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Autore: Party Poison    24/10/2012    1 recensioni
Frank aveva provato ad andare avanti, come aveva fatto Gerard ma non era destino che stessero lontani. Avrebbero avuto la loro famiglia, sì ce l'avrebbero messa tutta per crearne una, ma tutto era già stato scritto e dopo una rivelazione ne escono più uniti, specialmente se la loro famiglia sta per allargarsi.
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Frank Iero, Gerard Way
Note: Lime | Avvertimenti: Mpreg
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Capitolo 10                                           Have you heard the news that you’re pregnant?        prima parte
 
Frank l’aveva baciato per un semplicissimo automatismo, senza badare al fatto che aveva Bandit in braccio, che infatti in quel momento li stava fissando senza capire nulla. Gerard se ne accorse e si staccò violentemente dalle labbra del moro, per cercare di limitare il ‘danno’. La piccola si aggrappò ancora di più al collo di Frank, non fece alcuna domanda, come al contrario i due si aspettavano, ma si limitò a dire che questa ‘nuova’ famiglia gli piaceva, perché era molto unita e il sorriso della coppia si fece ancora più grande. Il rosso prese per mano il ragazzo e tutti e tre insieme si diressero verso l’automobile per ritornare a casa quando d’un tratto Gerard si fermò, portandosi una mano allo stomaco.
“Tutto bene, amore?”, chiese Frank.
“No, per nulla, è da stamattina che ho una certa nausea e non ci pensa ad andarsene. Non capisco il perché”.
“Sarà qualche virus nell’aria, vuoi che ti accompagni dal medico?”.
“Spero mi passi tra poco, non mi va di andare in un ambulatorio dall’odore nauseabondo di sterile”.

Salirono in auto e andarono a casa. Appena entrarono nell’appartamento, Gerard salì le scale in fretta e si diresse verso il bagno per vomitare. Frank lo raggiunse il prima possibile: “Credo sia meglio tu vada dal medico. A cena ieri hai mangiato poco niente, stamattina a colazione non hai nemmeno bevuto il tuo solito caffè. Non è una cosa normale. Su,” gli diede una mano a rialzarsi, “ti preparo un te caldo e vediamo come va”. Scesero in cucina, il moro aiutò Gerard a stendersi sul divano e gli porse una coperta. Poco dopo lo raggiunse la figlia.
“Daddy, stai bene?”, chiese con aria turbata la piccola.
“Ma certo amore, non preoccuparti. Intanto che zio Frankie prepara il te, mettimi su un cd per cortesia, così cantiamo qualcosa. Ti va?”.
Bandit si alzò e andò a prendere “Danger days – The true lives of the fabulous killjoys” dal porta-cd accanto al televisore e lo mise nel lettore. Gerard, coccolato dalla musica, si addormentò per poi svegliarsi dopo mezzogiorno, quando sentì Frank cantare “Destroya”.
“…I just believe we’re the enemy uh uh uh ah…”
Il rosso non se la sentiva di cantare, non stava ancora bene, ma quando il moro vide che era sveglio, lo trascinò in un ballo poco ortodosso. Naturalmente non poteva far altro che assecondarlo nonostante le sue condizioni di salute.
“Bandit?”, chiese il più grande, non vedendo più la figlia nei dintorni.
“È da mia madre, così adesso possiamo andare tranquillamente dal medico”.

Gerard si infilò la giacca e uscì con Frank, dirigendosi verso l’auto. Poco dopo arrivarono ad un ambulatorio troppo bianco, sul campanello una targhetta ‘Mr.White”.
“Non è stato il tuo stesso medico di quando eri incinto, Frank?”
“Sì, ma è anche un semplice dottore”. Fu la prima volta che il moro mentì, sapeva che c’era qualcosa che non andava nel rosso, dato che aveva gli stessi sintomi di quando era rimasto lui incinto.
Suonarono il campanello e venne un uomo ad aprire, di all’incirca quarant’anni.
“Signor Iero! Che piacere vederla!”, spuntò su di lui un sorriso enorme.
“La prego, ora mi può chiamare signor Way”, lo corresse il moro.
“Ma sì, certo, chiedo perdono. Lei dev’essere il famoso Gerard Way, e non solo per la sua fama da cantante. Molto piacere.”, si strinsero fortemente la mano e il medico ritornò a rivolgersi a Frank: “La bambina? Come sta?”.
“È in ottima salute, vive con noi ora. Le abbiamo spiegato la maggior parte delle cose”.
“Ottimo, ottimo. Entrate! Chi dei due deve fare una visita?”
“Gerard, è da stamane che non mangia nulla e continua a vomitare”.
Li condusse nella sala visite e fece stendere il rosso su un lettino, dopo avergli fatto togliere la giacca e la camicia.
“Facciamo un’ecografia allo stomaco, vediamo cosa c’è che non va”. Uno sguardo d’intesa corse tra Frank e il medico.
Applicò il gel e cominciò a far scorrere il macchinario sul suo torace e si fermò su quel punto.
“Frank, mi spieghi una cosa. Vi siete per caso messi d’accordo?”
“C’è qualche problema?”, chiese allarmato il rosso.
“No, vede, come il suo compagno cinque anni fa, anche lei è incinto. Congratulazioni, il vostro secondo figlio!”
Il moro scoppiò a piangere, non con tristezza però e si chinò ad abbracciare Gerard, ancora sconvolto per quanto stava accadendo. Frank chiese che il dottore li lasciasse soli, perché potessero parlare un minuto.
“Che cosa c’è che non va, amore?”, chiese il ragazzo.
“Teoricamente nulla, praticamente non riesco a capire come sia possibile”.
“È successo anche a me, Gee, ciò vuol dire che è molto più che possibile. Stai pensando forse di abortire?”, chiese tristemente.
“No! Non potrei mai! Come ti salta in mente di dire una cosa del genere, Frank Anthony Iero?”, si portò una mano all’addome, “Qui c’è nostro figlio o figlia, come puoi solo pensare che io possa negarlo?”
“Questo mi solleva”, rispose semplicemente e diede un lieve bacio a Gerard per poi aiutarlo a togliersi il gel. Dopo che si fu rivestito, uscirono e raggiunsero il medico nella sala d’aspetto.
“Signor Way, le prescrivo queste vitamine perché il bambino ne ha bisogno e lei non mi sembra particolarmente in carne. Ah, un’altra cosa, lei fuma?”
“Secondo me anche troppo”, fu Frank a rispondere e Gerard a momenti lo inceneriva con lo sguardo.
“Dovrà smettere se vuole che il bambino non abbia alcun problema. Per qualsiasi cosa, chiamate questo numero. Vi voglio vedere ogni mese per l’ecografia” gli porse un biglietto da visita e li accompagnò verso la porta.
“Grazie per la visita, dr. White”, disse il moro.

Si strinsero la mano e salirono in macchina. Frank la mise in moto e non disse alcuna parola ma poco dopo Gerard parlò.
“Come lo chiamiamo, o la chiamiamo?”, era tutto entusiasta.
“Ti prego, Gee, nessun nome strano o impronunciabile. Già ‘Bandit’ non so quando l’hai pensato”.
Il rosso scoppiò a ridere: “Volevo avesse un nome originale”.
“Sicuramente l’hai trovato molto, molto originale”, rise anche il moro.
“Per il futuro componente della famiglia, ci penseremo a tempo debito. Come facciamo a dirlo a nostra figlia?”
“Oh..Oh..le diremo semplicemente che sei incinto!”
“Frank! Sii serio”, sbottò Gerard.
“Non lo so. Quando comincerà a notarsi, le spiegheremo tutto. Comunque per qualche settimana non dovrebbero esserci problemi”
“Mi fido di te che ci sei relativamente passato”.
“Ehi, andrà tutto bene, non ti preoccupare”
“Sì, immagino te lo ripetessi spesso anche quando tu ti sei accorto di essere incinto”
“Esattamente”
“E ha funzionato?”
“Non proprio, la paura è rimasta”
“Come immaginavo”

Andarono a riprendere Bandit da Linda e ritornarono a casa.
Gerard si ritirò in bagno per farsi una doccia. Quando uscì, rimase per molto tempo a fissarsi allo specchio. Era semplicemente un miracolo che fosse ricapitato a loro. Il problema era se Bandit l’avrebbe accettato ma era sicuro che un compagno o una compagna di giochi non le sarebbe dispiaciuto. Il pomeriggio passò velocemente e arrivato il momento di andare a dormire, Gerard si infilò il pigiama e si coricò nel letto con affianco Frank.
Il moro gli stampò un bacio appassionato e poggiò l’orecchio e poi le labbra sulla pancia del rosso, lasciandogli un piccolo bacio.
“Buonanotte amore mio, e buonanotte anche te, ragione della mia piccola esistenza”, disse rivolgendosi a Gerard. 
  
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