Libri > Twilight
Segui la storia  |       
Autore: KrisJay    26/10/2012    4 recensioni
Un campeggio estivo nel Maine può essere un ottimo posto per una vacanza: pace, tranquillità... e anche qualche piccolo inconveniente che movimenterà le giornate. E' lì che Bella, una giovane produttrice di vini, trascorrerà la sua estate; insieme al suo amico Seth, infatti, accompagnerà un gruppo di bambini al campeggio per sei lunghe settimane. Ma si sa, al campeggio, come in qualsiasi altro luogo vacanziero, si conoscono molte persone e si instaurano nuove amicizie... e qualche volta, nascono anche dei nuovi amori.
"- Serve una mano? – una voce alle mie spalle, una gran bella voce devo dire, mi fa capire che non sono l’unica che è rimasta al parcheggio. Mi volto, sospirando, e quel respiro torna subito nei miei polmoni quando scopro a chi appartiene la voce.
Capelli rossi, tendenti al ramato, viso mostruosamente bello e una mascella squadrata da divorare con la bocca… e due occhi verdi e brillanti che sembrano smeraldi.
Merda, merda, merda! È il tizio che ho visto all’aeroporto.
Continuo a guardarlo come se davanti è appena comparso un fantasma. Credo che sto per fare un'altra delle mie figure di cacca."
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Un po' tutti | Coppie: Bella/Edward
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Amori in campeggio'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
The Camp Of Love - Capitolo11

Buon pomeriggio! Capitolo nuovo per voi, e puntuale addirittura! Visto che sono stata brava? :D
Bene, bando alle ciance! In questo capitolo per i due protagonisti c’è un passo importante… forse avete già capito quale XD e volevo avvertirvi sul fatto che io non sono una cima a descrivere determinate situazioni, non le scrivo quasi mai. Credo di non aver fatto troppo schifo, però, e di essere rientrata nel rating della storia, che è arancione… se c’è qualche problema però fatemelo sapere, come vi chiedo ogni volta d’altronde :)
*inizio momento ringraziamenti*
Vi ringrazio per le recensioni che mi avete lasciato (grazieeeeee :D) e ringrazio anche chi legge soltanto! State aumentando ancora, e la cosa mi rende molto contenta! Vi ringrazio tanto *-*
*fine momento ringraziamenti*
Dopo essermi smerdata un po’ qui sopra, vi lascio leggere in pace! Buona lettura, e alla prossima! :*
P.S: la mia cara amica cessa Meredhit mi ha praticamente promesso il linciaggio se non aggiornavo presto… diciamo che quindi il merito se ho aggiornato oggi è anche suo XD il capitolo è dedicato a te, cessa, sei contenta? :3

 

 cover

 

The camp of love

 
 

Capitolo undici – Non sono mai stata più felice di così!
 
 

30/07/2010
 

«No, non se ne parla!» urlo, e scappo via dalla sua presa da piovra assatanata.
Ma che gli è saltato in mente?! Io davvero non so come gli è venuto questo lampo di genio… è pazzo, oppure ha fumato qualcosa, non c’è altra spiegazione.
«E dai, Bella! È divertente, perché fai tutte queste storie?» mi domanda Edward, guardandomi divertito mentre cerca di acciuffarmi di nuovo.
«Edward, non provarci ancora oppure ti prendo a schiaffi, hai capito?» esclamo, e intanto cammino all’indietro, fino a quando non sento la mia schiena che si schianta contro la parete di legno.

Merda!
Edward adesso ha un espressione vittoriosa stampata in faccia, e mi si avvicina in maniera a dir poco minacciosa. «Dov’è che scappi, adesso? Sei in trappola, tesoro mio!»
«Non sono mica un topo, che sono in trappola.» gli faccio notare, incrociando le braccia al petto.
«Oh sì che lo sei! Un piccolo e carino topolino indifeso…»
Mi viene da ridere: se io sono un topolino, lui è… «E tu saresti il gatto che dà la caccia al topo?»
Sorride, divertito almeno quanto me, e avanza di qualche altro passo, annuendo. «Esatto.»
Rido, chiudendo gli occhi e alzando la testa, e mentre lo faccio un tuono forte mi fa sobbalzare sul posto. Non è il primo che sento oggi, però è senza dubbio il più rumoroso: non preannuncia niente di buono.
Per tutta la giornata abbiamo avuto un cielo coperto da nuvole grigie e minacciose, che annunciavano soltanto una cosa: ‘tempesta in arrivo’. Però la presunta tempesta ci aveva dato tregua fino all’ora di cena: mentre noi mangiavamo, infatti, aveva improvvisamente cominciato a piovere e dopo due ore sembrava non voler proprio smettere.
Cominciavano ad arrivare anche i tuoni adesso, quindi le cose iniziavano ad essere davvero serie, ma serie sul serio. Insomma, se non si è capito è un temporale serio!
Sbuffo, maledicendo il tempaccio che ha impedito a me e a Edward di trascorrere la serata in giro per il campo, e abbasso lo sguardo. Facendo così, mi ritrovo il viso del mio ragazzo – il mio ragazzo! – a pochissima distanza dal mio.
Devo ancora capire come cavolo fa a muoversi e a camminare senza fare nessun rumore, è una cosa incredibile! Io quando cammino mi faccio sempre riconoscere, ho quasi lo stesso passo di un rinoceronte con i tacchi a spillo, se un animale del genere riuscisse mai ad indossarli. Lui, invece, sembra avere il passo felpato di un gatto.
Sarebbe il compagno di giochi perfetto per Principessa, la gatta della nonna. Basta che non gli rovina il bel faccino che si ritrova con le artigliate che regala gratis a tutti!
«Ma com’è che tu sei così silenzioso quando cammini?» gli domando, posando le mani sulle sue spalle. «Prima o poi non mi accorgo di te e mi viene un infarto…»
Edward ridacchia, stirando le labbra. «Non lo so, tesoro. Però, non farti venire un infarto così presto, mi servi ancora per un po’.»
Gli servo? Per cosa? «Per quanto tempo ti servo?»
«Per tanto, tanto tempo… o almeno, fino a quando questo temporale non finisce.» mi risponde, arpionando il mio fianco con una mano mentre appoggia l’altra sulla parete, accanto al mio viso.
«Solo per così poco? Uffa!» mi lamento, e faccio per allontanarmi ma lui non me lo lascia fare.
«Ehi, dov’è che scappi? Ti ho detto che mi servi! O ti sei già dimenticata quello che dobbiamo fare?» chiede, schiacciandomi di nuovo contro la parete.
No, non me ne sono affatto dimenticata, Edward! Non ho dimenticato la tua stramba, pazza, deficiente idea… ma è possibile che voglia fare una cosa del genere con tutta l’acqua che sta cadendo adesso?
«Tu sei davvero pazzo, se credi che andremo a fare il bagno nel lago con tutto il casino che sta succedendo fuori! Non lo sai che è pericoloso fare il bagno all’aperto se tuona e ci sono i fulmini?» gli faccio notare, con un sopracciglio inarcato.
Eppure, questa è una delle tante ‘regole’ che uno impara facilmente, specialmente se ti trovi in un campeggio o da qualsiasi altra parte dove è presente anche un lago… o il mare, o una piscina. È pericoloso, cazzarola! Come ha fatto a dimenticarsene?
«Oh, merda! Hai ragione!» esclama, picchiandosi la fronte con una mano. «Non ci stavo pensando…»
Ridacchio, alzandomi sulle punte e lasciandogli un bacio sul naso. «Fortuna che ci sono qui io a ricordartelo, eh? Altrimenti tu a quest’ora eri già diventato uno spiedino bruciato!»
«Già, già…» borbotta, tornando ad abbracciarmi, e appoggia il mento sulla mia spalla. «Dovevamo fare il bagno di mezzanotte l’altra volta…» aggiunge poi.
Aggrotto la fronte. Che storia è questa? «L’altra volta? Quando?» non capisco a che cosa si sta riferendo.
Edward si scosta da me e mi osserva, confuso quasi quanto me… o almeno, mi sembra così. «Non te lo ricordi?»
«Cos’è che dovrei ricordarmi?» chiedo ancora. Se andiamo avanti di questo passo, va a finire che non capisco più un’acca.
«Ricordi la sera del nostro appuntamento?» mi domanda. Ecco, questo è già un inizio: almeno so a quale giorno si sta riferendo.
Annuisco. «Sì… qualcosa mi ricordo.» non sto scherzando, sono super stra iper mega sincera!
Della sera del nostro primo appuntamento – ho le farfalle nello stomaco ogni volta che ci ripenso, mammina mia! – ricordo che siamo stati al pub, che abbiamo bevuto una birra e che ho parlato al telefono con sua madre… e basta. C’è un grosso buco nero che va poi da quel momento fino alla mattina dopo, quando mi sono svegliata nel mio letto con il vestito verde ancora addosso e un lieve mal di testa a farmi compagnia. Nient’altro.
«Ricordi che volevi andare a fare il bagno di mezzanotte insieme a me?» domanda ancora Edward, e comincia a carezzarmi la schiena con le dita.
Quello che sta facendo non mi aiuta molto a ricordare… ma tanto io non ricordo un accidente, quindi è inutile che continuo a sforzarmi tanto! «N… no. Volevo fare il bagno di mezzanotte?»
«Sì. Mi hai detto qualcosa che somigliava a: “Ehi, bello, andiamo a fare il bagno?”» mi fa anche il verso, che stronzo.
Non so se credergli o no, non ci credo che gli ho detto proprio quelle parole! Io che cerco sempre di non mostrargli mai quanto la sua presenza, la sua bellezza e tutte le sue altre qualità mi fanno uscire pazza, gli dico quelle cose! Ma ero ubriaca o cosa?!
«Mi stai prendendo in giro? Smettila di dire stronzate, Edward!» lo ammonisco, mordendomi il labbro per il nervoso.
Lui scuote la testa, e non mi è mai sembrato così serio come lo è adesso. «No no, è vero. Mi hai davvero detto così… non ti prenderei mai in giro, Bella.»

Merda!
«Non ci credo!» ho capito che mi sta dicendo la verità ed è sincero, ma voglio continuare ugualmente a non crederci... che vergogna, accidenti! «Ma quanta birra ho bevuto?»
«Non hai finito neanche il primo boccale, mia cara, sei diventata brilla quasi subito. Non scherzavi proprio quando hai detto che non reggi l’alcol!» continua a prendermi in giro, ed io giuro che se non la smette gli strappo tutti quei bei capelli che ha in testa.
«Lo so, Edward, lo so, faccio pena…» schiaccio la faccia sul suo petto, e cerco di non farmi assalire dalla vergogna. Che frana che sono, e per di più sono una produttrice di vini… che barzelletta vivente! «Non ho detto o fatto nient’altro di imbarazzante, vero?» chiedo, giusto per capire quanto sono diventata ridicola stavolta.
So che l’alcol mi rende più disinibita e per di più toglie il freno a tutto, quindi da ubriaca posso fare qualsiasi cosa che mi passa per la testa in quel preciso momento. Spero di non essermi trasformata in una specie di pagliaccio.
Edward si irrigidisce tutto d’un tratto, smette addirittura di farmi le coccole, quindi devo capire che c’è qualcos’altro di cui non sono al corrente e che devo cominciare a preoccuparmi davvero. Mamma mia, ma che cazzo ho combinato?
«A parte il fatto che mi sei quasi saltata addosso… no, non hai fatto altro.» dice infine, tornando a rilassarsi.
Lui sarà anche rilassato, ma io no! Gli sono saltata addosso? Ma che cazzo! Non ci credo di averlo fatto veramente! Questo vuol dire che Edward ha visto la mia versione ninfomane, e per di più senza freni inibitori!
«No, vaffanculo!» mi scosto in fretta e furia da lui. «Cretina, deficiente, rincoglionita! Al diavolo!»
«Bella? Ma che…? Calmati!» Edward cerca di riacchiapparmi, ma io lo scaccio via prima che possa farlo.
«No, non mi calmo!» urlo, passandomi le mani tra i capelli. «Dio, che cogliona che sono!»
«Bella…»
«Edward, stai zitto per piacere!»
Non voglio offenderlo o parlargli male, ma davvero in questo momento non riesco proprio ad evitarlo. Quello che mi ha appena raccontato mi ha scossa, tanto. Ho sempre cercato di non mostrare a Edward quanto davvero lui mi sconvolga ogni volta e riduca i miei poveri ormoni a un ammasso urlante e vaneggiante, stile zombie… a quanto pare, lui doveva scoprirlo proprio quando ero ubriaca persa.
Stanca di camminare senza una meta per la stanza, mi lascio cadere sul pavimento e mi siedo a gambe incrociate, con i gomiti ben piantati sulle ginocchia e le mani a nascondere la mia faccia.
Gli occhi bruciano, non manca molto prima che i rubinetti si aprano automaticamente… no, infatti non manca molto. Si sono già aperti.
«Ehi, piccola…» le mani di Edward si posano sulle mie, e con molta facilità lui riesce a farmele abbassare.
Non appena incontro il suo sguardo, però, abbasso il mio e torno a piangere in silenzio. Mi vergogno troppo per guardarlo tranquillamente, come se nulla fosse, ed in più ho paura di quello che potrebbe dirmi. Non so come abbia reagito quando mi ha vista sotto il completo controllo degli ormoni, non so se è scappato via da me oppure ha… come dire, assecondato le mie mosse. Non lo so, e da una parte non vorrei neanche saperlo.
«Bella, tesoro, non fare così. Non è successo niente.» mi dice dolcemente, rassicurandomi. Mi fa alzare il viso gentilmente e comincia ad asciugare le scie che hanno lasciato le lacrime sulle mie guance. «Va tutto bene, è tutto a posto, davvero…»
«No che non è tutto a posto!» esclamo, con voce rotta; tiro anche su col naso rumorosamente, e non mi interessa sapere che è una cosa disgustosa e poco carina da fare in presenza di qualcuno. «Non ricordo niente, assolutamente niente! Come può essere tutto a posto, dimmelo?»
«Ma non è successo niente, Bella! Te lo giuro, giuro che non è accaduto quello che pensi.» dice tranquillamente.
«E come fai a sapere a quello che sto pensando?» Già, come fa a sapere che sto pensando a come abbiamo fatto scintille la notte scorsa ed io non lo ricordo neanche per il cazzo?
Edward scuote la testa, senza mollare la presa sul mio viso. «Ti si legge in faccia, mia cara.» mi risponde, sorridendo subito dopo. «Non è successo niente, davvero.»
Batto le palpebre velocemente e cerco di scacciare le ultime lacrime. Mi sta dicendo la verità, oppure lo dice solo per farmi stare tranquilla e per farmi smettere di piangermi addosso? Posso fidarmi?
«Giuralo sul miele di Winnie the Pooh!» ecco, con questa uscita ho davvero toccato il fondo!
«Ma che razza di giuramento è questo?» mi chiede Edward, sconcertato. Poverino, devo dargli ragione… ma adesso, non mi devo distrarre!
«Giura, Edward! Giura sul miele di Winnie the Pooh che non abbiamo fatto niente!» insisto, passandomi una mano sotto al naso. Che schifo!
Edward sospira, alzando per un secondo gli occhi al cielo. «Va bene! Giuro sul… miele di Winnie the Pooh, che non abbiamo fatto niente la notte scorsa. Niente di niente!»
Okay, l’ha giurato, quindi deve essere per forza la verità.
«Va bene…» sospiro anche io, e passo a torturarmi i capelli con le dita. «Mi dispiace se hai visto… quello che hai visto.» spero che capisca a cosa mi riferisco.
Edward, in tutta risposta, mi abbraccia e mi fa posare la fronte sulla sua spalla, mentre mi bacia la fronte. «Non scusarti, Bella. Non serve, anche perché quello che stavi facendo… mi piaceva.»
Alzo il viso e lo guardo, sconcertata e sorpresa. «Dici sul serio?»
Lui mi dedica il sorriso strano che ogni volta mi fa sudare freddo per quanto è bello, e ride. «Sono un uomo, piccola. È normale che mi sia piaciuto vedere una ragazza che mi si strusciava addosso, e non sono gay, se mai te lo fossi dimenticata!»
E così, mi sono strusciata addosso a lui. Ogni nuova cosa che vengo a sapere da lui mi fa vergognare come se fosse la prima volta. Ho bisogno di una buca dove potermi nascondere in santa pace, e subito.
«Che vergogna!» quante volte sono che lo ripeto?
Che vergogna, che vergogna, che vergogna!
«Già, che vergogna…» mi fa eco Edward, ridendo. «Però adesso basta pensarci ancora. Non è mica arrivata la fine del mondo! Per quella c’è ancora tempo…»
«Già, mancano ancora due anni prima che arrivi…» rido insieme a lui, e accarezzo il suo collo con la punta del naso prima di lasciarci un bacio e di allontanare il viso.
Edward ride ancora, guardandomi teneramente. Avvicina il suo viso al mio e sfiora le mie labbra con le sue. «Va meglio adesso?»
Annuisco, sorridendo sulle sue labbra.
«Bene, perché adesso voglio solo concentrarmi su di te, nient’altro.» sussurra, e torna a baciarmi, ma in maniera più decisa rispetto a prima.
Ricambio prontamente il bacio, aggrappandomi ai suoi capelli e alle sue spalle per restare ben ancorata a lui. Edward, tenendomi per la schiena, mi fa stendere piano e con estrema calma sul pavimento senza interrompere il bacio, e si posiziona sopra di me senza pesarmi addosso in alcun modo.
Fino ad ora ci siamo trovati in questa posizione solo una volta, la sera del nostro primo bacio, e devo ammettere che sentirlo così vicino, in questo modo, mi è mancato molto. Lo so che siamo stati appolipati in maniera indecente durante queste settimane, ma è la prima volta che ci troviamo da soli e che siamo così vicini… in quel senso.
Sembra quasi che stiamo per compiere un nuovo passo nella nostra relazione… quel passo, sì, avete capito bene! Almeno stasera non sono ubriaca e ricordo tutto, e per di più sono super giustificata se esce fuori il mio lato da ninfomane perversa.
Edward interrompe il bacio, spostandosi sul collo, e comincia a lasciare una scia di baci umidi che mi fanno rabbrividire, e non poco. Stringo la presa sui suoi capelli, sospirando per la piacevole sensazione che comincio a sentire.
Non voglio essere l’unica che riceve le ‘coccole’, sembro una verginella che non ha mai avuto nessuna esperienza! Va bene che non sono così esperta, però ho anche io il mio repertorio di zozzerie da mettere in atto.
Io e Edward torniamo a baciarci, e mentre lo facciamo comincio ad accarezzargli il petto da sopra la maglia. Dio, ho una voglia assurda di toccare la sua pelle, non mi basta sentire tutto attraverso quello straccetto. Faccio scorrere le mani più giù, sui fianchi, e comincio a tirare su l’indumento. Edward capisce subito le mie intenzioni, e mette fine al bacio solo per potersi liberare della maglietta.
«Dritta al dunque, eh?» mormora, con voce roca, mentre torna a baciarmi lentamente.
«Ti dispiace?» gli lascio un bacio umido sulla mascella, e finalmente comincio ad accarezzargli la schiena… nuda.
Dio mio, è meraviglioso!
«No… ma adesso dobbiamo metterci in pari.» lo dice quasi ringhiando, e dopo un ultimo bacio che sembra un morso comincia a togliermi la maglietta.
Alzo un po’ la schiena per facilitare quello che sta facendo, ed in pochi secondi resto in reggiseno, davanti al suo sguardo famelico che sembra mi voglia divorare seduta stante. Non vorrei esserlo, ma mi sento un po’ a disagio.
Cioè… sono in reggiseno, e Edward mi sta guardando e non dice niente! Ha per caso notato che sono quasi senza tette? Devo dire qualcosa?
«Non… non ho le tette!» balbetto, arrossendo.

Brava Bella, tu sì che sai cosa dire in certe circostanze!
Edward scoppia a ridere, e penso quasi che mi stia prendendo in giro. Sono pronta a dargli uno schiaffo, quando lo vedo avvicinarsi a me e abbassarsi sul mio collo, sfiorandolo con le labbra.
«Chi se ne frega delle tette, Bella, sei stupenda lo stesso…» mormora, scendendo con le labbra e baciando l’incavo dei miei seni.
Un sospiro più rumoroso degli altri mi esce dalle labbra. Oh, cazzo, Edward è davvero il ragazzo che tutte vorrebbero al loro fianco! Ed è tutto mio! Che bello!
Alzo la testa per poter osservare meglio quello che Edward sta facendo al mio corpo, e mi sorreggo con i gomiti per non ricadere come una cretina sul pavimento. Adesso si sta divertendo a baciare la mia pancia, provocando ogni volta degli schiocchi sonori e lasciando una scia umida che mi lascia un senso di sollievo addosso. Mi guarda anche, sorridendomi ogni volta che lo fa.
No, questo è troppo per la mia salute mentale! È troppo… argh, è troppo, basta! Troppo tutto!
Mi mordo il labbro, alzando le mani per poterle immergere di nuovo tra i suoi capelli… ma mi dimentico che non ho nulla dietro a cui appoggiarmi, e quindi cado all’indietro, battendo la testa sulle assi dure del pavimento.
«Ahuwa! Che maleeeeee, merda!» comincio ad urlare subito, portandomi le mani sul punto che ha ricevuto il colpo. Domani avrò un bel bernoccolo, porca miseria!
«Bella…» la voce di Edward mi sembra confusa, e quando apro gli occhi lacrimanti per guardarlo vedo che anche il suo viso lo è. Un paio di secondi dopo sembra capire quello che è appena successo, e stringe le labbra per non scoppiare a ridermi in faccia, ne sono sicura.
Tutte a me capitano, tutte a me! Ho per caso il gene della sfiga dentro al DNA?
Edward allunga le braccia verso di me, e mi aiuta a mettermi seduta. «Dai, fammi vedere che ti sei fatta…» mormora dolcemente prima di scostare le mie mani e di toccare con le sue il punto che pulsa e che mi fa un male cane.
«Fai piano!» pigolo. Fa male davvero, perché sembra non capirlo?
«Scusami.» dopo che gliel’ho fatto notare, il suo tocco diventa più gentile e leggero. «Non è niente, solo una botta… fa male?»
«Insomma…» scrollo le spalle, e mi giro verso di lui.
Non appena ci troviamo con il viso uno di fronte all’altro torniamo a baciarci, e stavolta in questo nuovo bacio c’è molta più urgenza di prima. Mi abbarbico alle sue spalle, schiacciandomi contro il suo petto, e Edward mi fa quasi sedere sulle sue gambe, stringendomi i fianchi e il sedere come se le sue dita volessero entrarmi nella pelle.
«Oddio…» un ansito mi esce dalle labbra quando lui mi morde l’orecchio.
«Sul pavimento ti fai male, non è sicuro stare qui…» mormora, senza smettere di mangiucchiarmi la pelle, «… che ne dici del letto?»
Rido. Che ne penso del letto? Che va benissimo! È da tanto che ci fantastico sopra e desidero di provarlo! «Dico che va bene…» gli sorrido, e gli lascio un bacio molto poco casto sulle labbra.
«Dici che verranno a disturbarci?» mormoro tra un bacio e l’altro, stringendo la presa sul suo braccio.
«Con questo tempo? No, non credo proprio!» esclama, tuffandosi di nuovo sulle mie labbra.
Edward mi prende in braccio senza smettere di baciarmi, e dopo pochissimi secondi sento la morbidezza del materasso contro la schiena. Ecco, così va bene, almeno non rischio di dare un'altra testata sul pavimento e di rompermi la testa.
Continuiamo a baciarci freneticamente e quasi senza riprendere fiato, e nel mentre i vestiti che abbiamo ancora addosso vengono eliminati e ammucchiati chissà dove, di certo non mi metto a controllare dov’è che Edward ha tirato le mie mutandine o dove io ho lanciato i suoi jeans.
Quando siamo – finalmente! – entrambi nudi, pelle contro pelle, l’eccitazione che mi ha accompagnato fino ad ora scema tutto d’un tratto, ed al suo posto comincia a salire la tensione. Apro gli occhi, incrociando i suoi… o almeno dovrei incrociarli, ma non riesco a vedere un accidente.
Chi ha spento la luce?
«Ma… la luce…» balbetto, confusa.
«È saltata, il temporale sta peggiorando.» mi spiega lui, e le sue parole sono accompagnate da un tuono decisamente forte e poco confortante.
Sono così distratta che non sento neanche la tempesta, ma bene! Faccio progressi, non c’è che dire…
Edward si abbassa su di me e mi bacia delicatamente il viso, dalla tempia fino all’angolo della bocca, e infine mi bacia dolcemente le labbra. Cerco con tutta me stessa di nascondere o di non far trapelare troppo la strana sensazione che sento, ma non devo riuscirci molto bene perché Edward smette quasi subito di baciarmi.
«Che succede, piccola? Non vuoi…»
«No!» esclamo, fermandolo prima che possa dire altro. «No, voglio! Solo…» mi mordo le labbra, devo dirgli che fare di nuovo sesso dopo quasi due anni mi mette un po’ di paura. «Puoi… fare con attenzione? È tanto che…»
«Farò tutto quello che vuoi, tesoro, tutto quello che vuoi…» mi rassicura, e mi accarezza la fronte con la punta delle dita prima di lasciarci un bacio.
Mi stringo più forte a lui mentre sento che si fa lentamente strada dentro di me, e trattengo involontariamente il fiato quando sento un po’ di fastidio al basso ventre. Sapevo che sarebbe successo, era praticamente una vita che non facevo sesso con qualcuno ed era impossibile evitarlo. Non appena sento che svanisce, torno a rilassarmi e quello che sto provando mi sembra la cosa più bella del mondo.
Edward comincia a muoversi dentro di me non appena gli faccio capire che va tutto bene, e ben presto scompare tutto. Scompare tutta l’ansia, la preoccupazione e tutti i pensieri strani che mi ero fatta sul non essere alla sua altezza… va tutto via, e l’unica cosa che rimane alla fine è l’immenso piacere e la voglia di sentirlo ancora di più, e sempre di più.
Inarco la schiena e assecondo i movimenti del suo bacino, che cominciano a diventare sempre più profondi e veloci. Il respiro mi si mozza nei polmoni ogni volta, e sono costretta ad aprire la bocca per riuscire a respirare meglio… oltre che a gemere in modo a dir poco indecente. Non posso farci nulla… voi che fareste se foste al posto mio?
Un bel niente, perché non ci sarete mai al posto della sottoscritta! Mai!
«Non… non fermarti!» un urlo mi esce dalle labbra quando Edward morde il mio seno, spiazzandomi per l’irruenza del suo gesto. «Non fermarti, ti prego…»
«Mai…» promette, e come se volesse davvero dare dimostrazione della promessa appena fatta, intensifica ulteriormente il ritmo delle spinte.
Getto la testa all’indietro, gemendo forte, e sento Edward che bacia e morde la pelle del mio collo mentre accompagna i miei sospiri di piacere. Sono costretta ad aggrapparmi con le mani ai suoi fianchi per non perdere del tutto la ragione.
Sento che ormai non mi manca molto per arrivare al culmine del piacere, ed infatti dopo poche spinte vengo con un urletto roco che cerco di soffocare contro la spalla di Edward, e lo stringo forte mentre il mio corpo è scosso da una serie di tremori che impiegano diversi secondi prima di andare via.
Sono ancora scombussolata per l’orgasmo appena provato, ma continuo a seguire i movimenti di Edward fino a quando non viene anche lui, con un gemito basso, uscendo da me poco prima che avvenga il ‘fattaccio’.
Torno a stendermi sul letto e trascino Edward con me, abbracciandolo stretto. Entrambi abbiamo ancora il respiro accelerato, ma questo non ci vieta di baciarci e di scambiarci una buona dose di dolci effusioni. Siamo ancora al buio, la corrente non deve essere ancora tornata. Chissà da quanto tempo è che manca…
Per quanto tempo abbiamo fatto sesso? Mi sembra che siano passati solo pochi minuti, ma mi sembra impossibile… in questo momento la mia considerazione del tempo che passa si è tipo inceppata.
«Tutto bene?» mi chiede Edward dopo avermi dato un ultimo bacio, e lo sento sorridere sulle mie labbra.
Annuisco, ricambiando il sorriso. «Perfettamente!»
Gli accarezzo le guance più e più volte, che cominciando ad essere un pochino ispide per via della barba. Lui sembra non accorgersi di questo dettaglio, perché altrimenti già mi direbbe di piantarla e andrebbe a tagliarla. Meglio così, mi piace un po’ barbuto.
«Pensavo che… non lo so, forse sono stato poco gentile, o…» borbotta, scostando il viso di poco.
«No, non è vero! È… sei stato perfetto, perfetto tesoro. È stato bellissimo, sul serio.» lo rassicuro, e gli faccio riavvicinare il viso per poterlo baciare ancora una volta.
Edward sospira, poggiando la fronte sulla mia; mi sembra che sorrida. «È bello saperlo…»
Sorrido anche io. «Che è stato bellissimo?»
«No, che sono stato perfetto! Il mio orgoglio è aumentato tantissimo, grazie piccola.»
«Ma…» mi riprendo in fretta dalle sue parole e lo spingo via, irritata. «Cretino! Voi maschi non pensate ad altro? Siete degli ipocriti!»
Lui ride a gran voce, fregandosene altamente della mia arrabbiatura, e torna a stendersi su di me, abbracciandomi. «Sto scherzando, Bella! Sai che non penserei mai ad una cosa simile.»
«Beh… però sei cretino lo stesso!» lo abbraccio anche io, sommergendo la testa nell’incavo del suo collo.
«Va bene, sono un cretino» sorride tra i miei capelli e li bacia, allontanandosi subito dopo. «Mi lasci andare, piccola? Devo… andare un secondo in bagno.»
«Oh!» lo capisco, è normale che voglia andare a ‘sistemarsi’ dopo averlo fatto. E adesso che me lo ha fatto notare, devo andarci anche io… non mi è mai piaciuta questa storia di non ripulirsi dopo aver fatto sesso… fa proprio schifo, ammettiamolo. Lo lascio andare subito. «Certo, vai. Dopo devo andarci anche io.»
«Va bene allora, ci metto poco.» Edward mi accarezza una guancia e poi si alza dal letto. Non appena lo fa, un senso di abbandono mi assale e sento improvvisamente freddo: il suo corpo mi scaldava, in un certo senso, e mi accorgo solo adesso che la temperatura a causa del temporale deve essersi abbassata, anche se di poco.
Recupero il lenzuolo e mi copro con quello mentre sento risuonare i passi leggeri di Edward, e dopo un po’ sento anche un tonfo, seguito da un esclamazione di dolore.
«Edward, che è successo?» chiedo, preoccupata.
Si è per caso ammazzato da solo?
«Niente… ho battuto la fronte contro lo stipite della porta.» borbotta lui, gemendo di dolore.
Naturale che fosse successo, siamo al buio e non si vede un’acca neanche a cinque centimetri di distanza, figuriamoci per trovare la porta del bagno… ma non posso fare a meno di ridere. È la serata delle testate, questa. Prima io, e adesso lui!
 

***

 
Apro gli occhi quando sento un movimento al mio fianco, restando un po’ disorientata per via del buio che c’è all’interno della camera. Sbadiglio, e con una mano mi strofino gli occhi assonnati mentre con l’altra cerco il corpo di Edward nel letto, ma non c’è.
«Edward?» lo chiamo con voce ancora bassa e roca per via del sonno, girando la testa.
«Sono qui.» la sua voce, bassa almeno quanto la mia, è molto vicina e infatti dopo qualche istante lo sento mentre si siede sul letto, accanto a me. «Sono andato a recuperare il cellulare…»
«Ah…» sbadiglio di nuovo, forse un po’ più forte di quanto dovrebbe essere. «Siamo ancora al buio?»
«Sì, credo che ci sia un guasto da qualche parte.» la sua mano mi accarezza i capelli, dolcemente. «È tardi, torna a dormire…»
«Solo se lo fai anche tu.» sulle mie labbra prende forma un sorriso divertito, anche se so che lui forse non riesce a vederlo.
Edward sospira, muovendosi sul letto. «Va bene, fammi un po’ di posto.»
Mi sposto su un lato del materasso mentre Edward prende posto in quell’altro, coprendo entrambi con il lenzuolo. Il letto è piccolo, e noi siamo costretti a restare sdraiati su di un fianco per entrarci entrambi, ma non è un problema. In questo modo siamo  molto più vicini del dovuto, e la cosa mi piace tanto.
Non appena Edward si è sistemato bene nel letto mi accoccolo contro di lui, poggiando la testa sotto la sua. Lui mi abbraccia, e stende un braccio sotto alla mia testa come se fosse un cuscino per me. Non appena lo fa, mi bacia la fronte.
«Adesso dormiamo, sono le tre e mezza… tra un po’ c’è la sveglia.»
Sbuffo, scocciata: la sveglia del campeggio è davvero una tortura per le nostre orecchie. «Odio quella sveglia!»
Ride, con la bocca ancora premuta sulla mia pelle. «Già, la odio anche io… non ha senso secondo me.»
«Sì che ce l’ha! Serve a romperci i coglioni, vedi tu se non ha un senso!» gli faccio notare. Con le dita comincio a tracciare un disegno indefinito sulla parte alta del suo petto.
«Non hai tutti i torti…» ammette.
Restiamo in silenzio, l’unica cosa che si sente nella stanza è il rumore leggero dei nostri respiri; Edward mi stringe ancora più forte contro di sé, e mi accarezza piano i capelli. Il movimento della sua mano mi rilassa, e sembra che se va avanti di questo passo posso anche addormentarmi di nuovo.
Chiudo gli occhi, sistemandomi meglio contro di lui.
«Ma che mi stai facendo, piccola strega, che mi stai facendo?» domanda Edward in un sussurro così basso che a stento riesco a sentire. Continua ad accarezzarmi i capelli, e sento che avvicina il viso al mio, baciandomi una guancia. «Stai diventando così importante per me…»
Va bene. Edward si sta praticamente confessando e sta ammettendo che per lui sono importante, una cosa che mi mette i brividi e che mi fa venire voglia di sommergerlo di baci… ed io che faccio? La bella addormentata nel bosco, visto che ci stiamo in mezzo ai boschi? No, non va bene per niente!
«Lo sei anche tu.» ammetto, aprendo gli occhi. Mi sposto su di lui e gli prendo il viso tra le mani, avvicinandomi fino a quando i nostri nasi non si sfiorano. «Sei importante per me, Edward. Ti voglio un bene così grande che potrei impazzire da un momento all’altro.»
«Io lo sono già invece, pazzo. Sono pazzo di te, mia Bella…» mi stringe forte, baciandomi profondamente.
Oh, al diavolo il dormire e la sveglia che suonerà tra meno di quattro ore! Al diavolo tutto!
Rispondo con estremo piacere al bacio, e nel giro di poco tempo siamo di nuovo impegnati a rotolarci tra le lenzuola.
 
  


__________________

Sono carini, non è vero? *w*
   
 
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Twilight / Vai alla pagina dell'autore: KrisJay