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Autore: LuluXI    24/10/2012    5 recensioni
“Terra mitologica? Locus Amenus?” domandò Death Mask, scettico “Ma l’Arcadia non è una regione della Grecia famosa per la sua inospitalità?” domandò il Gold Saint osservando ora il paesaggio ora il cartello.
“Si, ma nella mitologia era un luogo paradisiaco, dove ninfe e pastori vivevano insieme in armonia e senza preoccupazioni.”
“A quanto pare la fantasia supera la realtà…”
(Dal Capitolo 3)

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Alla guerra contro Hades segue un periodo di pace, durante il quale i Saint, riportati in vita, cercano di risvegliare Seiya dall’apparente stato di morte in cui è caduto. Un mattino ritrovano Atena, che era rimasta a vegliare sul Bronze Saint, congelata.
Per dimostrare che gli autori del misfatto non sono Camus e Hyoga e salvare la dea, Milo, Death Mask e Shun partono per la Siberia
Una forza misteriosa li spedisce in quel luogo che nella mitologia è chiamato Arcadia, mentre nell’ombra qualcuno trama per la rovina di Atena e dei suoi Saint. Quali misteri nasconde l’Arcadia? Riusciranno i Saint a fermare la vendetta in atto, mossa da un antico rancore?
[Anche se si cerca di rimanere IC, possibilissimi OOC e l’avvertimento c’è.]
Genere: Avventura, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Andromeda Shun, Aquarius Camus, Cancer DeathMask, Scorpion Milo
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Thekla e Anatol ebbero giusto il tempo di capire cosa stava succedendo: poi i rami dell’acacia che imprigionavano Milo andarono in mille pezzi. Le schegge di legno accompagnarono i movimenti del Saint dello Scorpione che in un attimo li aveva già superati, diretto verso Atena.
“No!” urlò la ninfa, lanciando nuovi rami verso di lui, ma Milo li distrusse tutti.
“Non è possibile…” la ninfa era terrorizzata e cercò con lo sguardo Anatol, alla ricerca del suo supporto.
“E’ tutta colpa di Kyros… Sento chiaramente il suo cosmo!” con un ringhio di rabbia, Anatol si preparò ad attaccare, nonostante entrambe le braccia fossero rotte.
“Preparati Kyros, questa volta non vincerai! Sono ferito, ma non sconfitto!”
“Io non mi preoccuperei di lui”  disse una voce alle sue spalle, costringendolo a voltarsi “…perché sarò IO il tuo avversario.”
 

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Milo assorbì tutta l’energia che gli venne offerta e sentendo dentro di se quella nuova forza, la fece esplodere subito dopo, frantumando i rami che lo imprigionavano. Senza perdere tempo si lanciò oltre i due amanti, distruggendo qualunque cosa osasse interporsi tra lui e la sua dea. Sentiva chiaramente quella forza crescere dentro di lui, ma non era in grado di controllarla: percepiva comunque la presenza di Kyros, quasi come se il suo predecessore fosse diventato parte di lui.
“E’ così che ti sentivi Camus o, nel tuo caso, era anche peggio?”.
La voce di Anatol strappò Milo ai suoi pensieri ed ebbe la tentazione di voltarsi, perché era ciò che Kyros voleva. Tuttavia lo Scorpione non si voltò, ma continuò a correre: non doveva lasciarsi distrarre, lui aveva un obbiettivo; inoltre non poteva sapere per quanto tempo il suo corpo avrebbe sopportato una tale energia.
Una volta raggiunta l’Acacia era pronto a liberare lo spirito di Atena, avvolto in quelle spire mortali: purtroppo però, non sapeva come fare.
Non ebbe tuttavia bisogno di pensarci: Kyros gli fece allargare entrambe le braccia, con entrambe le sue unghie scarlatte pronte a colpire.
Con uno scatto violento mosse entrambe le braccia in avanti, urlando chiaramente poche e semplici parole: “PLUVIA COCCINEA” (*)
 

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Il caos creato dall’entrata in scena di Milo permise a Death Mask di alzarsi n piedi: sentiva dentro di se nuova vita e nuova energia, ma continuava a percepire in modo altrettanto chiaro il foro che gli squarciava l’addome. Senza perdere tempo, avanzò verso Anatol e Thekla, troppo distratti dal Gold Saint dello Scorpione per accorgersi di lui.
“Io non mi preoccuperei di lui, perché sarò IO il tuo avversario”.
Forse agire in silenzio sarebbe stato più conveniente per lui: in quel modo avrebbe potuto colpire subito, senza perdere tempo. Tuttavia Death Mask era un cavaliere di Atena, e aveva intenzione di combattere con onore, senza colpi bassi: avrebbe guardato in faccia il suo nemico, mentre lo colpiva.
“Cos’è, una rimpatriata?” domandò Anatol sprezzante “Pensavo che tu e Kyros foste a riposare nel paradiso dei Cavalieri”.
“Prima dovevamo dare la pace anche a te”.
Death Mask sentì chiaramente quelle parole uscire dalla sua bocca e, per un istante, rimase interdetto; pochi istanti dopo, se non fosse stato per la gravità della situazione, sarebbe scoppiato a ridere: lui non era certo il tipo da fare certe affermazioni.
“Non vi permetterò di battermi di nuovo!”
Ramirez avrebbe voluto aggiungere dell’altro, ma non ne ebbe il tempo materiale: Death Mask, stufo di quella situazione, alzò il  braccio destro, pronto a colpire.
“E invece penso proprio che tu perderai di nuovo: è ora che Camus torni indietro! SEKISHIKI MEIKAIHA!”
 
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I colpi dei due Gold Saint furono simultanei. L’acacia esplose in mille pezzi e il corpo di Camus si accasciò al suolo, libero dall’entità che lo aveva controllato fino a quel momento. Così mentre lo spirito di Anatol abbandonava definitivamente il corpo dell’Acquario, quello di Atena venne liberato dalla gabbia di spine, fluttuando via, lontano dalla vista dei suoi Saint.
Thekla osservò la scena impotente e, per lungo tempo, sulla radura scese un silenzio mortale; poi la ninfa urlò.
“NOOOOOOOOO!” esclamò carica di disperazione e rabbia, facendo tremare le piante e la terra stessa. Milo e Death Mask si lanciarono un’occhiata, pronti a difendersi, ma la ninfa non li attaccò: si limitò ad espandere il suo cosmo, provocando numerose scosse sismiche e altrettante calamità naturali.
 
Fino a poco tempo prima l’Arcadia era stato un luogo di pace e serenità: in quel momento era scosso da una violenta tempesta.
“Il mio compito è finito: addio Death Mask”.
La voce di Ramirez arrivò al Saint del Cancro in un flebile sussurro; poi la grande quantità di energia che aveva ricevuto, rapida come era arrivata, altrettanto all’improvviso scomparve. A Death Mask, per un istante, venne a mancare l’aria nei polmoni e dopo aver lanciato un’ultima occhiata a Milo, si accasciò al suolo.
 
“Grazie…”fu tutto quello che disse Kyros, e Milo venne privato in un istante di quel potere devastante che non era riuscito a controllare. L’attacco che aveva sferrato contro le piante incantate da Thekla lo aveva fortemente debilitato dato che lo aveva costretto ad usare una grande quantità di energia: inoltre le ferite alle braccia e alle gambe, sebbene non gravi, contribuivano ad indebolirlo ulteriormente. Con enorme sforzo cercò di rimanere in piedi, ma le scosse sismiche non lo aiutavano. Cercò Thekla con lo sguardo e la trovò accasciata al suolo, accanto al corpo di Camus ma, anche se lei era svenuta, la tempesta non accennava a fermarsi: avevano versato sangue in un luogo in cui era vietato e la stessa Arcadia si stava rivoltando contro la sua padrona che, con la sua rabbia, aveva solo aumentato la gravità delle calamità naturali provocate dall’ennesima violazione della legge di quel luogo.
Con grande stupore Milo vide l’aria attorno a se andare in pezzi, squarciata dalla furia della tempesta: al suo posto intravide una dimensione oscura, piena di stelle.
“Un’altra dimensione”fu tutto quello che riuscì a pensare, prima che lo squarci si richiudesse.
“Dobbiamo uscire di qui”.
Mentre l’ennesima scossa lo faceva crollare sulle ginocchia, lanciò un’occhiata ai compagni, entrambi svenuti, forse addirittura morti: non sarebbe mai riuscito a portarli fuori, nemmeno sapendo come fare.
Si rialzò in piedi, seppur debole, nel tentativo di avvicinarsi a Camus, ma non ci riuscì: il suolo scomparve da sotto i suoi piedi e, come in tutti i suoi sogni, Milo precipitò nel vuoto.
 

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All’affermazione del gemello, Kanon strabuzzo gli occhi.
“Come sarebbe a dire si sta sfaldando?” domandò Ikki, esprimendo con le sue parole lo stupore generale.
“Quella dimensione si sta richiudendo su se stessa” rispose Saga con una smorfia “Non mi ero mai trovato davanti ad una cosa del genere: probabilmente chi aveva il controllo sull’Arcadia lo ha perso totalmente. Di conseguenza, quella dimensione si sta chiudendo: non sarà più possibile entrare o uscire.”
“E Milo e gli altri?” domandò Shun, preoccupato.
“Attraverso uno squarcio sono riuscito ad intravederli” disse Saga, abbassando la voce: il suo tono non prometteva niente di buono “Erano tutti feriti gravemente, ma questo è il male minore”.
Tutti attesero in silenzio che Saga completasse la frase ma il Gold Saint dei Gemelli non sembrava voler aggiungere altro.
 
“Saga…” lo chiamò Aiolos, avvicinandosi a lui e posandogli una mano sulla spalla “Ti prego di spiegarti meglio”.
Il Gold Saint alzò la testa verso il compagno, con espressione affranta: “Se quella dimensione si richiude su se stessa prima che siano usciti, rimarranno là per sempre, o moriranno a causa delle ferite. L’unica cosa in cui possiamo sperare è che precipitino in una dimensione più vicina attraverso uno degli squarci che si sono formati e che si stanno richiudendo.”
Per un po’ nessuno parlò; poi Aiolos riprese la parola.
“Allora tu e Kanon dovete appostarvi nelle dimensioni più vicine all’Arcadia, facendo attenzione a non finirvi dentro: con un po’ di fortuna i nostri compagni e la dea Atena cadranno là, e avranno bisogno di tutto l’aiuto che possiamo dargli.”
I due gemelli annuirono e si prepararono a ripartire, quando una luce abbagliante proveniente dalla stanza vicina costrinse tutti i Saint a schermarsi gli occhi.
“Venite, presto!” urlò Hyoga che era di guardia nell’altra sala. “La dea Atena si è svegliata!”
 
 
 
NOTE:
(*) Si, è un nome orrendo, ne sono consapevole… tuttavia “Scarlett Rain” sarebbe stato ancora peggio e sarebbe stato troppo simile a “Scarlett Needle!”. Quel colpo lì, se ho ben tradotto in latino, dovrebbe essere traducibile con “Pioggia Scarlatta”. Mi sarebbe piaciuto scriverlo in greco, ma le mie conoscenze sono pari a 0. Quindi, godetevi ciò che passa il convento. XD
 
Ormai siamo agli sgoccioli: Atena è, come sempre, quella più fortunata: i suo corpo è al Santuario, quindi lei al Santuario torna, lasciando i suoi poveri cavalieri in fin di vita (soprattutto Death e Camus).
Come potete notare, gli eventi di una e dell’altra dimensione (mondo reale & Arcadia), non li narro ESATTAMENTE in simultanea (non perché ci siano incongruenze temporali, ma perché mi è uscita così quando l’ho scritta e mi piaceva ù.ù): mentre Milo e Death Mask fanno a cazzoti e liberano Atena, Saga e Kanon sono al Santuario e alla ricerca di una dimensione vicina all’Arcadia; quando Thekla ne perde il controllo, Kanon è rientrato al Santuario, e Saga assiste allo “sfaldo dimensionale” (o come volete chiamarlo). Vede Milo attraverso uno dei primi squarci; poi si precipita ad avvisare gli altri. Dunque quando Milo cade, lui e Kanon dove sono? Questo, lo scoprirete nell’ultimo capitolo (perché io sono perfida) xD Questo specchietto serviva per chiarire l discrepanze temporali presenti in questo capitolo e in quello precedente. Ma non preoccupatevi, il prossimo capitolo è l’ultimo (sigh ç_ç è già finita!) e tutto verrà chiarito : )

   
 
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