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Autore: Merlina97    26/10/2012    3 recensioni
esiste un piccolo villaggio, Starland, di cui non si conosce la posizione geografica. Questo villaggio è circondato dai boschi, le persone sono chiuse,il passato spaventa, si danno per scontate le cose, si ha paura di tentare. Dovrà arrivare una persona, forse la coscienza stessa, a far cambiare le cose. Mi scuso in anticipo per gli aggiornamenti lentissimi, spero avrete voglia di seguirmi comunque.
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La quarta lettera

L’occasione, quella che Anna si era dichiarata disponibile ad accogliere a braccia aperte non appena si fosse ripresentata, arrivò. Probabilmente prima di quanto Anna si fosse aspettata, ammesso che ci avesse seriamente sperato.

Una mattina piovosa di Maggio, Giulia aveva fatto capolino dalla porta della camera della figlia, dove questa stava parlando e ridendo con le amiche della questione “Nicola” ( con sommo disappunto di Adele che era arrossita) e aveva comunicato ad Anna la grande notizia:

-Domani Ludovica mi ha chiesto se ti va di tenere ancora Antonio, le aveva detto che si era divertito. Io non ci sarò, però; la mattina devo andare a guardare con papà per un letto: sono mesi che Selene è in casa con noi e dorme ancora su un divano!- esclamò infine, in uno scatto emotivo.

- Ma a me va benissi...- provò a ribattere Sel, che si bloccò ad un’occhiata truce della signora Giulia, che per nessuna ragione al mondo voleva essere ostacolata.

Anna si rivolse a sua madre ignorando Elisabetta e Adele che se la ridevano prendendo in giro Selene:

-Per me va bene.- si limitò a dire, un pò sorpresa per la verità: non aveva sul serio immaginato che le sarebbe ricapitato di tenere Antonio.

La signora Giulia annuì soddisfatta e ridiscese le scale, intenta ad andare in giardino a stendere il bucato.

-Dimmi: da quand’è che vi siete date a quest’attività?- chiese Elisabetta.

- Oh, è successo solo un’altra volta.E il bambino si era divertito, quindi...- rispose Sel

- Io la trovo una bella esperienza!-

- Dici davvero, Lele? Effettivamente devo ammettere che l’ultima volta ci  siamo divertite anche noi,no?- Anna si rivolse verso Selene in cerca di conferma.

-Oh sì! E ho anche avuto modo di imparare quel fantastico gioco che fate qui! Come si chiama? “Birichino”?-

- No Sel, nascondino, si chiama nascondino.- la corresse Anna, mantre Adele annuiva per non si sa quale ragione ed Elisabetta  rideva distesa a pancia in giù sul letto e con la faccia spiattellata sul cuscino.

La giornata era passata in fretta, tanto che Anna non riusciva a sentirsi provata da essa e faceva più fatica del solito ad addormentarsi, forse in preda ad uno dei suoi momenti “pensosi” che, prima dell’arrivo di Sel, la spingevano ad andare a sedersi sul davanzale. “Perchè no?” si chiese mentalmente, d’altronde Selene sembrava dormire e, se avesse fatto piano, non l’avrebbe svegliata. E fu così che Anna sgusciò fuori dalle coperte e, lasciando le gambe  a penzoloni, si sedette sul suo davanzale. La vista era sempre la stessa, ma non stancava mai Anna che la guardava con un senso di familiarità che la portava ad accarezzarsi pigramente un braccio, mentre rabbrivideva per il fresco della notte. Per la prima volta non si limitò a percorrere con lo  sguardo il confine segnato dagli alberi, ma spinse lo sguardo oltre, tentando di superare con gli occhi quell’immensa coltre scura. Cosa cercava? Non lo sapeva neanche lei. Forse del fumo, che indicasse la presenza di qualcuno nella foresta o un bagliore oltre gli alberi, proveniente da una qualche città. Magari proprio quella del mercante con cui aveva parlato una volta Sel. Suo figlio doveva essere nato. Oppure, chissà, forse Anna non cercava niente di tutto questo, forse faceva così solo per provare, per trovare un passatempo che l’accompagnasse in quella notte.

Poi Anna trassalì avvertendo un’ombra scivolarle di fianco, ma si riprese poco dopo; era solo Selene. La ragazza si sistemò vicino ad Anna accomodando la camicia con movimenti eleganti e posati per poi fermarsi a guardare nella stessa direzione che Anna aveva percorso con gli occhi poco prima. Anna invece la osservò: i capelli biondi facevano da contrasto con il buio notturno e sembravano quasi bianchi, lo sguardo era perso ma maturo, diverso da quello che le aveva visto spesso di giorno e che aveva definito segretamente un pò ingenuo e quasi infantile. Sembrava più adulta, millenaria. Ed Anna ebbe la sensazione di sentire qualcosa che si rompeva momentaneamente, solo per quella notte. Forse una specie di maschera.

Selene rivolse il viso verso Anna.

-Non riesci a dormire?- le chiese.

- Faccio un pò fatica a prendere sonno, quindi ho pensato di...-

-...Venire un pò qua?- completò Selene per lei.

-Esatto.-

-Ci vieni spesso?-

-Ogni tanto.-

- È un bel posto.- commentò Selene – sembra tranquillo ed adatto per pensare.-

-Lo è.- Anna sorrise nell’oscurità.

- Oh, guarda: si vede il grande carro.-

- Il grande carro?-

-Sì, è una costellazione. Un gruppo di stelle in cui gli antichi hanno visto un disegno e a cui hanno dato un nome.-

-Ne ho sentito parlare. C’erano tanti osservatori di questo tipo tra le radici del popolo di Starland, così mi hanno raccontato.-

-Adesso non c’è più nessuno?-

- Chissà; forse qualcuno lo fa come passatempo e non lo dice ,oppure è molto probebile che non sia rimasto nessuno.-

-Peccato. Tenevano d’occhio le stelle.-

-Tenevano d’occhio?- chiese Anna, senza ricevere una riposta.

-Mi piacciono.- affermò semplicemente Selene, ammirando il cielo con il viso rivolto verso di esso.

-Le stelle?- chiese Anna.

Selene annuì.

-Si,sono belle.- disse poi.

Rimasero qualche secondo così e poi Selene parlò, spazzando via tutta l’atmosfera che si era creata, come se non fosse stata altro che un mucchietto di polvere.

-Meglio andare a letto, domani abbiamo Antonio da guardare. Non vorrai mica essere distrutta,spero! Le lettere non sono ancora finite!-

Anna non sapeva se Selene stesse dicendo così per dire o se stesse facendo sul serio. Comunque accennò ad un sorriso.

-Buonanotte Sel.-

-Buonanotte Anna.-

E rientratono.

***

La mattina dopo le ragazze si alzarono con calma e, di conseguenza, l’energica scampanellata di Ludovica le colse mentre erano ancora intente a fare colazione.

-Ciao!- Antonio irruppe nella cucina seguito dalla madre.

-Mi raccomando, non far diventare matte queste due ragazze!- si premurò di dire Ludovica.

- Buongiorno!- salutarono le ragazze.

-Non si preoccupi- aggiunse Anna- se si comporta come l’altra volta non c’è nessun problema, vero Antonio?-

-Sì!-

-Va bene. Io vado e fai il bravo, intesi?-

- Io sono bravo!!- si spazientì il bambino.

Ludovica rise ed uscì.

Una volta finita la colazione Anna e Selene si adoperarono per cercare di far passare il tempo ad Antonio e a loro stesse, per poi cedere alle richieste del bambino, ovvio. A fare gli occhi dolci era un mito.

Erano appunto nella stanza di Anna e di Sel, perchè Antonio aveva voluto vedere che giochi avevano. La richiesta era stata tanto innoqua ed innocente che le due avevano acconsentito, sebbene sapessero che era un giro inutile visto che, a parte qualche bambola o pupazzo, i giochi di Anna erano tutti stipati in mansarda e quanto a Selene... Bè, quand’era arrivata  lei aveva solo quello che aveva addosso: un vestito, un mantello, una piccola saccoccia rossa che al suo arrivo aveva legata in vita e delle scarpe, tutto qui.

In ogni caso, Antonio si era ripreso in fretta dalla delusione causata dalla mancanza di giocattoli trovandosi un altro passatempo:

-Antonio, smettila di saltare sul letto! Ti spaccherai una gamba!- disse Anna, esasperata.

Antonio continuava a saltare, non curandosi dei continui richiami. Continuava imperterrito ad andare su e giù dandosi lo slancio con i piedi, finchè non si  stancò e prese a rimbalzare da seduto atterrando sul sedere. Uno,due, tre rimbalzi e si ritrovò fermo, seduto sel letto, con la testa poco sotto una mensola lì vicino; alzò una mano ed iniziò a frugare sulla superficie di legno fino a quando non incontro un oggetto rigido e spigoloso. Un libro.

-È quello dell’altra volta!- esclamò, tirandolo giù.

- Ah, vedo che te lo ricordi.- commentò Anna, lieta che avesse smesso di saltare, mentre Selene osservava.

Il bambino prese a sfogliare malamente  le pagine per poi fermarsi ed esclamare, con il dito puntato sulla pagina:

-Questa è una “A”!-

Anna ne fu sorpresa, non pensava che avrebbe ricordato fino a quel punto, Selene sorrideva gentile.

Le due ragazze si avvicinarono ad Antonio, che teneva ancora il dito sopra la maiuscola che segnava il primo capoverso del libro, e Selene gli prese il libro sfogliando un pò le pagine.

-E questa?- gli chiese , indicando un’altra maiuscola.

-Quella è la ...- provò a rispondere il bambino.

- Dai, è facile.- s’intromise Anna- È quella che non ha una sola pancia,ma bensì due.-

- È la “B”!-

-Bravo Antonio! Ti ricordi com’è fatta la “C”?- chiese Anna.

Antonio annuì e disegnò nell’aria la forma della “C” con il dito. Le ragazze si guardarono.

-Senti,Antonio, ma ti piacerebbe davvero imparare?- chiese Selene.

-Sì, mi piacciono le lettere! E quando sarò diventato bravissimissimo leggerò anche io quel librone!-

- Ve bene, Antonio.- decretò Anna.- Allora andiamo avanti: devi sapere che non è finita qui; infatti ci sono altre lettere e una di queste è una signora grassissima, che però ha una sola pancia tutta intera. Si chiama “D”.

Spazio autrice: buonasera!! Ed eccomi qui con un nuovo capitolo dove è tornato, più carico che mai, Antonio! Dunque, diciamo che considero il capitolo come parte della “svolta”, perchè capiamo che l’idea della lettura non è stato solo un passatempo momentaneo. Ma non voglio dirvi troppo! Che ne dite della parte “notturna” del capitolo?Ancora una volta mi ritrovo a ringraziare Fanny Lestrange, Pendragon of the Elves e Geffa97 (che sono certa arriverà fin qui).

Alla prossima

Ila

  
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