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Autore: Daisy Pearl    27/10/2012    5 recensioni
Chiudete gli occhi e immaginatevela.
Capelli color cioccolato lunghi e liscissimi, occhi di mare e forme al punto giusto.
Una ragazza dalla bellezza sovrumana. Sovrumana è la parola giusta perchè lei non è come noi. Lei è un robot, una macchina.
Ma è un oggetto che presto inizierà a provare dei sentimenti e dovrà dimostrare al mondo di avere un cuore, seppur di metallo.
Buona lettura.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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                      ROBOT O NO, E' LO STESSO.                  


Scusatemi il ritardo, ma non ho avuto proprio tempo!!
Ormai i primi esami sono alle porte quindi il mio tempo libero si riduce drasticamente!!
Voglio dedicare due parole a quelle fantastiche persone che leggono e recensiscono, grazie davvero di cuore!!
Buona lettura!
Ah...questo è il terzultimo capitolo!!!
Daisy


Zack posò le labbra su quella di Mary con la speranza che quel gesto gli avrebbe impedito di pensare. Erano giorni che proprio quell’attività lo stava distruggendo. Il pensiero che Denise non fosse reale perseguitava, non gli faceva chiudere gli occhi la notte e lo rendeva distratto di giorno. Fatto sta che quella ragazza non usciva dalla sua mente, rimaneva una presenza costante nonostante la stesse evitando.
Così aveva cercato ogni sorta di distrazione e Mary era la più gettonata tra tutte quelle che gli erano venute in mente. Solo che era pressoché tutto perfettamente inutile. Ogni volta che le labbra di Dave sfioravano quelle della ragazza lui non poteva far ameno di paragonarle a quelle di Denise. Le sue sapevano d fragole appena colte, baciarla era un’esperienza divina, nemmeno umana. Baciare Mary, invece era la cosa più normale del mondo. Zack si sentiva malissimo a pensare tali cose, eppure non poteva controllare ciò che sentiva.
Posò la mano sulla nuca di Mary e in quel modo la attrasse a sé. La sentii mugugnare e si insinuò con la lingua nella sua bocca esplorandone ogni più piccolo angolo.  Socchiuse gli occhi e fu in quel momento che la vide.
Denise era a pochi passi da loro e li stava osservando. Sul volto vi era dipinta una maschera di tristezza immensa che fece stringere il cuore di Zack. Come aveva potuto essere così sciocco da allontanarla? Lui sentiva per lei un sentimento più grande di quello che provava per Mary, non era amore, ma se avesse
potuto scegliere avrebbe preferito Denise a Mary.
Aprì maggiormente gli occhi in tempo per vedere una lacrima che solitaria attraversava la guancia dell’automa fino a raggiungere il mento e cadere a terra.
Accortasi dello sguardo di Zack su di lei, Denise fece un debole sorriso prima di voltare le spalle alla coppietta e dirigersi verso la sua camera.
Zack sospettò che un’altra lacrima stesse rovinando la perfezione di quel viso angelico e non poteva permettere che questo accadesse. Senza pensarci un attimo e senza dire un parola, si staccò da Mary e corse dietro a Denise.
“Zack, Zack, ma dove vai?” domandò alle sue spalle quella che era la sua ragazza. Tuttavia il ragazzo non rispose, aveva cose più importanti da fare.
*
Sapevo di non avere un cuore, eppure sentivo che qualcosa si era rotto all’interno del mio petto.
Ero stata sciocca perché mi ero illusa che Zack prima o poi avrebbe lasciato Mary per stare con me, cosa che invece non avrebbe fatto. Vederli avvinghiati in quel modo mi aveva portata a versare altre lacrime, cosa abbastanza insolita per  me.
Chiusi la porta della mia stanza e mi buttai sul letto pensando a quanto ingiusta fosse la vita: perché tutto il resto del mondo poteva essere umano mentre io dovevo essere una stupida via di mezzo?
Da un lato ero felice di provare quella delusione e quel dolore perché mi facevano sentire viva, ma dall’altro mi chiedevo perchè tutto dovesse essere così ingiusto. Perché se ero un oggetto dovevo anche soffrire? Non bastava come sofferenza quella di non essere umana?
Mentre ero pesa dai miei pensieri Zack entrò nella mia stanza senza nemmeno bussare.
“Ciao!” sussurrò semplicemente. Gli accennai un sorriso.
“Cosa vuoi? Mi hai evitata per giorni, adesso cosa ti aspetti da me?” ero sulla difensiva.
“Mi manchi!” i suoi occhi verdi erano così sinceri, eppure mi ostinavo a non credergli.
“Ho visto come ti mancavo sono giorni che mi eviti!”
“Avevo bisogno di pensare!”
“A cosa? A quale fosse il modo migliore per mettere la lingua in bocca a Mary?” i miei circuiti mi informarono che mi stavo comportando esattamente come una ragazzina gelosa, ma poco mi importava.
“Riguardo a una cosa che ho saputo!” precisò con lo sguardo triste.
“Vattene!” gli indicai la porta.
Invece che fare quello che gli avevo detto, si incamminò verso di me e mi accarezzò la guancia dolcemente, come se temesse che a quel solo tocco mi sarei potuta sgretolare di fronte ai suoi occhi.
“Sembri così vera!” sussurrò assorto. Di fronte alle sue parole il respiro mi si bloccò in gola, sembrava tanto una di quelle frasi di Josh. Lo fissai sgranando gli occhi e spalancando leggermente la bocca.
“Mio fratello mi ha raccontato della tua vera natura!”precisò.
In quel momento odiai Josh con tutte le mie forze. Perché aveva fatto una cosa del genere? Perché mi aveva privata della mia unica fonte di illusione?
“Bene!” ironizzai.
Zack mi prese il viso costringendomi a guardarlo.
“Non importa! Credo che tu mi piaccia troppo perché io possa rinunciare a te, qualsiasi sia la tua natura!”
Sbarrai gli occhi incerta di quello che avevo capito: stavo forse sognando? No, non sarei stata in grado di farlo. Quindi tutto ciò era reale.
A lui non importava della mia natura! Gli importava solo di me.
Non potei trattenermi dall’abbracciarlo. Mi accarezzò i capelli mentre mi avvolgeva in un forte abbraccio.
“Credo che lascerò Mary!” disse in un soffio. Sorrisi e pensai che davvero quel ragazzo rappresentava per me la felicità. Mentre suo fratello era la passione.
Avrei mille volte preferito la felicità e l’illusione, alla passione e alla realtà.
 
“Denise!” Josh irruppe nella mia stanza mentre ancora io e Zack ci stavamo abbracciando. Ci staccammo un po’ imbarazzati e fulminai il più grande dei Drake con lo sguardo.
I suoi occhi saettarono da me a Zack senza far trapelare i suoi pensieri.
“Devo parlarti!” aggiunse.
Alzai gli occhi al cielo e sorrisi dolcemente a Zack mentre il fratello gli lanciava con lo sguardo un rimprovero silenzioso.
Mi apprestai a seguire Josh per i corridoi della villa fino a giungere nel suo ufficio.
“Perché hai detto a Zack che ero un robot?” domandai a bruciapelo con una piccola punta di irritazione nella voce.
Josh rimase stupido dal fatto che io fossi a conoscenza di quel dettaglio, però riuscì a recuperare la sua espressione usuale in pochi secondi.
“Per proteggerlo!”
“Da me?”
“Dai sentimenti che mi ha detto di provare per te!”
Stupidamente sorrisi. Zack provava dei sentimenti per me, un misero oggetto!
“Ha detto che non gli importa qual è la mia natura!” gongolai.
“Scusa ma adesso abbiamo cose più importanti di cui parlare!”
Alzai un sopracciglio incredula.
“Ricordi i due agenti che ti hanno portata fuori dal laboratori del professore?” mi domandò.
“Simon e Clark!” confermai.
“Sta mattina sono stati rinvenuti morti nei loro appartamenti! E’ successa la stessa cosa ad altri due agenti che avevano partecipato alla spedizione!”
Spalancai la bocca stupita da quelle notizie così tristi e inaspettate.
“Credo che qualcuno voglia eliminare tutte le persone che sono a conoscenza del progetto 01R! chi può essere stato?” continuò.
“Qualcuno ha rapito 19283 dopo aver ucciso il professore,quindi credo che si tratti delle stesse persone! Probabilmente vogliono riscrivere i termini e gli obbiettivi del progetto e servirsi di me e di 19283 per i loro scopi! ieri sera sono venuta qui per bruciare il fascicolo del progetto perché me lo ha chiesto tramite messaggio vocale 19283! Prima non ne capivo le ragioni ma ora sì!”
“Cosa intendi dire?”
“Che probabilmente sei in pericolo e che eliminare il fascicolo era come dire che tu non sapevi nulla del progetto e quindi saresti stato al sicuro!” continuai sempre più preoccupata. Non riuscivo a pensare a nient’altro se non al fatto che Josh era in pericolo.
“Non eliminerò il fascicolo, aspetterò che vengano a prenderselo!” sorrise sicuro di se con una punta d’orgoglio nello sguardo.
Gli posai una mano sul braccio.
“E’ pericoloso Josh! Quegli uomini stanno mietendo vittime con assoluta facilità, non ci metteranno molto a piegare anche te!”
“Farò così!” decretò senza ascoltarmi. Era davvero una persona cocciuta, ma, se avevo imparato una cosa, era quella che discutere con lui era pressoché inutile.
“Sta notte devo incontrare 19283, credo che mi dirà lui cosa devo fare!” gli confidai.
“Ma non era stato rapito?”
“Credo che abbia trovato il modo di fuggire!” gli confessai con orgoglio.
“Ci sarà anche io all’incontro!” decretò.
“Ne dubito!” ribattei.
“Vedremo!”

*

Josh osservò dalla finestra della sua camera il giardino silenzioso e buio, stando attendo a captare l’ombra che stava cercando.
Doveva arrivare a fondo della questione perché non poteva permettere che altre persone innocenti morissero per il semplice fatto che erano a conoscenza del progetto 01R.
Non capiva perché Denise gli detto di non andare con lei all’incontro di quella sera, anche se in cuor suo lo sospettava: voleva proteggerlo!
Aveva letto il terrore che le era comparso negli occhi quando aveva capito che la vita do Josh era in pericolo.
Josh non capiva come fosse possibile che un oggetto avesse così a cuore la sua incolumità, probabilmente si era affezionata a lui come lui a lei.
Era una cosa dolce da pensare, ma assurda al tempo stesso. Perché tutto doveva essere così tremendamente complicato?
Un’ombra sinuosa ed elegante uscì dalla porta principale della villa e Josh non aveva dubbi su chi fosse. Denise avanzava nel buio sicura di se, probabilmente riusciva a vedere al buio grazie a qualche sua particolare dotazione.
Non perse un istante, si mise il cappotto e si diresse giù dalle scale.






Mi trovate su questa PAGINA FACEBOOK!!
A presto ;) 
Il prossimo capitolo lo pubblico nel ponte!!!
   
 
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