Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: _xstylesinmybed    27/10/2012    1 recensioni
Un negozio di gioielli, ecco dove ci trovavamo. Louis mi prese delicatamente la mano e mi portò di fronte ad una grande vetrina con all'interno dei costosissimi anelli.
«Vedi quell'anello? Ti piace?» disse con tono serio mentre puntava quel piccolo affare in lontananza.
«S-si, è stupendo!» affermai scostando dal mio viso una piccola ciocca di capelli e portandola dietro l'orecchio.
«Bene, perché quello è tuo!» rispose.
A quelle parole rimasi sbigottita mentre lui si affrettava a chiamare la commessa per prendere quell'anello. D'un tratto s'inginocchiò di fronte a me sussurrando tali parole «Vuoi sposarmi?»
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Louis Tomlinson, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Image and video hosting by TinyPic

CAPITOLO 5


Ero stanchissima, per la lunga passeggiata che quei cinque ebeti mi avevano costretto a fare, così salì in camera mi spaparanzai nel letto, quando, ad un tratto sentii bussare alla porta. Speravo solo che non fosse quel rompiscatole di Harry.
Mi alzai e andai ad aprire. Chi era? Era Louis.
Lo trovai di fronte alla porta con un grosso pacco tra le mani, e un fiocco rosa che lo avvolgeva.
Cosa mai poteva esserci dentro quel pacco? Continuavo a non capire.
“Cosa vuoi?” dissi con sguardo, continuando però a fissare solo il grosso pacco che aveva tra
le mani. Cosa diavolo c’era dentro? Ero curiosa, anche troppo.
Avevo solo voglia di prenderlo, strappare la confezione e vedere cosa c’era dentro!
“Sono venuto per darti un regalo, calmati.” Rispose con tutta la calma del mondo.
“Si, scusa, è che sono solamente stanca e voglio solo riposarmi.” Dissi, era solo una scusa per levarmelo dai piedi.
“Va bene, comunque tieni –porse gentilmente il pacco verso di me- spero ti piaccia, a stasera!” continuò, e poi scomparì dietro la porta della camera.
Poggiai il regalo nel letto, e lo scartai velocemente. Rimasi imbambolata per qualche secondo, come si mi fosse venuto un ictus. Dentro quel pacco c’era il vestito che tanto avevo
ammirato davanti la vetrina di un negozio. Quasi non ci credevo, l’aveva fatto solo per me. Aveva comprato quel vestito solo per
me, non potevo crederci, no, per niente!
L’avrei restituito, questo era poco ma sicuro.
Dopo nemmeno un minuto, bussarono di nuovo alla porta. Quella era una giornata movimentata, anche troppo.
Di fretta e furia, presi il regalo, e lo gettai dentro l’armadio.
“Chi è?” urlai a squarcia gola.
“Il rompiscatole.” Rispose lui da dietro la porta, ovvio, era Harry!
“Cosa vuoi pure tu?” dissi mentre aprii la porta della camera.
“Dovevamo discutere di quella situazione, ricordi?” domandò.
“Si, ma proprio adesso non ne ho voglia, quindi, sparisci!” affermai, e mi diressi verso l’armadio.
D’un tratto il signorino mi afferrò per il polso, e mi fermò.
“Dimmelo, ti prego” continuò mentre faceva la sua solita faccia da cucciolo – ebete, più ebete che cucciolo! Perché gli importava così tanto, cosa diavolo interessava a lui? Per quanto
tempo avrei ancora dovuto sopportare tutto quel fracasso?
“Dieci minuti, dopodiché sparisci e non ti fai più rivedere!” affermai, mentre mi sedetti nel letto, e invitai pure lui a farlo.
“Va bene, allora sarò chiaro e diretto - disse mentre continuava a gesticolare con le mani -; di chi sei innamorata?” domandò.
A causa di quella domanda il mondo mi crollò addosso. Non sapevo cosa dire, o la verità o una bugia, anche se devo ammettere che non sono brava a recitare.
Cominciai a sudare, e a non capirci più niente.
“Hope, ci sei?” continuò mentre sventolava la sua mano davanti ai miei occhi.
“Si, si…” risposi “Comunque, non sono innamorata, ok? Adesso sparisci!” Continuai.
“Si, ti sto credendo alla grande, mentre parlavi con la tua amica ho sentito il nome di Louis, c’entra qualcosa?” 
“SI, cioè NO” Sbuffai “Va bene lo ammetto, forse provo qualcosa per Louis, ma non è nulla di certo, adesso ciao.” Dissi, mentre cercavo di cacciarlo dalla stanza.
Arrivati all’uscio della porta, si voltò verso di me e fece un buffo sorriso, dopodiché cominciò a scendere le scale.
Chiusi la porta alle mie spalle, ma poi la spalancai di nuovo con violenza.
HARRY” urlai, mentre lui si voltò di scatto “Acqua in bocca, mi raccomando.” Continuai.
“Tranquilla non lo dirò a nessuno.” Rispose lui.
Speriamo…” Sussurrai.
Mi diressi verso l’armadio, e ripresi di nuovo il vestito. Era meraviglioso. Lo avrei indossato, ma solo per questa sera, dopodiché l’avrei restituito a Louis, e poi poteva farci ciò che voleva.
Non potevo mandare indietro un regalo, e fare un torto del genere, no?
One hour later…
Erano le 19.30, avevo appena finito di prepararmi, così, dato che mancava ancora un’ora, decisi di chiamare Abby, dato che l’avevo lasciata ancora con il fiato sospeso.
“Esci con Louis?” domandò di soppiatto.
“Bene, adesso non si saluta neanche, ti ricordo che se sono in questo enorme casino, è solo a causa tua!” affermai, gettandomi poi nel letto.
“Hai per caso i tuoi soliti cinque giorni al mese?” disse imperterrita.
“No, perché?” risposi.
“E’ da stamattina che sei nervosa, irritata e arrabbiata!” affermò.
“Si, perché…sono nervosa per l’appuntamento, non so come comportarmi, neanche lo conosco” dissi, cominciando a giocherellare con una ciocca dei miei capelli.
“Sii te stessa, e vedrai che andrà tutto bene” rispose, quelle parole in quel momento mi avevano dato tanta sicurezza “Hope, ammettilo, stai cominciando ad innamorarti di Louis, eh?”
domandò.
Ecco, quel profondo stato di affetto, dolcezza, e tenerezza, svanì in un millesimo di secondo.
“Stavo per dirti ti voglio bene sai!?” dissi.
“ Smettila, sono seria, dimmelo immediatamente” ribatté.
“No, non sono innamorata di Louis, cioè, non ne ho ancora la certezza. Può darsi che provi qualcosa per lui, ma ci conosciamo appena, non so nulla di lui. E’ un bravissimo ragazzo, di
questo  ne sono sicura, però. Non direi di essere innamorata, ho semplicemente una
cotta, forse, ma dire di essere innamorata è ancora troppo presto.” Conclusi.
Vidi che ora si era fatta, ed erano già le 19.55, era tardissimo, come sempre stavo quasi per ritardare.
“Abby, è tardi, devo andare. Ci sentiamo, ti farò sapere, ciao!” chiusi la chiamata, mi alzai dal letto; presi il cellulare e lo posai dentro la borsa. Indossai le scarpe, che facevano pure un
male cane, e diedi l’ultima, piccola sistematina ai capelli.
Dopodiché mi diressi verso la porta, e feci un profondo respiro.
Hope, puoi farcela, è una semplice uscita…” sussurrai prima di varcare la porta della camera.
Cominciai a scendere lentamente le scale, per evitare di fare ancor prima di uscire una figuraccia tremenda.
Già a metà scala riuscivo a vedere i ragazzi già in salotto. Non appena terminai di scendere le scale, riuscivo a sentire ben dieci occhi puntati verso di me che mi fissavano.
“Va bene, ho capito, torno su a cambiarmi!” affermai, quando sentì qualcuno che mi afferrò da dietro per il polso. Mi voltai.
“No, sei bellissima, non c’è bisogno di cambiarti. Andiamo?” domandò Louis.
Annuii e cominciai ad arrossire. Se la serata era cominciata già in questo modo,  sarei tornata a casa un peperone arrostito.
Uscimmo di casa, e salimmo in macchina. Una decina di minuti ed eravamo già arrivati.
“Mi dispiace, devo bendarti” disse Louis.
“Sei impazzito? Come faccio a camminare, poi?” ero rimasta sbigottita della proposta di Louis, manco fosse chissà che cosa.
“Ti guido io!” affermò. Bene, in quel momento potevo anche morire.
“…Va bene, ma guai a te se combini qualcosa” risposi.
“Cosa mai dovrei combinare?” domandò.
“Non so cosa ti passa per il cervello, potresti anche rapirmi e  non farmi tornare più a casa” cominciai a pensare ad una serie di soluzioni in caso di rapina. In fondo, avevo fatto karate,
ero cintura
gialla; un calcio e l’avrei steso. Sentii una risata, e cominciò a mettermi la benda, delicatamente, intorno ai miei occhi.
Dopo aver finito di bendarmi, mi fece scendere dall’auto e cominciammo a camminare senza sosta.
“Scusa, ma quando arriviamo?” domandai.
“Manca poco!” rispose lui.
“Eh, sai com’è, non ho delle pantofole al posto dei piedi, anzi, tutt’altro” dissi cominciando a zoppicare, una cosa la capì in quel momento, però: non avrei dovuto più mettere quelle
maledette scarpe, questo è poco ma sicuro!
“Siamo arrivati” disse, finalmente.
“Oh, santo Dio, non ne potevo più di camminare” risposi.
“Sei pronta!?” domandò.
“Si…” dissi.
“Sicura?” domandò per la seconda volta.
“Smettila, non mi fare stare ancora sulle spine, togli questa benda, su!” affermai.
Sentivo che piano, piano, la benda continuava ad allentarsi. Finalmente si era deciso a toglierla.
Non appena la tolse, rimasi con la bocca ad O.
Era, tutto così meraviglioso, non riuscivo nemmeno a crederci.

 

 

TAADAAA (?) dopo tanto, anzi, tantissimo tempo, sono tornata anche io :')
Allora, devo spiegarvi parecchie cosucce! Non ho pubblicato il capitolo prima perché avevo deciso di sospendere la storia, il motivo era che ogni volta mi veniva difficile continuarla perché non avevo ispirazione. Ma finalmente mi è venuto un colpo di genio, la lampadina sopra la mia testa si è finalmente accesa (?) 
Quindi, eccomi qui con questo nuovo capitolo! Spero proprio che vi piaccia c:
E' venuto un po' lunghetto, però...ci ho messo l'anima per scriverlo o:
Ok, termino qua la mia lunga discussione (?)
Non vedo l'ora di rileggere di nuovo i vostri pareri, quindi recensite, e fatemi sapere, eh (:
Byyyeeeeee.

  
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: _xstylesinmybed