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Autore: telesette    26/10/2012    2 recensioni
Chi ha mai sognato di vedere Harry Potter e Ron Weasley "massacrarsi di botte" alla maniera dei babbani ?!?
Chi vuole vedere un "What If?" del settimo libro, con una variante sulla distruzione del medaglione di Voldemort ?!?
Ebbene, io ci ho provato, vediamo cosa è venuto fuori...
Genere: Generale, Introspettivo, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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La forza di Ron in quel momento aveva un che di titanico.
Come se lo ritrovò addosso, Harry si sentì togliere il fiato, come se a colpirlo fosse stato un ariete in ferro massiccio.
Ron afferrò il polso con cui Harry teneva la spada, mentre Harry strinse a sua volta la mano con cui l'altro cercava di strangolarlo. Hermione si ritrovò ad assistere impotente a quanto stava accadendo, senza poter fare nulla per impedirlo.
Era assurdo!
Harry e Ron non stavano semplicemente azzuffandosi... si stavano letteralmente uccidendo l'un l'altro.
Oramai Ron era completamente in balìa di Voldemort, che lo stava controllando come una marionetta, e le sue mani cercavano inesorabilmente di stritolare il collo di Harry. Dal canto suo, Harry stava cercando disperatamente di contenere il più possibile la forza dell'altro; i suoi occhi erano fissi sulla luce emanata dall'Horcrux, ma era una lotta impari...

- Raccomanda l'anima ai tuoi genitori, Potter - esclamò Ron con la voce di Voldemort. - Stai per ricongiungerti con loro... e lo farai stanotte!
- Non contarci troppo, Tom - mormorò Harry a denti stretti. - Non questa notte!
- Muori, Potter - tuonò Voldemort, muovendo Ron affinché questi rovinasse addosso a Harry facendogli perdere l'equilibrio.

Harry cadde in ginocchio.
Ron gli teneva il braccio premuto contro il petto, la lama della spada costretta verso il basso in modo che non potesse sollevarla, e con l'altra mano era praticamente vicinissimo a "stritolargli" l'osso del collo.
Harry vide le dita di Ron scendere inesorabili verso la sua gola, con gli occhi sbarrati dal terrore, tuttavia si affidò completamente alla forza della disperazione. A Ron mancava pochissimo per ucciderlo e, nel vedere quella mano avvicinarsi sempre di più, Harry immaginò per un attimo di sentire il suo collo spezzarsi con uno schianto secco.

- MUORI !!!

L'Horcrux sul petto di Ron brillava ancora più intensamente.
D'un tratto Harry agì mosso semplicemente dall'istinto: subito infatti spostò il peso di lato, facendo perdere a Ron l'equilibrio; e prima che questi potesse riafferrarlo nuovamente, fu abbastanza veloce da agguantare la catena del medaglione e ricadere all'indietro con la spada ancora stretta in pugno.

- Non basteranno questi trucchi a salvarti, Potter - sibilò Ron, accostando il volto a quello di Harry. - Rovescerò il tuo sangue sull'altare del mio trionfo...
- Non credo - ribatté Harry deciso, ponendo la lama di Grifondoro contro la catena del medaglione. - Di' "buonanotte", Tom!

Gli occhi verdi di Ron mandarono un lampo di rabbia misto a terrore e, un attimo dopo, la catena dell'Horcrux si spezzò sulla lama affilata con un sordo rumore metallico.
Privato improvvisamente del suo legame con l'anima di Voldemort, Ron inarcò la schiena e cacciò un urlo violentissimo dalla bocca spalancata. Anche Harry si accasciò supino, passandosi appena una mano sulla gola, e ansimò affannosamente.
L'aura fosforescente che avvolgeva Ron scivolò via dal corpo di quest'ultimo, per riversarsi tutta all'interno del medaglione. Ron non fece in tempo a tornare in sé che le immagini dei suoi incubi gli passarono tutte davanti agli occhi come onde di un mare in tempesta.
Vide suo padre e sua madre, entrambi con una luce fredda e di totale indifferenza nello sguardo; vide i suoi fratelli e la piccola Ginny, tutti con l'indice accusatore puntato contro; e poi vide lei...
Sembrava lei, sembrava Hermione, eppure era diversa.
Pallida e trasparente come il ghiaccio, i suoi lineamenti erano ancora più delicati e perfetti ai suoi occhi. Gli occhi che aveva erano due piccole sfere nere prive di luce, come quelli di un pescecane, e non vi era alcuna traccia di sorriso o dolcezza sul suo volto.

- E' questo il desiderio più intimo e più profondo del tuo cuore, Ronald Weasley? - domandò la pallida figura spettrale, con le fattezze di Hermione. - Hai totalmente perso la tua dignità da attribuire importanza a qualcosa che semplicemente "non puoi avere"... Sei patetico!

Sia Harry che Hermione non potevano né vedere né sentire quello che Ron invece vedeva e udiva perfettamente. L'unica cosa di cui si resero conto, non appena l'Horcrux cadde a terra, era che il loro compagno sembrava preda di chissà quale orribile allucinazione.
Dopo averlo visto urlare e gemere per il dolore, adesso lo vedevano piangere, e soffrire, e tremare...
Gli occhi di Ron erano fissi su qualcosa che soltanto lui poteva vedere, qualunque essa fosse, e quella cosa doveva essere senza dubbio opera di Voldemort e dell'energia ancora viva all'interno del medaglione.

***

Un incubo!
Anzi no, non era solo un incubo, erano tanti incubi tutti assieme.
Quello che Ronald stava vedendo era peggiore dei ragni, peggiore di qualsiasi mostro, peggiore perfino della morte stessa.
Accanto all'immagine di Hermione appariva ora infatti un'altra immagine... quella di Harry.
Entrambi davanti a lui, avvolti da una specie di nebbiolina fumosa, pallidi come due spettri.
Per un attimo quelle due "ombre", così dannatamente simili a Harry e ad Hermione in carne e ossa, lo guardarono quasi beffardamente. Dopodiché, stringendosi l'uno all'altra, Ron vide ancora ciò che gli faceva male anche solo immaginare.
Si stavano abbracciando.
Si stavano baciando.
Si stavano "amando", e proprio davanti ai suoi occhi.

- No - gemette Ron, sbarrando gli occhi pieni di lacrime. - Per favore, no... NO !!!

Ma le due figure abbracciate erano sorde alle sue suppliche.
Le loro labbra erano avvolte dalla passione, così come i loro corpi abbracciati esprimevano tutto il desiderio che un uomo e una donna possono provare indiscutibilmente l'uno verso l'altra.
Per un attimo Ron provò il desiderio di morire in quello stesso istante.
Non voleva vedere più nulla.
Non voleva sentire più nulla.
Voleva solo smettere di soffrire: chiudere gli occhi e strapparsi il cuore dal petto, assieme a quell'immenso carico di dolore che gli rendeva straziante perfino respirare.
In quella Harry ed Hermione ( o meglio le "ombre" di Harry ed Hermione ) si sciolsero dal loro abbraccio e fissarono Ron con un misto di sufficienza e disprezzo.

- Potevi evitare tutto questo - osservò Hermione con voce gelida. - Se avessi avuto il coraggio di uccidermi, non sarei mai stata di nessun altro!
- Lo stesso dicasi per me - fece eco Harry, con voce altrettanto priva di emozione. - Avevi la possibilità di uccidermi con le tue mani... Ma non l'hai fatto perché sei debole!
- Sei solo un debole e patetico vigliacco, questa è la verità!
- Perché non vai a piangere dalla tua mamma? Forse perché anche lei prova vergogna, visto il figlio inutile e piagnucoloso che si ritrova!
- Poveretta, come la capisco...

Ogni loro parola per Ron era come una fredda lama piantata nel petto.
Cariche di veleno e micidiali come i serpenti, quelle parole si fecero strada nel cuore e nell'anima di Ron. Il poveretto provò a tapparsi le orecchie, pur di non sentirle, ma ugualmente la voce di entrambi rimbombava nella sua testa come una specie di eco.

- Hai così tanta paura di fare quello che è giusto? - domandò ancora Harry, facendosi più minaccioso. - Non hai abbastanza motivi per volere la mia morte? Ti ho tolto tutto, tutto quello che avevi di più caro al mondo, eppure non è ancora abbastanza per desiderare di uccidermi...
- Forse quello che Harry ti ha tolto non era poi così importante - fece dunque Hermione con sarcasmo. - Evidentemente non è poi così importante che la ragazza che ami stia con un altro!
- Forse dovevo prendermi anche la tua dolce ed ingenua sorellina... Non sei d'accordo, amico?

Ronald serrò i denti per la rabbia, le lacrime che gli scottavano il volto, e quasi non riusciva a distinguere attraverso quel velo caldo sugli occhi. Quei due sembravano ridere del suo dolore, come se per loro fosse molto divertente, e non esitavano ad infliggergli colpi sempre più duri.

- E' veramente buffo - esclamò ancora Harry. - Sul serio, è buffo che un povero idiota come te non si sia accorto di nulla, per tutti questi anni...
- Ma lui è più che un idiota - sottolineò Hermione impietosa. - E' un essere completamente inutile, un povero fallito, nessuna donna potrebbe mai interessarsi ad uno come lui... è deprimente!

Di nuovo Ronald li vide abbracciarsi.
Di nuovo li vide baciarsi.
Il dolore lo stava scavando dentro, montando in lui una rabbia pari solo alla violenza di una cascata.
Ormai non aveva più niente da perdere, niente per cui valesse ancora la pena di vivere, e non poteva più aggrapparsi a nulla per scampare all'abisso della disperazione...

***

- Ron, che ti prende? Svegliati !!!

La voce di Harry ( quello vero! ) sembrava giungere da molto lontano.
Ron sollevò stancamente la testa, così distrutto da non avere neanche più la forza di alzarsi in piedi.
Che cosa gli stava succedendo?
Come era potuto arrivare a questo?
Harry ed Hermione lo avevano realmente "tradito", oppure era tutto frutto della sua mente sconvolta?

- Finisci quello che hai iniziato, Ronald Weasley - tuonò la voce di Voldemort, da dentro l'Horcrux ai piedi del ragazzo. - Uccidi colui che ti ha portato via ciò che ami, uccidi colei che ti ha tradito e ingannato, uccidili... uccidili tutti e due!
- Ron - urlò Harry. - Distruggi quel medaglione, presto!
- La spada, Ron - fece eco Hermione. - Usa la spada!

La spada, c'era una spada...
La spada di Grifondoro era accanto a lui, proprio vicino all'Horcrux, ed era l'unico strumento in grado di distruggere il frammento dell'anima di Voldemort racchiuso nel medaglione.

- Non ascoltarli, Weasley - disse ancora la voce di Voldemort nella sua mente. - Raccogli me invece, raccogli il mio potere, e ti farò avere la vendetta su tutti coloro che si sono sempre presi gioco di te!
- Distruggilo, Ronald - gridò ancora Harry.
- Ronald, ti supplico - gemette Hermione. - Usa la spada... La spada!
- Il Medaglione, Weasley - disse ancora Voldemort imperioso. - Raccogli il Medaglione e affidati a me, ti aiuterò io!
- Ron, distruggilo!
- Ron, per l'amor del cielo... distruggilo!
- Raccoglimi, Weasley, e sarà tutto finito!

La mano di Ronald Weasley esitò incerta sull'oggetto da prendere.
La spada di Grifondoro o il Medaglione?
Per un attimo che parve interminabile, le dita indugiarono sulla superficie lucida del medaglione.
Poteva raccoglierlo.
Poteva dare libero sfogo alla sua rabbia e al suo rancore.
Poteva vendicarsi...

- Obbedisci, Weasley - tuonò Voldemort impaziente. - Sono IO che comando!

Cambiando improvvisamente espressione, Ron afferrò velocemente l'elsa scintillante dell'arma magica e la sollevò con entrambe le mani sopra la testa.

- Non il mio cuore, maledetto - urlò. - Quello è soltanto mio!

Il colpo che Ronald abbatté con tutta la propria forza mandò l'Horcrux in frantumi.
L'anima di Voldemort ivi contenuta emise un grido straziante, tanto che Harry ed Hermione furono costretti a tapparsi le orecchie con le mani, e questo riecheggiò per tutta la valle circostante prima di spegnersi nelle tenebre della notte.
Del Medaglione non rimaneva altro che una piccola carcassa metallica semidistrutta e, osservandone i resti, Ron si lasciò cadere in ginocchio completamente privo di forze.
I fantasmi erano scomparsi, assieme al potere diabolico che li aveva generati, e tutto era silenzio e pace.

FINE

   
 
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