ponticello cinese che si alzava su un piccolo ruscello artificiale.

Ron si sentì un perfetto idiota.

 

Vide una ragazza venirgli incontro tutta sorridente, mentre accarezzava orgogliosamente il suo pancione.

 

Ron!” cinguettò lei abbracciandolo forte. “È da tanto che non ti fai vedere da queste parti, vieni, forza!” lo prese per mano radiosa e lo condusse in casa, non smettendo di sorridere.

Ron si concentrò per un attimo sui lineamenti di lei.

 

Era bella, senza dubbio.

Aveva lunghissimi capelli neri e molto lucenti e una pelle talmente chiara da sembrare di porcellana. Ma quando incontrò i suoi occhi color petrolio Ron si rese conto che lui la conosceva già e anche piuttosto bene.

 

Cho…”

Lei si girò verso di lui.

 

“Sì?”

Ron spalancò gli occhi.

Solo Dio sapeva quanto avrebbe desiderato aver torto.

 

Cho?!” lei ridacchiò, leggermente stranita.

 

“Sono qui Ron!”

Lui la guardò spaurito.

 

Harry vive qui?” squittì, temendo la risposta.

Cho rise, portandosi una ciocca scura dietro l’orecchio.

 

“Beh, non l’ho ancora cacciato di casa, quindi direi di sì!”

Ron miagolò.

 

“Io…Io devo parlare con Harry, immediatamente…”

 

 

 

§§§§§§§§§§§§

 

 

 

La situazione decisamente non andava.

Ron Weasley sospirò, frizionandosi nervosamente le ginocchia.

Era sempre stato un tipo oggettivamente tradizionalista, lui. Ed essere tipi tradizionalisti nel suo caso voleva dire Natale in famiglia, niente serpi per cognate e Ginny possibilmente illibata o possibilmente con Harry.

Di certo l’opzione Cho incinta di Harry e Ginny dispersa chissà dove, sarebbe stata scartata a priori essendo lui un tipo tradizionalista, appunto.

 

Ron sbatté leggermente le palpebre tentando di non cadere vittima dell’infarto latente.

 

“Quindi…” si bloccò vedendo Harry e Cho fare una delle più disgustose imitazione di adorabili eschimesi, facendo teneramente scontrare i loro nasi, senza alcun apparente ritegno né rispetto per Ron.

Si schiarì rumorosamente la voce, mentre un nuovo moto di arreso disgusto gli saliva dalla bocca dello stomaco. “quindi…” riprovò a voce più alta “Non sapete dov’è Ginny.

 

Cho sembrò essersi improvvisamente ricordata della sua esistenza.

 

“Certo che no, tesoro! Come potremmo, è scappata così all’improvviso! Ora bevi il tuo the, che sennò si fredda!” cinguettò premurosa lei, schioccando un bacio sulla guancia di un adorante Harry.

 

Ron gemette.

 

“Ma…come mai sei qui, amico? La storia di Ginny la sai meglio tu che noi!” chiese Harry, lanciando l’ennesimo sguardo colmo di amore e sdolcinatezza verso Cho, che lo ricambiò con uno altrettanto pieno di significati.

 

“Eh.” Ron boccheggiò.

Era andato lì per parlare con Harry della situazione alla Tana, ma così come stavano le cose, la sua visita sembrava davvero inutile.

Serrò le mascelle, mentre la coppia esageratamente felice di fronte a lui attendeva una risposta.

 

Ovviamente ingannando l’attesa scambiandosi amorevoli e nauseabonde effusioni.

 

“P-erò…” insistette, richiamando l’attenzione su di sé. “…ieri sera ho sbattuto la testa!” rise di sé stesso, sperando con tutto il cuore di essere vagamente convincente. “E…e…sapete ci sono certe cose che proprio mi sfuggono stamattina! Pensate che mi sono addirittura spaventato vedendo Pansy alla Tana!” disse, fingendo di essere divertito.

Harry e Cho risero insieme a lui, sinceramente.

 

“Certo che devi aver sbattuto proprio forte!” disse Cho, mentre Harry le accarezzava il pancione “Per spaventarti di Pansy! Voglio dire…siamo amici da una vita!”

 

“Già!...Da una vita!” convenne Ron, ormai isterico. “E ditemi…Luna che fine ha fatto?”

Harry baciò appena Cho, che arrossì come una bambina. Lui alzò le spalle.

 

“L’ho sentita un paio di giorni fa. La sua carriera da cantante da bar prosegue alla grande!”

Ron sgranò gli occhi, facendosi scappare una risatina sincera.

 

“Cantante da bar? Luna fa la cantante da bar?!

 

“Cosa c’è da ridere?! È un lavoro serio ed onesto! Senza contare che sei stato tu ad iniziarla a questa carriera!” disse Harry convinto.

 

“Certo!” rise Ron “…e ora mi direte che Neville fa il serial killer!” Harry e Cho risero.

 

“Neville è pur sempre Neville! È tornato dal suo safari in Africa giusto la settimana scorsa! Dico, ti immagini due anni tra leoni e ghepardi? Dev’essere stato emozionante!”

Cho gli strinse il braccio, guardando Ron scoppiare a ridere di gusto.

 

“Amorino, ho idea che Ron abbia sbattuto la testa veramente forte!” mormorò preoccupata, guardandolo.

Harry lo fissò per un attimo, poi annuì.

 

“Hai proprio ragione tesorina. Ma in fondo non c’è da sorprendersi no? Il mio amore ha sempre ragione!”

Ron pensò seriamente che era arrivato al limite dell’umana sopportazione.

 

Passi Pansy come cognata.

Passi Ginny scomparsa.

Passi Cho incinta di Harry.

Passi Harry, il cui quoziente intellettivo era pari più o meno a quello di un orsetto lavatore ritardato.

Passi persino Luna cantante da bar e Neville a fare un safari un Africa.

 

Ora però si stava arrivando alla fine.

 

Ci mancava solo Hermione insieme a Krum e avrebbe davvero toccato il fondo!

 

Ron sorrise tra sé, pensando che mai sarebbe potuta accadere una cosa simile.

Poi però nella sua mente comparve Pansy in versione mamma Weasley. Gli comparve Luna spalmata su un pianoforte vestita di un lucentissimo vestito rosso. Gli comparve Neville accanto ai dentoni di un leone, nella savana sconfinata.

Ingoiò il vuoto, allarmato.

 

Harry? Dove hai detto che abita Hermione?”

 

 

 

*

 

 

Per la seconda volta Ron suonò un campanello londinese quel giorno.

Questa volta però niente cancelli e giardini titanici, solo una porticina verde chiaro, semplice ed elegante.

Sorrise a se stesso, teso.

Hermione era Hermione, miseriaccia.

 

Si mosse leggermente sui piedi, notando che nessuno stava aprendo la porta.

 

Hermione!” chiamò, senza pensarci. “HERMIONE!”

Ron sentì distintamente qualcuno muoversi all’interno dell’abitazione.

 

HERMIONE!”

Finalmente la porticina si aprì.

Lui sgranò gli occhi, sconvolto.

 

Ron! Mi dispiace, non è in casa…volevi qualcosa da Hermi-un?”

Ron, ingoiò il vuoto.

Ora si era toccato davvero il fondo.

 

 

 

 

 

 

 

Per rispondere ad una domanda che forse alcuni di voi si staranno ponendo, NO, non avete sbagliato fanfiction. xD

Ve lo avevo detto che era tutt’altro che tragediosa, ma voi eravate comunque restii a credermi! Toh, così vi imparate a non fidarvi! xDDDDDDD

Ebbene spero ancora una volta di avervi fatto capire poco e niente con la trama! [non siete contenti? Siamo vicini al terzo chap e non sapete ancora di cosa parla! xDDD]

A parte gli scherzi, anche se è qualcosa di un po’ particolare, spero che apprezzerete ^^ e spero che le idee che vi erano venute nel prologo non siano collegabili a questo cap! xDDDD

Orsù passiamo ai dovutissimi ringraziamenti! *____*

KarmyGranger, EDVIGE86, Aurora, ginny89potter, zia Ly, zia Fufu! *___* xDDDmiodioquantezie!, funnynurse, SiJay, robby, PazzaWendy, Chiaras, Evan88, Saty, CrisSunrise

 GRASSIE MILLEEEEEEEE!!!! *____________________________________*!

 

Bene! ^.^ anche per oggi ho concluso con la mia buona dose di idiozie! Quindi, cosa ne dite di esercitare i ditini – la prova costume si avvicina! xD – e lasciare un commentino? Suvvia, sono stata brava e ho aggiornato anche subiterrimo! xDDDDDDDDDDDDDD

Baciotti potti a tutti! ^^

Chuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuu! :****

   
 
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