C’è
nell’aria una disperazione che sono l’unica a
sentire, perché sono anche
l’unica che capisce a pieno quello che sta accadendo, al
contrario degli altri.
Inizio
a riconoscere sempre più volti tra quelli dei presenti,
sempre più nomi tra
quelli della lista di Doug: Aaron, Aaliyah, Jenette, Lucinda, Frankie,
Joshua…
troppi nomi per essere elencati tutti. Eppure ci sono, su quella
stupida e
distruttiva lista.
Come se la caverà l’incapace Aaliyah, in guerra? E
Le
missioni non sono mai state un obbligo, d’ora in poi per loro
lo saranno.
Potevano immaginare di andare incontro a cose ancora peggiori delle
nostre –in
confronto- stupide missioni? Non credo. Non lo immaginavo
neanch’io.
-Ancora
assolta nei tuoi pensieri?-
mi
chiede l’inconfondibile voce di
Zayn da dietro.
-Tu sai
cosa stanno facendo?- ribatto.
Ovviamente
non lo sa, gli ho presentato Doug, ma non gli ho detto altro. E ne
approfitto
per farlo ora, spiegargli tutta l’enorme complicazione della
guerra. Ci
raggiunge anche Louis e ascoltano entrambi interessati, ma non riesco a
decifrare le loro espressioni, finchè non ho finito di
parlare. Sembrano quasi…
felici. Possibile?
Li
guardo sconcertata per un po’, prima di chiedere: -Perché sorridete?!-
-Davvero
non capisci?- mi
chiede Louis, quasi deluso.
-Beh,
è semplice…- dice Zayn, con un tono
più dolce e comprensivo rispetto a
quello di Louis. –Pensaci. Appena
Liam e
Buck sapranno di questo, il loro piano non avrà
più senso! Volevano distruggere
Holmes Chapel per essere liberi… se andranno in guerra, lo
saranno. Non saranno
più sotto il controllo di questa città. Non
servirà a niente distruggerla!-
Beh…
il suo ragionamento non fa una piega. Non centra assolutamente niente.
Proprio
niente. Non è che se Liam e Buck vanno
nell’esercito la missione non si fa più,
no. Non capisco proprio come abbiano potuto pensare una cosa simile.
Così
stupida e insensata. E non capisco perché ho gli occhi pieni
di lacrime che mi
scendono sul viso.
Le
familiari braccia di Zayn mi avvolgono completamente, riesco a malapena
a
vedere dietro la sua spalla ma non m’importa. Mi godo
l’abbraccio più di ogni
altra volta, per qualche motivo ho bisogno di molto affetto. –Mi dispiace, saranno loro a
decidere…-
mi
sussurra Zayn cullandomi un po’. E in questo momento sento
come se ci fossimo
solo noi due, nonostante siamo circondati di persone. Eppure non riesco
a
capire le sue parole.
‘Saranno
loro a decidere.’
Che
intende? Chi dovrà decidere cosa? Lo stringo di
più a me e mi ci vuole un bel
po’ per riuscire a capire. Loro decideranno se andare in
guerra o meno, ed è
questo che mi spaventa. Ho paura che ci vadano. Ho paura di perderli.
Non conta
tutto quello che stanno fancendo, non contano le loro menti deviate.
Sono stati
miei amici per troppo tempo. Quando si è veramente amici,
non si smette mai di
esserlo, salvo che non lo si è mai stati. Non voglio che
vadano in guerra.
Preferisco averli qui e dover combattere su una facciata opposta alla
loro,
piuttosto che sapere che sono in guerra a combattere davvero contro
soldati
esperti.
Mi
stacco da Zayn e lascio che mi asciughi le lacrime sul viso. Non so
più cosa
devo fare. Ho perso la cognizione del tempo ed è
già tanto che so dove sono: ci
sono alcuni pianti che ti prosciugano completamente.
E
non posso fare a meno di trattenere nuovamente le lacrime quando vedo
le figure
di Liam e Buck, che si fanno spazio tra
-Che
state facendo?- chiede Buck a Doug.
-Volete
entrare nell’esercito?- ribatte lui arrivando direttamente
al punto. Non capiscono,
sono stati colti alla sprovvista. Diverse emozioni si fanno largo sui
loro
volti. E l’espressione inorridita lascia quasi subito spazio
a quella
sospettosa. –Chi sei tu?-
chiede
Liam. –Giusto, non sei stato un mio
alunno. Beh, io sono Doug.- gli risponde velocemente Doug,
porgendogli la
mano.
Liam
non la prende. –Perché
sei qui?-
-Mmm.
Ci serviranno soldati con il
tuo carattere.-
-Perché
sei qui?- ripete
Liam, ancora più irritato.
-Esattamente
per quello che ti ho
detto. Reclutare ragazzi per l’esercito.-
L’orrore
ricompare sui volti di Liam e Buck. Il loro piano non sta andando come
si
aspettavano, hanno capito che i ragazzi moriranno comunque. Non hanno
salvato
più vite possibile, le hanno solo portate verso una morte
diversa. Forse anche
peggiore, più lenta, più dolorosa. Non possono
accettare una cosa del genere,
non loro che pianificano tutto nei minimi dettagli.
Li
conosco troppo bene per non riuscire a decifrare il volto
apparentemente senza
emozioni di Buck, e il cipiglio cupo di Liam. Eppure non mi aspettavo
che Liam
mi afferrasse per un braccio e mi trascinasse via, seguito ovviamente
da Buck,
Zayn e Louis. Mi ha portato nella stessa ‘sala’
dove abbiamo parlato la prima
volta, quando mi disse del loro piano, e ora mi guarda quasi
aspettandosi
qualcosa da me.
-Beh?- gli chiedo io, perdendo
-Come
‘beh’?! Dobbiamo fermarlo, è
ovvio!- mi
risponde Liam, guardandomi come
se avesse detto la cosa più ovvia del mondo. E di punto in
bianco scoppio a
ridere. Non so precisamente il perché, forse per
l’assurdità della sua
affermazione.
-Tu
vuoi far saltar in aria la tua
città, ma non accetti che dei ragazzi vadano
nell’esercito?- esclamo appena riesco a controllare
le risate.
-Non
capisci. Questi ragazzi
dovevano essere al sicuro qui.-
ribatte lui serio e irritato.
-Non
sarebbero mai stati al sicuro!
Qui siamo costantemente esposti al pericolo!-
-No,
appena il piano sarebbe stato
attuato si sarebbe ricreata la città, avrebbero vissuto
normalmente lì, con un
nuovo sindaco!-
-E
quanto ci sarebbe voluto? Vale
davvero la pena uccidere tutti! Rapisci il sindaco!-
-Si
rivolterebbero tutti contro.- dice Liam a bassa voce.
–Senti, non importa. Fa finta che non ti abbia detto nulla,
ciao.-
E
detto questo esce dalla stanza. –Buck…-
sussurro piano, ma non abbastanza per non farmi sentire. Ed
è così che Buck fa
una cosa del tutto inaspettata: si avvicina a me, un po’
incerto, e mi abbraccia.
Rimango spiazzata, non capisco il significato di questo gesto.
Però lo
abbraccio anch’io, perché mi è mancato
il suo profumo, i suoi abbracci così
rari ma così belli. Mi è mancato così
tanto da far male, così tanto che me ne
rendo solo ora di quanto. E in questo momento vorrei che anche Liam
fosse qui,
tra le mie braccia. –Dobbiamo
andare al
campo.- mi sussurra Buck, sciogliendo l’abbraccio.
Non
capisco più niente. Che cosa significa
quell’abbraccio? E’ dalla nostra parte?
Si è pentito? Perché non riesco a chiederglielo?
Me
ne sto zitta e ferma mentre la sala si svuota, lasciando me e Zayn
soli.
D’altra parte, lui che può fare? Non
può rispondere alle mie domande. Ma mi afferra
la mano, e mi aiuta a raggiungere il treno prima che parta, cosa che
probabilmente
non sarei riuscita a fare da sola.
Sono
distratta nel viaggio, neanche mi rendo conto di essere già
sul terreno del
campo fin quando Harry non mi schiaffeggia una guancia. Lo guardo come
se fossi
appena tornata da un sogno e lui mi regala un sorriso a cinquantasette
denti. Sorrido
appena, e saluto anche Niall, che mi travolge in un enorme abbraccio a
tre,
anche con Harry. Dire che questi ragazzi riescono sempre a portarmi il
buon
umore ( o almeno a scacciare momentaneamente quello cattivo)
è minimizzare il
concetto.
-Allora,
che facciamo?- chiede
Niall, entusiasta.
-Non
so… preferirei arrampicarmi un
po’, oggi.- dico riprendendo il mio tono
distratto.
-Cosa?
Intendevo per fermare Liam e
Buck.-
-Mmm.- me ne ero quasi dimenticata.
Sì, che possiamo fare?
Nonostante tutto non mi sembra una buona idea chiedere qualcosa a Buck,
al
riguardo. Non abbiamo indizi da cui partire, non abbiamo niente. Come
possiamo
attuare questo piano?
-Andiamo
al nostro comando. Di
sicuro Phillips e Doug saranno ancora là, con un
po’ di fortuna gli armadietti
saranno aperti e nessuno ci vedrà.- parla
Zayn al posto mio. È un piano molto approssimato e rischiamo
di essere
scoperti, malgrado questo sia anche l’unico piano che
abbiamo. O almeno una
piccola riproduzione di un piano.
Nessuno
ha niente in contrario, o niente di meglio da proporre. Ci dirigiamo
nuovamente
verso il comando di Mullingar, tengo Zayn sottobraccio. Da
lì torniamo al
nostro comando, dove ci sono sia Phillips che Doug, come previsto da
Zayn.
Passiamo
velocemente da una sala all’altra senza farci notare, fino ad
arrivare agli
armadietti. Quello di Phillips è aperto. Ed è
completamente vuoto.
La
mia espressione sconcertata è proiettata anche sui volti
degli altri, nessuno
di noi si aspettava questo. Che fosse chiuso, che non riuscissimo ad
aprirlo,
ma non che fosse vuoto. E ora? Provo ad aprire quello di Buck, giusto
per tentare
di fare qualcosa e per dare un senso all’essere arrivati fin
qua. Digito tutte
le combinazioni che penso possa aver usato, tutte quelle che per lui
significano qualcosa, poi mi arrendo e metto numeri a caso. Ed
è per pura
disperazione che, alla fine, riprovo con la vecchia combinazione.
Scatta.
Guardo
sorpresa tutti gli altri e apro l’armadietto velocemente. La
prima cosa che
vedo è una cartella, sopra c’è un
biglietto.
‘Fanne
buon uso.’
Ha
cambiato combinazione di proposito, per farmi avere
Apro
la cartella, facendo cadere il bigliettino che è raccolto da
Zayn. Ci sono
tanti fogli dentro questa, nel primo c’è una sola
parola, che occupa tutto il
foglio: RUSSIA.
Hanno
fatto un patto con
Nella
seconda pagina ci sono indicazioni con la scrittura di Buck.
‘‘Il
nostro
comando non arriva in Russia, neanche quello di Mullingar. Vai a
Bradford da
Mullingar. Il treno ti porta in una stanza gialla, apri la porta e ti
trovi due
corridoi davanti, prendi quello di destra. La prima porta, sul lato
sinistro
del corridoio, che incontri, aprila. C’è un
computer. La password del computer
è ‘7749795’. Apri il programma
‘Vacation’. Ti appare una schermata dove devi
digitare una parola, scrivi ‘Russia’. Torna nella
stanza da dove sei venuta e
prendi il treno. Durante tutto questo non farti vedere da nessuno. Il
treno ti
lascia all’aperto, là non ci sono comandi.
Sei in
un parco. Cerca l’albero con
inciso ‘JKRJK’. Quando sei davanti
all’albero, avrai una strada alla tua destra
e una strada alla tua sinistra. Sono entrambe piccole e losche. NON
entrare in
quella di sinistra. Vai a destra senza neanche guardare quella di
sinistra.
Cammina dritto finchè non vedi un edificio completamente
viola. Entra dentro.
Al segretario devi dire una sola parola ‘Russel’.
Ti porterà da lui. Lui sa
parlare inglese, quindi tranquilla. Mostragli il prossimo foglio e si
fiderà di
te. Fallo prima che ti punti la pistola alla testa, miraccomando.
Disdici tutto
il piano.
Ho
scritto tutto velocemente prima
di andare al campo, subito dopo che ho saputo dell’esercito.
Non posso fare io
tutto questo perché Liam è sempre con me. Mi
dispiace per tutto, Leena. Scusa
anche per
Buck.’’
Ha
pensato proprio a tutto e le indicazioni sono precise, spero solo che
sarà
facile quanto sembra. Prendo il prossimo foglio e passo questo agli
altri, per
farglielo leggere.
Nel
foglio c’è stampato un simbolo, grande quanto
tutta
Passo
anche questo agli altri e sfoglio velocemente i successivi fogli, che
sono foto
con nomi. Su ognuna di esse c’è scritto, oltre al
nome, se è una persona di cui
mi posso fidare o no. Direi che Buck ha fatto bene il suo lavoro.
-Allora, andiamo in
Russia…?- dice Niall. Capisco il suo tono un
po’ esitante, neanch’io
mi sento tanto sicura ad andare fin là. Il
nostro peggior nemico. Però mi fido di Buck, le
indicazioni sono precise.
Sappiamo tutto. Andrà bene.
-No,
prima a Bradford.- rispondo con un mezzo sorriso.
-Prima
dobbiamo tornare a
Mullingar, veramente.- dice Harry un
po’ irritato.
-Il
treno di Mullingar è già qui.- faccio notare io, e ci incamminiamo
senza più parlare.
Prendiamo
il treno e in qualche modo riusciamo ad arrivare a Bradford, con
l’aiuto di
molti pulsanti. Scendo dal treno e, nonostante abbia la cartella in
mano,
ripasso mentalmente, corridoio a
sinistra, prima porta a sinistra. Entro nel corridoio di
sinistra, è molto
grande e buio, non vedo l’altro lato. Prendo un po’
di coraggio e continuo a
immegermi nel buio, con una mano posata alla parete, per evitare di
perdere