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Autore: eloisa_    27/10/2012    0 recensioni
E se Hermione avesse una cugina, strega anch'essa? E se si trovasse -per una serie di circostanze misteriose- a dover frequentare Hogwarts? E se tra di loro non corresse buon sangue? E se, soprattutto, iniziasse a frequentare le persone "sbagliate"? ;)
«Mi stai sfidando?»
Un sorrisetto sarcastico comparve sulle labbra della rossa, forse per la prima volta in due giorni. «Macché, non oserei mai.»
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da V libro alternativo
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5°Capitolo: bolle di sapone.
 
Nelle nostre camere separate, a inchiodare le stelle,
a dichiarare guerre, a scrivere sui muri che mi pensi raramente.
(Cara Catastrofe, Le Luci della Centrale Elettrica).

 
La viglia di Natale si concluse con una sbronza ed una sorpresa: il presunto armadietto degli alcolici, in realtà non conteneva altro che delle coperte e dei cuscini. Draco e Valérie si accamparono nella Stanza delle Necessità quella notte –ben distanti l’uno dall’altro. Alle prime luci dell’alba tornarono ai propri dormitori senza scambiarsi nemmeno una parola. I restanti giorni di vacanza li trascorsero assieme, cambiando ogni giorno tema della Stanza-Va-E-Vieni: una volta Draco la tramutò in una sala giochi contenenti scacchi magici e biliardo; la notte dopo Valérie scelse un osservatorio astronomico. Tuttavia il loro rapporto era rimasto immutato: Draco punzecchiava la rossa, sperando di riuscire a profanare quell’aura di indifferenza che riservava a chiunque –e Malfoy non era mai stato chiunque, ben inteso– e Val ribatteva a tono, pur senza perdere il controllo.
«Stasera cambiamo luogo dell’appuntamento, mezzosangue ravanello.» Le bisbigliò il biondo poco prima di entrare in Sala Grande per cena.
Val fece spallucce. «Dove?»
«Quinto piano, Bagno dei Prefetti. Porta un costume, a meno che non voglia mostrarmi le tue …prosperose grazie.» Ghignò Draco, accennando alle forme appena accennate della rossa.
«Lungi da me.» Commentò Valérie. a denti stretti avviandosi verso il tavolo dei Grifondoro.
 
***
 
«Ora capisco perché mia cugina si tiene ben stretta quella spilla.» Mormorò la rossa appena entrata in quel magnifico salone. «Questo posto è un paradiso!»
Draco si portò le mani sui fianchi e sorrise con aria soddisfatta. «Vedi ravanello, certi studenti possono permettersi certi privilegi, al contrario di te.»
«Stai insinuando che Hermione Granger sia una tua pari?»
Il viso del Serpeverde si tramutò in un ghigno disgustato. «Giammai! L’unico motivo per cui lei è prefetto è Silente. Il nostro preside babbanofilo ha una predilizione per quella mezzosangue e per la magica cricca di Potter.»
Osservò con attenzione l’interno della vasca. «Spero che gli elfi domestici abbiano disinfettato a dovere questo posto. Non voglio sguazzare nell’acqua in cui Lenticchia ha sciacquato il suo deretano lentigginoso.»
«Smettila di provare astio per il mondo circostante, Draco, e vedi di aprire un po’ quelle manopole. Non mi avrai portato qui per star seduta in una vasca vuota.»
Malfoy si avvicinò alla rossa e la fissò minaccioso. «Punto primo: non chiamarmi Draco, stupida mezzosangue. Punto secondo: nessuno mi dice cosa fare e cosa non fare, tantomeno la feccia come te.»
Val non si lasciò intimorire e fece un cenno col capo.
«Bastava dire che non ti andava di aprirle.» Commentò, abbassandosi e girandone un paio a casaccio.
In un attimo il Bagno dei Prefetti fu cosparso di bolle colorate e la vasca si riempì di schiuma, acqua calda e getti d’acqua colorati che zampillavano sulla superficie.
Velocemente Draco  si spogliò, rimase in slip, e –con la solita nonchalanche e classe che caratterizzavano i Malfoy- si immerse nella vasca, schizzando acqua ovunque.
La rossa gli rivolse un’occhiata infastidita ed iniziò a sfilarsi gli anfibi.
«Dovresti piantarla di conciarti come una stracciona disadattata.» Osservò Draco dal bordo vasca, notando l’abbigliamento di Valérie.
«Saranno pure fatti miei, non credi?»
«Senza alcun dubbio.» Ribatté sardonico lui, lanciando un’occhiata alla camicia taglia XXL che la Grifondoro si stava sbottonando in maniera goffa.
Dopo qualche minuto anche lei era immersa nella vasca, beandosi della pace di quel luogo e dell’acqua calda che le circondava l’esile corpo.
«Domani torneranno tutti.» Rifletté Draco ad alta voce.
Valérie mugugnò qualcosa, che il biondo interpretò come un ‘quindi?’.
«Non potremo più vederci così spesso, mezzosangue ravanello.»
La rossa rimase immobile; nulla nella sua epressione era cambiato.
Il Serpeverde si infastidì ma tacque, orgoglioso fino al midollo. Se solo avesse detto una cosa del genere a Pansy avrebbe facilmente immaginato la sua reazione: disperata. Se l’avesse detto alla mezzosangue zannuta avrebbe altrettanto facilmente predetto la risposta: estasiata. Un Malfoy non accettava l’indifferenza: doveva suscitare sentimenti ovunque andasse. Odio o amore, che importava? Almeno era certo di non passare inosservato; temuto o calunniato, viziato o condannato, -tutto!- fuorché la fredda, fuggita, immeritata indifferenza.
Senza farsi notare, Draco afferrò la bacchetta –poco lontana dalla sua camicia bianca inamidata- e la puntò alle spalle di Valérie, che teneva gli occhi chiusi e il capo reclinato all’indietro. «Imperio!» Mormorò, con un guizzo di timore negli occhi.
Si immerse nuovamente nell’acqua e si avvicinò alla rossa, tenendo la bacchetta a portata di mano.
La osservò: lo sguardo nuovamente vacuo, l’aria non più rilassata ma tesa, pronta ad obbedire ad ogni ordine dell’artefice della maledizione.
«Dimmi che non vuoi che me ne vada.»
«Non voglio che te ne vada.» Ripeté Valérie in maniera stolida.
«Più enfasi.»
«Resta
Draco deglutì, a metà tra il soddisfatto e il colpevole. Sentiva un formicolio nel basso ventre, conscio che la stessa, identica reazione avvenuta nello stanzino delle scope si stava risvegliando –e che stavolta non sarebbe riuscito a nasconderla così bene.
«Spogliati. Voglio che resti nuda davanti a me.»
Meccanicamente Valérie si slacciò il costume di sopra, mostrando i minuscoli seni, proporzionati al resto del corpo, e si sfilò gli slip, lasciando galleggiare il tutto pigramente sulla superficie dell’acqua, che le arrivava a metà pancia.
«Avvicinati. E baciami il collo. Lentamente
La rossa fece un passo in direzione di Draco e  posò le labbra fredde  sull’incavo del collo, tra l’orecchio destro e la clavicola, percorrendo più volte l’intero tratto.
Draco chiuse gli occhi, beandosi dei brividi che quel contatto gli procurava. Tecnicamente, quel che stava facendo, gli sarebbe potuto costare Azkaban: non solo aveva maledetto una studentessa, ma la stava costringendo a dei favori sessuali che –Draco lo sapeva bene- mai gli avrebbe concesso se fosse stata cosciente.
«Baciami ancora, Valérie. Baciami sulle labbra.»
La Grifondoro, obbediente, si sollevò in punta di piedi e lo baciò. Labbra contro labbra, leggermente dischiuse. Le loro lingue si cercarono, fameliche. Malfoy le afferrò il viso con trasporto per poi far scivolare le mani lungo le spalle, la schiena, i fianchi.
Si staccò lentamente e con voce roca ordinò: «Toccami.»
«Devi volerlo. Davvero.»
Il biondo sussultò e allontanò istintivamente la rossa. Senza alcuna traccia di vergogna o imbarazzo Valérie lo fissava, nuda davanti a lui. «Il tuo Imperius è debole. Mi sarei potuta opporre in qualsiasi momento. Dovresti accertartene prima di dare ordini di questo tipo.»
Non sembrava scossa. Il tono era tranquillo e leggero, come sempre; una punta di sarcasmo rivestiva ogni parola. Fissava Draco con lo stesso sguardo di sempre, indifferente e provocatorio.
Con uno scatto afferrò i due pezzi del costume e uscì fuori dall’acqua, avvolgendosi il morbido asciugamano intorno al corpo.
Il biondo divenne paonazzo; umiliato –nuovamente!- da una mezzosangue. Non era bastato il pugno in pieno viso della Granger zannuta al terzo anno, no. Doveva sentirsi dare del pivello incapace da una sangue sporco dai ridicoli capelli color ravanello. Lui. Un Malfoy.
«Non osare mai più rivolgerti a me così, sudicia mezzosangue.» Sputò il Serpeverde con disprezzo, uscendo dalla vasca. Era furente.
«Draco, era un consiglio. Non te la prendere.» Ribatté Valérie asciugandosi e prendendo i suoi vestiti, senza degnarlo di uno sguardo.
In un attimo si ritrovò con il viso contro il muro e le mani dietro la schiena, l’asciugamano giaceva a terra, assieme ai vestiti. Malfoy le stava addosso, premendo il suo corpo contro quello della rossa –ormai nudo. «Non chiamarmi per nome.» Sibilò.
«Cosa vuoi fare? Uccidermi? Abusare di me? Picchiarmi?» Chiese lei a bassa voce.
Malfoy rifletté per un attimo, poi si allontanò, liberandola dal peso del suo corpo. «Non meriti la mia ira. Rivestiti e vattene, non voglio più avere nulla a che fare con te.»
 
***
 
«Oh, Draco!» Esclamò Pansy il mattino dopo saltandogli al collo. «Che occhiaie profonde che hai! Hai dormito male senza qualcuno che ti tenesse compagnia, suppongo.» Ipotizzò con tono malizioso.
Il Serpeverde non rispose e porse la mano a Zabini, a mò di saluto. «Blaise.»
«Draco. »
«Trascorse bene le vacanze natalizie?» Chiese il biondo, ignorando le attenzioni della Parkinson.
«Al solito.» Rispose l’amico salendo la scale, diretti alla prima lezione della giornata. «Le tue? Non mi sembri granché in forma.»
«Oh. Ho avuto qualche problema di stomaco, stanotte. Evidentemente gli elfi domestici hanno esagerato con i loro manicaretti.»
Pansy gli artigliò il braccio, preoccupata. «Adesso come ti senti? Meglio, non è vero?»
Malfoy le sorrise freddamente. «A quanto pare…»
Svoltarono l’angolo e si trovarono di fronte il solito trio –Sfregiato, Lenticchia e Zannuta.
Lui e Blaise si limitarono ad urtarli di proposito, senza profusioni di insulti o incantesimi.
«Avete visto che occhiaie aveva Malfoy?» Fece notare Harry ai due amici, non appena furono abbastanza distanti. «Sta tramando qualcosa, secondo voi?»
Ron sorrise. «Non so, ma a giudicare dalla pessima cera dubito stia avendo successo.»
Hermione accelerò il passo. «Invece di spettegolare dovreste darvi una mossa. Abbiamo Trasfigurazione, adesso.»
Entrarono in aula e notarono la appariscente Valérie già seduta in penultima fila, libro di testo sul banco e bacchetta in mano.
«Valérie! Stamattina non ti ho trovato in Sala Comune!» Le andò incontro Hermione, educatamente.
«Ho fatto colazione presto.» Ribatté la rossa, laconica. «Dovevo finire i compiti per le vacanze.»
Hermione annuì. «Trascorse bene le vacanze?»
«Passabili. Voi? Divertiti?»
«A parte l’incidente del signor Weasley, sì, tutto alla grande.»
La McGranitt interruppe quella desolante conversazione di circostanza entrando in aula.
«Bentornati. Vi siete goduti le vacanze di Natale? Sì? Beh, chi tace acconsente. Non perdete tempo. Prendete pagina 212.»




Beh, capita di rientrare per caso su EFP e di ricordarsi di avere ancora una FF in sospeso. E capita persino di trovare sull'HD degli altri capitoli in attesa di essere postati. E infine, capita che ti venga voglia di scrivere e di finire ciò che si era lasciato a metà.
Insomma, magari questa FF troverà una conclusione. :D
Buona lettura!

eloisa.

  
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