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Autore: xdreamscometrue    26/10/2012    2 recensioni
'Chi non voglio rivedere? Zayn Malik. Quello stronzo sempre pronto a farci saltare in aria da un momento all'altro.'
Genere: Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Zayn Malik
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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*munitevi di pop corn e coca cola. E' un papiro, a mio parere lol* 

Sei e ventiquattro.
Non ho dormito tutta la notte e sono rimasta sveglia a pensare come un'emerita cretina.
Un'emerita cretina stanca della sua stupida e inutile vita.
Io sono inutile. 
Stanca di stare sdraiata sul letto, mi alzai e mi diressi verso il bagno, trascinando i piedi per terra. Non appena mi chiusi dentro e mi guardai allo specchio, rischiai un'infarto alla vista del mio aspetto. Capelli arruffati, occhiaie profonde, occhi stanchi, viso pallido e stanco. 
Come ho fatto a ridurmi in questo stato? Dov'è finita Eleanor, la vera Eleanor? 
Distolsi lo sguardo da quella figura orribile riflessa nello specchio e cominciai a lavarmi viso e denti. Entrai nella doccia e dopo di che, cercai di coprire le occhiaie con un pò di correttore ma niente da fare. Uscì dal bagno irritata e mi chiusi in camera sbattendo la porta ma me ne pentì immediatamente dopo aver visto il quadro di camera mia cadere e frantumarsi in mille pezzi. 
La giornata non poteva iniziare meglio, ovviamente.
Fanculo.
 
 
 
Ero in tremendo anticipo e questo poteva sembrare strano a qualsiasi persona mi conoscesse. Sembrava strano anche a me, ma poco m'importava. Arrivai agli scalini della scuola e cominciai ad osservare il cortile deserto del liceo. Un leggero vento continuava a scompigliarmi i capelli facendomi finire alcune ciocche di capelli ripetutamente sul viso, che io prontamente ricacciavo dietro l'orecchio, fino a quando non mi stufai e le lasciai com'erano. Il freddo d'autunno mi gelò le dita delle mani e sentì il freddo farsi spazio nelle ossa. 
Forse dovevo mettere una giacca più coprente, si si.
Mi strinsi su me stessa, incrociando le braccia e stringendole all'altezza della pancia. Solo in quel momento mi resi conto che i primi alunni si erano fatti vivi nel cortile e che le potre dietro di me erano aperte. Senza pensarci due volte, mi alzai, salì gli ultimi scalini ed entrai a scuola, dirigendomi immediatamente in biblioteca per ridare un vecchio libro e prenderne uno nuovo. I corridoi per fortuna erano ancora vuoti e quel silenzio mi provocava perennemente brividi per tutto il corpo. 
Che soffrissi del silenzio? Cazzate. 
Salì due rampe di scale, salendole due a due ed aumentando il passo raggiunsi la porta della biblioteca. L'aprii lentamente e notai che al bancone non c'era nessuno. Mi guardai un'attimo intorno e constatai che ero completamente sola o per lo meno così sembrava. Mi diressi silenziosamente mettendo attentamente un piede dopo l'altro, verso il reparto 'Fantasia', il mio preferito, ecco. Ho sempre vissuto di piccole fantasie. Fantasie innocenti che non fanno altro che trasportarti dolcemente in un mondo parallelo. Un mondo dove le persone chiamate comunemente 'gente di merda', si incarnano nei mostri. Mostri insignificanti, che potranno pure ferirti, fisicamente, ma resta tutto comunque frutto della tua mente. Mostri incapaci di ferirti l'anima e i sentimenti. Incapaci di ferirti il cuore, ovvero ciò che le persone del mondo reale, ne sono capaci. Capaci di distruggerti dentro e fuori. La conseguenza di tutto ciò è alquanto ovvia. Le persone sviluppano un'autodifesa, che automaticamente comporta al chiudersi, ovvero non potersi aprire con nessuno. Una barriera che impedisce alle persone di avvicinarsi. Come un'enorne bolla di vetro. Il problema? Ogni volta qualcuno riesce ad abbattere la barriera che mi costruisco intorno. 
 
 
 
Giuro che fra un pò quelle palline di carta glie le faccio salire su per il culo.
E' ormai da tutta l'ora, che sopporto questo ritardato mentale che ad ogni lezione, tira palline di carta e oggi ha deciso di tirarle a me. Oggi, sono la sua vittima.
Ma vittima un'accidenti, adesso quelle palline glie le faccio masticare e uscire dal naso. 
Respirai profondamente, togliendomi l'ennesima pallina di carta dal banco e pregai in turco che la campanella suonasse a momenti. Dopo qualche minuti, accadde e alzandomi di scatto senza neanche aspettare che l'insegnante finisse di spiegare quelle sue cazzo di equazioni, mi diressi verso l'uscita a grandi passi ringraziando ad alta voce qualsiasi dio turco m'abbia ascoltato. 
Appena misi piede fuori dall'aula, con le urla del professore rivolte oramai alla mia schiena, guardai prima destra poi sinistra come d'abitudine e mi diressi verso il mio armadietto, per recuperare i libri dell'ultima ora di questa stancante giornata. In mezzo alla folla, cercai distrattamente con gli occhi una cresta nera, ma niente. Per tutta la mattinata non l'avevo visto. Probabilmente non si era neanche presentato a scuola. 
Sospirai di sollievo, almeno quella giornata non avrei dovuto incontrarlo e di conseguenza almeno oggi non avrei avuto nessun problema. Speravo soltanto di non incontrare gli amici di Malik, visto che di certo anche loro non mi lascierebbero uscire da quell'istituto senza qualche livido quà e là. 
Aprì velocemente l'armadietto, ne estrassi il libro ed il quaderno di storia e guardandomi intorno furtivamente, lo richiusi velocemente e mi diressi con grandi passi verso l'aula di storia, l'ultima del corridoio di questa accidenti di scuola. 
Scuola che non ha fatto altro che causarmi problemi. 
 
 
 
Tv accesa, coperta e ovviamente, vaschetta di gelato in mano. 
Cercai di sistemarmi meglio sul divano, continuando a fare zapping con il telecomando in mano, ma una fitta alla vita mi fece arrestare immediatamente. Sul mio corpo c'erano molti lividi ancora ben evidenti e i dolori sembrava non volessero sparire. Tutto il busto e il polpaccio destro erano ricoperti da macchie violacee, mentre avevo un piccolo spacco al lato del labbro inferiore. Insomma. M'hanno conciata male. 
Cacciai via quei pensieri dalla mente, concentrandomi su ciò che trasmettevano alla tv. 
Violetta? No.
Mondo di Patty? No.
Beautiful? Passo.
Continuai a fare zapping, fino a quando mi soffermai sul canale musicale di MTV e proprio in quel momento, trasmettevano una delle mie canzoni preferite: una delle tante canzoni che amavo, di Chris Brown. Credo che sia uno degli unici cantanti, degni di avere una vita del genere. Degni di fare i cantanti. Gli altri? Soltanto ricchi sfondati ai quali escono i soldi dal culo, tutto qui. Mentre Chris Brown, se lo merita. Ha una voce veramente bella e per prima cosa, ci mette le emozioni. Quando si canta, bisogna provare delle emozioni. Quando si canta, bisogna metterci le emozioni, in ciò che si canta. Bisogna provarlo, ciò che si canta e non cantare delle parole con un significato profondo e farle sembrare delle parole vuote, prive di significato. 
Cominciai a canticchiare la canzone, evitando di alzare troppo la voce, nonostante fossi sola a casa. Non si sa mai i vicini abbiano un'orecchio talmente acuto da sentirmi lo stesso. 
Continuai a canticchiaire fino alla fine della canzone, dopo di chè ne partì un'altra, con un ritmo orecchiabile. Tutte le canzoni seguenti furono una noia totale ed io personalmente, mi stavo annoiando. La vaschetta di gelato era finita, in tv non c'era un cazzo da guardare e i miei genitori non sarebbero tornati prima delle dieci, quindi niente da mangiare. Non che non fossi capace di cucinare, certo che no, ma era meglio evitare. Se mandassi la casa a fuoco? Mia madre mi fucilerebbe. Quindi, meglio evitare. 
Sbuffai per l'ennesima volta, cercando di sistemarli meglio sul divano, Poggiai la testa al bracciolo e pian piano cominciai a sbadigliare ed a sentire i suoni provenienti dalla tv, sempre più ovattati, segno che stavo per addormentarmi. E senza accorgermene, caddi in un sonno profondo, finendo in un mondo parallelo più affidabile di questo. 
 
 
 
Stavo per baciare Francisco Lachowski quando improvvisamente un suono al quanto conosciuto, ma che non riuscì ancora a distinguere, mi svegliò. Aprì gli occhi lentamente, ancora mezza rincoglionita. Spostai gli occhi ancora mezzi socchiusi sull'orologio appeso al muro e notai con stupore che segnava le nove e mezza. Avevo veramente dormito per quattro ore? Accipignia. Oh bè, almeno fra una mezz'ora sarebbero arrivati i miei genitori. Perfetto. Anche perchè sentivo un certo brontolio alla pancia. 
Improvvisamente sentì dinuovo il suono di prima e capì che si trattava del campanello. 
Chi poteva essere, a quest'ora? Ma un pò di privacy no, eh? 
Mi alzai scocciata, ancora traballante, mi stiracchiai e buttando la coperta sul divano, mi passai una mano nei capelli, dirigendomi verso il portone dell'entrata. Mi guardai distrattamente allo specchio di passaggio, tirandomi su il ciuffo con la mano. Senza pensare troppo e senza controllare nel porticino, aprì, non curandomi che potrei ritrovarmi davanti anche un maniaco sessuale. Aprì completamente la porta, ritrovandomi davanti la persona che mai in vita mia, avrei pensato di trovare e in più, mai avrei voluto trovare. Essendo ancora assonnata rimasi impalata cercando di capire che accidenti volesse, al posto di chiudere la porta e tornarmene a dormire e me ne pentì immediatamente. Nella frazione di un secondo, mi ritrovai le sue labbra attaccate alle mie, mentre mi stringeva a se togliendomi il respiro. Fermi tutti.
Zayn mi stava baciando?
Zayn Malik mi stava baciando?
Quella testa di cazzo mi stava baciando? 
Oddio.
Non appena mi capacitai di ciò che stava realmente accadendo, cercai di dimenarmi, appoggiando le mani sul suo petto e spingendolo con tutte le forze che avevo in corpo, ma non appena ci riuscì, si riattaccò con ancora più forza. Avanzò verso di me, chiudendo la porta con un calcio e continuando ad andare avanti, fino a quando mi ritrovai con la schiena contro la parete. Cercò di approfondire il bacio, intrufolando la sua lingua nella mia bocca, provocandomi una scia di brividi alquanto sgradevoli. Continuava a giocare con la mia lingua, fino a quando si soffermò sul mio labbro inferiore, cominciando a succhiarlo avidamente. Una mano sul mio fianco e l'altra che continuava a fare movimenti circolari sulla schiena, le sue labbra, il suo profumo, tutto. Tutto questo, mi faceva solo stare ancora più male. Male perchè prima, mi ha sempre trattato come se fossi una che non merita di vivere. Male perchè le ferite non guariscono mai, ma rimarranno sempre delle cicatrici e le mie, sono molto profonde. Ripensando a ciò, sentì gli occhi inumidirsi nonostante fossero chiusi e ritrovando le forza, mi staccai, allontanandolo di poco e coprendomi il viso con le mani, mi diressi velocemente verso le scale. Sentivo le lacrime bruciarmi le guance, come troppe volte era successo. La vista appannata alla quale ormai ci ero abituata e il labbro infieriore tremante, tutte cose oramai quasi abituali o per lo meno lo erano, prima di questo momento. Sentii dei passi dietro di me, farsi sempre più vicini, ma non me ne curai. Sarei entrata nella mia camera e avrei chiuso la porta a chiave, poi mi sarei buttata sul letto ed avrei soffocato le lacrime nel cuscino, come ho sempre fatto. Entrai nella stanza, chiusi di scatto la porta e con la mano cercai la chiave, che teoricamente doveva essere già inserita, ma quando non la trovai, salì il panico. Con la vista appannata e le lacrime che continuavano a scendere, cercai di guardare dove fossero ma niente, sembravano sparite, così non sapendo che fare, presi la sedia e la posizionai vicino alla porta, sperando che questo lo bloccasse. Subito dopo mi buttai sul letto a pancia in giù, iniziando a soffocare i primi singhiozzi in quel cuscino che ne aveva passate tante, insieme a me e alle mie stupide lacrime. 
Perchè piangevo? Perchè? Forse perchè quel bacio, nonostante mi fosse piaciuto, era sbagliato. Forse perchè il gusto di tabacco e vaniglia delle sue labbra, mi era piaciuto ed anche questo era sbagliato. Forse perchè il suo profumo che mi aveva inebriato le narici, mi era sembrato fottutamente gradevole. Forse perchè non avrei mai voluto staccarmi da quelle labbra. 
Eleanor, sei una testa di cazzo.
Sentii una mano appoggiarsi delicatamente sulla mia schiena, cominciando a fare dei movimenti circolari. Quei movimenti circolari. Lo lasciai fare, come lo lasciai fare anche quando mi prese per i fianchi e mi sollevò dal letto, mettendomi in piedi, con la schiena che sfiorava il suo petto ed il suo respiro caldo sul mio coldo. Lo feci perchè non avevo più le forse di lottare. Di lottare per qualcosa di astratto, qualcosa di inesistente. Percepivo brividi per tutto il corpo, misti alle scosse provocate dai forti singhiozzi. Sembravo piccola e indifesa, quindi ero totalmente ridicola. Da questo fatto mi venne da piangere ancora di più e non capii come facessi ad avere tutte quelle lacrime, dopo tutte quelle che avevo già versato in precedenza. Mi girò verso di lui, avvicinandomi al suo petto e con la mano, appoggiò la mia testa su di esso, cominciando ad accarezzarmi i capelli. 
Ero debole.
Continuava ad accarezzarmi i capelli, mentre il silenzio regnava per la stanza, interrotto soltanto dai miei singhiozzi. 
Ero ingenua.
Delicatamente mi fece allontanare il viso dal suo petto, appoggiò entrambe le mani sulle mie guance arrossate e puntò i suoi occhi nei miei, così diversi dai suoi. Occhi che sembrano abbiano un colore misto al d'orato. Occhi che sembrano due pozzi profondi, in cui ti ci perdi dentro. Occhi che sembrano due calamite. 
Ero fragile.
Mi ci persi dentro, non accorgendomi completamente delle sue dita che continuavano a togliermi delicatamente le lacrime dal viso. Abbassò lo sguardo sulle mie labbra e cominciò ad avvicinarsi lentamente al mio viso, azzerando completamente, nella frazione di un secondo, le distanze che ci separavano. Sentii di nuovo le sue soffici labbra sulle mie. Percepì di nuovo il gusto di tabacco e vaniglia, che tanto mi aveva fatto impazzire. Questo, non era altro che un bacio casto. Ben diverso da quello precedente. Un bacio che non fece altro che provocarmi la voglia di baciarlo ancora, fino allo sfinimento. Cominciò a lasciarmi piccoli baci sulle labbra, poi si spostò sulle guance, sulla fronte e sul naso. Lasciava su tutto il viso piccoli tocchi infuocati. Ad ogni tocco delle sue labbra con la mia pelle, partiva una scarica di brividi, mai sentiti prima in vita mia. Tornò di nuovo sulle mie labbra e lentamente di staccò incrociando i miei occhi. Puntò gli occhi sulle mie labbra e mordendosi l'interno del suo labbro inferiore, sussurrò poche parole che bastarono per mandarmi il cuore a puttane.
-Eleanor, vuoi essere la mia ragazza?

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SPAZIO AI CETRIOLI GENTE!
Oddio, non ci credo, ho aggiornato. 
OH MADONNA, HO AGGIORNATO.
SONO FINALMENTE RIUSCITA AD AGGIORNARE QUESTA MERDINA QUI E IN PIU', HO FATTO BACIARE QUEI DE CAZZONI.
ODDIO, SONO UN GENIO. xdcfvgbvf
SCUUUUUUUUUUUUUUUUUUSATE TANTISSIMO IL RITARDO E SPERO CHE CI SIA ANCORA QUALCUNO A SEGUIRE QUESTA PUPU' DI GATTO. ):
BENE. LI HO FATTI BACIARE, MLMLML.
E NON DITEMI CHE NON LO VOLEVATE, OH. SU', PRETENDO CHE MI DITE COSA NE PENSATE, CEH, LI HO FATTI BACIARE!
OK, MI CALMO. AHHAHAHAHAHA.
BENE DONZELLE, CERCHERO' DI AGGIORNARE PIU' SPESSO, MA SONO ENTRATA ALLE SUPERIORI (JAJA B|) 
E TIPO SONO PIU' INDAFFARATA OVVIAMENTE. POI LO SPORT, MUSICA E TUTTO. 
QUINDI ORA CHE MI STO, DICIAMO ORGANIZZANDO, RINIZIERO' AD AGGIORNARE PIU' SPESSO.
ORA ME NE VADO, CHE VI STARO' ROMPENDO LE PALLE. 
CCCCCCCCCCCCCCCIAO. c: 

#p





 
  
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