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Autore: Son Ken    25/10/2012    4 recensioni
Lui credeva nel Seirin, in quella squadra liceale che ancora doveva nascere, sapeva che avevano il potenziale per giocare bene pur non avendo idea di chi tra le tante matricole iscritte in quella scuola sarebbe entrato in squadra.
Quindi girava per la scuola urlando a gran voce l’imminente creazione di un club di pallacanestro appena si presentava qualche pausa dalle lezioni, presentandosi a tutti con un grande sorriso e esponendo la bellezza dello sport che amava con un’energia travolgente.
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Teppei Kiyoshi
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Buongiorno, buon pomeriggio o buonasera.
Questa è la mia prima fanfiction nel fandom di Kuroko No Basket e spero vivamente (ispirazione permettendo, quindi) che non sia l'ultima, visto che questo è entrato di diritto tra i miei manga e anime preferiti. Quindi, purtroppo per voi, ho messo in conto di tornare con qualcosa sulla KuroKaga o sulla Kiseki No Sedai.
Comunque dovrei parlare della fic qui. E' una one-shot basata principalmente su quel caro ragazzo che è Teppei Kiyoshi, credo sia un'introspettiva ma boh. Il titolo fa un po' schifo perché non ho mai saputo inventarne di decenti e... è impressionante, ma con le sue 1078 parole è la fic più lunga che abbia scritto e pubblicato.
Ultima cosa, assolutamente non necessaria, vi consiglio di ascoltare Kiseki no sedaiHikatokage Kinpaku, dall'OST dell'anime, durante la lettura. Sono state le tracce che mi hanno accompagnato durante la stesura della fic e trovo che ci stiano abbastanza :)

PS: Questa fan fiction partecipa al contest "Un proverbio giapponese anche per te..." di Luana Chan, con il proverbio numero 7 "Sii generoso con la tua energia, sii generoso con i tuoi sorrisi" che ho scelto di usare alla fine della fic.

Kuroko No Basket © Tadatoshi Fujimaki.

Keep dreaming.

 

«Allora, creiamone uno! Insieme, facciamo una squadra di basket!»

L’aveva detto con un grande sorriso, Teppei Kiyoshi.
Junpei Hyuga, matricola come lui, l’aveva appena informato dell’assenza di una squadra di basket in quella scuola di recentissima fondazione; quindi la soluzione più ovvia non poteva che essere quella.
Kiyoshi vedeva lontano, sapeva dentro di sé che in quel liceo privato c’era bisogno di una squadra e sapeva che lui e il biondo che aveva di fronte l’avrebbero portata alle Nazionali.
Peccato che il suddetto ragazzo non volesse affatto collaborare.
Non che Teppei avesse la minima intenzione di mollare dopo il suo rifiuto, ovviamente.

«Sei davvero persistente, come mai insisti così tanto? Forse perché sei “Iron Heart” Kiyoshi, o sbaglio?»

Se era soprannominato “Iron Heart” era proprio perché lottava sempre con tutte le sue energie, tanto che sembrava avere un cuore di ferro.
Infatti, nonostante Hyuga in quel momento apparisse determinatissimo a ignorare tutti i tentativi del gigantesco quindicenne, questi non perdeva mai l’entusiasmo e aveva sempre sufficienti energie a fare altri tentativi.
Amava il basket e sapeva che anche Junpei provava gli stessi sentimenti, perché arrendersi?
Non sapeva se la sua perseveranza sarebbe stata ripagata o meno, ma le provò tutte per convincere quel ragazzo a entrare nella squadra che stava formando e, alla fine, i suoi sforzi vennero ampiamente ripagati.

«Lavorare duro per raggiungere la vittoria passo dopo passo, dare tutto per uno scopo… ecco cosa intendo per vivere a pieno.»

Era un concetto semplice, la sua filosofia di vita.
Aveva l’obiettivo di divertirsi giocando a basket e nulla l’avrebbe fermato. Che si trattasse dell’assenza di una squadra o di un ragazzo biondo testardo e non molto accondiscendente, non si sarebbe arreso.
Lui credeva nel Seirin, in quella squadra liceale che ancora doveva nascere, sapeva che avevano il potenziale per giocare bene pur non avendo idea di chi tra le tante matricole iscritte in quella scuola sarebbe entrato in squadra.
Quindi girava per la scuola urlando a gran voce l’imminente creazione di un club di pallacanestro appena si presentava qualche pausa dalle lezioni, presentandosi a tutti con un grande sorriso e esponendo la bellezza dello sport che amava con un’energia travolgente.

«Comunque siamo solo studenti. Dare tutto può non bastare.»

Però, a differenza di quanto si potesse credere, Teppei non era un sognatore.
Lui voleva divertirsi, amava giocare e sapeva che gli sarebbe piaciuto tantissimo vincere; però non lo sognava. O almeno, non più.
Era pur sempre uno studente appena uscito dalle medie e, in quanto tale, aveva visto i suoi sogni infranti troppo presto.
Si veniva sconfitti prima o poi in un torneo e questo era normale, ma anche se ciò non succedeva e si riusciva ad arrivare in finale, a quel punto non si aveva comunque alcuna possibilità oggettiva di vittoria. L’avversario da battere in finale sarebbe stato sicuramente la squadra della Teiko, un quintetto mostruoso composto dai giocatori migliori del Giappone che non lasciava alcuna speranza alle altre squadre e le umiliava come nessuno avrebbe potuto fare in soli quaranta minuti. 
Kiyoshi aveva talento da vendere ed era molto bravo, ma ciò non valse nulla contro i cinque geni soprannominati “Generazione dei Miracoli”.
Molti perdevano la voglia di giocare dopo averli affrontati, pochi altri resistevano a fatica.
E poi c’era lui, Teppei Kiyoshi, che nonostante avesse sbattuto contro la schiacciante superiorità di quei mostri, continuava a regalare sorrisi e ottimismo a chi gli stava intorno.
Tuttavia sapeva benissimo che non sarebbe stato sufficiente.

«Riposa in pace.»

Il suo ginocchio sinistro era sempre stato un po’ debole, ma quando venne spezzato per lui fu come una pugnalata al cuore.
Il colpo più duro non fu però l’improvviso dolore atroce che gli fece lanciare un grido straziante e gli impedì istantaneamente di reggersi sulle proprie gambe, ma piuttosto gli sguardi dei suoi compagni. Incredulità e disperazione avevano fulmineamente attraversato gli occhi di ognuno, tutti lo fissavano impotenti con le pupille sgranate mentre veniva messo su una barella per lasciare il campo e Riko aveva persino le lacrime agli occhi.
Hyuga attaccò subito il ragazzo che aveva fatto accadere tutto ciò, i suoi occhi chiari erano ricolmi di rabbia, tanto da sembrare di voler uccidere ogni singolo giocatore del Kirisaki Daiichi solo con lo sguardo per quanto era appena successo.
Kiyoshi però non poteva permettere che qualcuno, fosse Junpei o un qualunque altro membro del Seirin, perdesse la testa in un momento del genere. 
La partita era ancora in corso, non potevano commettere sciocchezze. 
Dovevano arrivare prima alla Final League e poi alle Nazionali; con o senza di lui.
Quindi mentre veniva portato via rivolse un mesto sorriso al suo capitano e gli assicurò di stare bene, nonostante non fosse affatto così.
Però tutti avevano bisogno di crederlo per poter vincere, quindi decise che mentire non sarebbe stato poi un peccato così grave, in quel caso.

«Con questi mezzucci, non osare rovinare i sogni dei nostri senpai… di tutti noi!»

Quel passaggio azionò la splendida giocata a due che distrusse definitivamente il Kirisaki Daiichi dopo una partita terribile. 
Quando Kagami mise dentro la palla appena ricevuta da Kuroko, la sensazione provata dai giocatori del Seirin fu identica a quella che avrebbero sentito se avessero preso a sberle l’intera squadra avversaria.
A distanza di più di un anno, avevano avuto la loro meritata rivincita morale su una squadra che li aveva fatti soffrire tantissimo.
Teppei si era fatto letteralmente massacrare durante la sua permanenza in campo perché nessuno degli avversari potesse fare del male alla squadra a cui teneva tanto.
Nonostante fossero tutti suoi coetanei praticamente, sentiva di doverli proteggere come fa un padre con i loro figli, non gli importava come ciò l’avesse potuto ridurre. Sopportava ogni colpo e aveva sempre l’energia per fare un’azione vincente, non si sarebbe arreso finché il suo cuore di ferro avesse continuato a battere.
Ognuno dei ragazzi del Seirin era furioso per gli eventi accaduti in precedenza e per quelli ancora in corso, che fosse tra i rookies o tra i senpai. 
Ma ora che si erano presi la loro rivincita, appena il suono della sirena invase le loro orecchie l’unico sentimento che invase il loro giovane cuore fu pura e semplice gioia.
Si erano qualificati per la Winter Cup, avevano di nuovo la possibilità di lottare e vincere dopo la bruciante sconfitta all’Interhigh.
Potevano ancora sognare.

 

 

Sii generoso con la tua energia, sii generoso con i tuoi sorrisi.
Prima o poi i tuoi sforzi verranno ricompensati e potrai continuare a sognare.

   
 
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